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Il nostro studio legale ha ideato un processo di recupero crediti denominato “Smart Recovery”, ovvero il recupero crediti intelligente.

Smart Recovery è la soluzione più adatta per risolvere le tue crisi finanziarie.

L’azione giudiziale viene avviata soltanto in caso di altissima probabilità di recupero.

Dimentica le spese inutili e le strategie della speranza.

Smart Recovery lancia uno sguardo sul futuro e ti suggerisce quale strumento utilizzare per incassare il tuo credito.

In questo video ti spieghiamo come funziona il nostro processo di recupero crediti intelligente.


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Tino Crisafulli ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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Cartolarizzazione npl

Quali sono le attività che precedono la cartolarizzazione npl

La cartolarizzazione npl è uno degli strumenti più utilizzati dalle banche per liberarsi dei crediti deteriorati.

Negli ultimi anni dopo le raccomandazioni fornite dalla Banca Centrale Europea, la maggior parte degli istituti di credito in Europa ha fatto ricorso allo strumento della cartolarizzazione per cedere i propri crediti npl.

Sin dall’anno 2015 l’Italia è divenuta la nazione in cui si è concluso il maggior numero di cessioni di crediti deteriorati.

Ma come funziona la cartolarizzazione npl? E soprattutto quali sono le fasi della procedura di acquisto?

In questo articolo ti spiegherò come si svolge la cessione di un credito npl e ti spiegherò quali sono i 4 momenti principali che precedono la cartolarizzazione npl.

Tuttavia prima di proseguire è necessario che ti spieghi il significato di alcuni termini fondamentali.


Che cos’è la cartolarizzazione?

La cartolarizzazione è uno strumento che viene utilizzato per la cessione dei crediti di una società.

La società che vuole cedere dei crediti ricorre allo strumento tecnico della cartolarizzazione per “trasformare” i crediti in titoli obbligazionari.

Grazie a questa tecnica il credito si trasforma in una obbligazione, cioè in un titolo che permette al suo possessore di ottenere il pagamento di una somma di denaro.

Cosa significa il termine “npl”?

Il termine “npl” è una sigla che contiene le 3 iniziali delle parole “non performing loans” che in inglese significano letteralmente “prestiti non performanti”.

Questa sigla viene utilizzata per descrivere i crediti deteriorati, cioè quei crediti che hanno subito un processo di deterioramento a causa del mancato pagamento (prolungato) del debitore (se vuoi avere maggiori informazioni sul processo di deterioramento dei crediti leggi questa pagina).

Attualmente, secondo le nuove direttive della Banca Centrale Europea, il termine “npl” è stato sostituito con il termine “npe”.

Quest’ultima sigla contiene le lettere delle parole “non performing exposures” (che in inglese significano letteralmente “esposizioni non performanti”).

Sebbene il termine “ufficiale” da utilizzare sia “npe” o “crediti npe” ancora oggi (per pigrizia o abitudine) si parla spesso di “npl” o “crediti npl”.

La cartolarizzazione npl

La cartolarizzazione npl non è altro che un’operazione di cessione di crediti npl (cioè crediti deteriorati) con cui una banca trasforma alcuni crediti insoluti in titoli obbligazionari.

Cartolarizzazione npl: cessione di crediti

Cartolarizzazione npl: cessione di crediti

I titoli obbligazionari saranno poi collocati sul mercato e consentiranno ai futuri acquirenti di poter incassare il diritto di credito contenuto nell’obbligazione.


Dopo averti spiegato qualcosa in più sulla cartolarizzazione npl, adesso possiamo analizzare le 4 fasi principali della procedura di acquisto dei crediti deteriorati.

FASE 1 – GLI ACQUIRENTI VENGONO INFORMATI DELLA CESSIONE

La prima fase della procedura di acquisto consiste nell’informare i potenziali acquirenti che la cedente (definita “originator”) ha intenzione di cedere i propri crediti.

Alla data odierna non esiste ancora una procedura istituzionale che consenta ai soggetti interessati all’acquisto di informarsi in modo trasparente sui crediti messi in vendita.

Più di una volta, nei meeting di settore, la BCE si è espressa su questo tema suggerendo agli operatori di creare una piattaforma digitale che favorisca la compravendita dei crediti npl.

In assenza di una piattaforma ufficiale, i fondi di investimento o le società interessate all’acquisto si informano sulle prossime operazioni di cessione tramite dei soggetti che svolgono il ruolo di intermediari.

Grazie all’attività degli “intermediari” gli acquirenti vengono informati:

  • sull’identità della cedente;
  • sul numero delle posizioni da cedere;
  • sulla tipologia dei crediti ceduti.

Si apre così la 2° fase.


FASE 2 –  SVOLGIMENTO DELLA DUE DILIGENCE

Dopo aver conosciuto i dati generali della cessione, gli acquirenti possono manifestare un interesse ad esaminare il portafoglio di crediti ceduti.

Inizia così la fase di “due diligence”.

La due diligence (che in inglese significa “dovuta diligenza”) è l’attività di analisi e raccolta dati con cui si valuta la convenienza dell’affare.

In questo modo la cedente consente ai soggetti interessati all’acquisto di esaminare una porzione del portafoglio prossimo alla vendita.

L’esame può avvenire sia attraverso un accesso presso gli archivi in cui sono contenuti i documenti delle singole pratiche, sia attraverso un accesso ad una stanza virtuale denominata “VDR” ovvero “virtual data room”.

Al termine della fase di due diligence gli acquirenti esaminano i dati delle pratiche analizzate e, attraverso delle proiezioni economiche, attribuiscono un prezzo al portafoglio.

Si apre così la 3° fase.


FASE 3 – PRESENTAZIONE DELLE OFFERTE: OFFERTA NON VINCOLANTE ED OFFERTA VINCOLANTE

La 3° fase della cartolarizzazione npl prevede la presentazione delle offerte di acquisto.

Se un acquirente ha valutato positivamente il portafoglio messo in vendita, allora sarà interessato all’acquisto.

Per questo motivo si usa abitualmente fissare due termini temporali entro le quali gli acquirenti dovranno formulare le offerte.

1° termine: le offerte NON VINCOLANTI

Il primo termine consente agli acquirenti di formulare le offerte “non vincolanti”, cioè quelle offerte che non vincolano giuridicamente il proponente ad acquistare il portafoglio di crediti.

Si genera così un’asta in cui i vari pretendenti all’acquisto concorrono tra di loro per offrire la somma più alta per aggiudicarsi i crediti.

L’attività delle offerte non vincolanti è molto delicata e nasconde molte insidie.

Da un lato è necessario formulare un’offerta di acquisto che sia superiore alle altre pretendenti; dall’altro lato l’acquirente deve cercare di contenere la sua offerta per evitare di pagare eccessivamente (e oltre il valore stimato) un portafoglio.

L’acquirente si muove in uno spazio strettissimo per cercare di vincere la sfida con gli altri protagonisti.

2° termine: le offerte VINCOLANTI

Superato questo primo termine delle offerte non vincolante, si apre un secondo termine per la presentazione delle offerte vincolanti.

In genere questa è la fase più delicata, poiché l’acquirente che partecipa a questa attività si impegna giuridicamente a formulare un’offerta di acquisto per diventare il nuovo proprietario del portafoglio.

L’apertura delle buste

Dopo la presentazione delle offerte la cedente procede con “l’apertura delle buste”.

Una volta consegnate le offerte vincolanti la cedente esamina le offerte e solitamente accetta quella economicamente più vantaggiosa.

Si arriva così alla 4° e ultima fase.

DISCLAIMER (dichiarazione di esonero di responsabilità): Alcune di queste regole possono variare.

Non tutte le cessioni di crediti si svolgono seguendo queste fasi; tutto dipende dalla decisione dell’originator.


FASE 4 – REDAZIONE DEL CONTRATTO DI CESSIONE

Dopo aver aperto le buste, e dopo aver accettato l’offerta più vantaggiosa, i due protagonisti dell’operazione si impegnano reciprocamente attraverso la stesura di un contratto di cessione.

Il contratto di cessione viene stipulato attraverso delle procedure differenti, che variano molto a seconda dell’identità delle parti e della nazionalità dell’acquirente.

Infatti è molto frequente che l’acquirente del portafoglio sia una società o un fondo estero.

In genere la stesura del contratto è un’attività molto complessa e delicata.

All’interno dell’accordo vengono definiti tutti i dettagli dell’operazione, come il perimetro delle posizioni cedute ed il compenso per la conclusione dell’affare.

Inoltre dentro il contratto è possibile inserire le cosidette “clausole di retrocessione”, ovvero quelle clausole che consentono all’acquirente di ottenere il rimborso dell’importo speso per una singola pratica.

Anche questo è un argomento molto ampio che richiederebbe un lungo approfondimento.

Ma di questo tema ti parlerò in un’altra guida.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Cartolarizzazione npl: quali sono le 4 fasi della procedura di acquisto?

  1. Gli acquirenti vengono informati della cessione;
  2. Svolgimento della due diligence;
  3. Presentazione delle offerte: offerta non vincolante ed offerta vincolante;
  4. Redazione del contratto di cessione.

Leggi il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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Cartolarizzazione npl: le 4 fasi della procedura di acquisto

Cartolarizzazione npl: le 4 fasi della procedura di acquisto


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Come recuperare crediti all'estero

La guida definitiva che ti suggerisce come recuperare crediti all’estero

Come recuperare crediti all’estero? Se hai concluso un contratto con un una società estera questo articolo guida può esserti utile.

Ti spiegherò quali regole dovrai seguire per ottenere il pagamento da parte di un debitore estero.

Il recupero crediti estero è uno dei temi più delicati del nostro settore: ci sono moltissime insidie e alcuni problemi tecnici da risolvere.

In questa guida troverai 4 regole fondamentali che ti indicheranno come recuperare crediti all’estero e quale strategia utilizzare per ottenere il pagamento del tuo cliente.

Tuttavia prima di spiegarti quali sono le regole da seguire ci sono alcune domande che devi porti prima di procedere con l’attività di recupero.


Esiste un contratto?

Per alcuni potrà sembrare una domanda banale, ma mi è capitato diverse volte di assistere dei creditori che avevano concluso degli affari internazionali con società estere senza predisporre un contratto.

Ricorda che, qualsiasi sia il settore in cui operi, concludere un affare senza un contratto è sempre un errore e una pessima scelta.

Senza contratto sarà molto più difficile provare l’esistenza del tuo credito, e non potrai utilizzare il procedimento d’ingiunzione per ottenere un titolo esecutivo.

Ti ricordo che il procedimento di ingiunzione è un procedimento speciale che ti permette di ottenere un provvedimento giudiziale di condanna in tempi più ridotti rispetto ad un causa ordinaria.

Quale legge applicare in caso di mancato pagamento?

Predisporre un contratto non è la sola raccomandazione da seguire.

Quando concludi una transazione con un cliente estero ricorda di inserire una clausola con cui le due parti scelgono la legge italiana come legge da applicare in caso di mancato pagamento.

Hai verificato l’identità ed i dati fiscali del cliente estero?

Quando concludi un affare con un cliente estero è molto importante verificare la sua identità ed i suoi dati fiscali.

Come recuperare crediti all'estero i dati fiscali

Come recuperare crediti all’estero: i dati fiscali

Nel nostro ordinamento italiano puoi verificare i dati di una società richiedendo una visura camerale presso la Camera di Commercio.

Anche negli altri ordinamenti stranieri le società hanno l’obbligo di registrazione.

Pertanto quando concludi un affare con una società estera fatti consegnare un documento che indichi:

  • la forma giuridica della società;
  • la sua sede legale;
  • i suoi dati fiscali.

Ti consiglio di rispondere a queste tre domande prima di capire come recuperare crediti all’estero.

Concentrati sul contratto, sulla legge da applicare in caso di controversie, e sulla verifica dei dati del cliente estero.


Adesso possiamo passare alla parte pratica di questa guida, in cui ti indicherò 4 regole fondamentali per ottenere il pagamento dal tuo cliente estero.

Come recuperare crediti all’estero?

1. INDIVIDUA LA LEGGE APPLICABILE ALLE CONTROVERSIE

Cosa succede se il contratto che hai firmato non indica qual è la legge applicabile alle controversie?

In questo caso puoi applicare le legge italiana sfruttando il diritto internazionale privato.

Il diritto internazionale privato (contenuto nella legge n. 218/1995) è quell’insieme di norme che disciplina i rapporti tra persone o società che appartengono a stati differenti.

Lo scopo di questa legge è quello di stabilire delle regole che consentano di individuare la legge applicabile a determinate situazioni giuridiche.

Queste regole vengono definite “criteri di collegamento”, ovvero dei criteri che permettono di “collegare” delle situazioni giuridiche reali ad una determinata legislazione nazionale.

Ti faccio un esempio concreto parafrasando la parte iniziale di alcune celebri barzellette: cosa succede se un francese ed un tedesco concludono un contratto in Italia?

Ecco il diritto internazionale privato serve per risolvere delle questioni di questo tipo: individuare il diritto applicabile ad una fattispecie in cui sono coinvolte tante nazioni diverse (nel nostro esempio, la Francia, la Germania e l’Italia).

L’art. 57 della legge n. 218/1995 stabilisce che la legge applicabile in materia di contratti è quella del luogo in cui deve essere eseguita l’obbligazione.

Pertanto se l’obbligazione principale del contratto deve essere eseguita in Italia, la legge applicabile sarà quella italiana.

Se non hai firmato un contratto con il cliente straniero, ti consiglio di concordare che l’obbligazione principale dovrà essere eseguita nel territorio italiano.

In questo modo, in caso di insoluto, potrai applicare la legge italiana per richiedere il pagamento del tuo credito.


2. DIFFIDA IL DEBITORE NELLA SUA LINGUA MADRE

Una volta individuata la legge applicabile alla controversia, è necessario inviare una diffida al debitore estero.

Sia che si tratti di una società, o di un professionista, è sempre preferibile inviare una diffida nella lingua madre del tuo cliente.

Facciamo un esempio concreto: se hai concluso un affare con un cliente tedesco, per prima cosa ti consiglio di predisporre una diffida in lingua italiana.

Successivamente rivolgiti ad un traduttore specialista (o ad un studio legale internazionale) e chiedi di far tradurre la tua diffida nella lingua tedesca.

Entrambe le diffide (quella in lingua italiana e quella in lingua tedesca) dovranno essere inviate al debitore attraverso un servizio postale estero.

Perché devi inviare anche la diffida in italiano?

Perché se deciderai di promuovere una causa giudiziale presso un Tribunale italiano, potrai dimostrare al Magistrato che deciderà la causa che la diffida è stata inviata in entrambe le versioni, facilitando ovviamente il suo lavoro.


3. ESEGUI DELLE INDAGINI PATRIMONIALI ESTERE

Dopo l’invio della diffida, non hai ricevuto alcuna risposta? Ti conviene programmare un’azione giudiziaria.

Tuttavia prima di rivolgerti al Tribunale ti consiglio di eseguire delle indagini patrimoniali sul cliente estero.

L’indagine patrimoniale su un soggetto estero ha un costo maggiore rispetto a quelle su un soggetto italiano, ma ti permetterà di individuare eventuali beni mobili o immobili che potranno soddisfare il tuo credito.

Prima di avventurarti in una causa giudiziale, accerta con precisione se i beni del tuo cliente estero si trovano in Italia.

Solo con queste informazioni complete puoi stabilire la strategia di recupero più adatta per il tuo caso.


4. SCEGLI UNO STUDIO LEGALE INTERNAZIONALE

Cosa succede però se la legge applicabile in caso di controversie è diversa da quella italiana?

La prima cosa che devi fare è individuare uno studio legale internazionale: cioè uno studio legale italiano che offre assistenza legale anche all’estero.

In questo modo potrai contare su dei professionisti italiani che cureranno il tuo contenzioso all’estero tramite degli avvocati stranieri.

Tuttavia prima di avventurarti in questa azione, ti consiglio di richiedere un preventivo iniziale e una stima sui possibili tempi di incasso.

Un processo all’estero può essere molto costoso e potrebbe avere una durata più lunga di quella che ti aspetti.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Come recuperare crediti all’estero: quali sono le regole fondamentali da seguire?

  1. Individua la legge applicabile alle controversie;
  2. Diffida il debitore nella sua lingua madre;
  3. Esegui delle indagini patrimoniali estere;
  4. Scegli uno studio legale internazionale.

Leggi il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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Come recuperare crediti all'estero 4 regole da seguire

Come recuperare crediti all’estero: 4 regole da seguire


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Come recuperare crediti professionali: 4 consigli utili per tutti i professionisti

La guida definitiva per scoprire come recuperare crediti professionali

Se sei un professionista e ti stai chiedendo come recuperare crediti professionali, questa guida può esserti utile.

In questo articolo ti fornirò dei consigli applicabili a tutte le tipologie di professionisti del nostro sistema produttivo.

Il recupero crediti è un’attività mista che prevede una serie di regole che possono essere applicate a diversi settori.

Tuttavia esistono dei principi che possono essere applicati solo ad alcune categorie di professioni, e che possono modificare la strategia di recupero.

Con questa guida non ti spiegherò le regole generali del recupero crediti, ma piuttosto ti suggerirò dei consigli pratici per ridurre al minimo il rischio di insolvenza del tuo cliente e per scongiurare una possibile crisi economica.

Ogni consiglio è stato concepito per risolvere un problema che si verifica frequentemente in diversi settori professionali.

Prima di proseguire, però, è doveroso spiegare meglio alcuni concetti.


Che cosa sono i crediti professionali?

Nel nostro ordinamento giuridico non esiste una definizione che descrive in modo preciso cosa siano i crediti professionali.

Esistono molti riferimenti a questi termini sia in alcune norme giuridiche sia in alcune sentenze della giurisprudenza.

Tuttavia se analizziamo in modo letterale queste due parole potremmo certamente dire che il credito si definisce “professionale” quando nasce da una prestazione “professionale” e cioè una prestazione svolta da un libero professionista.

Come recuperare crediti professionali: la citazione

Come recuperare crediti professionali: la citazione

Le caratteristiche del libero professionista

Il libero professionista è un lavoratore autonomo, non soggetto ad un vincolo di subordinazione, che svolge servizi prevalentemente di natura intellettuale.

La nostra legge (art. 2229 del codice civile) prevede inoltre che determinate professioni possono essere svolte solo se si è iscritti in appositi albi professionali (come ad esempio gli avvocati, i commercialisti, i medici, gli architetti).


Dopo aver definito il significato del termine “credito professionale”, possiamo passare alla parte pratica di questa guida.

Per scoprire come recuperare crediti professionali, ti elencherò 4 consigli legati alla principali professioni del nostro ordinamento.

Ogni consiglio ha lo scopo di risolvere un problema che si verifica frequentemente in alcuni settori professionali, e va sommato a tutte le regole generali che si applicano al recupero crediti.

In altre parole per recuperare il tuo credito non sarà sufficiente seguire questi singoli consigli ma dovrai anche applicare alcune regole generali che abbiamo trattato in altre guide.


Come recuperare crediti professionali?

1. CONCORDA IL PREZZO PER ISCRITTO

Uno dei motivi principali che spinge i clienti a non pagare è quello di ritenere troppo oneroso il compenso da riconoscere in favore del libero professionista.

Nella mia esperienza professionale, ho notato che molte volte alcuni consulenti accettano gli incarichi dei nuovi clienti senza specificare quale sarà la misura dei loro compensi.

Questa cattiva prassi può generare molte frizioni al momento del pagamento di una fattura, e spesso sfocia nel mancato pagamento.

Per evitare di correre questo rischio è sempre preferibile concordare il prezzo prima di svolgere l’attività.

Predisponi un accordo o un preventivo che indichi il prezzo per la tua prestazione.

Se nel corso della tua attività dovessero sorgere spese impreviste, e tu sei già in grado di prevederle, informa il cliente.

Ti assicuro che le contestazioni sul importo finale da riconoscere al professionista sono molto frequenti.


2. FRAMMENTA IL TUO COMPENSO IN PICCOLE PARTI

Se il compenso per la tua attività è molto elevato, il rischio di mancato pagamento è reale.

Le statistiche ci dicono che più cresce l’importo del tuo credito, più cresce la probabilità di insolvenza.

Come rimediare?

Cerca di frammentare il tuo compenso in piccole parti, e fissa delle scadenze intermedie per il pagamento del cliente.

La soluzione migliore sarebbe quella di frammentare anche la tua prestazione.

Mi spiego meglio: alla scadenza della prima rata, tu dovresti interrompere il lavoro per attendere il pagamento del cliente.

Se il cliente non salda il suo debito, tu non continuerai a svolgere la tua prestazione.

Prevenire è meglio che curare: prima di pensare come recuperare crediti professionali è meglio tutelare il tuo lavoro.

Ti assicuro che questa è la soluzione migliore; puoi inserire una clausola nel tuo contratto che ti autorizza a sospendere il tuo lavoro in caso di mancato pagamento.


3. VERIFICA LA SERIETÀ DELLA TUA CONTROPARTE

Molti liberi professionisti stipulano degli accordi senza valutare la solidità della controparte.

Capita spesso di svolgere prestazioni per delle società in liquidazione o per degli imprenditori poco seri.

Per questo motivo è molto importante che tu verifichi la serietà della tua controparte prima di impegnarti a svolgere una prestazione.

Richiedi una visura camerale sulla tua controparte per verificare lo stato di salute dell’azienda.

Puoi anche richiedere una visura protesti per accertare se il tuo cliente è stato già un debitore inadempiente.

Più informazioni conosci sulla controparte più sarai avvantaggiato.

Se i tuoi accertamenti dimostrano che il tuo cliente è pluriprotestato, accetteresti mai un pagamento tramite assegno? Credo proprio di no…


4. STABILISCI PER ISCRITTO COME ESEGUIRE IL LAVORO

Prima di svolgere qualsiasi attività stabilisci per iscritto come eseguire il lavoro.

Capita spesso che molti clienti contestino la tua prestazione con motivazioni del tutto infondate.

Se non possiedi un documento scritto che descrive come dovevi eseguire il lavoro, o quale risultato dovevi raggiungere, ti sarà difficile smentire le osservazioni della tua controparte.

In questo caso ti consiglio di preparare un documento che indichi in modo molto dettagliato tutte le attività da compiere.

La presenza di un documento simile ti permette di provare in modo oggettivo la qualità del tuo lavoro e di tutelare il tuo credito professionale.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Come recuperare crediti professionali: quali sono i consigli utili per tutte le professioni?

  1. Concorda il prezzo per iscritto;
  2. Frammenta il tuo compenso in piccole parti;
  3. Verifica la serietà della tua controparte;
  4. Stabilisci per iscritto come eseguire il lavoro.

Leggi il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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Come recuperare crediti professionali: 4 consigli

Come recuperare crediti professionali: 4 consigli


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Come recuperare crediti da una società in liquidazione: la guida

La guida da seguire per sapere come recuperare crediti da una società in liquidazione

Come recuperare crediti da una società in liquidazione? Questa è una delle domande più difficili che si possa rivolgere ad un legale o ad un professionista del recupero.

Non è facile trovare una risposta, né tantomeno organizzare una strategia di recupero efficace.

La liquidazione di un’impresa è una situazione spiacevole che può mettere seriamente a rischio il tuo credito.

Negli ultimi anni il numero di società che ha promosso la procedura di liquidazione cresce a dismisura.

E cresce proporzionalmente il numero di fallimenti: quando l’azienda in crisi non riesce a soddisfare i propri creditori, si ritrova molto spesso coinvolta in una procedura fallimentare.

Sarò sincero: se aspetti del denaro da una società in liquidazione le tue possibilità di recupero diminuiscono e la difficoltà che dovrai affrontare aumenteranno.

Non pensare di dover affrontare una situazione semplice.

Tuttavia esiste una soluzione: grazie a questo articolo ti suggerirò 4 azioni che dovrai compiere per sapere come recuperare crediti da una società in liquidazione.

Ma andiamo con ordine: prima di proseguire è necessario che ti spieghi cos’è la procedura di liquidazione.


CHE COS’E’ LA PROCEDURA DI LIQUIDAZIONE VOLONTARIA?

La liquidazione volontaria è una procedura con la quale un’impresa decide di concludere e definire i rapporti patrimoniali con i creditori.

La liquidazione si definisce “volontaria” perché è la stessa impresa che decide volontariamente di usufruire di questa procedura.

CAMBIO DI DENOMINAZIONE

Grazie alla liquidazione volontaria l’azienda muta la propria denominazione sociale inserendo in coda alla propria sigla le parole “in liquidiazione”.

In questo modo se l’azienda “Alfa srl” avrà deciso di promuovere la procedura di liquidazione volontaria, la sua nuova denominazione sarà “Alfa srl in liquidazione”.

SCOPO DELLA LIQUIDAZIONE

Grazie a questa procedura l’azienda effettua delle operazioni di liquidazione per convertire i beni di sua proprietà in denaro che sarà utilizzato per il pagamento dei creditori.

Nella maggior parte dei casi la procedura di liquidazione precede l’estinzione della società: infatti dopo aver liquidato tutti i beni e dopo aver retribuito i creditori, l’azienda può estinguersi.

I RISCHI PER I CREDITORI

Adesso capisci perché la procedura di liquidazione mette in pericolo il tuo credito? Se l’azienda si estingue senza provvedere a saldare il tuo credito, dovrai affrontare una lunga avventura giudiziaria prima di recuperare il tuo credito.

Inoltre devi sapere che le procedure di liquidazione volontaria nascondono molte insidie.

Sono molte le società che ricorrono a comportamenti davvero opachi e poco trasparenti per evitare di soddisfare tutti i creditori.


Dopo questa doverosa premessa, passiamo alla parte pratica di questa guida: se vuoi scoprire come recuperare crediti da una società in liquidazione segui queste 4 regole.

1. VERIFICA SE LO STATO DI LIQUIDAZIONE È REALE

La prima cosa da fare è quella di verificare se lo stato di liquidazione della società debitrice è reale.

Come fare? Semplice, devi richiedere una visura camerale dell’impresa.

E’ molto frequente trovare amministratori di aziende che affermano falsamente che l’azienda è in liquidazione.

In questo modo l’impresa cerca di “intimorire” il creditore facendogli credere che ci sono poche possibilità di recupero.

Credimi sono tanti quelli che mentono: per questo motivo richiedi subito una visura camerale della società e verifica se la sua ragione sociale è cambiata.

Ti ricordo che se l’azienda ha promosso la procedura di liquidazione volontaria, la sua sigla sarà seguita dalle parole “in liquidazione”.

Verifica immediatamente se la tua debitrice è effettivamente in uno stato di liquidazione.


2. NOTIFICA LA DIFFIDA AL LIQUIDATORE

C’è un piccolo trucchetto che puoi applicare per velocizzare il pagamento del tuo credito.

Invia una formale diffida direttamente alla società in liquidazione, ma presso l’indirizzo di residenza del liquidatore della società.

Molti amministratori non aggiornano l’indirizzo dove ha sede legale la società; spesso questa “dimenticanza” è volontaria per rendere la società irreperibile e complicare l’attività di recupero ai creditori.

Se decidi di inviare la diffida al liquidatore potrai evitare il rischio che la tua richiesta non venga notificata al destinatario.

L’indirizzo di residenza è indicato nella visura camerale della società.

Puoi verificare la data in cui è stata aggiornata la visura; se non è trascorso troppo tempo dall’ultima variazione, puoi inviare la diffida di pagamento all’indirizzo che troverai sotto i dati del liquidatore.

Ricorda una cosa importante: la diffida non va inviata al liquidatore in qualità di destinatario, ma alla società in liquidazione presso l’indirizzo del liquidatore.

E’ una differenza sottile ma che può generare grandi contestazioni in sede giudiziaria.


3. ESEGUI DELLE INDAGINI PATRIMONIALI SULLA SOCIETÀ IN LIQUIDAZIONE

Hai ottenuto una visura camerale aggiornata sulla società, successivamente hai inviato una diffida al liquidatore.

Ma nessuno ti ha richiamato.

Come recuperare crediti da una società in liquidazione? Esegui delle indagini patrimoniali sull’impresa.

Cerca di accertare se l’impresa possiede dei beni mobili o immobili che hanno sufficiente valore per soddisfare il tuo credito.

In questa fase ti consiglio di prendere in considerazione qualsiasi ipotesi: persino quella di ricorrere al pignoramento mobiliare.

Di solito il pignoramento mobiliare è uno strumento di recupero poco conveniente: tuttavia in una situazione simile valuta con attenzione se conviene farti assegnare un bene di proprietà del debitore piuttosto che inseguire una somma di denaro che non troverai.


4. ESAMINA IL BILANCIO FINALE DI LIQUIDAZIONE

Esiste anche un’altra possibile soluzione per sapere come recuperare crediti da una società in liquidazione.

Se sei arrivato tardi e la società si è estinta, non tutte le speranze sono perdute.

Ti consiglio di esaminare il bilancio finale di liquidazione pubblicato dalla società debitrice.

Infatti, la procedura di liquidazione volontaria si conclude con un bilancio finale che indica quali e quanti beni sono stati alienati a terzi.

Spesso succede che gli amministratori delle società in liquidazione assegnano ai soci (o a se stessi) dei beni aziendali (come auto, immobili o denaro) senza menzionare la presenza di creditori.

In questo caso cosa devi fare?

Se l’azienda debitrice ha liquidato dei beni aziendali in favore dei soci o in favore di terzi, puoi impugnare l’atto di liquidazione e puoi promuovere un’azione giudiziaria contro i responsabili (per approfondire l’argomento leggi questo articolo).


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Come recuperare crediti da una società in liquidazione: quali sono le 4 azioni da compiere?

  1. Verifica se lo stato di liquidazione è reale;
  2. Notifica la diffida al liquidatore;
  3. Esegui delle indagini patrimoniali sulla società in liquidazione;
  4. Esamina il bilancio finale di liquidazione.

Leggi il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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Come recuperare crediti da una società in liquidazione: 4 regole

Come recuperare crediti da una società in liquidazione: 4 regole


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Come recuperare crediti da lavoro: 4 regole fondamentali

La guida che ti spiega come recuperare crediti da lavoro

Come recuperare crediti da lavoro: se l’azienda per cui lavoravi ha interrotto il vostro rapporto di collaborazione questo articolo può esserti utile.

In questa guida ti spiegherò 4 regole fondamentali che dovrai seguire per recuperare il tuo credito da lavoro.

Prima di spiegarti come comportarti, ti faccio una premessa importante.

A chi è rivolta questa guida

Questa guida è rivolta a tutti i lavoratori dipendenti che hanno prestato attività lavorativa periodica e continuativa per un’azienda.

Pertanto se lavoravi come dipendente (o anche come professionista a p.iva) per conto di un’azienda il tuo credito può definirsi come un “credito da lavoro” e questa guida è adatta a te.

Non fraintendermi, anche un lavoro prestato in modo occasionale (come ad esempio quello per una singola consulenza esterna) fa nascere un “credito da lavoro”.

Infatti anche in questo caso il tuo credito nasce dal tuo lavoro.

Ma in questo articolo tratteremo in modo più specifico come recuperare crediti da lavoro, nascenti da rapporti di lavoro subordinati, o rapporti di lavoro che per la loro natura sono assimilabili ai rapporti di lavoro subordinati.

Se invece sei un professionista a partita iva o sei un freelance, ti suggerisco di leggere questo articolo.


Le 4 regole fondamentali da seguire.

1. OTTIENI UNA COPIA DEL CONTRATTO FIRMATA DAL DATORE DI LAVORO

So che può sembrarti un suggerimento banale, ma molte volte mi è capitato di assistere dei lavoratori che non possedevano una copia del contratto firmato dal datore di lavoro.

A volte l’assenza del contratto era causata dallo smarrimento del documento.

In altri casi, invece, il contratto non era disponibile perché il rapporto di lavoro non era stato concordato in via scritta.

Devi sapere che, anche se non possiedi una copia firmata del contratto di lavoro, la legge ti consente di ottenere una tutela giuridica in sede giudiziale.

Infatti, diversamente da altre situazioni giuridiche, nel processo del lavoro potrai ottenere il pagamento della tua prestazione non pagata anche in assenza del contratto firmato dalle parti.

Per tutelare lo squilibrio contrattuale che esiste tra il datore di lavoro e il suo dipendente, la legge consente alla parte contrattualmente più debole (il dipendente) di poter provare l’esistenza del rapporto anche grazie alle prove cosidette “atipiche”.

Pertanto se non possiedi un contratto di lavoro firmato dalla tua controparte, ricorda che il tuo credito può essere recuperato.


2. RACCOGLI LE PROVE CHE DIMOSTRANO IL TUO LAVORO

Se non possiedi delle prove scritte che dimostrano lo svolgimento del tuo lavoro, puoi ricorrere alle prove testimoniali.

Infatti come già ti ho spiegato nel primo punto, la legge ti consente di provare che hai svolto il tuo lavoro grazie alle prove “atipiche” ma anche e soprattutto grazie alle prove testimoniali.

Come recuperare crediti da lavoro con le prove testimoniali

Se hai deciso di presentare una causa giudiziale contro il tuo datore di lavoro, ricorda che dovrai chiedere al Giudice (nel primo atto che introduce il giudizio) di ascoltare i testimoni.

Puoi chiamare a testimoniare in udienza tutti i tuoi ex colleghi di lavoro che avevi al tuo fianco durante la tua esperienza lavorativa.

Ricorda che se citi in giudizio i tuoi ex colleghi, essi saranno obbligati a presentarsi davanti al Giudice per rendere la testimonianza.

In molti casi un dipendente che lavora ancora per la tua ex società sarà in difficoltà nell’accettare la tua richiesta di testimonianza.

E’ una situazione piuttosto comune: nessuno vuole testimoniare in tuo favore contro l’azienda che gli paga lo stipendio.

Ma ricorda che, una volta citato in giudizio, il testimone ha l’obbligo di presentarsi e di dichiarare la verità sui fatti per cui è chiamato a rispondere.

In altre parole: nessuno può rifiutarsi di presentarsi in udienza davanti ad un Giudice.

Pertanto ricorda questo principio se un tuo ex collega ti comunicherà che non vuole essere chiamato in giudizio.

Come recuperare crediti da lavoro? Le testimonianze sono spesso le armi migliori durante un processo.


3. QUANTIFICA CORRETTAMENTE L’IMPORTO DEL CREDITO

Capita molto volte che il lavoratore che ha subito il licenziamento non sappia quantificare con precisione l’importo che l’ex datore di lavoro deve riconoscergli.

Questo succede molto spesso quando le parti non avevano sottoscritto un accordo.

Se ti trovi in questa situazione c’è un rimedio al problema: prima di avviare la causa giudiziale puoi rivolgerti ad un “Patronato” o ad un “CAF – Centro di assistenza fiscale” per ottenere un documento che quantifica gli importi che devi ricevere.

La maggior parte dei Patronati e dei CAF offre questo servizio a titolo gratuito, e consegna il documento nel giro di qualche settimana.

Ottenere un documento di quantificazione dell’importo del credito ti aiuterà moltissimo nella richiesta di pagamento.


4. RIVOLGITI AL TRIBUNALE DEL LAVORO

Dopo che avrai ottenuto il documento rilasciato da un Patronato o da un CAF, è arrivato il momento di formulare la tua richiesta di pagamento.

E’ sempre preferibile tentare di avviare una trattativa stragiudiziale di recupero: molte aziende preferiscono risolvere il contenzioso in via bonaria.

Tuttavia se il tuo tentativo non dovesse avere successo ti conviene rivolgerti subito al Tribunale del Lavoro.

Rivolgiti ad un legale e presenta la tua richiesta al Giudice: in base alle prove in tuo possesso ti sarà possibile richiedere l’emissione di un decreto ingiuntivo o promuovere una causa ordinaria secondo il rito del lavoro.

Ricorda che le spese giudiziarie per i contenziosi di lavoro sono ridotte; in molti casi le spese sono addirittura esenti (come nel caso di notifica degli atti giudiziari di lavoro).

In caso di mancato pagamento, ti conviene avviare una causa contro il tuo ex datore di lavoro; i tempi processuali sono ridotti e le spese che dovrai sostenere sono minori rispetto agli altri giudizi.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Come recuperare crediti da lavoro: quali sono le 4 regole fondamentali da seguire?

  1. Ottieni una copia del contratto firmata dal datore di lavoro;
  2. Raccogli le prove che dimostrano il tuo lavoro;
  3. Quantifica correttamente l’importo del credito;
  4. Rivolgiti al Tribunale del lavoro.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Come recuperare crediti da lavoro: 4 regole

Come recuperare crediti da lavoro: 4 regole


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Come recuperare crediti da lavoro: le 4 regole da seguire

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Le prove scritte: la loro importanza nel recupero crediti

Scopri quanto sono importanti le prove scritte nel recupero crediti

Le prove scritte sono talmente importanti che la loro assenza può persino determinare l’irrecuperabilità del credito.

La storia di Giada e Roberto

Oggi ti raccontiamo la storia di due giovani imprenditori: Giada e Roberto.

Giada e Roberto non si conoscono, ma entrambi dovranno competere per recuperare un credito insoluto.

Grazie alla loro storia ti spiegheremo:

  • Come si comporta un Tribunale che esamina le tue prove documentali;
  • Quanto è importante per un imprenditore conoscere alcune regole giuridiche.

Ma partiamo immediatamente con la nostra storia.


Giada e la sua boutique

Ti raccontiamo la vicenda di due giovani imprenditori che non si conoscono ma che hanno alcune cose in comune.

Uno di questi imprenditori si chiama Giada, è una donna e lavora nel settore della moda.

Giada ha una boutique di vestiti per donna e da poco tempo ha avviato un piccolo e-commerce che le permette di vendere molti prodotti online.

La nostra protagonista realizza anche abiti su misura; nel suo team ci sono due sarte molto brave che realizzano capi molto eleganti.

Giada è da poco moglie di un dirigente delle Poste e vive felicemente in un appartamento del centro.

Roberto e le stoffe

L’altro imprenditore si chiama Roberto e lavora nel settore delle stoffe.

Roberto ha un laboratorio artigianale nella zona industriale della sua città e ha creato un sito vetrina che gli permette di ricevere molti contatti da persone della sua regione.

Roberto è marito di una giovane donna, e padre di una bellissima bambina.

Il sig. Molesto …

Giada e Roberto non si conoscono e non si conosceranno nel corso della storia, ma hanno una cosa in comune: entrambi hanno concluso un affare con il sig. Molesto.

Il sig. Molesto dopo aver illuso i nostri protagonisti non effettuerà il pagamento dei suoi debiti.

Ma soltanto uno dei nostri imprenditori riuscirà a recuperare il proprio credito; l’altro commetterà un errore imperdonabile che gli impedirà di ottenere il pagamento del suo lavoro.

Per scoprire il resto della storia ascolta la nostra puntata…


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Come recuperare crediti per telefono: le 4 fasi di una trattativa

La guida pratica per capire come recuperare crediti per telefono

Molti consulenti esterni ed avvocati mi hanno spesso chiesto come recuperare crediti per telefono.

La trattativa telefonica è una delle attività di recupero più utilizzate nelle grandi società.

Grazie agli operatori di “phone collection” si cerca di raggiungere un accordo con il debitore per ottenere il pagamento di un credito insoluto.

Gestire una trattativa stragiudiziale telefonica non è un’attività semplice; per avere successo e raggiungere il risultato programmato è molto importante ideare una strategia che consenta di transigere il contenzioso in tempi celeri.

Un vecchio strumento che porta ottimi risultati

I nuovi strumenti tecnologici non sono stati ancora in grado di sostituire l’efficacia e l’immediatezza della telefonata.

Il telefono: uno strumento scoperto tanti anni fa ma che si rivela insostituibile nella nostra vita quotidiana e nelle attività imprenditoriali.

Grazie all’utilizzo dei telefoni fissi le primissime società di recupero crediti degli anni ’90 hanno costruito il loro successo.

Cambiano i tempi ma non i risultati: anche adesso le transazioni condotte per telefono producono risultati davvero soddisfacenti.

Se vuoi scoprire alcuni consigli utili per sfruttare la trattativa telefonica nel recupero crediti, ti consiglio di leggere questo articolo.


Le 4 fasi

Ma il telefono è solo uno strumento, che può rivelarsi inutile se non è usato con una strategia.

Se vuoi scoprire come recuperare crediti per telefono, è molto importante che tu conosca quali sono le 4 fasi di una trattativa stragiudiziale.

In questo articolo ti spiegherò come prepararti per una transazione telefonica, e ti suggerirò come organizzare la tua strategia di recupero per ottenere il pagamento nel più breve tempo possibile.

Come recuperare crediti per telefono: le 4 fasi di una trattativa.


FASE 1 – RACCOLTA E ANALISI DELLE INFORMAZIONI

Prima di avviare una trattativa telefonica è necessario (ovviamente) raccogliere i dati sul debitore.

Le principali informazioni che devi possedere sono:

  • il nome ed il cognome della controparte;
  • il suo codice fiscale (se si tratta di una persona fisica) o la partita iva (se si tratta di una società);
  • il suo indirizzo di residenza;
  • il suo numero di telefono.

Non sempre i dati in possesso del creditore sono corretti; pertanto prima di avviare una trattativa telefonica devi verificare se il numero di telefono del debitore è attivo (anche grazie a dei servizi di indagine patrimoniale).


FASE 2 – PROGRAMMAZIONE DELLA STRATEGIA DI RECUPERO

Dopo aver raccolto tutte le informazioni sul debitore sarà necessario programmare una strategia di recupero.

Prima di avviare una trattativa telefonica, dovrai studiare le caratteristiche del debitore ed individuare i suoi “punti deboli”.

I “punti deboli” della controparte sono tutti i beni (mobili e immobili) e le fonti di reddito che possono essere sottoposte ad un pignoramento.

Il debitore è una dipendente pubblico? Un pensionato? Oppure è una società di capitali? O una società in liquidazione?

Ti consiglio di analizzare, grazie all’aiuto di un consulente, tutte le caratteristiche della controparte per individuare il percorso più adatto per il tuo obiettivo.

Conoscendo in anticipo i punti deboli del debitore potrai dirigere la conversazione telefonica verso quei temi e così potrai creare le premesse per una buona transazione.

Il debitore afferma di essere disoccupato mentre invece è pensionato?

Puoi smentirlo nel corso della telefonata utilizzando quell’informazione a tuo vantaggio.

Più informazioni possiedi più sarà facile condurre la trattativa.


FASE 3 – AVVIO DELLA TRATTATIVA

Adesso che hai individuato i punti deboli della controparte, e dopo aver studiato un piano strategico, sei pronto ad avviare una trattativa.

Ho sempre pensato che l’avvio di una trattativa deve avvenire con uno strumento più solenne di una semplice telefonata.

Per questo motivo ti consiglio di richiedere il pagamento del tuo credito inviando una diffida al debitore.

Successivamente, dopo aver avuto conferma della ricezione, puoi telefonare alla controparte per avviare la trattativa.

Alcuni consigli utili:

  • chiedi alla controparte una conferma esplicita della sua identità pronunciando il suo nome e cognome;
  • comunica il motivo della telefonata solo alla parte interessata e solo se hai ricevuto conferma sull’identità dell’interlocutore (diversamente commetteresti una violazione della legge sulla privacy);
  • qualificati con nome, cognome e titolo professionale, prima di iniziare a parlare.

Un piccolo trucco: se non riesci a parlare con il debitore lasciagli un messaggio cercando di incuriosirlo. Questa frase funziona quasi sempre: “Può farmi richiamare dal sig. TIZIO (debitore) perché ho comunicazioni urgenti che lo riguardano”.

Se il tuo interlocutore chiede maggiori spiegazioni dovrai dire che non sei autorizzato a fornire ulteriori dettagli per motivi di privacy.

Ricorda che rivelare a terzi il motivo della chiamata (specie se si tratta di una situazione debitoria) ti può esporre ad un responsabilità civile per violazione dell’obbligo di riservatezza.


FASE 4 – CHIUSURA E DEFINIZIONE DELLA TRATTATIVA

Nel corso della trattativa telefonica prendi appunti e segna tutte le contestazioni che ti rivolgerà il debitore.

Molto spesso la controparte affermerà delle cose inesatte per evitare di pagare.

Devi sapere che poche persone sanno davvero mentire senza lasciare qualche indizio; mi è capitato molte volte di smascherare delle bugie proprio durante il corso della telefonata.

Chi usa una bugia, spesso lo fa sulla base di una reazione emotiva e senza un copione già pronto: questo significa che se il bugiardo ha un altro “sbalzo” emotivo sarà portato ad affermare una bugia più grossa che spesso smentisce la prima.

Se annoti le informazioni sospette, quando sentirai la seconda bugia potrai chiedere di spiegare l’incongruenza con la prima informazione.

Con questa tecnica sono riuscito a disinnescare moltissimi debitori bugiardi.

In questo modo farai capire al tuo interlocutore che non è il caso di raccontarti delle bugie, perché tu sei così abile da accorgertene.

Come definire una trattativa

Quando il debitore si mostra favorevole ad una transazione, devi chiedergli di firmare un accordo scritto.

Quando la trattativa si conclude con la firma di un atto, le probabilità di recupero aumentano notevolmente.

Inoltre, se il debitore non rispetterà il suo impegno, potrai utilizzare il documento che avrà firmato per avviare una causa giudiziale.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Come recuperare crediti per telefono: quali sono le 4 fasi di una trattativa stragiudiziale?

  1. Raccolta e analisi delle informazioni;
  2. Programmazione della strategia di recupero;
  3. Avvio della trattativa;
  4. Chiusura e definizione della trattativa.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Come recuperare crediti per telefono: le 4 fasi

Come recuperare crediti per telefono: le 4 fasi


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Come recuperare crediti per telefono: le fasi di una trattativa

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Il pignoramento della pensione

Tutto quello che devi sapere per evitare brutte sorprese con il pignoramento della pensione

Il pignoramento della pensione è uno degli strumenti più utilizzati dai professionisti e dalle società di recupero crediti.

Ma non è tutto ora quello che luccica; oggi parleremo dei rischi che si corrono quando si effettua il pignoramento di una pensione.

Iniziano le “Credit Stories”

Ti racconteremo la storia del sig. Cesare, imprenditore e creditore, che dovrà risolvere un caso delicato per la sua attività.

Grazie a questa storia ti spiegheremo:

  • Perché è così importante conoscere in modo preciso la situazione patrimoniale del debitore;
  • Qual è la differenza fondamentale tra il pignoramento dello stipendio ed il pignoramento della pensione;
  • Come comportarsi se il debitore percepisce una pensione.

La storia di Cesare

Cesare è un imprenditore nel settore edìle, marito di una commessa, e padre di 2 figli universitari.

Il nostro protagonista ha aperto la sua attività diversi anni fa, ed è abbastanza conosciuto nella sua zona; realizza lavori nell’edilizia ed è specializzato nella ristrutturazione di ambienti domestici.

Con la sua impresa individuale dà lavoro ad altre 3 persone.

Cesare ogni giorno si sposta di appartamento in appartamento, vede le abitazioni dei clienti e ristruttura cucine e bagni.

L’Agenzia delle Entrate gli sta dietro; la crisi e i pagamenti troppo alti lo hanno obbligato a tagliare il personale e a trasferirsi in un punto vendita più piccolo.

Il sig. Capestro

Un giorno entra nel negozio di Cesare il sig. Capestro, un signore di 70 anni che chiede di ristrutturare la cucina.

Bisogna abbattere un muro e spostare tutti i tubi della cucina in un altro posto.

Il sig. Capestro chiede a Cesare di pagare i lavori in 3 rate e afferma di non riuscire ad effettuare un unico versamento, poichè è un pensionato.

Cesare è un po’ perplesso; non si tratta di un intervento semplice, ma di un lavoro complesso con tante spese di manodopera.

Per scoprire il resto della storia ascolta la nostra puntata…


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Come recuperare crediti insoluti

Scopri come recuperare crediti insoluti studiando il comportamento delle banche

Ci sono molte tecniche che ti suggeriscono come recuperare crediti insoluti.

Ogni strumento (consentito dalla legge) che ti consente di ottenere il pagamento da parte del debitore può essere adattato alle tue esigenze e alla tua realtà aziendale.

Il modo migliore per raggiungere un risultato è quello di studiare chi è più esperto di noi in un determinato settore.

Lo studio degli esperti ci permette spesso di evitare di commettere errori individuando immediatamente le soluzioni migliori per risolvere un problema.

Per questo motivo in questo articolo ho deciso di spiegarti quali sono le strategie più utilizzate dagli istituti di credito per il recupero dei crediti insoluti.

Analizzando il comportamento delle banche potrai organizzare la tua strategia di recupero in modo corretto avendo già un modello da seguire, che potrai adattare alla tua situazione aziendale.

Prima di proseguire però voglio spiegarti un concetto molto utile.

La distinzione dei crediti insoluti

Non tutti i crediti insoluti sono uguali: secondo le direttive della Banca d’Italia i crediti che non sono recuperati da diverso tempo (anche definiti come crediti deteriorati o crediti NPL) vengono suddivisi in 3 categorie.

Crediti “past due”

Il credito si definisce “past due” quando non viene incassato per oltre 90 giorni dalla data di scadenza.

Crediti “unlikely to pay”

Il credito si definisce “unlikely to pay” quando è scaduto da più di 90 giorni ed il creditore ipotizza che il debitore non rispetterà l’obbligazione di pagamento.

Crediti “defaulted”

Il credito si definisce “defaulted” quando è scaduto da più di 90 giorni ed il debitore si trova in uno stato di crisi duraturo che gli impedisce di effettuare il pagamento.

In questa pagina puoi trovare una spiegazione più completa del processo di deterioramento del credito.

Dopo averti spiegato la distinzione delle sofferenze bancarie, passiamo ad analizzare le 3 strategie principali che ti permetteranno di capire come recuperare crediti insoluti.

Come applicare le strategie di questo articolo

Analizza la natura del tuo credito, utilizzando i criteri di distinzione forniti dalla Banca d’Italia.

Non appena hai individuato la categoria in cui inserire il tuo credito insoluto, analizza la strategia utilizzata dalle Banche e adattala al tuo caso, applicando le modifiche opportune.


Le 3 strategie per sapere come recuperare crediti insoluti.

La trattativa stragiudiziale e la mediazione per i crediti “past due”

Quando il credito è scaduto da 90 giorni la maggior parte degli istituti di credito procedono immediatamente con l’instaurazione di una trattativa stragiudiziale.

Secondo le statistiche fornite da Banca d’Italia, quando il credito è poco deteriorato (come nel caso dei crediti “past due”) le probabilità di recupero tramite attività stragiudiziale crescono notevolmente.

Anche la mediazione civile è uno strumento utile in questi casi, ma è un rimedio meno utilizzato per via di maggiori costi di avvio.

Se il tuo credito insoluto rientra nella categoria dei “past due” ti conviene avviare una trattativa stragiudiziale o una mediazione civile.


La ristrutturazione o il rifinanziamento per i crediti “unlikely to pay”

Quando il credito è scaduto da più di 90 giorni, e si ritiene probabile che il debitore non effettuerà il pagamento, molti istituti di credito decidono di proporre alla controparte una ristrutturazione del debito mediante rifinanziamento.

Il rifinanziamento consiste nell’erogazione di una nuova somma di denaro che in parte azzera il precedente debito, ed in parte rimane nella disponibilità del correntista per consentirgli di effettuare nuove operazioni imprenditoriali.

Si tratta di uno strumento finanziario tecnico molto utilizzato per le aziende che non elimina il debito (semmai lo aumenta) ma consente al debitore in difficoltà di avere una nuova disponibilità economica che può utilizzare per risollevare la propria attività.

Se il tuo credito insoluto rientra nella categoria degli “unlikely to pay” puoi suggerire al tuo debitore di rinegoziare le modalità di pagamento, inserendo delle scadenze più dilazionate, o compensando il tuo credito con beni o servizi erogati dal tuo stesso debitore.

Lo comprendo non è la soluzione ideale (tutti preferiscono il pagamento in denaro), ma a volte può essere una soluzione intelligente; sopratutto quando c’è il fondato timore che la tua controparte non riuscirà a pagare il suo debito.


La cessione o una procedura giudiziale per i crediti “defaulted”

Quando il credito è scaduto da più di 90 giorni, ed il debitore si trova in una situazione di crisi duratura, molti istituti di credito decidono di cedere la posizione a soggetti terzi.

In Italia il numero di crediti “defaulted” è molto alto e costituisce una vera e propria paralisi del sistema bancario.

A fronte di questa situazione di crisi “duratura” le banche decidono molto spesso di procedere con la cessione delle posizioni più problematiche dietro il pagamento di importo più basso che non copre certamente il valore nominale del credito ceduto.

In questo modo la Banca realizza un piccolo incasso che non copre certamente tutte le perdite subite, ma limita i danni dovuti dal mancato pagamento.

In altri casi, molte banche decidono di recuperare i crediti “defaulted” attraverso l’istaurazione di una procedura giudiziale per mettere pressione al debitore e costringerlo a pagare.

Se il tuo credito insoluto rientra nella categoria dei “defaulted” puoi scegliere se cedere la posizione a terzi, producendo un piccolo utile; in alternativa puoi scegliere di avviare una causa giudiziale contro il debitore.

In entrambi i casi si tratta di scelte molto delicate, che ti sconsiglio di prendere da solo: meglio richiedere un parere ad un legale o ad un consulente npl.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Come recuperare crediti insoluti: quali sono le 3 strategie più utilizzate dagli istituti di credito?

  1. La trattativa stragiudiziale e la mediazione per i crediti “past due”;
  2. La ristrutturazione o il rifinanziamento per i crediti “unlikely to pay”;
  3. La cessione o una procedura giudiziale per i crediti “defaulted”.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Come recuperare crediti insoluti: le 3 strategie

Come recuperare crediti insoluti: le 3 strategie


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Come recuperare crediti insoluti: le strategie utilizzate dalle banche

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