Fallimento società di persone: come recuperare un credito
Introduzione
Il fallimento di una società di persone rappresenta un momento critico poiché può rendere difficile il recupero di un credito insoluto.
Infatti nelle procedure concorsuali i creditori vengono soddisfatti seguendo precise gerarchie di priorità.
Il rischio principale è trovarsi in fondo a questa lista con scarse possibilità di ottenere il pagamento da parte della società fallita.
Per questo motivo è opportuno intervenire tempestivamente e prevedere adeguate garanzie per tutelarsi da eventuali insolvenze.
Le società di persone sono caratterizzate da una struttura flessibile ma anche vulnerabile e possono trovarsi in difficoltà finanziaria a causa di diverse variabili che ne compromettono la stabilità.
In questo articolo ti spiegherò come prevenire potenziali perdite legate a insolvenze impreviste e come tutelarti in caso di fallimento di società di persone.
Ma prima di proseguire voglio fornirti alcune definizioni preliminari.
Fallimento società di persone: che cos’è il fallimento
Il fallimento è una procedura giudiziale che viene avviata quando un individuo o un’azienda non è più in grado di adempiere ai propri obblighi finanziari e si trova in una situazione di insolvenza.
Una persona fisica o giuridica viene dichiarata insolvente quando non riesce a soddisfare le richieste dei creditori e a rispettare gli impegni economici assunti.
La procedura fallimentare può essere attivata su richiesta di un creditore o dello stesso debitore.
Una volta avviato il procedimento, il Tribunale nomina un curatore, incaricato di amministrare e vendere i beni del debitore.
Prima di procedere con la liquidazione del patrimonio il curatore fallimentare redige lo stato passivo, un documento che fornisce una fotografia della situazione finanziaria del fallito.
All’interno dello stato passivo sono elencati le obbligazioni e i debiti accumulati nei confronti di terzi (come ad esempio fornitori e istituti finanziari).
Inoltre il curatore analizzerà il complesso dei beni e delle attività in capo alla società di persone che possono essere venduti per soddisfare i creditori (come immobili, macchinari o crediti verso clienti).
Ogni creditore può intervenire all’interno della procedura per ottenere il pagamento del suo credito insoluto.
Il fallimento delle società di persone però presenta caratteristiche specifiche che lo differenziano da quello delle società di capitali.
Fallimento società di persone: cosa sono le società di persone
Il fallimento di una società di persone è un evento complesso che può avere implicazioni significative per i creditori.
Le società di persone sono entità giuridiche create con lo scopo di condurre attività commerciali e possono assumere diverse forme.
Le principali tipologie di società di persone sono:
- la società semplice (s.s.);
- la società in nome collettivo (s.n.c.);
- la società in accomandita semplice (s.a.s.).
Vediamo nel dettaglio quali sono le principali differenze.
Le società di persone: differenze
La società semplice (s.s.) è la forma più elementare di società prevista dall’articolo 2251 e seguenti del Codice Civile e può essere utilizzata anche per attività non commerciali (come la gestione di beni immobili o l’esercizio di attività agricole).
Questo tipo di società non è soggetta a fallimento in quanto non può esercitare attività commerciale, requisito richiesto dall’articolo 1, comma 1 della Legge Fallimentare.
La società in nome collettivo (s.n.c.), invece, rappresenta la forma principale di società utilizzata per l’esercizio di un’attività commerciale disciplinata dall’articolo 2291 e seguenti del Codice Civile.
La gestione della s.n.c. spetta di norma a uno o più soci amministratori che agiscono in nome e per conto della stessa la quale è soggetta a fallimento.
La società in accomandita semplice (s.a.s), infine, è una forma societaria che consente di unire il capitale di alcuni soci (i c.d. soci accomandanti) che non vogliono essere coinvolti nella gestione quotidiana, con la competenza e l’esperienza di altri soggetti definiti soci accomandatari.
Questi ultimi (accomandatari) si occupano della direzione dell’impresa (come stabilisce l’articolo 2313 e seguenti del Codice Civile) e rappresentano la medesima nei rapporti con i terzi.
La s.a.s. viene utilizzata in situazioni in cui è necessario raccogliere capitale senza compromettere il controllo operativo.
La società in accomandita semplice può essere dichiarata fallita se non è in grado di far fronte alle proprie obbligazioni.
Fallimento società di persone: autonomia patrimoniale imperfetta
Il fallimento di una società di persone può determinare delle gravi conseguenze anche per i soci che l’hanno costituita.
La struttura ed il funzionamento dell’impresa si fondano sull’aspetto personale in quanto le decisioni, la gestione delle risorse e la stessa identità della società sono collegate alle competenze e ai valori dei singoli soci.
Infatti, a differenza delle società di capitali, il legame tra i soci è più stretto e diretto e per questo motivo si parla di autonomia patrimoniale imperfetta della società di persone.
Questo termine indica che, anche se la società è un’entità giuridica distinta dai soci, la sua separazione patrimoniale non è totale.
Infatti, in caso di difficoltà economiche o di debiti, i soci sono chiamati a rispondere personalmente con il loro patrimonio (come stabilisce l’art. 2291 del Codice Civile).
Questa regola generale non vale interamente per le società in accomandita semplice in cui solo i soci accomandatari sono responsabili per le obbligazioni sociali (come stabilisce l’art. 2313 del Codice Civile).
Pertanto l’eventuale fallimento della società di persone coinvolgerà inevitabilmente anche i soci e metterà a rischio la loro situazione economica e patrimoniale.
Fallimento società di persone e recupero crediti
Il fallimento di una società di persone può rendere più difficile recuperare un credito insoluto poiché l’apertura della procedura concorsuale determina la sospensione delle azioni esecutive individuali.
Per questo motivo il creditore deve agire tempestivamente per tutelare i propri interessi e monitorare in modo costante e periodico l’andamento del rapporto con il cliente.
In particolare è molto importante prestare attenzione ai segnali che possono preannunciare una crisi finanziaria (come ritardi nei pagamenti o richieste di dilazioni).
Infatti, all’esito della procedura fallimentare, le somme di denaro ricavate dalla liquidazione del patrimonio verranno ripartite tra tutti i creditori secondo criteri legali rigorosi e con risultati che spesso si rivelano poco soddisfacenti.
Pertanto, se il creditore agisce prima della dichiarazione di fallimento avrà più possibilità di ottenere il recupero del credito insoluto.
Fallimento società di persone: conseguenze per i creditori
Il fallimento delle società di persone determina l’impossibilità per i creditori di avviare o proseguire l’attività esecutiva eventualmente in corso.
L’obiettivo primario del fallimento è garantire una gestione collettiva e ordinata del patrimonio del debitore che dovrà essere distribuito in maniera equa tra tutti i creditori.
Infatti, al fine di evitate disuguaglianze e disordini nella gestione della massa fallimentare, l’art. 51 della Legge Fallimentare impedisce ai creditori di agire individualmente per soddisfare i propri crediti insoluti.
La ratio di tale disposizione risiede nel principio di par condicio creditorum.
Questa regola generale impone che i creditori siano trattati in modo paritario e che la soddisfazione dei loro crediti avvenga attraverso una distribuzione proporzionale e ordinata.
Se i creditori potessero agire individualmente, i primi a procedere potrebbero ottenere una soddisfazione maggiore rispetto agli altri, compromettendo l’equità e il buon funzionamento del sistema.
Inoltre, il blocco evita la dispersione o la frammentazione del patrimonio del fallito, assicurando che i beni residui siano gestiti in modo centralizzato dal curatore fallimentare.
Fallimento società di persone: insinuazione nel passivo
Nel fallimento di una società di persone, i creditori devono presentare la domanda di insinuazione al passivo.
L’ammissione al passivo è un istituto disciplinato dall’articolo 93 della Legge Fallimentare.
La richiesta va depositata presso la cancelleria del tribunale competente entro 30 giorni prima della data di udienza di verifica dei crediti.
Il creditore deve allegare i documenti che dimostrano il proprio diritto al pagamento e indicare la somma che si intende recuperare dal fallimento.
In seguito, il curatore fallimentare predispone un progetto di stato passivo con l’elenco dei crediti ammessi.
I creditori ammessi al passivo partecipano alla distribuzione dell’attivo della società fallita.
Tuttavia, il soddisfacimento delle pretese dipende dalla disponibilità patrimoniale dell’impresa e dall’attivo fallimentare.
Fallimento società di persone: privilegio del creditore fondiario
Il fallimento della società di persone rende più difficile il recupero di un credito insoluto se è presente un creditore fondiario.
Il credito fondiario ha per oggetto la concessione di finanziamenti a medio e lungo termine da parte di banche in favore di soggetti che vogliono acquistare un immobile (come stabilisce l’articolo 38 del Testo Unico Bancario – D.Lgs. 385/1993).
La banca accetta di erogare il mutuo fondiario soltanto se è possibile iscrivere ipoteca di primo grado sull’immobile.
A differenza degli altri creditori il creditore fondiario può iniziare o proseguire l’azione esecutiva individuale sul bene ipotecato.
Pertanto, non si applica nei suoi confronti il divieto stabilito dall’art. 51 della Legge Fallimentare.
Il privilegio fondiario consente di agire anche dopo la dichiarazione di fallimento e l’esecuzione immobiliare si svolge parallelamente alla procedura fallimentare.
Il ricavato della vendita viene distribuito secondo l’ordine dei privilegi e la banca riceve il pagamento del proprio credito con precedenza sugli altri creditori.
Questi ultimi specialmente quelli chirografari o senza titolo, rimangono molto spesso insoddisfatti.
Pertanto, prima di insinuarsi nel passivo è necessario valutare le reali prospettive di incasso.
Fallimento società di persone e credit management
Il fallimento della società di persone rappresenta un evento critico per gli imprenditori poichè il cliente diventa giuridicamente insolvente.
Una corretta gestione del credito può ridurre i rischi finanziari e preservare la liquidità aziendale.
Le società di persone, come le s.n.c. e le s.a.s., rispondono con il patrimonio sociale e personale per i debiti aziendali.
Tuttavia, in caso di fallimento, i creditori chirografari potrebbero avere poche possibilità di recuperare i crediti insoluti.
L’ammissione al passivo rappresenta solo un riconoscimento formale del credito.
Di conseguenza, è preferibile effettuare delle valutazioni preliminari sulla controparte al fine di prevenire crisi di insolvenza.
Nei prossimi paragrafi ti spiegherò come ridurre i rischi in caso di fallimento di società di persone.
Investire in strategie di prevenzione è sempre una scelta vantaggiosa per la tua impresa.
Fallimento società di persone: credit scoring
Il credit scoring rappresenta oggi uno strumento fondamentale per le PMI che desiderano tutelare i propri interessi economici.
Questa metodologia analitica valuta l’affidabilità creditizia dei clienti, assegnando un punteggio che indica la probabilità di insolvenza.
Le società di persone, caratterizzate dalla responsabilità illimitata dei soci, presentano rischi specifici in caso di fallimento.
Quando una società di persone fallisce, i creditori possono rivalersi sul patrimonio personale dei soci, ma questo processo è spesso lungo e complesso.
Il credit scoring analizza diversi parametri: storico dei pagamenti, bilanci, indici finanziari e comportamenti di mercato.
Grazie a questi dati, le imprese possono identificare in anticipo i segnali di difficoltà finanziaria dei loro clienti.
In questo modo potrai ottenere molteplici vantaggi:
- differenziare le condizioni di pagamento in base al rischio;
- monitorare costantemente la salute finanziaria dei clienti;
- ridurre significativamente gli insoluti;
- prendere decisioni più consapevoli sulla concessione di credito.
L’implementazione di un sistema di credit scoring può ridurre fino al 30% il rischio di crediti insoluti.
Questo strumento non rappresenta solo una protezione, ma anche un vantaggio competitivo che permette alle imprese di operare con maggiore sicurezza.
Per le PMI, investire in un sistema di valutazione del merito creditizio significa proteggere la propria stabilità finanziaria e garantire la continuità aziendale nel lungo periodo.
Fallimento società di persone: segnali di crisi
Il fallimento di una società di persone rappresenta un rischio concreto per le PMI creditrici.
Individuare tempestivamente i segnali di crisi (insolvency triggers) permette di proteggere i propri crediti e adottare misure preventive efficaci.
I segnali di allerta si manifestano spesso con mesi di anticipo rispetto all’effettivo fallimento.
Il ritardo nei pagamenti costituisce l’indicatore più immediato.
Quando una società di persone inizia a posticipare sistematicamente le scadenze, è necessario indagare sulle possibili cause.
In particolare una richiesta di dilazione dei termini di pagamento superiore ai 60 giorni rappresenta un segnale da analizzare con attenzione.
Ulteriori indicatori di crisi
Esistono ulteriori indicatori che possono sfociare in una crisi irreversibile (come il fallimento).
In particolare la riduzione improvvisa del volume d’affari e la perdita di clienti strategici possono determinare una drastica riduzione degli incassi che precedente l’insolvenza.
Anche i cambiamenti nella compagine sociale o le difficoltà nel reperire nuove linee di credito segnalano potenziali problemi.
Per questo motivo ti consiglio di monitorare regolarmente i seguenti parametri:
- puntualità nei pagamenti;
- andamento del fatturato del cliente su base trimestrale;
- presenza di eventuali protesti;
- cambiamenti significativi nella gestione aziendale e nella composizione societaria;
- difficoltà nelle relazioni commerciali con fornitori strategici.
Nel caso delle società di persone, dove la responsabilità patrimoniale si estende ai soci, è utile valutare anche la solidità economica dei singoli partner.
Un monitoraggio costante di questi indicatori ti aiuterà a identificare precocemente situazioni di rischio.
In questo modo potrai adottare strategie di tutela del credito prima che la situazione diventi irreversibile.
Conclusione
Prevenire l’insolvenza dei clienti, soprattutto quando si tratta di società di persone, è una priorità per le PMI che gestiscono crediti insoluti.
Analizzare la capacità di rimborso dei clienti, attraverso strumenti come il credit scoring, non è solo una strategia difensiva, ma un investimento per la stabilità aziendale.
I campanelli di allarme, come ritardi nei pagamenti o peggioramenti del rating, devono essere monitorati con attenzione per evitare rischi futuri.
Per questo motivo ti consiglio di adottare strategie mirate integrando sistemi di valutazione del rischio nelle tue policy aziendali.
In un contesto economico sempre più competitivo, la capacità di anticipare problemi finanziari può fare la differenza tra crescita e difficoltà.
Investire nella prevenzione significa proteggere il proprio business e garantire una gestione più sicura ed efficiente dei crediti.
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