Inquilino moroso: introduzione
Se hai affittato il tuo immobile a un inquilino moroso e vuoi scoprire come comportarti, sei finito/a nel posto giusto.
In questo articolo ti spiegherò come ottenere il pagamento dei canoni di locazione per recuperare il tuo credito insoluto.
La presenza di un inquilino moroso all’interno di un immobile è un problema che presenta diverse criticità.
In primo luogo il proprietario dell’abitazione subisce un danno economico che lo priva di un’importante fonte di reddito.
Inoltre l’immobile risulta occupato e non può essere utilizzato per altre opportunità di profitto, come la vendita del bene a terzi o una nuova locazione.
La legge prevede un procedimento speciale diverso dal giudizio ordinario che ti permetterà di risolvere entrambi i problemi.
Grazie a questo strumento processuale riuscirai a incassare più velocemente il credito insoluto, con spese giudiziali minori rispetto a quelle di un contenzioso civile ordinario.
Ma prima di proseguire voglio fornirti alcuni definizioni preliminari.
Inquilino moroso: cos’è la mora
La mora rappresenta l’ingiustificato ritardo nell’adempimento di un’obbligazione.
Il padrone di casa (locatore) che affitta un immobile all’inquilino (conduttore) è creditore nei sui confronti del corrispettivo pattuito all’interno del contratto.
In caso di mancato versamento dei canoni di locazione, il locatore può mettere in mora il conduttore intimandogli di adempiere l’obbligazione di pagamento.
Pertanto un inquilino si definisce moroso quando è in ritardo con i pagamenti dei canoni di affitto.
Il termine “mora” viene utilizzato anche per descrivere gli interessi dovuti da un debitore inadempiente per il ritardo nel versamento di una somma di denaro.
In ambito locatizio, quando un inquilino non salda il canone di locazione entro i termini stabiliti nel contratto, il locatore ha diritto di richiedere anche gli interessi, che decorrono automaticamente dal momento del mancato pagamento.
Inquilino moroso: contratto di locazione
La locazione è il contratto stipulato tra il locatore (proprietario) e il conduttore (inquilino) in cui il primo concede al secondo il diritto di utilizzare un bene immobile in cambio del pagamento di un corrispettivo (articolo 1571 del codice civile).
Esistono diverse tipologie di contratti di locazione:
- Contratto di locazione a canone libero (4+4): viene utilizzato per le locazioni ad uso abitativo, prevede una durata di 4 anni e un rinnovo per altri 4 anni (salvo recesso anticipato o accordo diverso);
- Contratto di locazione a canone concordato (3+2): viene utilizzato per disciplinare i rapporti di locazione in città con carenza di alloggi o in aree metropolitane dove i canoni di mercato sono elevati, prevede una durata di 3 anni e un rinnovo per altri 2 anni;
- Contratto di locazione transitorio: viene utilizzato per soddisfare esigenze temporanee (es. lavoro a breve termine) e prevede una durata breve (massimo 18 mesi);
- Contratto di locazione commerciale: viene utilizzato per immobili destinati ad attività commerciali, professionali o produttive, prevede una durata minima di 6 anni (come prevede l’articolo 27 della Legge n. 392/1978) e può essere rinnovato per un uguale periodo (salvo disdetta da parte del locatore o conduttore).
Il contratto di locazione deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla sua stipula.
La mancata registrazione determina la nullità del contratto e può causare l’irrogazione di sanzioni pecuniarie di carattere fiscale.
Un contratto di locazione non registrato è valido solo per i rapporti di breve durata (inferiori a 30 giorni).
Di conseguenza la registrazione del contratto di locazione è necessaria per intraprendere azioni legali in caso di mancato pagamento da parte dell’inquilino.
Se il contratto non è registrato il locatore non potrà avviare la procedura speciale per il recupero dei canoni, ma dovrà promuovere una causa civile ordinaria.
Inquilino moroso: documenti da conservare
Il primo passo da compiere per recuperare i canoni di locazione è quello di raccogliere la documentazione che prova l’esistenza del rapporto giuridico con il conduttore.
Molti proprietari di immobili decidono di affittare il proprio immobile senza stipulare alcun contratto (al fine di evitare il pagamento di tasse o imposte).
Questa scelta è molto rischiosa e può produrre al locatore significativi danni economici.
Inoltre, nel caso in cui sia necessario l’avvio di causa giudiziale, il creditore (proprietario dell’immobile) dovrà depositare ulteriori prove per convincere il giudice a emettere un provvedimento di condanna contro l’inquilino moroso.
In particolare i principali documenti da conservare e produrre in un eventuale giudizio sono:
- Contratto di locazione registrato: la produzione di questo documento sarà utile per dimostrare l’esistenza di un accordo tra locatore e conduttore;
- Atto di compravendita: la produzione di questo documento sarà utile per dimostrare che il soggetto che ha avviato la causa è il legittimo proprietario dell’immobile;
- Ricevute di pagamento: la produzione di questi documenti sarà utile per evidenziare quali sono i canoni già versati e quali sono quelli insoluti per cui si chiede il pagamento;
- Lettere di diffida e/o solleciti di pagamento: la produzione di questi documenti sarà utile per interrompere la prescrizione del credito e per dimostrare che il locatore ha cercato di transigere la controversia in via stragiudiziale.
La corretta conservazione dei documenti protegge la posizione giuridica del locatore e velocizza le attività legali per l’avvio di un contenzioso.
Inquilino moroso: lo sfratto per morosità
Se l’inquilino non paga i canoni di locazione il proprietario di casa ha il diritto di sfrattarlo.
Il procedimento per sfrattare l’inquilino moroso viene denominato “convalida di sfratto”.
Grazie a questo strumento il locatore può ottenere un provvedimento giudiziale che intima al conduttore di lasciare immediatamente l’immobile libero da persone e/o cose.
In seguito sarà possibile procedere con un giudizio esecutivo per “portare a esecuzione” la convalida di sfratto.
In questo modo il bene concesso in locazione tornerà nella piena disponibilità dell’istante del locatore.
La legge procede che il creditore può chiedere il pagamento dei canoni non pagati nello stesso atto con cui viene intimato lo sfratto (come prevede l’articolo 658 del codice di procedura civile).
Il procedimento di convalida di sfratto a differenza di un normale contenzioso civile è più veloce e snello soprattutto se l’inquilino non contesta lo sfratto.
Adesso vediamo nel dettaglio quali sono le attività operative per recuperare il tuo credito ed evitare errori.
Inquilino moroso: avviso bonario
Per prima cosa ti consiglio di inviare alla controparte un avviso bonario, tramite lettera raccomandata con ricevuta di ritorno.
L’avviso bonario è una comunicazione formale inviata dal locatore all’affittuario con l’obiettivo di sollecitare il pagamento dei canoni insoluti.
Tale strumento dimostra la disponibilità del locatore a trovare una soluzione pacifica senza ricorrere subito alle vie legali.
L’invio di un avviso bonario al conduttore non è un passaggio obbligatorio per avviare la procedura di convalida di sfratto.
Tuttavia tale tentativo è visto di buon occhio dai giudici perché rappresenta un chiaro segno di disponibilità da parte del locatore a transigere la controversia senza ingolfare le aule di giustizia.
Infatti l’invio di un avviso bonario può favorire il dialogo tra le parti agevolando una definizione anticipata del contenzioso.
Inoltre, prima di inviare l’avviso bonario, ricorda che esiste un tempo minimo di tolleranza previsto dalla legge.
L’articolo 5 della legge n. 392/1978, nota come “Legge sull’equo canone”, stabilisce una tolleranza per il ritardo nel pagamento del canone di locazione.
Questa norma prevede che il ritardo nel pagamento dell’affitto costituisce un motivo di risoluzione del contratto solo se avviene entro un termine di venti giorni dalla scadenza.
In ogni caso ti consiglio di verificare il contratto di locazione, poiché potrebbe contenere clausole più restrittive.
Inquilino moroso: intimazione di sfratto
Se dopo l’invio dell’avviso bonario l’inquilino continua ad essere moroso, il locatore si troverà costretto a intraprendere azioni legali.
In questa fase, si procederà con l’avvio di un procedimento giudiziario per la convalida di sfratto e per il recupero delle somme arretrate (articolo 658 del codice di procedura civile).
Il locatore, tramite Ufficiale Giudiziario notificherà al conduttore un’intimazione di sfratto per morosità (articolo 660 del codice di procedura civile) e lo citerà a comparire davanti al giudice competente (è il giudice del luogo dove si trova l’immobile).
Nell’atto introduttivo dovranno essere presenti le seguenti informazioni:
- l’importo dei canoni non pagati;
- la richiesta di rilascio dell’immobile;
- la data dell’udienza per la convalida dello sfratto;
- la richiesta di ingiunzione di pagamento per i canoni non pagati;
- l’avvertimento al convenuto (l’inquilino moroso) che se non compare o, comparendo, non si oppone, il Giudice convaliderà lo sfratto.
Ricorda che nell’intimazione di sfratto per morosità il locatore ha la possibilità di chiedere al giudice di emettere un’ingiunzione di pagamento per il recupero delle somme dovute dall’inquilino.
Questa richiesta è fondamentale perché consente al locatore di ottenere lo sfratto e di recuperare il credito con un unico atto giudiziario.
Inquilino moroso: udienza per la convalida
Dopo la notifica della convalida di sfratto, il tribunale fisserà una data per l’udienza generalmente a breve termine.
Tra il giorno della notificazione dell’intimazione e quello dell’udienza devono intercorrere almeno 20 giorni liberi.
Durante l’udienza, l’inquilino ha diverse opzioni:
- non presentarsi e non contestare le richieste del locatore;
- presentarsi e impegnarsi a pagare i canoni insoluti:
- opporsi alle richieste del locatore.
Se l’inquilino deciderà di non presentarsi all’udienza o non contesterà il ricorso, il giudice procederà con la convalida dello sfratto.
In questo caso il tribunale esaminerà le richieste del creditore e potrà riconoscere il diritto di ottenere la liberazione dell’immobile.
Allo stesso modo l’inquilino potrà presentarsi all’udienza e potrà impegnarsi a pagare i canoni arretrati, chiedendo di poter rimanere nell’immobile.
In questo caso, il giudice potrà concedere un termine di grazia (solitamente fino a 90 giorni) per permettere al conduttore di saldare i debiti.
Se l’inquilino effettuerà il pagamento entro questo termine, lo sfratto verrà sospeso.
Infine l’inquilino potrà presentare delle opposizioni formali o sostanziali, contestando il debito o sostenendo di aver già pagato.
A partire da questo momento il procedimento si trasformerà in un contenzioso ordinario, con un’istruttoria più lunga e la necessità di produrre prove a sostegno delle tesi processuali delle parti.
Ricorda che il mutamento di rito farà scattare l’obbligo di tentare una mediazione obbligatoria.
Tale procedura è stata ideata per la risoluzione alternativa delle controversie ed è obbligatoria per alcune materie specifiche, tra cui le locazioni (come prevede articolo 5 del decreto legislativo n. 28/2010).
Se nessuna delle parti avvia la mediazione, il giudice sospenderà il procedimento fino a quando il tentativo di conciliazione non verrà esperito.
Inquilino moroso: esecuzione forzata dello sfratto
Se non ci saranno opposizioni valide o se l’inquilino non comparirà in udienza, il giudice emetterà l’ordinanza di convalida dello sfratto.
Tale provvedimento ha immediato effetto esecutivo (come prevede l’articolo 663 del codice di procedura civile) con la conseguenza che l’inquilino dovrà lasciare l’immobile entro il termine stabilito.
In caso di mancato rispetto dell’ordine, il locatore potrà richiedere l’intervento dell’ufficiale giudiziario per eseguire lo sfratto forzato.
Questa fase potrebbe richiedere diversi tentativi, ed è probabile che sia necessario l’intervento delle forze dell’ordine per garantire che l’inquilino lasci l’immobile.
Inquilino moroso: ingiunzione per i canoni scaduti
Il creditore oltre allo sfratto potrà chiedere al giudice di ordinare all’inquilino moroso il pagamento dei canoni insoluti.
In questo caso verrà emesso un decreto ingiuntivo che consentirà al creditore di avviare l’esecuzione forzata.
Tale decreto ingiuntivo infatti costituisce un titolo esecutivo e potrà essere utilizzato dal locatore per recuperare il credito insoluto.
La richiesta di ingiunzione può essere formulata sia per i canoni scaduti, sia per le spese accessorie (es. spese condominiali o eventuali danni causati dall’inquilino).
La procedura giudiziale di “convalida di sfratto” è abbastanza rapida, poiché non prevede la fase istruttoria di contradditorio che si svolge durante un giudizio ordinario di cognizione.
Infatti il giudice, sulla base della documentazione presentata dal locatore (come il contratto di locazione e le prove di morosità), può emettere l’ingiunzione se ritiene sufficienti le prove allegate con il ricorso.
In questo modo il proprietario potrà agire rapidamente per riscuotere le somme dovute tramite procedure esecutive come il pignoramento (mobiliare, immobiliare, presso terzi) o l’iscrizione di ipoteca su immobili del debitore.
Inquilino moroso: pignoramento
L’ordinanza di convalida di sfratto, accompagnata dall’ingiunzione di pagamento potrà essere utilizzata per avviare le classiche azioni esecutive finalizzate al recupero del credito.
Se il conduttore possiede beni mobili (come automobili, attrezzature, arredi) o immobili (case, terreni), questi potranno essere sottoposti a pignoramento mobiliare.
Il pignoramento consiste nel creare un vincolo di indisponibilità sui beni, impedendo al debitore di disporne liberamente, per poi procedere alla loro vendita all’asta.
Ti conviene scegliere questa soluzione in base all’entità del credito.
Il ricavato verrà utilizzato per soddisfare il credito del locatore.
Inoltre il locatore può richiedere il pignoramento di una parte dello stipendio dell’inquilino moroso o delle somme depositate sul suo conto.
In seguito il giudice stabilirà una percentuale dello stipendio che potrà essere trattenuta ogni mese fino all’estinzione del debito, oppure bloccherà le somme presenti sul conto fino a soddisfare l’importo dovuto al creditore.
Ipoteca sui beni del conduttore
Se l’inquilino è proprietario di un immobile, il locatore potrà richiedere l’iscrizione di un’ipoteca giudiziale (sulla base del decreto ingiuntivo in suo possesso).
Tuttavia tale scelta deve essere ben ponderata e può essere adottata in base all’importo del credito insoluto.
Infatti l’iscrizione di un’ipoteca è vantaggiosa quando l’importo del debito è elevato e non è possibile (o improbabile) recuperarlo tramite altre azioni esecutive come il pignoramento dello stipendio o del conto corrente.
Se l’importo del credito è di piccola entità, potrebbe essere antieconomico per il creditore sostenere i costi di iscrizione dell’ipoteca.
In ogni caso, anche se l’importo del credito è elevato, il locatore dovrà comunque eseguire delle ispezioni ipotecarie sull’immobile del conduttore prima di decidere se procedere con l’iscrizione di una nuova ipoteca.
Questa verifica è fondamentale perché, se esistono ipoteche precedenti, il locatore rischierà di non recuperare alcuna somma al momento della vendita all’asta.
Conclusione
La presenza di un inquilino moroso è un problema piuttosto frequente che richiede un approccio strategico da parte del locatore.
Il proprietario può beneficiare dello sfratto per morosità per risolvere un duplice problema.
Grazie agli strumenti processuali, il creditore potrà ottenere (con uno stesso atto giudiziario) un provvedimento di condanna per recuperare il credito insoluto.
Allo stesso tempo sarà possibile sfrattare l’inquilino moroso e riutilizzare l’immobile come fonte di reddito periodico (in caso di ulteriori locazioni).
Tuttavia, prima di recuperare i canoni non pagati, è necessario effettuare delle verifiche preliminari sulla capacità reddituale dell’inquilino moroso.
Infatti l’assenza di beni pignorabili o redditi adeguati del debitore potrebbe rendere vana e antieconomica l’attività esecutiva.
In questi casi potrebbe essere preferibile trovare un accordo bonario con l’inquilino moroso accettando un pagamento rateale (tramite piano di rientro) o il pagamento di una cifra ridotta rispetto al credito originario.
Il tempo è una variabile fondamentale per valutare l’opportunità di avviare un contenzioso giudiziale.
Per evitare errori ti consiglio di chiedere il supporto di uno studio legale specializzato in credit management e diritto dell’esecuzione forzata.
In questo modo potrai proteggere i tuoi diritti e ottenere il pagamento dei canoni non saldati.
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