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Recupero crediti avvocato Milano

Come recuperare un credito con un avvocato nella città di Milano

Se hai bisogno di recuperare il tuo credito nella città di Milano, sei finito nel posto giusto.

In questa guida ti spiegherò come organizzare una strategia di incasso efficace.

Inoltre ti racconterò un caso studio di recupero crediti a Milano gestito direttamente dal nostro studio.

Grazie a questa storia riuscirai a comprendere quali sono le attività principali da compiere per recuperare il tuo credito insoluto nella città di Milano.

Ma prima di proseguire è necessario che ti spieghi alcuni concetti preliminari.

Le crisi finanziarie

Recuperare un credito è un’attività necessaria per risolvere le crisi finanziarie dettate dal mancato pagamento di un cliente.

Nel corso degli ultimi anni i rapporti commerciali sono divenuti sempre più insidiosi grazie allo sviluppo dei servizi digitali.

Eppure, nonostante gli strumenti tecnologici, il problema del recupero crediti rimane invariato.

Non è facile prevenire un credito insoluto, soprattutto se eroghi un servizio ad altre imprese.

In base alle statistiche del nostro studio legale, il numero di contenziosi tra imprese è rimasto invariato negli ultimi anni e contribuisce ad aumentare il carico di lavoro per i tribunali italiani.

L’attività di recupero stragiudiziale, svolta all’interno di un’impresa, può essere molto efficace, ma non sempre produce i risultati sperati.

Il recupero stragiudiziale con personale interno

Molte aziende delegano l’attività di recupero crediti al proprio reparto contabile.

In sostanza chi si occupa di numerare e classificare le fatture deve occuparsi di sollecitare il mancato pagamento di un cliente.

Si tratta di un comportamento diffuso che spesso è dettato dalla necessità di ottimizzare i costi.

Tuttavia la mancanza di specializzazione nella gestione dei crediti aziendali determina l’inefficacia di alcune strategie di recupero.

Le più grandi aziende italiane hanno compreso quanto sia importante affidare l’attività di recupero crediti ad una figura specifica che possa migliorare la gestione economica e la liquidità finanziaria.

Queste scelte possono incrementare le probabilità di incasso dei crediti insoluti.


L’avvocato nel recupero crediti

Recupero crediti avvocato Milano - ruolo avvocato

Quando l’attività stragiudiziale, svolta da personale interno, non produce i risultati desiderati è venuto il momento di rivolgersi ad un avvocato.

Nel recupero crediti l’avvocato possiede una caratteristica che nessun altro professionista può garantire: la forza del suo titolo.

Qualsiasi richiesta di pagamento ha un “peso” differente se viene formulata da un avvocato.

Ti assicuro che inviare una lettera di diffida tramite uno studio legale produce un effettuo persuasivo molto più forte rispetto ad una comunicazione inviata dal tuo reparto contabile.

Vedere nella diffida cartacea o nel testo di una pec la parola “avvocato” o “studio legale” suscita una soggezione psicologica nel destinatario e conferisce maggiore solennità alla richiesta di pagamento.

Questo è il motivo per il quale l’avvocato ha un ruolo centrale nel recupero crediti.

Tuttavia se decidi di affidarti ad un avvocato generalista per incassare il tuo credito insoluto, il risultato potrebbe essere incerto.

Nel corso di questi anni ho fornito supporto legale a molti avvocati di altre città per fornire suggerimenti sulla loro attività di recupero.

Una delle lacune principali che ho riscontrato è quella delle procedure di lavorazione utilizzate per l’attività di recupero.

Lo studio legale è come un’impresa: per raggiungere dei grandi risultati deve essere organizzato ed efficiente.

Le procedure di lavorazione costituiscono l’elemento più importante per un’attività di successo.

In base alla mia esperienza l’avvocato generalista, che non è specializzato a fondo in un settore, spesso non ha ideato delle procedure standard che gli consentono di ottimizzare i tempi e massimizzare i risultati.

Recupero crediti avvocato Milano - organizzazione

Ti spiego meglio il concetto con un esempio.

Hai mai visto un gran premio della formula uno?

Quando un pilota si ferma ai box per il cambio degli pneumatici, viene assistito da un team di professionisti che si occupa solo di questa attività.

I professionisti operano seguendo una procedura di lavorazione standard che gli consente di risolvere il problema (il cambio gomme) nel più breve tempo possibile.

Inoltre, grazie all’organizzazione preventiva, il team può scegliere la soluzione più adatta per il pilota, prima della sostituzione delle gomme.

Questo metodo di lavorazione aiuta il pilota a raggiungere più velocemente il risultato in gara.

Pensa se al box di una causa automobilistica di formula uno ci fossero delle persone che non hanno mai cambiato una gomma.

Molti non saprebbero nemmeno cosa fare non appena la vettura è pronta per il pit stop.

Il risultato sarebbe sicuramente scadente ed il pilota non riuscirebbe a sostituire gli pneumatici in un tempo ragionevole.

Nello studio legale avviene proprio la stessa cosa.

Le procedure di lavorazione standard consentono al cliente dello studio legale di risolvere il problema nel più breve tempo possibile scegliendo la soluzione migliore per risolvere una crisi.

Inoltre esiste un altro grande limite nell’affidare l’attività di recupero ad un legale generalista: la sua preparazione potrebbe essere carente.

Il diritto è davvero infinito e non c’è materialmente la possibilità di conoscere in modo approfondito tutti le leggi del nostro ordinamento (quelle attualmente in vigore sono più di 111 mila!).

Riconoscere i propri limiti di competenza è un punto di forza.

Come avvocato mi occupo di recupero crediti, diritto contrattuale e diritto della privacy e ho spesso declinato richieste di assistenza per il diritto penale.

Non mi occupo di diritto penale e non trovo onesto offrire assistenza in un settore su cui non mi sono specializzato.

Ho scritto un libro sul recupero crediti rivolto a imprenditori e professionisti e ho deciso di concentrarmi solo sui temi legali che riguardano il business.

Per recuperare il tuo credito ti consiglio di rivolgerti ad un avvocato specialista nel recupero crediti.

Il recupero crediti di un avvocato

Prima di affidare un incarico di recupero crediti ad un avvocato è necessario che tu conosca alcune informazioni preliminari.

Il recupero di un credito si può ottenere in due modi:

• Con l’attività di recupero stragiudiziale;

• Con l’attività di recupero giudiziale.

Recupero crediti avvocato Milano - come recuperare

L’attività di recupero stragiudiziale consiste nello svolgimento di azioni che spingono il debitore ad effettuare il pagamento senza l’instaurazione di una causa giudiziale.

Di conseguenza l’attività di recupero giudiziale consiste nello svolgimento di azioni che spingono il debitore ad effettuare il pagamento tramite un provvedimento giudiziale di condanna.

Uno degli errori più comuni che noto tra gli imprenditori è quello di pensare che un avvocato sia utile solo per l’attività di recupero giudiziale.

Si tratta di un errore.

Un avvocato esperto nel recupero crediti deve essere capace di applicare tecniche di carattere stragiudiziale.

La giustizia italiana è lenta ed il tempo di lavorazione dei Tribunali è differente; spesso una transazione con il debitore è più vantaggiosa di un lungo e logorante processo civile.

Non esistono delle regole standard, ma di solito la strada più veloce per recuperare un credito è quella di applicare strategie di recupero stragiudiziale.


Il recupero crediti in Italia

Recupero crediti in Italia

E cosa succede se l’attività di recupero stragiudiziale non va a buon fine?

A questo punto l’unica possibilità è quella di rivolgersi al Tribunale per instaurare una causa giudiziale.

In Italia la durata media di un processo varia moltissimo in base alla regione e alla città competente.

Non è possibile stabilire in anticipo quanto potrebbe durare un processo: ci sono moltissimi fattori che entrano in gioco e il risultato può cambiare in pochissimo tempo.

Tuttavia nel corso di questi anni ho svolto la mia professione in quasi tutti i Tribunali italiani, instaurando centinaia di contenziosi civili nelle principali città della nostra penisola.

La Lombardia, il Lazio e la Sicilia da diversi anni sono le regioni con il maggior numero di contenziosi giudiziali avviati per il recupero di un credito.

Questo risultato è determinato soprattutto dall’elevato numero di abitanti delle tre aree geografiche.

Tuttavia, tra le 3 regioni che ho citato, la Lombardia è quella dove ho curato il maggior numero di contenziosi tra imprese.

Il motivo è semplice e risponde al nome di una città: Milano.


Milano: la città degli affari

Recupero crediti avvocato Milano - citta affari

La capitalefinanziaria” italiana è certamente Milano.

Tutti i trend, le mode, le novità approdano inizialmente nel capoluogo lombardo per poi propagarsi nel resto della penisola.

Per questo motivo moltissime aziende scelgono di fissare la propria sede legale a Milano.

Negli ultimi anni il capoluogo lombardo è divenuta la città con il maggior numero di startup.

Secondo i recenti report di InfoCamere (la società consortile di informatica delle Camere di commercio italiane) negli ultimi anni la Lombardia si conferma la regione in cui è presente il maggior numero di startup innovative italiane.

Più di 2.400 startup si trovano in Lombardia, pari al 25% del totale presente su tutto il territorio nazionale.

Su 2.400 startup presenti in Lombardia, ben 1.600 si trovano a Milano (circa il 17% del totale nazionale – per leggere la statistica completa visita questa pagina).

Le startup in Italia, Lombardia e Milano

Per un’impresa è più “cool” avere una sede legale nella città meneghina piuttosto che in aree periferiche industriali di altre regioni.

Ma non è solo una questione di immagine: per molti imprenditori è più vantaggioso lavorare nel contesto milanese e stringere nuovi rapporti di collaborazione.

Milano è la mecca italiana degli affari e la città con il più elevato numero di transazioni tra imprese.

Questo è il motivo per il quale a Milano sorgono molti contenziosi di recupero crediti.

Il Tribunale di Milano

A dispetto di un numero di processi sempre crescente il Tribunale di Milano fornisce una risposta molto celere.

Secondo le ultime statistiche fornite dall’Associazione T6, il gruppo di lavoro che raccoglie informazioni e statistiche sull’andamento dei processi esecutivi immobiliari italiani, il Tribunale di Milano è uno dei più virtuosi in Italia.

Accade spesso che le questioni giuridiche affrontate dal Tribunale meneghino diventino un paradigma per tutti gli altri fori italiani.

Se devi recuperare un credito nella città di Milano potresti aspettare meno tempo rispetto a quello che aspetteresti in un’altra città.

Tuttavia devi prestare attenzione alle tante insidie che questa città presenta.

In un contesto così veloce, è facile perdere l’attimo e vanificare tutti gli sforzi di recupero.

A Milano non c’è spazio per inutili attese: un avvocato deve essere pronto ad agire con tempestività per non lasciarsi scappare le migliori occasioni di incasso.

Per spiegarti meglio di cosa sto parlando ti racconto un piccolo caso studio.


Recupero crediti a Milano: un caso realmente successo

Recupero crediti avvocato Milano - caso studio

Era il mese di novembre.

Durante un pomeriggio piovoso il telefono squillò.

Un ragazzo con la voce tremante si presentò: svolgeva la professione di “marketing specialist” e “social media manager” e collaborava con numerose agenzie di comunicazione.

Per tutelare la privacy del professionista lo chiamerò Manuel (ma il suo nome reale è differente).

Manuel viveva in Italia ma si spostava molto all’estero per eseguire dei servizi fotografici per conto di alcune importanti aziende.

La professione del “social media manager” è piuttosto complessa: oltre a conoscere il mondo dei social media è necessario saper creare dei contenuti digitali accattivanti che possano attirare molte visualizzazioni degli utenti.

Da alcuni mesi Manuel gestiva l’account Instagram di una importante agenzia di moda, la cui sede legale si trovava a Milano.

Il suo lavoro consisteva nel creare foto e contenuti multimediali nell’interesse della cliente.

Mentre Manuel mi descriveva la sua professione, notai un’increspatura nella sua voce.

Mi raccontò che da 8 mesi non riceveva il compenso per la sua attività professionale.

Il modo in cui pronunciava le sue parole faceva trasparire molta rabbia e frustrazione.

Eppure c’era una sensione di preoccupazione nel suo racconto.

Poco dopo capii il perché.

Manuel aveva svolto la sua attività senza aver sottoscritto un contratto con la cliente.

Il professionista mi confessò di essere molto preoccupato perché temeva che non sarebbe riuscito a recuperare il suo credito.

La valutazione

Compresi subito la sua situazione e gli chiesi di compilare un questionario online creato per acquisire le informazioni più importanti per l’attività di recupero.

Manuel rimase sorpreso da quella richiesta.

Il nostro studio legale analizza ogni pratica di recupero chiedendo al cliente la compilazione di un questionario online.

Dopo aver svolto molte consulenze con tante tipologie di imprenditori e professionisti, avevo notato che emergeva spesso una criticità.

Il cliente raccontava lo svolgimento dei fatti descrivendo circostanze spesso inutili dal punto di vista legale.

Ogni creditore descrive l’andamento dei fatti in modo personale, facendosi condizionare da fattori emotivi.

Ma nell’attività di recupero crediti l’emozione deve essere messa da parte.

Così, per eliminare definitamente il lavoro di ricostruzione della vicenda, decidemmo di creare un questionario online che avesse lo scopo di chiedere al cliente le informazioni necessarie per la lavorazione della pratica.

L’introduzione di questa procedura ci ha permesso di diminuire drasticamente i tempi di valutazione di ogni singola posizione.

In questo modo possiamo concentrarsi solo sull’organizzazione di una strategia di recupero.

Dopo aver analizzato le risposte del questionario compilato da Manuel, gli chiesi di inviarmi tutta la documentazione in suo possesso.

Dopo qualche ora Manuel mi inviò tutte le fatture emesse nei confronti dell’agenzia di moda.

Il suo credito insoluto ammontava a 14 mila euro.

Chiesi a Manuel di inviarmi:

• una copia delle email con le quali la società debitrice aveva rifiutato di effettuare il pagamento;

• gli screenshot delle conversazioni in chat con cui l’amministratore della società forniva istruzioni sullo svolgimento del lavoro.

Manuel non comprese il motivo della mia richiesta ma mi inviò quanto gli avevo chiesto.

Avevo già un piano.

Analizzai la pratica con la mia socia di studio, l’avvocato Teresa Rossi, seguendo il nostro protocollo di lavorazione standard.

Utilizzammo un nostro software per esaminare il grado di deterioramento del credito e per individuare la strategia di recupero più efficace.

Nel giro di 48 ore fissammo una videochiamata con Manuel e gli illustrammo la nostra strategia.

Avevamo eseguito un’indagine sulla società debitrice e scoprimmo un’informazione importante che Manuel non conosceva.

L’azienda debitrice aveva promosso una procedura di liquidazione volontaria e aveva mutato la propria denominazione sociale (se vuoi ottenere maggiori informazioni sulla liquidazione volontaria leggi questo articolo ➜ ARTICOLO).

Non c’era molto tempo da perdere.

Così suggerii a Manuel di avviare subito una trattativa stragiudiziale contro la società debitrice.

Manuel era un po’ perplesso e mi chiede subito come avrei gestito il contenzioso visto che al momento della call non mi trovavo nella città di Milano, e di solito cambio spesso città per alcuni incontri di lavoro.

Era un’osservazione sensata, che avevo già ricevuto da altri clienti.

Molti imprenditori credono che la professione di avvocato sia legata alla presenza fisica su un territorio.

Ma la nostra professione si è evoluta e può essere gestita da remoto senza difficoltà.

E’ sufficiente avere un piano di organizzazione per coordinare il lavoro a distanza e per fornire istruzioni ai collaboratori.

Spiegai a Manuel che la sua pratica sarebbe stata monitorata personalmente da me in via telematica, e che mi sarei avvalso della collaborazione della nostra rete di domiciliatari presente su tutta Italia.

Nel corso di questi anni abbiamo costruito una rete di più di 350 collaboratori in tutta Italia che ci permette di svolgere tutte le attività burocratiche e materiali in ogni città della nazione.

Manuel rimase sorpreso e volle maggiori informazioni.

Gli spiegai che grazie alla nostra procedura di lavorazione, il referente della pratica sarei stato io ma, nel caso in cui fosse stato necessario svolgere alcune attività materiali (che richiedevano la presenza fisica di un avvocato), il lavoro materiale sarebbe stato svolto da un avvocato del foro di Milano, nostro domiciliatario, che avrebbe seguito le mie indicazioni.

Io sarei stato il cervello: il nostro collaboratore sarebbe stato il braccio (un braccio però con una grande competenza e professionalità).

Manuel rimase colpito e comprendendo che la strategia da me suggerita doveva essere eseguita in fretta, ci conferì l’incarico per l’attività di recupero.

Nel giro di pochi giorni cercammo di avviare una trattativa stragiudiziale di recupero con la società debitrice, senza alcun successo.

Inviammo una diffida di pagamento, regolarmente ricevuta dalla controparte.

Provammo più volte ad instaurare un contatto telefonico, senza alcun riscontro.

I numeri della società sembravano inesistenti.

Eppure una sensazione mi suggeriva di andare avanti.

L’indagine

Dopo circa 10 giorni, chiamai Manuel e gli spiegai che la trattativa stragiudiziale non aveva dato alcun risultato.

Era impossibile mettersi in contatto con la società debitrice e dovevamo valutare la possibilità di avviare un contenzioso giudiziale.

Manuel era d’accordo con il suggerimento, ma mi chiese qualche chiarimento.

Gli spiegai che non era saggio promuovere un giudizio senza conoscere lo stato patrimoniale dell’impresa.

Era necessario eseguire delle indagini patrimoniali sulla società debitrice.

Se l’accertamento sarebbe stato positivo avremmo individuato i beni da sottoporre a pignoramento.

Il nostro studio avrebbe svolto il servizio di indagine patrimoniale e una volta conosciuto l’esito avremmo deciso cosa fare.

Manuel accettò e volle fidarsi del mio suggerimento.

Dopo circa 15 giorni ricevemmo l’esito dell’indagine patrimoniale.

La causa giudiziale

L’indagine aveva avuto esito positivo.

La società debitrice possedeva un conto corrente attivo presso una Banca di Milano.

Il conto veniva movimentato spesso: questa informazione ci fece intuire che sul conto poteva esserci un saldo sufficiente per recuperare il credito di Manuel.

Così comunicai a Manuel l’esito dell’indagine e gli suggerii di avviare un’azione di recupero contro la società debitrice.

Spiegai al giovane professionista che il giudizio sarebbe stato seguito personalmente da me, e che mi sarei avvalso del miglior domiciliatario che potevamo vantare sul foro di Milano.

Manuel decise di seguire quella strategia.

Dopo aver ricevuto il parere favorevole del cliente, nel giro di 48 ore preparai il ricorso per decreto ingiuntivo.

Anche senza la presenza del contratto, c’erano ottime possibilità che il provvedimento venisse emesso.

Mi era già successo in altri giudizi pendenti in città diverse da Milano.

Eppure c’era un’informazione che conoscevo che ci avrebbe fatto guadagnare del tempo prezioso.

Dopo aver preparato il ricorso lo depositai e attesi una risposta del Tribunale di Milano.

Dopo circa 15 giorni il decreto ingiuntivo era stato emesso.

La nostra domanda giudiziale era stata accolta integralmente, riconoscendo al creditore l’importo indicato nelle fatture, oltre alle spese e agli interessi di mora.

Il Giudice aveva emesso il provvedimento provvisoriamente esecutivo (!) senza che noi avessimo prodotto il contratto.

Un grande risultato processuale.

Alla fine del racconto ti spiegherò come siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo.

L’incasso

Dopo 7 giorni trascorsi dopo la notifica del decreto ingiuntivo, avevo ricevuto una telefonata da parte della società debitrice.

L’impresa voleva saldare il suo debito tramite un pagamento periodico.

Manuel aveva raggiunto il suo obiettivo.

Il suo credito stava per essere recuperato.

Così formalizzammo un accordo transattivo con la società debitrice, e quest’ultima si impegnò a saldare il proprio debito tramite un “piano di rientro” in venti rate.

Nel momento in cui leggi questo articolo Manuel ha recuperato integralmente il suo credito, oltre alle spese processuali e agli interessi di mora liquidati dal Giudice.

L’arma segreta

Forse ti starai chiedendo come io e Teresa Rossi (la mia socia di studio) siamo riusciti ad ottenere un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo senza aver prodotto il contratto.

Avevo già adottato questa strategia nel Tribunale di Milano e sapevo che con le giuste prove il Giudice avrebbe accolto la mia domanda giudiziale.

Insieme al ricorso depositai anche:

• le email scambiate con la società debitrice;

• le conversazioni in chat con la società debitrice;

• la visura camerale della società debitrice.

Recupero crediti avvocato Milano - prove decisive

Perché avevo prodotto quelle prove?

Tutti i documenti depositati in giudizio mi avevano permesso di dimostrare tre affermazioni che erano state inserite nel ricorso per decreto ingiuntivo.

Vediamo quali sono.

Email scambiate con la società debitrice

Avevo prodotto questa prova per dimostrare al Giudice che il creditore poteva subire un grave pregiudizio se il decreto non fosse stato emesso provvisoriamente esecutivo.

L’amministratore delegato aveva affermato in una mail di essere in una situazione di crisi e di non poter pagare molti dipendenti.

Il giudice aveva ritenuto quella prova decisiva per la mia richiesta: in caso di ritardo la società debitrice avrebbe potuto dichiarare fallimento ed il creditore non avrebbe ottenuto il pagamento del suo credito.

Conversazioni in chat con la società debitrice

Avevo prodotto questa prova per dimostrare che il lavoro di Manuel era stato eseguito in modo continuativo seguendo tutte le indicazioni dell’amministratore delegato.

Le conversazioni giornaliere tra le due parti avevano rafforzato la nostra tesi difensiva e potevano prevenire le possibili contestazioni di controparte sull’assenza del contratto.

Visura camerale della società debitrice

Avevo prodotto questa prova per dimostrare che la società debitrice si trovava nello stato di liquidazione.

La liquidazione volontaria è una situazione patologica di un’impresa che spesso precede la sua estinzione.

Se il Giudice non avesse emesso il decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo, Manuel avrebbe potuto subire un grave pregiudizio economico.


Conclusione

Sei giunto al termine di questo caso studio.

Ho voluto raccontarti lo svolgimento di un contenzioso giudiziale di recupero crediti nel Tribunale di Milano per farti riflettere su alcuni temi.

Ricorda 3 regole fondamentali.

1) Organizza una strategia di recupero stragiudiziale

L’instaurazione di una causa giudiziale non deve essere la prima soluzione da adottare.

Come avrai notato le procedure standard di lavorazione possono aiutarti a raggiungere il tuo obiettivo di recupero.

Solo gli specialisti ottengono grandi risultati.

2) Ti consiglio di analizzare con attenzione lo stato patrimoniale del debitore prima di promuovere una causa giudiziale.

Se decidi di affidarti ad un avvocato per il recupero crediti, scegli uno specialista e sfrutta le sue competenze per applicare una strategia stragiudiziale.

3) Conoscere l’orientamento del tribunale a cui devi rivolgere la tua richiesta giudiziale può rivelarsi una potente arma per il recupero del tuo credito.

L’esperienza che avevo maturato presso il Tribunale di Milano mi ha aiutato ad ottenere un provvedimento positivo per il cliente.

Spero che questo articolo ti aiuti a recuperare il tuo credito nella città di Milano tramite un avvocato.

Leggi il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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Recupero crediti avvocato a Milano - la checklist

Recupero crediti avvocato a Milano – la checklist


La Legal Community

Grazie per essere arrivato fino a qui.

Prima di terminare ho un ultimo suggerimento per te.

Sai qual è il miglior modo per proteggere il tuo lavoro?

Accrescere le tue competenze legali.

Puoi raggiungere questo risultato grazie alla nostra community di supporto legale.

Ti spiego meglio di cosa si tratta.

Abbiamo creato una community segreta su Facebook che offre suggerimenti e consigli legali a imprenditori e professionisti.

Dentro il gruppo troverai molte guide (in formato pdf) e video che ti spiegheranno come rendere più sicuro il tuo business.

Inoltre all’interno della community potrai rivolgerci tutte le domande che vorrai sui temi più importanti per la tua attività.

L’accesso alla community è gratuito.

Per accedere alla community clicca qui ➜ COMMUNITY.


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Pignorare uno stipendio su un conto corrente

Continua le serie dedicata al pignoramento del conto corrente.

In questo video voglio spiegarti cosa succede se devi pignorare uno stipendio su conto corrente (vale anche per la pensione).

Non mi riferisco al pignoramento diretto dello stipendio presso il datore di lavoro, ma ad un caso diverso.

Quali sono gli aspetti su cui concentrare la tua attenzione?

Devi distinguere due ipotesi…


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Che cos’è il mercato npl

Lo sapevi che l’Italia è uno dei più grandi mercati europei per la cessione dei crediti?

Ogni anno molti fondi internazionali si sfidano per acquistare i crediti in sofferenza delle Banche.

Ma perché devi interessarti a questo tema?

Perché molte aziende stanno già “imitando” gli istituti di credito.

Quando il credito è insoluto da parecchio tempo, alcune aziende ricorrono allo strumento della cessione per eliminare la sofferenza dal proprio bilancio.

In questo video ti spiego come funziona il “mercato NPL”.


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Che cos’è la legal due diligence?

Esiste un’attività fondamentale per le società che intendono acquistare dei crediti.

Prima di concludere l’operazione è necessario analizzare le posizioni messe in vendita per verificare se l’affare è conveniente.

E’ questo lo scopo principale della legal due diligence.

In questo video ti spiego perché questa attività è così importante e quali sono le 4 domande da porsi in questi casi.


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Crediti deteriorati: cosa sono?

Ho ricevuto spesso questa domanda.

Hai mai sentito parlare di questo tema?

Forse pensi che riguardi soltanto il settore bancario.. ma non è così.

La distinzione fornita dalla Banca d’Italia può essere applicata a tutte le categorie di crediti e può servire per definire qualsiasi posizioni debitoria.

In questo video ti spiego cosa sono i crediti deteriorati e perché questa definizione può essere utile a tutti i professionisti e le imprese.

Lo sapevi che individuare il grado di deterioramento del tuo credito può…


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Credit Vlog è una nuova rubrica video dedicata a tutti i creditori.

Ogni settimana troverai tutti i suggerimenti sul recupero crediti e tutte le news sul credit management.

In questo primo video ti presenteremo questa nuova trasmissione web e ti forniremo la prima notizia che riguarda un’operazione di cessione di crediti npl.

La Banca di Patavina ha ceduto un portafoglio di crediti deteriorati alla Società Hoist Finance.


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Cartolarizzazione npl

Quali sono le attività che precedono la cartolarizzazione npl

La cartolarizzazione npl è uno degli strumenti più utilizzati dalle banche per liberarsi dei crediti deteriorati.

Negli ultimi anni dopo le raccomandazioni fornite dalla Banca Centrale Europea, la maggior parte degli istituti di credito in Europa ha fatto ricorso allo strumento della cartolarizzazione per cedere i propri crediti npl.

Sin dall’anno 2015 l’Italia è divenuta la nazione in cui si è concluso il maggior numero di cessioni di crediti deteriorati.

Ma come funziona la cartolarizzazione npl? E soprattutto quali sono le fasi della procedura di acquisto?

In questo articolo ti spiegherò come si svolge la cessione di un credito npl e ti spiegherò quali sono i 4 momenti principali che precedono la cartolarizzazione npl.

Tuttavia prima di proseguire è necessario che ti spieghi il significato di alcuni termini fondamentali.


Che cos’è la cartolarizzazione?

La cartolarizzazione è uno strumento che viene utilizzato per la cessione dei crediti di una società.

La società che vuole cedere dei crediti ricorre allo strumento tecnico della cartolarizzazione per “trasformare” i crediti in titoli obbligazionari.

Grazie a questa tecnica il credito si trasforma in una obbligazione, cioè in un titolo che permette al suo possessore di ottenere il pagamento di una somma di denaro.

Cosa significa il termine “npl”?

Il termine “npl” è una sigla che contiene le 3 iniziali delle parole “non performing loans” che in inglese significano letteralmente “prestiti non performanti”.

Questa sigla viene utilizzata per descrivere i crediti deteriorati, cioè quei crediti che hanno subito un processo di deterioramento a causa del mancato pagamento (prolungato) del debitore (se vuoi avere maggiori informazioni sul processo di deterioramento dei crediti leggi questa pagina).

Attualmente, secondo le nuove direttive della Banca Centrale Europea, il termine “npl” è stato sostituito con il termine “npe”.

Quest’ultima sigla contiene le lettere delle parole “non performing exposures” (che in inglese significano letteralmente “esposizioni non performanti”).

Sebbene il termine “ufficiale” da utilizzare sia “npe” o “crediti npe” ancora oggi (per pigrizia o abitudine) si parla spesso di “npl” o “crediti npl”.

La cartolarizzazione npl

La cartolarizzazione npl non è altro che un’operazione di cessione di crediti npl (cioè crediti deteriorati) con cui una banca trasforma alcuni crediti insoluti in titoli obbligazionari.

Cartolarizzazione npl: cessione di crediti

Cartolarizzazione npl: cessione di crediti

I titoli obbligazionari saranno poi collocati sul mercato e consentiranno ai futuri acquirenti di poter incassare il diritto di credito contenuto nell’obbligazione.


Dopo averti spiegato qualcosa in più sulla cartolarizzazione npl, adesso possiamo analizzare le 4 fasi principali della procedura di acquisto dei crediti deteriorati.

FASE 1 – GLI ACQUIRENTI VENGONO INFORMATI DELLA CESSIONE

La prima fase della procedura di acquisto consiste nell’informare i potenziali acquirenti che la cedente (definita “originator”) ha intenzione di cedere i propri crediti.

Alla data odierna non esiste ancora una procedura istituzionale che consenta ai soggetti interessati all’acquisto di informarsi in modo trasparente sui crediti messi in vendita.

Più di una volta, nei meeting di settore, la BCE si è espressa su questo tema suggerendo agli operatori di creare una piattaforma digitale che favorisca la compravendita dei crediti npl.

In assenza di una piattaforma ufficiale, i fondi di investimento o le società interessate all’acquisto si informano sulle prossime operazioni di cessione tramite dei soggetti che svolgono il ruolo di intermediari.

Grazie all’attività degli “intermediari” gli acquirenti vengono informati:

  • sull’identità della cedente;
  • sul numero delle posizioni da cedere;
  • sulla tipologia dei crediti ceduti.

Si apre così la 2° fase.


FASE 2 –  SVOLGIMENTO DELLA DUE DILIGENCE

Dopo aver conosciuto i dati generali della cessione, gli acquirenti possono manifestare un interesse ad esaminare il portafoglio di crediti ceduti.

Inizia così la fase di “due diligence”.

La due diligence (che in inglese significa “dovuta diligenza”) è l’attività di analisi e raccolta dati con cui si valuta la convenienza dell’affare.

In questo modo la cedente consente ai soggetti interessati all’acquisto di esaminare una porzione del portafoglio prossimo alla vendita.

L’esame può avvenire sia attraverso un accesso presso gli archivi in cui sono contenuti i documenti delle singole pratiche, sia attraverso un accesso ad una stanza virtuale denominata “VDR” ovvero “virtual data room”.

Al termine della fase di due diligence gli acquirenti esaminano i dati delle pratiche analizzate e, attraverso delle proiezioni economiche, attribuiscono un prezzo al portafoglio.

Si apre così la 3° fase.


FASE 3 – PRESENTAZIONE DELLE OFFERTE: OFFERTA NON VINCOLANTE ED OFFERTA VINCOLANTE

La 3° fase della cartolarizzazione npl prevede la presentazione delle offerte di acquisto.

Se un acquirente ha valutato positivamente il portafoglio messo in vendita, allora sarà interessato all’acquisto.

Per questo motivo si usa abitualmente fissare due termini temporali entro le quali gli acquirenti dovranno formulare le offerte.

1° termine: le offerte NON VINCOLANTI

Il primo termine consente agli acquirenti di formulare le offerte “non vincolanti”, cioè quelle offerte che non vincolano giuridicamente il proponente ad acquistare il portafoglio di crediti.

Si genera così un’asta in cui i vari pretendenti all’acquisto concorrono tra di loro per offrire la somma più alta per aggiudicarsi i crediti.

L’attività delle offerte non vincolanti è molto delicata e nasconde molte insidie.

Da un lato è necessario formulare un’offerta di acquisto che sia superiore alle altre pretendenti; dall’altro lato l’acquirente deve cercare di contenere la sua offerta per evitare di pagare eccessivamente (e oltre il valore stimato) un portafoglio.

L’acquirente si muove in uno spazio strettissimo per cercare di vincere la sfida con gli altri protagonisti.

2° termine: le offerte VINCOLANTI

Superato questo primo termine delle offerte non vincolante, si apre un secondo termine per la presentazione delle offerte vincolanti.

In genere questa è la fase più delicata, poiché l’acquirente che partecipa a questa attività si impegna giuridicamente a formulare un’offerta di acquisto per diventare il nuovo proprietario del portafoglio.

L’apertura delle buste

Dopo la presentazione delle offerte la cedente procede con “l’apertura delle buste”.

Una volta consegnate le offerte vincolanti la cedente esamina le offerte e solitamente accetta quella economicamente più vantaggiosa.

Si arriva così alla 4° e ultima fase.

DISCLAIMER (dichiarazione di esonero di responsabilità): Alcune di queste regole possono variare.

Non tutte le cessioni di crediti si svolgono seguendo queste fasi; tutto dipende dalla decisione dell’originator.


FASE 4 – REDAZIONE DEL CONTRATTO DI CESSIONE

Dopo aver aperto le buste, e dopo aver accettato l’offerta più vantaggiosa, i due protagonisti dell’operazione si impegnano reciprocamente attraverso la stesura di un contratto di cessione.

Il contratto di cessione viene stipulato attraverso delle procedure differenti, che variano molto a seconda dell’identità delle parti e della nazionalità dell’acquirente.

Infatti è molto frequente che l’acquirente del portafoglio sia una società o un fondo estero.

In genere la stesura del contratto è un’attività molto complessa e delicata.

All’interno dell’accordo vengono definiti tutti i dettagli dell’operazione, come il perimetro delle posizioni cedute ed il compenso per la conclusione dell’affare.

Inoltre dentro il contratto è possibile inserire le cosidette “clausole di retrocessione”, ovvero quelle clausole che consentono all’acquirente di ottenere il rimborso dell’importo speso per una singola pratica.

Anche questo è un argomento molto ampio che richiederebbe un lungo approfondimento.

Ma di questo tema ti parlerò in un’altra guida.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Cartolarizzazione npl: quali sono le 4 fasi della procedura di acquisto?

  1. Gli acquirenti vengono informati della cessione;
  2. Svolgimento della due diligence;
  3. Presentazione delle offerte: offerta non vincolante ed offerta vincolante;
  4. Redazione del contratto di cessione.

Leggi il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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Cartolarizzazione npl: le 4 fasi della procedura di acquisto

Cartolarizzazione npl: le 4 fasi della procedura di acquisto


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Tino Crisafulli ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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Boarding del portafoglio

Oggi parliamo di boarding del portafoglio ➙ leggi il nostro consiglio veloce:

Boarding del portafoglio

Se hai acquistato un portafoglio di crediti, ti conviene analizzare tutte le posizioni attraverso l’attività di boarding; solo così potrai individuare la migliore strategia di recupero


I consigli di Recupero Legale ➙ La rubrica settimanale che offre suggerimenti veloci per gestire i propri crediti in modo intelligente.

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Se non hai tempo per leggere gli articoli del nostro blog, puoi scaricare la nostra locandina e cominciare a seguire i nostri consigli.

A chi è rivolta la nostra rubrica?

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Lo sapevi che molti crediti diventano difficili da recuperare poiché i creditori non conoscono alcune regole fondamentali o poiché si commettono alcuni errori evitabili?

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Non sempre puoi prevedere se il tuo cliente ti pagherà, ma grazie ai nostri consigli puoi mettere al sicuro il tuo business e puoi gestire in modo intelligente un credito.

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Crediti deteriorati e riserve bancarie

Scopri i motivi che spingono una banca a liberarsi dei crediti deteriorati

Crediti deteriorati: da qualche anno questo termine viene largamente utilizzato dai media per descrivere la crisi del sistema bancario italiano.

Ti sei mai chiesto quali sono i principali motivi che hanno messo in ginocchio le Banche italiane? In molti rispondono con le solite motivazioni: l’Euro, le direttive restrittive della Banca Centrale Europea, la recessione, il vincolo del 3% previsto dal patto di stabilità. Il sistema bancario è stato costretto a ridurre gli investimenti nell’economia italiana a causa di diversi fattori: i crediti deteriorati sono probabilmente il motivo principale.

Che cos’è il credito deteriorato?

Secondo i nuovi criteri suggeriti dalla Banca D’Italia, il credito si definisce “deteriorato” quando il debitore non esegue il pagamento entro il periodo di 90 giorni; tale termine decorre dalla data di scadenza della transazione. Per intenderci meglio: se il sig. Rossi deve restituire alla Banca la somma di 10 euro entro la data del 01.01.2018, il credito si considererà deteriorato quando il sig. Rossi non avrà pagato 10 euro alla Banca, e quando saranno trascorsi 90 giorni dalla data del 01.01.2018 (in questa pagina abbiamo descritto in modo approfondito il processo di deterioramento del credito).

Il credito deteriorato viene anche definito come credito “NPL” o credito “NPE”; la sigla NPL indica le iniziali delle parole “NON PERFORMING LOAN” (“prestito non performante”), mentre invece la sigla “NPE” indica le iniziali della parole “NON PERFORMING EXPOSURE” (“esposizione non performante”).

Credito deteriorato

Credito: quando si considera deteriorato?

Perché i crediti deteriorati mettono in crisi le Banche italiane?

Ecco i 4 motivi principali:

  1. I CREDITI DETERIORATI COSTITUISCONO UN MANCATO GUADAGNO  I crediti deteriorati costituiscono un mancato guadagno per la Banca. Il motore principale dell’attività bancaria è costituita dall’erogazione di servizi bancari (ad esempio i contratti di finanziamento); tuttavia il mancato pagamento del servizio bancario entro il termine di scadenza genera una minusvalenza e dunque una sofferenza bancaria. Il mancato guadagno generato da una sofferenza bancaria riduce il flusso di denaro incassato dall’istituto di credito; in questo modo diminuiscono i fondi con cui la Banca può finanziare le imprese e le famiglie nell’economia reale. Secondo le ultime statistiche della BCE, nell’anno 2017 le sofferenze bancarie in Italia sono diminuite rispetto ai precedenti anni; le Banche italiane si sono riorganizzate riducendo il numero di crediti insoluti. Tuttavia siamo ancora lontani dalla risoluzione del problema; nel 2017 l’Italia risulta ancora prima nella speciale classifica dei paesi europei con il maggior numero di crediti deteriorati. Il sistema bancario italiano ha prodotto crediti NPL per 276 miliardi di euro; segue la Francia con un totale di € 148,4 miliardi di NPL, mentre al terzo posto si colloca la Spagna con 141,2 miliardi di euro.
  2. I CREDITI DETERIORATI OBBLIGANO LE BANCHE A TRATTENERE DELLE RISERVE  ➙ Secondo quanto prevede la legge, una Banca che possiede crediti deteriorati è obbligata a trattenere delle somme che vengono definite “riserve”; tali somme non potranno essere utilizzate per nessuna operazione bancaria e saranno destinate a coprire le perdite dei crediti deteriorati. Nel 2018 la BCE ha richiesto a tutte le banche europee di aumentare gli accantonamenti sui crediti NPL fissando dei parametri più severi rispetto agli anni passati. Secondo le ultime indicazioni che arrivano dai media, gli istituti di credito dovranno coprire l’intera perdita “potenziale” per i prestiti deteriorati che non sono assistiti da garanzie (e che dunque non hanno strumenti alternativi di recupero) entro il periodo di due anni. Per tutti i crediti garantiti (e cioè assistiti da garanzie personali) l’obbligo di coprire l’intera perdita potenziale dovrà essere effettuato entro il periodo di 7 anni.
  3. I CREDITI DETERIORATI SONO CEDUTI CON DIFFICOLTA’ Sebbene l’Italia sia stata definita come il “supermercato degli NPL”, le Banche riscontrano spesso delle difficoltà nella cessione dei crediti deteriorati. Gli investimenti in questo settore stanno crescendo e moltissimi fondi stranieri hanno acquistato i crediti in sofferenza delle principali banche italiane. Tuttavia la richiesta di acquisto è ancora troppo bassa rispetto alle aspettative delle Banche, poiché il sistema di cessione è troppo opaco e con poche regole conosciute. Per l’investitore medio non è semplice reperire le informazioni giuste per valutare la solidità della Banca cedente e per valutare correttamente i crediti oggetto di cessione. Per ovviare a questo problema la BCE ha proposto l’introduzione di una piattaforma digitale che possa rendere la cessione dei crediti NPL più trasparente e che faciliti lo scambio delle informazioni tra i vari investitori. Un sistema che possa agevolare l’attività degli investitori (desiderosi di acquisire il maggior numero di informazioni sull’asset su cui investire) e che possa permettere alla Banche di cedere con maggiore facilità i crediti deteriorati.
  4. IN ITALIA CI SONO COSTI DI RECUPERO ALTI E TEMPI DI RECUPERO LUNGHI ➙ Il credito deteriorato può essere convertito in denaro tramite l’attività di recupero crediti stragiudiziale o giudiziale. Tuttavia secondo le ultime indicazioni fornite dalla BCE in Italia le spese giudiziali di recupero crediti sono le più alte d’Europa. Il motivo di questa differenza non è dovuto ai compensi che le Banche devono riconoscere agli studi legali incaricati dell’attività di recupero (i compensi dei legali italiani invece sono tra i più bassi in Europa); ma bensì ai tributi e alle spese “vive” che un creditore deve versare allo Stato per recuperare il credito in via giudiziale. Inoltre l’eccessiva durata dei processi esecutivi italiani (in particolare le esecuzioni immobiliari) impedisce alle Banche di recuperare i crediti in sofferenza in tempi celeri.

E’ per questi motivi che gli istituti di credito preferiscono cedere i crediti NPL; in questo modo la Banca realizza immediatamente un incasso parziale, svincola le riserve economiche accantonate, e trasferisce a terzi il rischio di recupero del credito.


Sei arrivato al termine di questo articolo; per ricordare meglio quali argomenti abbiamo trattato leggi questo breve riepilogo.

Perché i crediti deteriorati mettono in crisi le Banche italiane?

  1. Costituiscono un mancato guadagno;
  2. Obbligano le banche a trattenere delle riserve;
  3. Sono ceduti con difficoltà;
  4. In italia ci sono costi di recupero alti e tempi di recupero lunghi.

Puoi leggere il riepilogo dell’articolo cliccando sull’infografica qui sotto.

Crediti deteriorati: perché mettono in crisi il sistema bancario

Crediti deteriorati: perché mettono in crisi il sistema bancario


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Tino Crisafulli ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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Cartolarizzazione: una cessione a titolo oneroso

Cessione del credito ed investimenti: come funziona la cartolarizzazione

La cartolarizzazione (securitization) è una cessione a titolo oneroso di un portafoglio di crediti. Questa operazione è disciplinata in Italia dalla Legge n. 130/1999; negli ultimi anni è stata una protagonista del mercato dei crediti NPL poiché il suo utilizzo ha permesso a tantissime banche di ottenere la liquidità economica per combattere la crisi e continuare ad erogare servizi finanziari.

Attraverso la cartolarizzazione il cedente (originator) trasferisce i crediti al cessionario (SPV, Società Veicolo); sarà quest’ultimo a ricevere i pagamenti da parte del debitore (abbiamo già parlato di cartolarizzazione in questo articolo).

Cartolarizzazione tradizionale

La cartolarizzazione tradizionale

La transazione avviene attraverso la sottoscrizione di titoli (ABS) che la SPV emette in favore degli investitori i quali materialmente finanziano l’operazione.

Il rimborso di questo denaro avviene man mano che il debitore originario effettua i pagamenti dovuti.

Lo schema appena descritto è quello della cartolarizzazione cosiddetta tradizionale.

In realtà esistono diversi tipi di securitization. Ecco gli altri 4 modelli principali:

  • CARTOLARIZZAZIONE SINTETICA ➙ Attraverso questo tipo di operazione non viene ceduta la proprietà del portafoglio ma soltanto il rischio di credito e la titolarità delle esposizioni rimane in capo all’originator. Il rischio viene trasferito mediante contratti di tipo Credit Default Swap (CDS, scambio in caso di inadempimento): l’originator (protection buyer) cede il rischio alla SPV (protection seller) che sottoscrive i contratti CDS; la SPV agisce come se fosse un’assicurazione (“protection seller” significa “venditore di protezione”) e si impegna a rimborsare l’originator nel caso in cui il debitore diventi insolvente (credit default). L’Originator versa alla SPV un importo periodico il cui ammontare è il “prezzo”della copertura. I vantaggi di questo tipo di cartolarizzazione sono: minore onerosità per l’originator, possibilità di trasferire moltissimi crediti a prescindere dalla liquidità dell’asset, stabilità del rapporto fiduciario con il cliente che non viene informato del trasferimento del rischio. Ovviamente l’utilizzo di un modello piuttosto che uno diverso dipende dall’obbiettivo perseguito dall’originator: se la banca ha bisogno di liquidità ricorre alla cartolarizzazione tradizionale perché al contrario quella sintetica prevede un trasferimento di capitale a copertura del rischio di insolvenza del debitore.
  • CARTOLARIZZAZIONE REVOLVING ➙ Attraverso questo tipo di operazione la SPV emette titoli (ABS) contenenti asset (crediti) che vengono ceduti e portati a scadenza periodicamente man mano che si formano nel bilancio dell’originator. Si distinguono due periodi: 1) periodo di revolving (revolving period) gli investitori ricevono il pagamento degli interessi mentre i rimborsi in linea capitale vengono utilizzati dalla SPV per acquistare nuovi crediti con le medesime caratteristiche; 2) periodo di ammortamento (amortization period), gli investitori ricevono il pagamento degli interessi e della quota capitale. Il classico esempio di questa operazione è la cartolarizzazione dei crediti derivanti dall’utilizzo di carte di credito di tipo revolving.
  • CARTOLARIZZAZIONE TRAMITE CONDUIT ➙ Attraverso questo tipo di operazione i crediti non vengono ceduti ad una SPV tradizionale ma ad un altro tipo di veicolo che prende il nome di Conduit (“condotto”). Questa società emette un particolare strumento finanziario che prende il nome di asset backed commercial paper (ABCP) con scadenza pari o inferiore ad un anno. Le ABCP in scadenza vengono rimborsate mediante l’emissione di nuove ABCP.
  • CARTOLARIZZAZIONE REPACKAGING ➙ Attraverso questo tipo di operazione denominata resecuritisation vengono ceduti titoli generati da una precedente operazione di cartolarizzazione. I titoli emessi prendono il nome di Collateralized Debt Obligation (CDO) .Tale cartolarizzzione è di tipo bullet cioè prevede un piano di rimborso senza ammortamento (ovvero rimborso progressivo): l’intero capitale è rimborsato in un unico pagamento alla scadenza dell’obbligazione.
5 modi per cartolarizzare i crediti

5 modi per cartolarizzare i crediti


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Teresa Rossi ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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