Tag Archivio per: Tino Crisafulli

Recupero crediti quando conviene - copertina

Introduzione

Il recupero crediti quando conviene? Non è facile rispondere a questa domanda.

Ci sono alcuni fattori da analizzare prima di rivolgersi a un professionista specializzato nella gestione dei crediti insoluti.

In linea teorica conviene sempre agire per ottenere il pagamento da parte di un cliente moroso.

Qualsiasi sia la misura del tuo credito insoluto è sempre legittimo e corretto pensare di effettuare un’azione di recupero.

Non sarebbe giusto nei confronti del tuo lavoro arrendersi a un debitore che ha deciso di non pagare.

Pertanto la risposta generale alla domanda “recupero crediti quando conviene” è molto semplice.

Da un punto di vista “morale” e professionale ti conviene agire sempre.

Tuttavia ci sono dei casi in cui l’attività di recupero potrebbe essere poco conveniente sotto diversi profili.

In questo articolo ti spiegherò come valutare la convenienza delle azioni di recupero crediti in base a specifici parametri.

Prima di proseguire voglio fornirti alcune informazioni preliminari.

Recupero crediti quando conviene: investimento

Per una corretta gestione di un credito insoluto devi qualificare l’azione di recupero come un’attività di investimento.

In altre parole il creditore sostiene una spesa iniziale per cercare di ottenerne un importo maggiore in futuro.

Se l’insoluto è di importo troppo basso, probabilmente non conviene investire tempo e denaro per avviare un’azione di recupero.

In linea teorica se non ci sono le condizioni economiche che possono garantirti un ritorno dell’investimento, allora non conviene agire per il recupero del credito.

Allo stesso tempo ci sono dei casi in cui le condizioni di recupero sono più favorevoli e sarebbe un peccato non agire per ottenere il pagamento dalla controparte.

Se la somma che devi investire per l’azione di recupero è più bassa rispetto al potenziale guadagno, allora otterrai un ritorno dell’investimento iniziale.

Vediamo insieme quali ulteriori parametri devi analizzare.

Recupero crediti quando conviene: relazione tra tempo e probabilità di recupero

Per capire quando conviene il recupero crediti dovrai effettuare un’analisi previsionale sulle probabilità di successo.

In primo luogo l’anzianità del credito (aging) costituisce un parametro fondamentale nella determinazione dell’esito positivo dell’azione di recupero.

Un’insolvenza recente presenta statisticamente una probabilità di recupero superiore al 70% entro i primi sei mesi dalla scadenza.

Tale percentuale decresce progressivamente in funzione del tempo intercorso, attestandosi intorno al 40% dopo un anno dall’inadempimento.

Il decorso temporale incide negativamente sulla reperibilità del debitore e sulla conservazione del patrimonio aggredibile.

Pertanto, prima di procedere, è necessario individuare i benefici dell’azione di recupero rispetto all’anzianità del credito.

Ti suggerisco una formula matematica per ottenere un valore di riferimento per le tue scelte.

La formula per stimare la convenienza prevede le seguenti operazioni:

  • [valore nominale del credito] moltiplicato [probabilità di recupero] = [valore atteso di recupero];
  • [valore atteso di recupero] meno [costi totali di recupero] = [valore di convenienza].

Recupero crediti quando conviene - calcolo_convenienza

In questo modo, dopo aver individuato il “valore di convenienza”, potrai prendere una decisione ponderata sull’avvio dell’azione di recupero.

Valore atteso di recupero

La “probabilità di recupero” è espressa come un valore tra 0 e 1 (o tra 0% e 100%), non come un numero maggiore di 1.

Ti fornisco un esempio concreto:

  • se la probabilità di recupero è del 70%, nella formula dovrai usare il numero 0,7;
  • se la probabilità di recupero è del 50%, nella formula dovrai usare il numero 0,5;
  • se la probabilità di recupero è del 30%, nella formula dovrai usare il numero 0,3.

Pertanto, se il tuo credito ammonta a euro 10.000, con una probabilità di recupero del 70%, il calcolo sarà:

  • euro 10.000 × 0,7 = euro 7.000 (valore atteso di recupero).

In questo modo, il valore atteso sarà sempre minore o uguale al valore nominale del credito, mai maggiore.

Per individuare la percentuale di probabilità di successo sarà necessario effettuare una valutazione legale preliminare e un’indagine sul patrimonio della controparte.

Recupero crediti quando conviene: recupero stragiudiziale o giudiziale

La scelta tra recupero crediti stragiudiziale o giudiziale richiede un’attenta valutazione di alcuni parametri.

L’entità del credito rappresenta il primo elemento da considerare nella strategia di recupero.

Per importi contenuti, il recupero stragiudiziale risulta economicamente più vantaggioso rispetto ai costi processuali.

In secondo luogo la solvibilità del debitore incide in modo significativo sulle probabilità di successo dell’azione di recupero.

Un’indagine patrimoniale preliminare ti aiuterà a raccogliere dati essenziali per orientare la decisione verso una specifica strategia di incasso.

Inoltre la tempestività dell’intervento può suggerire quando conviene il recupero crediti.

Crediti datati presentano maggiori difficoltà di riscossione, pertanto necessitano spesso di un ricorso all’autorità giudiziaria.

Infine la documentazione probatoria costituisce un fattore determinante nella scelta della strategia di recupero più efficace.

In presenza di un titolo esecutivo (decreto ingiuntivo, sentenza, cambiale), l’azione giudiziale può risultare più celere e incisiva.


Analisi costi-benefici della procedura di recupero

Analisi costi-benefici

L’analisi costi-benefici rappresenta uno strumento decisionale imprescindibile per progettare una strategia di incasso.

Per valutare l’efficacia economica di una procedura di recupero crediti, occorre applicare un modello matematico basato su due variabili:

  • costi totali sostenuti;
  • importo atteso del credito.

L’importo recuperato dovrebbe superare le spese sostenute, con un margine positivo (+20%) che giustifichi l’investimento.

Allo stesso modo l’analisi previsionale sul possibile incasso è un parametro fondamentale per valutare quando conviene il recupero crediti.

Attraverso queste misurazioni potrai stabilire la data approssimativa di pagamento (spontaneo o forzoso), considerando possibili imprevisti e l’aumento dei prezzi medi su beni e servizi (inflazione).

In altre parole, se prevedi di incassare una specifica somma (es. euro 100,00) tra un anno, il beneficio potrebbe essere maggiore se incassi una cifra minore (es. euro 70,00) in un tempo più breve (3 mesi).

Recupero crediti quando conviene: soglie di convenienza economica

La soglia di convenienza si determina calcolando il break-even point (punto di pareggio).

La formula per calcolare il punto di pareggio prevede le seguenti operazioni:

  • [costi fissi di recupero] più [costi variabili di recupero] = [costi totali di recupero];
  • [costi totali di recupero] diviso [probabilità di recupero] = [break even point].

La formula di pareggio definisce l’importo minimo per cui l’azione è vantaggiosa, tenendo conto dell’aspetto economico e dell’incertezza legata all’attività di recupero.

Recupero crediti quando conviene - calcolo_break_even_point

In questo modo potrai prevenire rischi di inefficienza, salvo i casi in cui l’azione di recupero ha valore simbolico o è utile per evitare ripercussioni reputazionali.

Bisogna distinguere tre casi principali:

  • per crediti inferiori a euro 5.000: il recupero giudiziale potrebbe risultare poco vantaggioso;
  • per crediti compresi tra euro 5.000 e euro 20.000: la scelta dipende dalla solvibilità del debitore e dalla velocità di risposta del tribunale competente;
  • per crediti superiori a euro 20.000: l’azione legale potrebbe risultare conveniente, purché sia possibile stimare i tempi di durata del giudizio.

Per determinare quando conviene il recupero crediti, è necessario confrontare i costi dell’azione promossa con il valore atteso del credito recuperato, tenendo conto anche del rapporto tra imprevisti e probabilità di successo.

Indicatori chiave per la decisione di avviare il recupero

L’avvio di una procedura di recupero crediti richiede un’attenta valutazione degli atteggiamenti assunti dal debitore.

La reiterata dilazione dei pagamenti costituisce il primo segnale da monitorare.

Il debitore che modifica unilateralmente le condizioni contrattuali palesa una criticità finanziaria che merita attenzione immediata.

L’assenza di comunicazioni o l’irreperibilità della controparte rappresentano indizi di potenziale insolvenza.

Presta massima attenzione nel caso in cui il debitore abbia contestato la tua prestazione prima della scadenza del pagamento.

La presentazione di obiezioni pretestuose solo dopo i solleciti di pagamento, evidenzia spesso una strategia dilatoria (finalizzata a guadagnare tempo).

Nei crediti commerciali, l’eventuale avvio di procedure esecutive da parte di altri creditori impone un tempestivo intervento.

L’analisi dei bilanci societari può rivelare un deterioramento progressivo degli indici finanziari.

Pertanto, l’incrocio di questi elementi ti aiuterà a programmare l’azione di recupero crediti con maggiore tempestività.

Ritardo temporaneo e inadempienza definitiva: come distinguerli

La distinzione tra ritardo temporaneo e inadempienza definitiva rappresenta un ulteriore indagine che può aiutarti a capire quando conviene l’azione di recupero.

Il mero ritardo configura una situazione transitoria dove il debitore mantiene l’intenzione di adempiere, pur non rispettando la scadenza pattuita.

L’inadempienza definitiva, al contrario, presuppone l’impossibilità o la deliberata volontà di non onorare l’obbligazione assunta.

Per qualificare correttamente la fattispecie occorre analizzare diversi indicatori comportamentali del debitore.

Le comunicazioni intercorse dopo la scadenza costituiscono un primo segnale rivelatore delle reali intenzioni della controparte.

Il debitore in temporanea difficoltà generalmente mantiene un dialogo aperto, proponendo nuovi termini o piani di rateizzazione.

Inoltre la valutazione della storia pregressa del rapporto commerciale fornisce elementi predittivi sul comportamento futuro.

La disponibilità a concordare soluzioni transattive indica tendenzialmente un ritardo, non un’inadempienza strutturale.

D’altra parte, l’assenza di riscontri alle sollecitazioni o la formulazione di pretestuose contestazioni sulla prestazione ricevuta denotano spesso un’intenzione di mancato pagamento.

Pertanto, prima di avviare un’azione di recupero crediti, ti consiglio di classificare correttamente il comportamento della controparte a ridosso delle scadenze di pagamento.

Recupero crediti quando conviene: riconoscimento del debito

Il recupero crediti può risultare molto conveniente nel caso di riconoscimento del debito.

Infatti se la controparte conferma l’esistenza dell’obbligazione e non solleva contestazioni sul pagamento, l’azione di recupero potrebbe risultare più conveniente dal punto di vista economico e operativo.

In particolare il riconoscimento del debito consiste in una dichiarazione, anche implicita, con cui il debitore ammette l’esistenza del diritto di credito.

La legge (articolo 1988 del codice civile) prevede che la promessa di pagamento del debitore produce un’inversione dell’onere probatorio a favore del creditore.

In ambito commerciale, ottenere una dichiarazione scritta che attesti l’esistenza dell’obbligazione pecuniaria rappresenta un vantaggio significativo.

Il debitore che sottoscrive un riconoscimento non potrà più contestare l’esistenza del debito, dovendo dimostrare l’estinzione o l’invalidità del rapporto fondamentale.

Pertanto, nell’ambito del recupero crediti, è vantaggioso richiedere tale dichiarazione durante le trattative stragiudiziali.

La forma scritta, sebbene non obbligatoria, risulta preferibile per evidenti ragioni probatorie.

Il documento deve contenere l’indicazione precisa dell’importo, la causa del debito e la data di sottoscrizione.

In sede giudiziale, il riconoscimento consente di ottenere un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo (come stabilisce l’articolo 642 del codice di procedura civile), accelerando notevolmente i tempi di recupero.

Di conseguenza, una gestione ottimale del credito commerciale prevede l’acquisizione tempestiva di tale dichiarazione, possibilmente alla prima avvisaglia di difficoltà nei pagamenti.

Recupero crediti quando conviene: le fatture non contestate

Se il debitore non contesta la fattura emessa il suo silenzio può assumere un valore legale specifico.

La Cassazione (con la Sentenza n.  3581/2024) ha attribuito valore “confessorio” alle fatture emesse e non disconosciute dal cliente dopo diverse richieste di pagamento.

Pertanto, se hai inviato ripetuti solleciti alla controparte senza ricevere risposte, l’assenza di reclami sulla fattura assume un valore assimilabile al riconoscimento di debito.

Questo orientamento giurisprudenziale rafforza notevolmente la posizione del creditore in sede giudiziale, poiché l’inerzia del debitore viene equiparata a una tacita ammissione dell’esistenza dell’insoluto.

L’elemento innovativo della sentenza risiede proprio nella qualificazione giuridica attribuita al silenzio della controparte.

La Cassazione ha così cristallizzato un principio di responsabilizzazione del debitore nelle relazioni commerciali.

L’assenza di reclami sul contenuto della fattura, dopo solleciti documentati, trasforma il documento in una prova incontestabile.

In questo modo il comportamento del debitore acquisisce un valore probatorio qualificato, paragonabile a una confessione stragiudiziale, che potrebbe precludere la possibilità di sollevare contestazioni tardive.


Conclusione

La decisione di avviare un’azione di recupero crediti richiede una preventiva valutazione della controversia con la controparte.

Se scegli di procedere in via giudiziale contro il debitore dovrai stimare i costi e i tempi di durata della controversia.

Un consulente legale specializzato in credit management può aiutarti a valutare correttamente documenti contabili, contratti e orientamenti giurisprudenziali.

Infatti l’esperienza nella gestione di controversie commerciali è fondamentale per stimare le probabilità di successo.

In assenza di specifiche competenze, potresti trascurare elementi critici come la prescrizione del credito o la presenza di contestazioni sulla prestazione.

La scelta tra trattativa stragiudiziale e azione legale può dipendere da molteplici fattori che richiedono una valutazione complessiva di tutte le variabili.

Un’accurata analisi costi-benefici previene investimenti sproporzionati rispetto all’entità del credito, ottimizzando l’allocazione delle risorse aziendali.

Inoltre gli strumenti di indagine patrimoniale ti aiuteranno a identificare i beni pignorabili o comportamenti sospetti della controparte finalizzati a eludere il pagamento.

La consulenza legale qualificata rappresenta un investimento strategico che può aiutarti a incassare più velocemente il tuo credito insoluto.

Recupero crediti quando conviene - infografica


Consulenza Legale

Se hai bisogno di un chiarimento

Freccia


Autore

Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor | Founder di Recupero Legale.

Specializzato in: Crediti • Contratti • Privacy • Tech.

Seguimi su LinkedIn.

Iscriviti al nostro Canale YouTube.

© riproduzione riservata

Introduzione

La negoziazione assistita rappresenta uno strumento giuridico efficace per la gestione e il recupero dei crediti commerciali.

Attraverso questa procedura, il creditore può raggiungere un accordo con il debitore per prevenire l’avvio di un contenzioso giudiziale.

Nei rapporti commerciali la negoziazione assistita può aiutarti a preservare le relazioni con i clienti oltre a ridurre significativamente i costi legali per il recupero degli insoluti.

Per avviare correttamente la procedura dovrai chiedere l’intervento di un avvocato e invitare la controparte con precise modalità previste dalla legge.

In questa guida ti spiegherò cos’è la negoziazione assistita e quali sono i vantaggi che puoi ottenere da questa procedura.

Inoltre ti fornirò dei consigli per raggiungere un accordo con il debitore e incrementare le probabilità di incasso.

In questo modo potrai risolvere tempestivamente i contrasti commerciali e migliorare la salute finanziaria della tua impresa.

Prima di proseguire voglio forniti alcune informazioni preliminari.

Cos’è la negoziazione assistita

La negoziazione assistita rappresenta uno strumento giuridico introdotto nel nostro ordinamento per gestire controversie civili e commerciali.

Attraverso questo istituto, le parti coinvolte in una controversia possono avvalersi del supporto tecnico di due avvocati per raggiungere un accordo condiviso.

Il legislatore italiano ha elaborato la negoziazione assistita con l’obiettivo di deflazionare il contenzioso giudiziario, offrendo un percorso alternativo più celere ed economico rispetto al tradizionale iter processuale.

I procuratori legali svolgono un ruolo determinante nel procedimento, per dare impulso alle trattative e predisporre il provvedimento finale che sarà sottoscritto dalle parti.

Tale meccanismo consente di risolvere controversie in ambito civile, commerciale e societario mediante un confronto assistito e regolato dalla legge.

Pertanto la negoziazione assistita si configura come un valido strumento di risoluzione stragiudiziale delle contese, che valorizza il dialogo e la composizione bonaria dei conflitti.

Fasi della negoziazione assistita

La negoziazione assistita è una procedura che si articola in più fasi progressive che si susseguono al fine di favorire la definizione di un conflitto tra due o più parti.

Nella fase iniziale, i soggetti coinvolti designano un proprio avvocato di fiducia per gestire il procedimento.

La fase preliminare si concretizza mediante una comunicazione ufficiale, inviata tramite raccomandata a/r o pec, con la quale l’avvocato sollecita la controparte a concludere una convenzione di negoziazione assistita.

La comunicazione deve altresì precisare che l’assenza di risposta o il diniego entro 30 giorni potrà essere considerato dal giudice nell’ambito della determinazione delle spese processuali.

In caso di accettazione dell’invito, le parti, con l’assistenza dei rispettivi legali, procedono alla sottoscrizione di una convenzione.

Tale accordo deve contenere l’indicazione dell’oggetto della controversia nonché la durata del procedimento negoziale, la quale può oscillare tra un periodo minimo di un mese e un massimo di tre mesi.

Qualora la negoziazione si concluda con esito positivo, le parti formalizzeranno l’intesa in un accordo contrattuale.

Tale atto assume valore di titolo esecutivo e può essere impiegato ai fini dell’iscrizione di ipoteca giudiziale.

I legali attestano l’autenticità delle sottoscrizioni apposte e verificano la conformità dell’accordo alle norme inderogabili di legge.

Negoziazione assistita e recupero crediti

La negoziazione assistita rappresenta uno strumento giuridico strategico per il recupero dei crediti commerciali.

Grazie a questa procedura è possibile raggiungere un accordo vantaggioso con la controparte rispetto ai tradizionali contenziosi giudiziali.

In particolare la negoziazione assistita rappresenta una scelta vantaggiosa quando il credito è contestato ma è supportato da solide prove documentali.

Grazie a questa procedura è possibile avviare una trattativa stragiudiziale con il debitore attraverso il filtro e l’intermediazione dei consulenti legali.

In questo modo è possibile ridurre significativamente i tempi e i costi di definizione del conflitto senza dover ricorrere all’autorità giudiziaria.

Inoltre la redazione di un accordo è un ulteriore vantaggio per il creditore in caso di inadempimento della controparte.

Infatti se il debitore non rispetta le obbligazioni contenute nell’accordo conclusivo, la parte danneggiata potrà avviare un’esecuzione forzata per il recupero coattivo del credito.


La negoziazione assistita: quadro normativo

Negoziazione assistita - quadro normativo

La negoziazione assistita è regolata dal Decreto Legge n. 132/2014, convertito con modificazioni nella Legge n. 162/2014.

L’articolo 2 (del summenzionato decreto) stabilisce l’obbligo per le parti di precisare il termine concordato dalle parti per l’espletamento della procedura.

Inoltre l’articolo 3 (del medesimo decreto) disciplina le controversie per le quali la negoziazione assistita è condizione di procedibilità, come le richieste di pagamento fino a 50.000 euro, escluse quelle in materia di lavoro.

La convenzione potrà prevedere la possibilità di:

  • acquisire testimonianze da soggetti terzi in relazione a fatti pertinenti alla controversia;
  • condurre la negoziazione mediante strumenti telematici;
  • realizzare incontri attraverso collegamenti audiovisivi a distanza.

L’accordo raggiunto produce gli stessi effetti di una sentenza.

Infatti, ai sensi dell’articolo 5 del Decreto Legge n. 132/2014, il provvedimento diviene titolo esecutivo e può essere trascritto nei pubblici registri, dopo essere stato autenticato dagli avvocati.

Questo strumento riduce il contenzioso giudiziario e accelera la definizione delle controversie.

Definizione giuridica

La legge (articolo 2 del Decreto Legge n. 132/2014) definisce la negoziazione assistita come strumento di soluzione alternativa delle controversie.

Il testo normativo impone alle parti il dovere di cooperare in buona fede per definire una controversia e raggiungere una composizione amichevole.

In particolare il testo della norma sancisce l’obbligo per le parti di comunicare in maniera leale e trasparente, attraverso i rispettivi procuratori.

Infatti la presenza degli avvocati durante il procedimento garantisce il rispetto delle norme e lo scambio di osservazioni con toni professionali e collaborativi.

In questo modo è più semplice avviare un dialogo tra le parti e incrementare la probabilità di un accordo stragiudiziale.

Durante il procedimento ciascuna parte dovrà assumersi la responsabilità di individuare soluzioni condivise che possano facilitare la definizione della controversia in tempi rapidi.

Il quadro normativo impone alle parti l’obbligo di cooperare attivamente, rinunciando a comportamenti ostativi che potrebbero impedire il progresso delle trattative.

Ambito di applicazione

La legge (Decreto Legge n. 132/2014) definisce le materie in cui la negoziazione assistita diviene obbligatoria.

La norma dispone l’obbligo di ricorrere a questo strumento per la soluzione delle controversie che riguardano ambiti civili e commerciali.

Di conseguenza la negoziazione assistita può essere sfruttata nelle controversie in materia di diritti di credito e obbligazioni contrattuali.

Inoltre rientrano nell’ambito di applicazione:

  • le controversie in materia di risarcimento danni derivanti da circolazione stradale;
  • le richieste di pagamento di somme (a qualsiasi titolo vantate) non eccedenti l’importo di 50.000 euro.

La negoziazione assistita può essere sfruttata per definire i contenziosi in ambito familiare e nei rapporti tra coniugi.

Allo stesso modo la procedura può essere applicata anche nei casi di richieste risarcitorie conseguenti a responsabilità medica e professionale.

Differenze tra negoziazione assistita e mediazione

La negoziazione assistita e la mediazione civile rappresentano strumenti alternativi alla causa giudiziale, con differenze sostanziali nel metodo e negli effetti.

Nella negoziazione assistita, le parti coinvolte tentano di risolvere la controversia attraverso accordi diretti, supportati esclusivamente dai propri avvocati.

Non è prevista la figura del mediatore: i legali redigono una proposta congiunta, che diventa esecutiva se accettata da entrambe le parti.

Il procedimento è disciplinato dall’articolo 6 del Decreto Legge n. 132/2014 e può concludersi rapidamente, senza formalità procedurali vincolanti.

La mediazione civile richiede, invece, l’intervento di un soggetto terzo imparziale, denominato “mediatore”, accreditato presso appositi organismi, il quale facilita il dialogo tra le parti.

A differenza della negoziazione assistita, il mediatore propone soluzioni attraverso una procedura snella ma codificata per orientare la discussione verso compromessi condivisi.

L’atto conclusivo della mediazione, sottoscritto dalle parti e dal mediatore, possiede efficacia di titolo esecutivo (ai sensi di quanto previsto dall’articolo 12 del Decreto Legislativo n. 28/2010).

Da un lato la negoziazione assistita privilegia l’autonomia decisionale delle parti coadiuvate dai professionisti di fiducia.

Al contrario la mediazione si fonda sulla strutturazione di un confronto guidato da un mediatore che ricopre un ruolo imparziale, che può essere assimilato al ruolo di un giudice durante una causa giudiziale.

La scelta tra i due istituti dipende dalla complessità della controversia e da una valutazione di opportunità in merito al coinvolgimento di una figura terza abilitata a mediare.

Tuttavia entrambi gli strumenti condividono l’obiettivo di ridurre i tempi e i costi del contenzioso tradizionale.


Perché scegliere la negoziazione assistita

Negoziazione assistita - benefici

La negoziazione assistita rappresenta una soluzione efficace per definire le controversie legate alla gestione dei crediti (in particolare i crediti commerciali).

Infatti, a differenza della causa giudiziaria, questa procedura consente alle parti di definire la controversia grazie al patrocinio dei propri legali di fiducia.

In particolare il debitore può negoziare condizioni di pagamento più flessibili, evitando l’incertezza e i tempi dilatati di un processo.

L’iter risulta semplificato poiché non richiede l’intervento di un mediatore esterno, semplificando gli adempimenti burocratici per i partecipanti.

Le parti mantengono il controllo totale della trattativa, adattando le clausole alle esigenze concrete senza vincoli procedurali rigidi.

Un vantaggio decisivo risiede nell’efficacia immediata dell’accordo: una volta sottoscritto, il documento assume valore di titolo esecutivo.

Inoltre questo strumento riduce gli oneri legati alla mediazione civile o al giudizio ordinario, preservando al contempo i rapporti commerciali.

Infine la riservatezza del procedimento tutela la reputazione delle parti e favorisce il mantenimento di relazioni professionali.

Adesso vediamo nel dettagli i benefici principali per il creditore.

Tempi più brevi

La negoziazione assistita presenta tempistiche flessibili, condizionate dalla natura della controversia e dalla collaborazione tra le parti.

Il procedimento si sviluppa solitamente in un arco compreso tra trenta e novanta giorni.

Tuttavia alcuni casi particolarmente complessi possono richiedere periodi più estesi di trattative.

La fase preliminare implica l’esame della documentazione legale, con tempistiche variabili in base alla completezza degli atti forniti dai contraenti.

In seguito le parti potranno avviare la fase di negoziazione per trovare un accordo sulle tematiche per cui è sorta la controversia.

Un fattore determinante è la velocità di comunicazione tra gli avvocati, incaricati di mediare posizioni spesso divergenti.

Gli incontri tecnici e lo scambio di proposte richiedono mediamente due o tre settimane, a meno di ostacoli imprevisti.

L’eventuale necessità di richiedere perizie o acquisire pareri supplementari potrebbe incidere sensibilmente sulla durata complessiva del procedimento.

Rispetto al contenzioso tradizionale, la negoziazione assistita riduce i tempi grazie all’assenza di formalità giudiziarie.

Per ottimizzare i risultati, ti consiglio di programmare con il tuo legale un calendario operativo per definire la durata di ogni fase intermedia.

Costi ridotti

La negoziazione assistita comporta oneri economici variabili, determinati principalmente dalla complessità della controversia e dal compenso professionale da riconoscere al legale incaricato.

Di solito i costi comprendono tre elementi:

  • il parere preliminare;
  • la redazione di documenti;
  • le spese amministrative.

In particolare il parere preliminare richiede un’analisi giuridica approfondita, con tariffe orarie o forfettarie stabilite in base alla competenza specifica dell’avvocato.

La redazione di documenti (invito e accordo conclusivo) incrementa i compensi del legale, poiché il professionista dovrà adoperarsi per redigere i documenti necessari per il procedimento oltre all’accordo con cui le parti potranno definire la controversia.

Infine le spese amministrative includono gli eventuali diritti di segreteria e i costi di notifica, generalmente fissati in misura predeterminata in base agli adempimenti da eseguire.

Ti consiglio di definire in anticipo gli onorari con il legale che ti seguirà nel corso della negoziazione, al fine di evitare contestazioni e incomprensioni successive.

Pur essendo meno onerosa di un giudizio ordinario, la negoziazione assistita richiede comunque un investimento proporzionato agli obiettivi perseguiti.

Tuttavia, attraverso un’accurata pianificazione finanziaria, potrai ridurre i costi e sfruttare questo strumento strategico per risolvere una controversia.

Maggiore riservatezza

La negoziazione assistita garantisce un elevato grado di riservatezza che consente di proteggere i dati sensibili e le trattative tra le parti.

La legge e il codice deontologico forense impongono agli avvocati coinvolti di osservare l’obbligo di segretezza su contenuti e documenti, con sanzioni disciplinari in caso di violazione.

Infatti le informazioni emerse durante il procedimento non acquisiscono carattere pubblico e sono conosciute unicamente dai partecipanti e dai rispettivi legali.

In particolare le dichiarazioni rese dalle parti non possono essere prodotte come prova in tribunale, a meno di consenso reciproco (ai sensi quanto previsto dall’articolo 9 del Decreto Legge n. 132/2014).

Per rafforzare la protezione, ti consiglio di inserire clausole specifiche nell’accordo preliminare, definendo i limiti alla circolazione delle informazioni.

Grazie a queste regole, le parti possono svolgere le trattative in modo riservato, eliminando il pericolo di divulgazione di informazioni e prevenendo possibili danni reputazionali.


Il procedimento di negoziazione assistita nel recupero crediti

Negoziazione assistita - procedimento

La negoziazione assistita finalizzata al recupero di un credito insoluto richiede alcune attività preliminari.

In via preliminare il creditore raccogliere i documenti su cui si fonda il diritto, affinché il legale incaricato possa verificare degli elementi probatori a sostegno della pretesa.

Successivamente sarà necessario notificare al debitore un invito formale alla negoziazione al fine di avviare il procedimento.

Le parti hanno periodo di tempo limitato (non inferiore a un mese e non superiore a tre mesi) dalla notifica per raggiungere un accordo.

La durata della negoziazione può essere prorogata di ulteriori 30 giorni con mutuo consenso dei partecipanti (ai sensi di quanto prevede l’articolo 2, comma 2, del Decreto Legge n. 132/2014).

In seguito, in caso di adesione del debitore, si procede alla stipula di un accordo scritto con efficacia esecutiva, equiparabile a un titolo giudiziale.

Vediamo nel dettaglio alcuni consigli utili per definire la controversia con il debitore.

Cosa inserire nell’invito alla negoziazione

L’invito alla negoziazione assistita richiede alcune integrazioni per massimizzare l’efficacia di una strategia di recupero crediti.

In primo luogo, occorre specificare in modo inequivocabile l’ammontare del credito, indicando la fonte contrattuale o legale che ne giustifica l’esistenza.

Per questo motivo è necessario raccogliere tutta la documentazione (contratto, fatture, comunicazioni tra le parti) per rafforzare la posizione creditoria e ridurre possibili contestazioni.

Il testo dell’invito può includere una quantificazione anticipata dei tempi di durata delle trattative.

In base alla strategia negoziale, potrebbe essere vantaggioso fissare scadenze intermedie per esercitare una pressione temporale sulla controparte.

La forma dell’invito deve rispettare i requisiti previsti dalla legge, menzionando la volontà di avvalersi del procedimento.

Un errore frequente consiste nell’omissione dei termini perentori per la risposta, elemento che può compromettere l’iter.

Infine ti consiglio di inserire clausole di confidenzialità per protegge i dati sensibili e prevenire la diffusione di documenti di natura riservata.

Esiti possibili: accordo, mancato accordo o inadempimento

La negoziazione assistita può condurre a tre esiti principali, ciascuno con implicazioni giuridiche distinte.

L’ipotesi più favorevole prevede la sottoscrizione di un accordo vincolante, redatto in forma scritta e sottoposto a controllo di legittimità da parte degli avvocati delle parti.

Tale intesa assume efficacia esecutiva immediata, equiparandosi a un titolo esecutivo senza necessità di omologazione giudiziale.

In caso di mancato accordo, le parti possono avviare una causa giudiziale al fine di avviare un contradditorio e far valere le proprie pretese giuridiche.

In particolare l’insuccesso nelle trattative non preclude ulteriori tentativi di transazione, purché sussistano nuovi elementi negoziali che possano favorire la definizione della controversia.

Un terzo scenario riguarda l’inadempimento successivo alla stipula dell’accordo, ipotesi che attiva gli strumenti coercitivi previsti dal codice di procedura civile.

Infatti la parte lesa può richiedere l’esecuzione forzata direttamente al giudice competente, producendo l’accordo raggiunto durante la negoziazione assistita.

Strategie per evitare il fallimento della negoziazione

La negoziazione assistita richiede un elevato grado di competenza per scongiurare esiti negativi.

In via preliminare ti consiglio di definire gli obiettivi di incasso prima di avviare le trattative con la controparte.

In questo modo potrai circoscrivere il campo d’azione, ipotizzando il possibile esito della controversia e riducendo il rischio di divergenze improduttive.

Un errore frequente consiste nell’adottare posizioni rigide, trascurando soluzioni transattive che soddisfino entrambe le parti.

L’ascolto attivo delle argomentazioni della controparte facilita l’individuazione di punti di contatto, al fine di convergere verso compromessi sostenibili.

In caso di comportamento ostile della controparte, ti consiglio di creare una pausa concordata, al fine di effettuare verifiche supplementari.

In questo modo potrai stemperare la tensione e prevenire decisioni affrettate che possono determinare il fallimento delle trattative.

Inoltre ti consiglio di definire con priorità gli aspetti su cui c’è immediata convergenza e posticipare gli aspetti critici dopo aver costruito una base di consenso.


Conclusione

La negoziazione assistita offre vantaggi strategici nella definizione delle controversie commerciali, in particolare per il recupero di crediti insoluti.

Le trattative condotte in questa procedura possono aumentare la probabilità di incasso, grazie al filtro di soggetti terzi che non sono coinvolti emotivamente nel contenzioso.

In questo modo le parti possono preservare i rapporti commerciali potenzialmente proficui, evitando l’antagonismo tipico delle aule giudiziarie.

La negoziazione assistita produce effetti giuridici immediati e riduce i costi legali per il creditore.

Infatti l’accordo sottoscritto dalle parti costituisce titolo esecutivo, eliminando il rischio di lunghe e dispendiose controversie.

Per questo motivo ti consiglio di scegliere con attenzione il professionista con cui vorrai avviare il procedimento di negoziazione assistita.

Un legale specializzato in ADR (Alternative Dispute Resolution – Risoluzione alternativa delle controversie) può aiutarti a individuare soluzioni transattive che possono essere accettate dalla controparte.

Negoziazione assistita - consigli per la trattativa


Consulenza Legale

Se hai bisogno di un chiarimento

Freccia


Autore

Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor | Founder di Recupero Legale.

Specializzato in: Crediti • Contratti • Privacy • Tech.

Seguimi su LinkedIn.

Iscriviti al nostro Canale YouTube.

© riproduzione riservata

Prevenire un credito insoluto - copertina

Come prevenire un credito insoluto: introduzione

Prevenire un credito insoluto è l’attività più importante che ti aiuterà a limitare il rischio di insolvenza.

Per raggiungere questo risultato è necessario eseguire un’accurata profilazione dei tuoi clienti.

In particolare l’analisi preventiva della solidità economica e finanziaria della controparte rappresenta un passaggio imprescindibile prima di instaurare rapporti commerciali.

La valutazione degli indici di liquidità e solvibilità offre un quadro attendibile sulle capacità di adempimento futuro.

Inoltre l’esame patrimoniale della controparte consente di identificare i beni che possono garantire il pagamento dell’obbligazione pecuniaria.

L’adozione di strumenti preventivi durante la negoziazione rafforza ulteriormente la posizione creditoria.

In particolare la consultazione delle banche dati specializzate rivela eventuali procedure concorsuali o esecutive pendenti.

La richiesta di referenze bancarie costituisce un ulteriore elemento di valutazione della reputazione commerciale del debitore.

Tuttavia non sempre è semplice stabilire le priorità e seguire uno schema ordinato.

In questo articolo ti spiegherò come prevenire un credito insoluto per proteggere la tua impresa e il flusso di cassa da eventi pericolosi.

Ma prima di proseguire voglio fornirti alcune informazioni preliminari.

La fiducia nei rapporti commerciali: evoluzione storica

L’evoluzione dei rapporti commerciali affonda le proprie radici nella fiducia interpersonale dei mercanti medievali.

Durante i secoli, la stretta di mano quale forma di conclusione dell’accordo rappresentava una garanzia sufficiente tra operatori economici di buona reputazione.

Il progresso industriale ha trasformato radicalmente questo paradigma fiduciario, introducendo meccanismi formali di valutazione dell’affidabilità.

Nel XX secolo, gli istituti bancari hanno sviluppato i primi sistemi documentali per valutare l’affidabilità creditizia dei clienti.

La rivoluzione digitale ha successivamente accelerato questa transizione verso modelli predittivi basati su algoritmi statistici.

Alla data odierna sofisticati sistemi di rating analizzano molteplici variabili per prevenire un credito insoluto con precisione scientifica.

Le imprese moderne dispongono, pertanto, di strumenti avanzati che quantificano numericamente il rischio di inadempienza della controparte.

In altre parole, la fiducia commerciale si è trasformata da valore soggettivo a grandezza misurabile attraverso parametri oggettivi.

Alcune piattaforme digitali offrono report dettagliati sulla solidità patrimoniale di potenziali partner commerciali.

Di conseguenza, prevenire un credito insoluto rappresenta un processo standardizzato nelle realtà aziendali più organizzate.

Come prevenire un credito insoluto: procedura aziendale

Per prevenire un credito insoluto dovrai applicare una procedura aziendale, con regole predeterminate e comportamenti standardizzati.

La costruzione di una procedura aziendale richiede una valutazione iniziale sul modello di business dell’impresa.

In questo modo potrai identificare le risorse che saranno coinvolte nello svolgimento delle attività di profilazione del cliente.

La procedura deve prevedere meccanismi di controllo interno per verificare in modo periodico la solvibilità dei clienti.

Ti consiglio di identificare le attività standard e rappresentarle all’interno di un grafico o diagramma di flusso.

In seguito dovrai stabilire gli strumenti da utilizzare per la verifica e i parametri di misurazione per valutare l’efficacia della procedura nel tempo.

La formazione del personale rappresenta un elemento imprescindibile per l’effettiva applicazione delle nuove direttive.

Durante l’implementazione, dovrai monitorare costantemente i feedback dei dipendenti coinvolti per identificare eventuali errori.

Infine dovrai revisionare la procedura periodicamente per adeguarla alle nuove esigenze aziendali e alle eventuali modifiche normative.


Credit score: definizione

Prevenire un credito insoluto - credit score

Il credit score è un punteggio numerico che rappresenta l’affidabilità creditizia di un individuo o di un’impresa.

L’analisi della solidità economica del cliente si fonda sull’esame della sua storia creditizia, con particolare riferimento alla puntualità nei pagamenti e all’esposizione debitoria complessiva.

Il credit score costituisce un indicatore finanziario molto importante per una corretta gestione del rischio commerciale.

Le verifiche sistematiche sul merito creditizio permettono di prevenire crediti insoluti attraverso l’identificazione preventiva di clienti problematici.

Infatti, la consultazione periodica degli aggiornamenti sui rating finanziari fornisce un quadro dinamico della situazione patrimoniale delle controparti commerciali.

Di conseguenza, l’imprenditore può utilizzare il credit score quale parametro decisionale nelle politiche di vendita e nelle condizioni di pagamento concesse.

Pertanto, in ambito aziendale, la conoscenza approfondita dei meccanismi valutativi del credit score tutela l’equilibrio finanziario dell’impresa.

Analisi dei bilanci e indicatori economico-finanziari

L’analisi dei bilanci costituisce un accertamento molto utile per valutare in via preventiva la solvibilità delle controparti commerciali.

Gli indicatori economico-finanziari traducono in valori numerici la reale capacità di adempimento degli obblighi pecuniari di un’impresa.

Il ROI (Return on Investment), ad esempio, misura l’efficienza della gestione attraverso il rapporto tra risultato operativo e capitale investito.

Infatti, un basso indice di liquidità primaria segnala potenziali difficoltà nel fronteggiare con le risorse disponibili debiti a breve termine.

L’esame dell’indice di indebitamento rivela il grado di dipendenza dell’impresa da fonti di finanziamento esterne.

Di conseguenza, alcuni valori possono indicare situazioni di squilibrio patrimoniale con elevato rischio di insolvenza.

La valutazione periodica di questi parametri permette di prevenire un credito insoluto mediante l’identificazione tempestiva di segnali di deterioramento finanziario.

In ambito aziendale, pertanto, l’interpretazione sistematica degli indicatori di bilancio facilita la corretta gestione del rischio commerciale e la concessione di dilazioni di pagamento.

Storia dei pagamenti e comportamento commerciale

La storia dei pagamenti rappresenta un indicatore retrospettivo dell’effettiva solvibilità di un soggetto economico.

L’analisi delle condotte pregresse costituisce uno strumento predittivo affidabile per le future dinamiche di adempimento.

Un cliente con ripetuti ritardi, superiori a 60 giorni, manifesta un profilo di rischio elevato nonostante l’assenza di protesti.

Allo stesso modo è utile prestare attenzione alle ripetute richieste di proroga dei pagamenti che superano le scadenze contrattuali pattuite.

Inoltre, il comportamento commerciale della controparte permette di comprendere la sua affidabilità nelle transazioni e la coerenza con gli accordi stipulati.

Frequenti contestazioni sulla qualità del servizio e/o prodotto acquistato possono nascondere strategie dilatorie finalizzate a ritardare i pagamenti.

La repentina modifica delle abitudini d’acquisto segnala talvolta difficoltà finanziarie non ancora emerse dai dati contabili.

Di conseguenza è molto importante monitorare questi parametri comportamentali attraverso specifici database interni costantemente aggiornati.

Pertanto, in presenza di segnali critici (come la sostituzione improvvisa degli organi amministrativi o un allungamento dei tempi di pagamento), è opportuno rivedere le condizioni del rapporto con il cliente.

Prevenire un credito insoluto: informazioni di mercato e settoriali

Le informazioni di mercato costituiscono un elemento determinante nell’analisi preventiva del rischio di insolvenza.

Infatti, l’andamento macroeconomico del settore influenza direttamente la capacità di adempimento delle imprese operanti in tale ambito.

L’analisi del settore in cui opera il cliente aiuta a identificare eventuali criticità economiche o normative.

Per esempio, un’impresa attiva in un mercato in declino potrebbe incontrare difficoltà nel rispettare gli impegni finanziari.

Anche la conoscenza delle dinamiche concorrenziali consente di valutare la sostenibilità a lungo termine di un’azienda e di individuare segnali di possibile instabilità.

Un modello di business, infatti, può diventare obsoleto a causa dell’innovazione tecnologica, dell’ingresso di nuovi competitor o di cambiamenti nelle preferenze dei consumatori.

Per esempio, un’impresa che basa la propria attività su tecnologie superate potrebbe perdere competitività, riducendo la capacità di generare ricavi e onorare gli impegni finanziari.

L’analisi della concorrenza permette di identificare questi scenari con anticipo.

Se un cliente opera in un settore minacciato dall’innovazione o dalla regolamentazione, potrebbe incontrare difficoltà economiche nel breve termine.

Pertanto, al fine di prevenire crediti insoluti è molto importante integrare le analisi sui singoli clienti con valutazioni settoriali aggiornate anticipando eventuali criticità.


Il rischio nei rapporti commerciali

Prevenire un credito insoluto - rischio rapporti commerciali

Il rischio creditizio rappresenta un elemento fisiologico nelle relazioni commerciali.

Infatti ogni transazione comporta un margine di incertezza legato alla capacità del cliente di adempiere gli obblighi contrattuali.

Per questo motivo è importante che l’imprenditore analizzi con attenzione la controparte al fine di segmentare la clientela in classi di rischio.

Questa valutazione consente di minimizzare il pericolo di insolvenze, migliorando la solidità finanziaria dell’impresa e ottimizzando le condizioni di pagamento.

Inoltre, attraverso un’attenta classificazione dei clienti, l’imprenditore può prendere decisioni più informate proteggendo la propria azienda da potenziali perdite finanziarie.

La classificazione, infatti, consente di calibrare le condizioni contrattuali in funzione del profilo specifico del cliente.

In particolare la richiesta di garanzie fideiussorie per clienti in fascia di rischio elevata riduce possibili rischi di insolvenza.

La valutazione periodica del merito creditizio permette inoltre di prevenire un credito insoluto attraverso la tempestiva identificazione di segnali di deterioramento.

Pertanto è utile adottare misure correttive adeguate, come la revisione delle condizioni di pagamento, l’implementazione di strategie di recupero crediti o la diversificazione del portafoglio clienti.

In questo modo l’azienda può essere in grado di ridurre il rischio di perdite finanziarie e migliorare la sua stabilità economica.

Prevenire un credito insoluto: definizione di soglie di rischio

Le soglie di rischio rappresentano dei valori limite oltre i quali l’esposizione creditizia diventa potenzialmente pericolosa per l’equilibrio finanziario aziendale.

Tali parametri individuano i livelli di tolleranza oltre i quali l’impresa creditrice considera inaccettabile l’esposizione debitoria.

La calibrazione di questi valori richiede un’analisi differenziata per ciascuna categoria di clientela.

Nel settore B2B, l’imprenditore di solito assegna limiti più elevati ai clienti con cui ha una relazione consolidata basandosi su un’analisi della loro affidabilità finanziaria e sullo storico dei pagamenti.

Questo metodo permette di favorire la continuità delle transazioni e di rafforzare i rapporti di fiducia, mantenendo comunque un controllo sul rischio di credito.

Al contrario, per i clienti sconosciuti o di nuova acquisizione, l’assegnazione di un limite di credito dovrebbe avvenire in modo più prudente.

In questi casi, l’imprenditore può adottare politiche più restrittive e basarsi su informazioni esterne, come report di agenzie di rating, bilanci aziendali e referenze commerciali.

La revisione periodica dei parametri consente di adattare tempestivamente le decisioni aziendali alle mutate condizioni economiche dei clienti.

Prevenire un credito insoluto: monitoraggio e corretta misurazione

Una gestione aziendale efficace prevede il monitoraggio costante dell’andamento dei rapporti commerciali.

L’analisi del comportamento dei clienti permette all’impresa di adottare misure preventive e proporzionate in funzione della gravità degli atteggiamenti rilevati.

Se vengono individuate anomalie lievi è possibile effettuare un semplice monitoraggio rafforzato, con incremento della frequenza delle verifiche e l’attivazione di alert automatici.

Diversamente, in presenza di segnali più preoccupanti, l’impresa può procedere con un’interlocuzione diretta con il cliente per comprendere le ragioni delle variazioni riscontrate.

Qualora emergano criticità sostanziali, l’imprenditore può richiedere garanzie supplementari oppure rimodulare le condizioni contrattuali riducendo i termini di pagamento.

Nei casi più gravi, le misure preventive possono estendersi fino alla sospensione delle forniture o alla richiesta di pagamento anticipato.

L’efficacia di questo sistema risiede nella sua tempestività e nella corretta graduazione degli interventi.

Le strategie di risposta devono essere proporzionate alla gravità dei segnali rilevati e alla rilevanza strategica del cliente nel portafoglio aziendale.


Come prevenire un credito insoluto: regole da seguire

Prevenire un credito insoluto - regole

La valutazione preliminare del cliente rappresenta il primo passo per ridurre il rischio di insolvenza.

Prima di stipulare un accordo è importante raccogliere alcune informazioni sulla controparte al fine di valutare la sua affidabilità.

L’analisi iniziale del cliente permette di identificare potenziali criticità.

Molto spesso i segnali premonitori di difficoltà finanziarie emergono già dalle prime interazioni commerciali.

In base profilo di rischio rilevato e alla tipologia di cliente è possibile definire condizioni contrattuali adeguate già nella fase di avvio della collaborazione.

Inoltre ti consiglio di verificare la struttura societaria della controparte, prestando attenzione alla stabilità degli assetti proprietari.

La reputazione nel settore di riferimento, inoltre, fornisce indicazioni preziose non desumibili dai soli dati contabili.

Il complesso delle informazioni raccolte consente di delineare il profilo di rischio del potenziale cliente.

Tale profilazione ti aiuterà a stabilire le migliori condizioni contrattuali da proporre alla controparte al fine di prevenire eventuali inadempimenti.

Adesso vediamo nel dettaglio quali regole seguire per proteggere la tua attività da rischi.

Identificazione del cliente: documenti e richieste

Prima di concludere un affare è importante identificare con certezza la controparte e richiedere alcuni documenti che attestino l’esistenza e l’affidabilità dell’impresa.

In ambito B2B, prima di avviare la collaborazione l’acquisizione della visura camerale del cliente rappresenta il primo strumento di verifica.

La visura camerale è un documento che viene rilasciato dalla Camera di Commercio competente e fornisce informazioni essenziali su un’azienda (come la denominazione sociale, la sede legale, la partita IVA, l’identità degli amministratori e il tipo di attività).

In seguito è necessario acquisire una copia del documento di riconoscimento del legale rappresentante.

Lo scopo di questa richiesta è quello di verificare la corrispondenza tra il soggetto firmatario e colui che detiene effettivamente i poteri di rappresentanza.

Un controllo di questi elementi riduce il rischio di avviare rapporti con soggetti inaffidabili e favorisce operazioni commerciali più sicure.

La conoscenza approfondita dell’effettiva struttura societaria del cliente costituisce pertanto un elemento fondamentale nella fase preliminare della negoziazione.

Tale analisi consente di identificare i reali centri decisionali e di potere economico, rivelando eventuali criticità patrimoniali nascoste dietro complesse architetture societarie.

L’esame della compagine sociale, degli assetti proprietari e dei collegamenti con altre entità giuridiche permette di valutare con maggiore accuratezza il rischio finanziario che dovrai correre.

Rischio di insolvenza: persone fisiche e giuridiche

Per prevenire un credito insoluto è fondamentale adottare criteri di valutazione differenti a seconda che il cliente sia una persona fisica o una persona giuridica.

Poiché il rischio di inadempimento varia in base alla natura del soggetto, occorre effettuare verifiche diverse prima di avviare la collaborazione.

Nel caso di una persona fisica, l’analisi deve concentrarsi sulla capacità reddituale del soggetto e sulla proprietà di eventuali beni di garanzia (quote societarie o immobili).

In questa fase ti consiglio di effettuare un’indagine patrimoniale preventiva al fine di valutare l’affidabilità della controparte.

Per una persona giuridica, invece, la verifica dovrà concentrarsi sui dati patrimoniali dell’ente e sull’identità degli amministratori.

La visura camerale permette di verificare lo stato dell’impresa, mentre il bilancio d’esercizio fornisce informazioni utili sulla stabilità economica.

Inoltre, per valutare l’affidabilità di una persona giuridica, sarà necessario verificare la reputazione dell’impresa e il comportamento degli amministratori.

La presenza di ricavi nei documenti contabili non è sufficiente a scongiurare rischi futuri.

Infatti una gestione poco trasparente dell’impresa (deducibile tramite articoli sui media e recensioni sui social network) potrebbe costituire un campanello d’allarme da attenzionare.

La valutazione approfondita dei clienti permette di ridurre i rischi e garantire rapporti commerciali più sicuri e sostenibili.

Verifica della partita iva

Prima di stipulare un accordo commerciale è utile verificare la partita iva del cliente al fine di accertare la sua effettiva esistenza fiscale e la sua regolare iscrizione presso l’Agenzia delle Entrate.

L’obiettivo di questo controllo è quello di evitare di instaurare rapporti con soggetti inesistenti o non autorizzati a esercitare attività economiche.

Per eseguire la verifica ti consiglio di utilizzare uno strumento gratuito sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Dopo aver inserito il numero di partita iva nell’apposita sezione, il sistema restituisce informazioni essenziali, tra cui la denominazione della società e l’eventuale cessazione dell’attività.

Questa analisi accurata prima della firma di un contratto riduce le probabilità di insolvenza e tutela la stabilità finanziaria dell’azienda.

Infatti potrai anche scoprire se la società che vuole concludere un affare con te è ancora attiva, o se è in fase di liquidazione.

In questo video spiego come effettuare la verifica senza commettere errori.

Stabilire in anticipo le modalità di pagamento

Per prevenire un credito insoluto è importante stabilire in anticipo le modalità di pagamento e cristallizzare in un documento le obbligazioni pecuniarie della controparte.

Un accordo preventivo, infatti, riduce il rischio di contestazioni future e garantisce maggiore sicurezza nelle transazioni commerciali.

In questo momento sarà possibile segmentare le fasi progressive della collaborazione e monitorare e monitorare il reciproco adempimento degli obblighi contrattuali.

Il pagamento deve essere definito nei dettagli prima di avviare qualsiasi attività specificando:

  • la data di ogni scadenza;
  • gli importi da versare;
  • le modalità di pagamento accettate.

All’interno del contratto le parti potranno stabilire eventuali garanzie aggiuntive per pianificare con maggiore sicurezza l’andamento del rapporto professionale.

Tali comportamenti rafforzano la posizione creditoria e producono un vantaggio da sfruttare in sede giudiziale in caso di inadempimento.

Infatti, nel caso in cui sarà necessario procedere con l’attività di recupero crediti, sarà più semplice smentire eventuali contestazioni del debitore sulle modalità di pagamento.

Indagine patrimoniale sulla controparte

Per prevenire un credito insoluto è molto utile effettuare delle indagini patrimoniali sulla controparte prima di stipulare l’accordo.

Conoscere la situazione economica del cliente consente di valutare preventivamente eventuali rischi e adottare le opportune misure di tutela.

Nel caso di persone fisiche, è utile verificare la presenza di:

  • proprietà immobiliari;
  • redditi periodici (stipendio o pensione);
  • eventuali gravami pregiudizievoli (come ipoteche o pignoramenti).

Questi elementi forniscono informazioni preziose per valutare la capacità della controparte di adempiere agli obblighi contrattuali.

Per le persone giuridiche, invece, è importante esaminare:

  • la visura camerale;
  • i bilanci;
  • la presenza di protesti;
  • le eventuali partecipazioni societarie.

Inoltre è possibile accedere ai dati della Centrale Rischi per valutare l’affidabilità creditizia societaria e individuare potenziali criticità.

Le informazioni sulla solvibilità del cliente aiutano a prevenire crediti insoluti e a stabilire modalità di pagamento più sicure per il creditore.

In questo video ti spiego come effettuare indagini patrimoniali sulla tua controparte.


Conclusione

La corretta profilazione della clientela rappresenta un adempimento fondamentale per prevenire un credito insoluto nelle operazioni commerciali.

L’adozione di procedure preliminari di verifica patrimoniale consente di individuare tempestivamente soggetti ad alto rischio di insolvenza.

I benefici economici derivanti da tale approccio prudenziale si traducono in sensibile riduzione dei costi di recupero crediti, spesso assai gravosi per le casse aziendali.

La preventiva analisi della solvibilità del futuro cliente permette inoltre di ottimizzare la gestione del cash flow aziendale.

Nell’ottica della sana gestione finanziaria, prevenire un credito insoluto significa altresì evitare l’accantonamento di risorse a copertura di perdite presunte.

Di conseguenza, le somme non immobilizzate possono essere reinvestite in attività produttive con evidenti ricadute positive sulla redditività complessiva.

L’implementazione di un sistema strutturato di valutazione creditizia costituisce pertanto un investimento strategico ad alto rendimento.

In conclusione ti consiglio di predisporre adeguati strumenti di verifica (procedurali e contrattuali) per prevenire un credito insoluto e individuare clienti poco solvibili.

Prevenire un credito insoluto - come scegliere un cliente - schema


Consulenza Legale

Se hai bisogno di un chiarimento

Freccia


Autore

Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor | Founder di Recupero Legale.

Specializzato in: Crediti • Contratti • Privacy • Tech.

Seguimi su LinkedIn.

Iscriviti al nostro Canale YouTube.

© riproduzione riservata

Interessi di mora: introduzione

Gli interessi di mora costituiscono uno strumento legale fondamentale per proteggere il valore dei crediti commerciali.

Il mancato pagamento delle fatture rappresenta una minaccia costante per la stabilità finanziaria delle PMI e startup italiane.

Molti imprenditori sottovalutano il potenziale degli interessi di mora come leva strategica nella gestione delle controversie con clienti insolventi.

La corretta applicazione degli interessi moratori può trasformare una situazione di stallo in un’opportunità per recuperare non solo il capitale, ma anche un equo indennizzo per il ritardo subito.

In questa guida ti spiegherò le normative vigenti, le formule di calcolo e le strategie più efficaci per inserire e applicare gli interessi di mora nei contratti commerciali.

In questo modo potrai integrare questo potente strumento nelle tue procedure aziendali senza compromettere le relazioni con i clienti.

Inoltre, attraverso casi studio di contenziosi già risolti, ti dimostrerò come una corretta applicazione degli interessi di mora possa migliorare significativamente i risultati nel recupero crediti.

Ma prima di proseguire voglio fornirti alcune informazioni preliminari.

Cosa sono gli interessi di mora

Gli interessi di mora rappresentano una somma aggiuntiva dovuta dal debitore che ritarda il pagamento di un debito scaduto.

La legge (articolo 1224 del codice civile) stabilisce che nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di denaro, in caso di ritardato adempimento, il creditore ha diritto a una somma aggiuntiva a titolo risarcimento del danno.

Nelle transazioni commerciali gli interessi di mora scattano automaticamente dal giorno successivo alla scadenza del termine di pagamento.

Il Decreto Legislativo n. 231/2002 ha introdotto una normativa specifica per tutelare i creditori nei rapporti economici tra imprese.

La legge stabilisce che il tasso degli interessi moratori nelle transazioni commerciali è determinato dalla somma del tasso BCE e una maggiorazione di otto punti percentuali.

Tale meccanismo mira a scoraggiare i ritardi nei pagamenti attraverso un onere economico aggiuntivo per il debitore inadempiente.

Gli interessi di mora svolgono quindi una duplice funzione:

  • compensativa per il creditore;
  • sanzionatoria per il debitore.

In sostanza, gli interessi moratori rappresentano uno strumento di difesa contro i pagamenti tardivi, che possono causare danni per la stabilità finanziaria delle PMI e delle startup.

Differenza tra interessi legali e interessi moratori

Gli interessi legali e gli interessi di mora appartengono a due categorie giuridiche distinte con finalità differenti nel sistema giuridico.

In particolare gli interessi legali maturano automaticamente su qualsiasi debito pecuniario senza che sia necessario inserire una clausola nel contratto di collaborazione.

Il Ministero dell’Economia fissa annualmente il tasso di interesse legale, attestato al 2,00% per l’anno 2025 (come indicato dal Decreto Ministeriale del 10/12/2024).

Gli interessi di mora, invece, rappresentano una forma di risarcimento per il danno causato dal ritardato pagamento di un debito scaduto.

Nelle transazioni commerciali tra imprese, i tassi degli interessi moratori risultano notevolmente più elevati rispetto a quelli legali.

La disciplina speciale del Decreto Legislativo n. 231/2002 prevede infatti un tasso BCE maggiorato di otto punti percentuali, attualmente intorno al 9,65%.

Tale differenza percentuale comporta conseguenze rilevanti nella gestione dei crediti commerciali insoluti.

Per esempio, su un credito di 10.000 euro insoluto da un anno, gli interessi legali (calcolati con il tasso del 2025) sarebbero pari a circa 200 euro, mentre gli interessi di mora sarebbero pari a circa 1.220 euro.

Questa diversità quantificazione trasforma gli interessi moratori in un potente strumento di tutela per le imprese nei confronti dei clienti ritardatari.

L’impatto degli interessi di mora sul cash flow aziendale

I ritardi nei pagamenti generano squilibri significativi nel flusso di cassa delle imprese e startup italiane.

Gli interessi di mora rappresentano una leva strategica per proteggere la liquidità aziendale e non solo un semplice strumento compensativo.

In particolare l’applicazione sistematica degli interessi moratori nei contratti commerciali scoraggia preventivamente i pagamenti tardivi.

Infatti molti clienti potrebbero modificare le proprie priorità di pagamento dopo aver constatato che il fornitore richiede il pagamento degli interessi di mora.

Per massimizzare l’efficacia di questo strumento, ti consiglio di inserire nel tuo contratto una clausola che prevede l’applicazione degli interessi di mora in caso di inadempimento della controparte.

In genere la comunicazione preventiva della richiesta di tali interessi nelle trattative commerciali può aumentare la probabilità di pagamenti puntuali.

L’integrazione di questa leva giuridica nelle procedure aziendali può ridurre i problemi di liquidità e trasformare una possibile insolvenza in un’opportunità di percepire un indennizzo aggiuntivo.

Un’impresa con fatturato di un milione di euro e DSO di 90 giorni (Days Sales Outstanding – tempo medio di pagamento) potrebbe recuperare fino a 20.000 euro annui in più attraverso l’applicazione degli interessi di mora.

Questo strumento rappresenta una risorsa finanziaria preziosa che molte imprese non sfruttano per ignoranza o mancanza di procedure strutturate.


Come calcolare gli interessi di mora in modo corretto

Calcolare gli interessi di mora

Il calcolo degli interessi di mora richiede una conoscenza generale delle basi normative per evitare di commettere errori.

La formula base prevede: (Capitale × Tasso × Giorni di ritardo) / 365 = Importo interessi moratori.

Il tasso applicabile nelle transazioni commerciali corrisponde al tasso BCE maggiorato di 8 punti percentuali, aggiornato semestralmente.

La Banca Centrale Europea pubblica sul proprio sito gli aggiornamenti sui tassi BCE per ogni semestre.

Per eseguire il calcolo dovrai custodire la copia digitale fattura insoluta e le ricevute pec di accettazione e consegna (in caso di fattura elettronica) per individuare la data di emissione.

Inoltre raccogli tutte le comunicazioni scambiate con il debitore (email o conversazioni via chat) che dimostrano l’avvenuto svolgimento del servizio.

Adesso vediamo nel dettaglio come eseguire il calcolo.

Gli interessi moratori nelle trattative di recupero

La legge, infatti, stabilisce che se il pagamento di una somma di denaro viene ritardato, il creditore ha diritto non solo all’importo del credito originario, ma anche a una somma dovuta per il ritardo.

Tale somma costituisce la quantificazione degli interessi.

Per questo motivo, quando ricevi un pagamento in ritardo, potrai richiedere al debitore gli interessi per il mancato pagamento.

Mi soffermo un attimo su questo concetto per fornirti alcuni esempi.

Supponiamo che tu abbia stipulato un contratto di collaborazione con un cliente e debba incassare la somma di 10.000 euro entro il 30 dicembre.

Dopo la scadenza del termine, avrai diritto a ricevere un’ulteriore somma che rappresenta il danno patrimoniale subito per non aver ricevuto immediatamente il pagamento.

Più giorni passeranno, più la quota di interessi crescerà e dunque avrai la possibilità di richiedere al debitore non solo l’importo previsto dal contratto, ovvero la sorte capitale, ma anche un’ulteriore somma come risarcimento per il ritardo nel pagamento.

Questa somma, aggiunta alla sorte capitale, rappresenta la quantificazione degli interessi dovuti.

Nelle trattative stragiudiziali di recupero, ti consiglio di chiedere al debitore non solo l’importo previsto dal contratto, ma anche la quota di interessi dovuta per il pagamento ritardato.

Strumenti digitali per automatizzare il calcolo degli interessi di mora

Esiste uno strumento online gratuito che ti permette di calcolare gli interessi di mora.

Grazie a questa applicazione potrai misurare diverse tipologie di interessi in caso di ritardo nei pagamenti.

In particolare potrai calcolare:

  • gli interessi di mora;
  • gli interessi legali;
  • gli interessi a tasso fisso e altre tipologie.

In questo video tutorial ti spiego come utilizzare questo strumento.

Il calcolo degli interessi passo dopo passo

Per calcolare gli interessi (siano essi moratori o legali), dovrai inserire:

  1. La sorte capitale (l’importo del credito insoluto);
  2. La data di decorrenza (data di inizio degli interessi);
  3. La data di fine.

In seguito dovrai selezionare una delle opzioni disponibili e cliccare su “Calcola”.

Ti fornisco un altro esempio.

Supponiamo che tu debba ricevere 5.000 euro e che la scadenza di pagamento indicata nel contratto sia fissata per il 10 settembre.

Per calcolare gli interessi in modo corretto dovrai inserire la data successiva alla scadenza di pagamento, ovvero il giorno 11 settembre.

Interessi di mora e interessi legali: le differenze

Gli interessi moratori si applicano nelle transazioni commerciali, ossia quando il contratto è stipulato tra due soggetti che svolgono attività d’impresa.

Se la tua controparte è una persona giuridica o un professionista munito di partiva iva, allora potrai applicare gli interessi di mora, che risultano più elevati rispetto a quelli legali.

Ricorda un principio fondamentale:

  • gli interessi legali si applicano se nel contratto non è stata stabilita un’altra misura di interessi;
  • gli interessi di mora si applicano nelle transazioni commerciali (qualora siano espressamente concordati tra le parti).

Per evitare contestazioni, ti consiglio sempre di inserire nei tuoi contratti una clausola che autorizza a richiedere gli interessi di mora in caso di ritardo nel pagamento.

Questa soluzione può aumentare notevolmente l’importo del tuo credito e rafforzare la tua posizione negoziale.

Una precisazione importate: gli interessi di mora non si applicano se il tuo cliente è un consumatore.

Infatti, secondo quanto previsto dal Codice del Consumo (articolo 33, lettera “f”, del Decreto Legislativo n. 206/2005), si considerano “vessatorie” le clausole che impongono al consumatore il pagamento di una somma di denaro a titolo di risarcimento in caso di inadempimento o di ritardo nell’adempimento.


Interessi di mora e relazioni commerciali

Interessi di mora e relazioni commerciali

L’integrazione degli interessi di mora nella tua politica aziendale può rivelarsi uno strumento che protegge il tuo business e previene crisi di insolvenza.

In particolare ti consiglio di avvertire la controparte, fin dalle fasi preliminari della trattativa, che la tua organizzazione applica una clausola specifica sugli interessi moratori in caso di ritardo nei pagamenti.

La comunicazione preventiva della presenza di questa condizione migliora lo svolgimento della negoziazione e può ridurre significativamente il verificarsi di insoluti.

Tale strategia deve essere integrata con il lavoro del reparto commerciale al fine di non danneggiare le relazioni con clienti e fornitori.

In presenza di determinate regole contrattuali, i clienti tenderanno a rispettare maggiormente le scadenze per prevenire le conseguenze economiche del ritardo.

Inoltre ti consiglio di inserire nel tuo contratto una clausola che prevede l’applicazione degli interessi di mora.

Alcune imprese più grandi e strutturate inseriscono l’informazione sulla presenza di interessi moratori anche nelle offerte commerciali e nei documenti preventivi.

Come inserire gli interessi di mora nei contratti commerciali

Gli interessi di mora richiedono una precisa collocazione all’interno della struttura contrattuale per massimizzarne la sua finalità dissuasiva.

La sezione dedicata ai “Termini di pagamento” rappresenta la collocazione ideale per inserire le clausole sugli interessi moratori.

Per questo motivo ti consiglio di aggiungere un paragrafo specifico intitolato “Ritardi di pagamento e interessi di mora” immediatamente dopo le condizioni di pagamento standard.

Il riferimento normativo completo conferisce maggior peso legale alla tua richiesta di interessi moratori in caso di contenzioso.

Cita espressamente il D.Lgs. 9 novembre 2012, n. 192, del D.L. 24 gennaio 2012, n. 1, convertito con modificazioni dalla L. 24 marzo 2012, n. 27.

Menziona anche il D.L. 5 maggio 2015, n. 51 convertito con modificazioni dalla L. 2 luglio 2015, n. 91, e successive modifiche.

La citazione di tali norme previene contestazioni sulla legittimità della richiesta di interessi moratori.

L’omissione del riferimento normativo potrebbe spingere la controparte a sostenere che la clausola è vessatoria (al fine di ritardare l’adempimento).

Specifica nella clausola anche la data esatta dalla quale gli interessi di mora inizieranno a decorrere, indicando che il calcolo si applicherà dal giorno successivo alla scadenza dei termini indicati nel contratto.

Per una maggiore trasparenza puoi indicare la metodologia di calcolo degli interessi, richiamando il tasso BCE maggiorato di otto punti percentuali come previsto dalla normativa vigente.

Comunicazione efficace con i clienti riguardo agli interessi moratori

La comunicazione sugli interessi di mora richiede cautela e sensibilità durante tutta la relazione commerciale.

I responsabili commerciali (incaricati a favorire la conclusione del contratto) dovrebbero introdurre questo argomento già durante le prime fasi della trattativa.

Al contrario la mancata prospettazione dell’applicazi0one degli interessi moratori può indispettire la controparte e rischia di far abortire la negoziazione.

Per questo motivo ti consiglio di utilizzare strutture verbali positive che descrivono agevolazioni per pagamenti anticipati, invece che concertarti solo sulla presenza di penali.

Associa sempre la menzione degli interessi moratori a un chiaro vantaggio per il cliente in caso di pagamento puntuale.

Coinvolgi l’intero team commerciale nella scrittura degli script di vendita che menzionino gli interessi di mora senza creare frizioni o reazioni insofferenti.

La maggior parte dei responsabili commerciali evita di trattare questo argomento temendo di compromettere la relazione con il cliente.

Tuttavia questo timore risulta spesso infondato.

Per ammorbidire la discussione e riducono il potenziale conflitto negoziale spiega che gli interessi di mora vengono applicati in base policy aziendale.

In particolare puoi predisporre una brochure informativa (di una sola pagina) che spiega:

  • le conseguenze in caso di pagamento anticipato (possibili agevolazioni e riduzioni di prezzo);
  • le conseguenze in caso di pagamento ritardato (applicazione di interessi di mora);
  • la normativa sugli interessi moratori e il tasso applicato.

Gli interessi di mora possono rappresentare uno strumento strategico per selezionare clienti affidabili e ridurre le insolvenze.

Una comunicazione completa durante le trattative può consolidare le relazioni commerciali e può proteggere la tua posizione giuridica.

Profilazione della clientela e interessi di mora

Una corretta procedura di profilazione della clientela ti aiuterà ad applicazione correttamente gli interessi di mora.

In via preliminare ti consiglio di monitorare mensilmente i pagamenti in scadenza attraverso un sistema automatizzato collegato alla contabilità.

Una volta individuate le posizioni in sofferenza, valuta l’invio di solleciti di pagamento che contengano il calcolo degli interessi maturati fino a quel momento.

La consistenza nell’applicazione degli interessi moratori ti aiuterà a costruire una reputazione di serietà sul mercato.

Applicando questa strategia potrai ottenere i seguenti benefici:

  • potrai prevedere con maggiore precisione i flussi di cassa;
  • potrai ridurre fino al 30% i ritardi di pagamento;
  • potrai incrementare l’importo dei tuoi incassi (in modo totalmente legale).

Conclusione

Gli interessi di mora rappresentano uno strumento giuridico con potenzialità strategiche spesso sottovalutate dalle imprese italiane.

L’inserimento sistematico di clausole sugli interessi moratori nei contratti commerciali scoraggia preventivamente i comportamenti dilatori.

I clienti che ricevono comunicazioni sui costi aggiuntivi del ritardo tendono a rispettare maggiormente le scadenze di pagamento.

La profilazione della clientela in base alla puntualità nei pagamenti permette di personalizzare le condizioni contrattuali in modo mirato.

Un cliente con storico di ritardi merita maggiori tutele contrattuali rispetto a un pagatore abitualmente puntuale.

Un’adeguata verifica preliminare migliora le relazioni commerciali senza penalizzare i clienti virtuosi.

L’applicazione degli interessi di mora può produrre effetti positivi sul cash flow aziendale attraverso due principali meccanismi:

  • in primo luogo, riduce l’incidenza degli insoluti grazie all’effetto deterrente;
  • in secondo luogo, compensa i costi finanziari sostenuti per i ritardi inevitabili.

In questo modo potrai seguire dei parametri oggettivi per valutare la qualità del portafoglio clienti.

Grazie agli interessi di mora potrai trasformare un diritto legale in un vero strumento di gestione aziendale orientato alla sostenibilità e alla crescita.

Interessi di mora - effetti positivi


Consulenza Legale

Se hai bisogno di un chiarimento

Freccia


Autore

Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor | Founder di Recupero Legale.

Specializzato in: Crediti • Contratti • Privacy • Tech.

Seguimi su LinkedIn.

Iscriviti al nostro Canale YouTube.

© riproduzione riservata

Recupero crediti per freelance: introduzione

Il recupero crediti per freelance rappresenta un problema molto diffuso tra i professionisti indipendenti.

Secondo le statistiche degli ultimi anni (pubblicate da Globe Newswire) il 74% dei freelance non riceve il pagamento del proprio compenso in tempo.

Inoltre il 72% dei professionisti indipendenti ha almeno una fattura insoluta, il cui incasso viene posticipato regolarmente per oltre due messi.

In una recente ricerca (condotta da Bonsai) è emerso che il 59% dei freelance è creditrice di somme rilevanti (che possono superare i 50.000 euro) per lavori già completati.

Infatti molti professionisti indipendenti lavorano su numerosi progetti senza valutare preventivamente l’affidabilità della controparte.

In questi casi è molto frequente stringere collaborazioni con clienti poco conosciuti che potrebbero rivelarsi insolventi.

Il mancato pagamento di un cliente può mettere in ginocchio l’attività di un freelance, soprattutto nei primi anni di lavoro.

Tuttavia esiste un modo per proteggere il proprio lavoro e prevenire una crisi economica.

Se sei un freelance e il cliente non ha saldato il tuo compenso, sei finito/a nel posto giusto.

In questa guida ti spiegherò come incassare il tuo credito insoluto e come prevenire il rischio di insolvenza.

Nell’articolo scoprirai i 5 errori più comuni che dovrai evitare prima di concludere un accordo di collaborazione con un nuovo cliente.

Prima di proseguire voglio spiegarti alcuni concetti fondamentali.

Freelance nel mercato globale

Il termine “freelance” deriva dalla fusione delle parole inglesi “free” e “lance” che significano letteralmente “lancia indipendente”.

Questo sostantivo veniva utilizzato per identificare i soldati mercenari che non erano legati a uno specifico esercito e che combattevano agli ordini di chi offriva denaro.

La parola “freelance” è ormai penetrata nella nostra lingua italiana e viene utilizzata per identificare i professionisti (specialmente quelli non iscritti in albi professionali) che lavorano in maniera indipendente senza aver sottoscritto un contratto di lavoro subordinato.

All’interno della categoria dei “freelance” esiste un piccolo insieme di professionisti indipendenti che viene identificato con il termine “nomadi digitali”.

I “nomadi digitali” sono quella specifica categoria di freelance che offre i propri servizi in modalità remota, con orari e modalità di lavoro flessibili che favoriscono viaggi e frequenti spostamenti.

Secondo le ultime statistiche (pubblicate sul sito Webside Planet) ci sono circa 1,1 miliardi di lavoratori freelance attivi in tutto il pianeta.

L’Italia si troverebbe in una delle prime posizioni in Europa per numero di freelance, con oltre 4,3 milioni di persone che hanno scelto questa modalità lavorativa.

In una platea di freelance così vasta il rischio di insolvenza può essere molto elevato senza l’applicazione di misure preventive.

Recupero crediti per freelance: problemi frequenti

In via generale il recupero crediti è il complesso delle attività stragiudiziali e giudiziali che consente a un creditore di ottenere il pagamento da parte del debitore.

Nello specifico il recupero crediti stragiudiziale consiste nello svolgimento di tutte quelle azioni finalizzate a recuperare un credito senza l’avvio di una causa giudiziale.

Uno dei problemi più frequenti per i freelance è quello di comprendere quali conseguenze e rischi può determinare il mancato pagamento di un cliente.

Infatti la presenza di un credito insoluto può determinare il verificarsi di una crisi economica sotto molteplici fattori.

Innanzitutto il mancato pagamento di un lavoro già eseguito determina un mancato introito e una perdita di liquidità.

Tuttavia uno dei problemi più ignorati riguarda il tema della tassazione.

In particolare la presenza del credito insoluto determina un incremento della base imponibile, con conseguente accrescimento delle imposte.

Per questo motivo è necessario tutelare la propria posizione giuridica e fiscale agendo tempestivamente per impedire il propagarsi della crisi finanziaria.

Vediamo quali sono le principali attività da compiere.

Verifiche preliminari

In prima analisi ti consiglio di verificare l’entità del credito insoluto prima di programmare i successivi step.

Infatti, per una corretta gestione dei crediti insoluti, è necessario personalizzare la strategia di recupero in base al grado di deterioramento del credito.

Il nostro studio legale utilizza un metodo di classificazione delle insolvenze che prevede la misurazione di specifici parametri.

Soltanto dopo aver completato la verifica preliminare sul credito insoluto è possibile organizzare una strategia di incasso.

In seguito ti consiglio di:

  • raccogliere tutta la documentazione in tuo possesso;
  • descrivere in poche righe gli eventi che hanno preceduto l’insolvenza.

Queste informazioni possono rivelare dettagli molto preziosi per la successiva trattativa di recupero.

Analisi costi – benefici

In secondo luogo ti consiglio di effettuare un’analisi “costi – benefici” per individuare la strategia più adatta al tuo caso.

Per soddisfare le tue aspettative di incasso ti consiglio di richiedere supporto legale specializzato.

Infatti, sebbene il recupero crediti stragiudiziale sia la soluzione più efficace per incassare il tuo credito da freelance, devi sapere che esistono delle eccezioni.

In molti casi soltanto l’azione giudiziale potrebbe consentire di ricevere il pagamento dalla controparte.

Non esistono delle regole generali e immanenti.

Ogni posizione creditoria deve essere analizzata per verificare quale potrà essere la strategia di recupero più efficace.

Per questo motivo sarà necessario effettuare una previsione degli eventuali costi da sostenere in caso di contenzioso giudiziale.

In questo modo potrai misurare l’impatto economico che la controversia potrà avere sul tuo patrimonio.


Recupero crediti per freelance: gli errori da evitare

Recupero crediti per freelance - errori

La stabilità finanziaria di un freelance dipende spesso dalla puntualità dei pagamenti.

Senza un sistema efficace di prevenzione, i rischi di insolvenza aumentano e possono vanificare mesi di lavoro e impegno.

Solitamente un professionista indipendente non dispone delle stesse risorse impiegate nelle aziende più strutturate.

Infatti, in molti casi, un freelance non adotta un processo organizzativo che gli consente di verificare la solvibilità dei nuovi clienti.

Per questo motivo è utile applicare delle strategie preventive nella fase iniziale che precede l’avvio della collaborazione con il cliente.

Nei prossimi paragrafi ti spiegherò quali sono gli errori più frequenti da evitare prima di concludere un affare.

Iniziamo subito.

Recupero crediti per freelance: assenza di contratto

Il recupero crediti per freelance diventa più complesso quando manca un contratto sottoscritto dalla controparte.

Molti professionisti autonomi commettono l’errore di iniziare a lavorare sulla base di accordi verbali o scambi di email ordinarie.

Senza un contratto (inteso come documento cartaceo o digitale), il freelance può trovarsi in una posizione di debolezza in caso di mancato pagamento.

Infatti, la prova dell’esistenza del rapporto professionale, dei termini concordati e del valore delle prestazioni ricade interamente sul creditore.

In assenza di un documento formale (come il contratto), il freelance dovrà raccogliere e presentare prove alternative per dimostrare l’esistenza del suo diritto di credito.

In particolare il creditore dovrà produrre:

  • email;
  • messaggi scambiati via chat;
  • bozze di documenti e/o progetti eseguiti durante il lavoro;
  • testimonianze verbali di terzi;
  • qualsiasi elemento che possa dimostrare l’esistenza di un accordo con la controparte.

Questo errore è certamente rimediabile e il tuo credito non è a rischio.

Tuttavia, l’assenza del contratto (inteso come documento cartaceo o digitale) potrebbe rendere più complessa la controversia.

Per questo motivo ogni volta che accetti un incarico, stipula un contratto con il cliente e chiedi la sua sottoscrizione.

Recupero crediti per freelance: conferimento incarico

Il recupero crediti per freelance può essere ostacolato se l’incarico non viene espressamente conferito con modalità scritte (email o pec).

Anche questo è un errore molto comune.

Spesso i freelance più giovani e inesperti accettano di eseguire la prestazione dopo una conversazione telefonica o un messaggio inviato tramite chat.

In particolare, affidarsi esclusivamente allo scambio di messaggi su WhatsApp per formalizzare un incarico, può rappresentare un rischio in caso di contestazioni sulla prestazione.

L’assenza di un documento scritto che conferma l’affidamento del lavoro può creare un vuoto probatorio difficile da colmare in caso di mancato pagamento.

Email e conversazioni in chat

Le email, infatti, costituiscono una prova documentale più solida, in quanto contengono data, mittente, destinatario e sequenza cronologica delle comunicazioni.

Secondo le ultime sentenze della Cassazione, anche i messaggi scambiati via chat (es. WhatsApp) possono essere utilizzati per provare l’esistenza di un diritto (come il diritto di credito).

Tuttavia la natura frammentaria delle conversazioni scambiate tramite le app di messaggistica istantanea rende molto complesso individuare l’effettivo conferimento dell’incarico e le condizioni generali della collaborazione.

In assenza di contratto, questi rischi permangono anche con un incarico affidato tramite email, ma solitamente le sequenze “a cascata” della posta elettronica consentono una migliore indagine in ordine alla conversazione tra le parti.

Questi elementi possono risultare decisivi per ottenere un decreto ingiuntivo o per supportare le proprie ragioni durante la trattativa stragiudiziale.

Per questo motivo se non vuoi puoi firmare un contratto con il cliente (scelta consigliata) chiedi almeno al cliente di conferire l’incarico tramite una pec (o in ultima ipotesi tramite una email).

Recupero crediti per freelance: accordo sul compenso

Il recupero crediti per freelance può diventare più complicato se il compenso viene negoziato tramite strumenti diversi dal contratto (conversazioni verbali o messaggi via chat).

Questa modalità di accordo, spesso preferita perché più comoda, veloce e meno burocratica, può successivamente ostacolare il recupero di un credito insoluto.

Quando un freelance concorda un compenso senza una base documentale (contratto, comunicazione pec o email) è più difficile tenere traccia del consenso espresso dalla controparte.

Le applicazioni di messaggistica istantanea, sebbene consentano l’esportazione delle conversazioni intercorse con un contatto, mostrano criticità sostanziali.

Infatti le comunicazioni scambiate via chat sono spesso frammentarie e intervallate da risposte della controparte che impediscono una corretta comprensione delle intenzioni delle parti.

Alcune frasi possono risultare ambigue o incomplete e possono essere facilmente contestate dalla controparte.

Conversazioni telefoniche

Analogamente alcuni professionisti si accordano sul prezzo di un servizio tramite colloquio telefonico.

Tuttavia questa scelta è errata poiché in caso di credito insoluto sarà più difficile dimostrare a quanto ammonta il compenso.

Dopo una conversazione telefonica o uno scambio di messaggi via chat, in cui si discutono i termini economici, ti consiglio di firmare un contratto.

In alternativa puoi formalizzare l’accordo sul compenso con una comunicazione via pec in cui fornisci un riepilogo del compenso.

In ultima ipotesi puoi scegliere la comunicazione via email, ma tale soluzione è meno protettiva rispetto alla firma di un contratto o l’invio di pec.

Nel testo dell’email ti consiglio di specificare il corrispettivo concordato e di richiedere alla controparte di confermare in via scritta l’accettazione della proposta.

Mancata descrizione delle modalità di esecuzione del lavoro

Il recupero crediti per freelance può diventare problematico quando manca una definizione scritta delle modalità di esecuzione del lavoro.

L’assenza di informazioni scritte sul lavoro da svolgere crea un terreno fertile per contestazioni da parte del cliente.

Senza parametri chiari, il debitore può facilmente obiettare sulla qualità, completezza o conformità del lavoro rispetto alle aspettative.

Quando il cliente commissiona un lavoro, ti consiglio di concordare in modo preciso come dovrà essere eseguita la prestazione.

Ti fornisco un esempio concreto.

Se realizzi un servizio digitale, predisponi un documento in cui descrivi le caratteristiche del progetto e dell’output finale.

In particolare, per evitare obiezioni, ti consiglio di esplicitare:

  • le fasi progressive di svolgimento del lavoro (indicando chi sarà il soggetto che si dovrà occupare di un determinato compito);
  • le specifiche tecniche del risultato che sarà consegnato;
  • i criteri di accettazione del risultato (ovvero quando il lavoro si considera completato);
  • i tempi di consegna (se non sono previste azioni di replica e/o interazione del committente).

Questo livello di dettaglio riduce drasticamente il margine di contestazioni e fornisce una base solida in caso di necessità di recupero.

Recupero crediti per freelance: emissione immediata della fattura 

Il recupero crediti per freelance ha come base documentale una o più fatture insolute emesse al termine del lavoro.

L’emissione immediata delle fatture, sebbene sia un’attività corretta dal punto di vista amministrativo, può trasformarsi in un problema fiscale significativo in caso di mancato pagamento.

Quando un freelance emette fattura, indipendentemente dall’incasso effettivo, è tenuto a versare le imposte sul reddito relative all’importo fatturato.

Questo significa che, in caso di insolvenza del cliente, il professionista dovrà pagare delle tasse su compensi mai ricevuti.

Una soluzione più prudente consiste nell’emettere inizialmente una notula proforma (o avviso di parcella), che non ha valore fiscale e non genera obblighi tributari.

Questo documento, pur essendo legalmente valido per richiedere il pagamento, non comporta l’insorgere di obbligazioni fiscali immediate.

Per questo motivo ti consiglio di emettere la fattura solo dopo aver ricevuto il pagamento.

In questo modo il momento dell’imposizione fiscale coinciderà con quello dell’effettivo incasso.


Conclusione

Il recupero crediti per freelance può risultare più efficace quando si adottano misure preventive adeguate.

La stipula di un contratto, la definizione delle fasi progressive del lavoro e una gestione oculata della fatturazione, rappresentano la migliore difesa contro i clienti insolventi.

Queste azioni non costituiscono dei meri adempimenti burocratici, ma azioni di valore strategico che possono preservare la stabilità finanziaria della tua attività professionale.

La formalizzazione degli accordi può ridurre il rischio di crediti insoluti e ne facilita notevolmente il recupero.

Inoltre una corretta valutazione legale e una previsione dell’esito della controversia può tutelare il lavoro di un freelance.

In questo modo è possibile prevenire problemi futuri e pianificare una crescita economica stabile e sostenibile.

Recupero crediti per freelance - errori_grafico


Consulenza Legale

Se hai bisogno di un chiarimento

Freccia


Autore

Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor | Founder di Recupero Legale.

Specializzato in: Crediti • Contratti • Privacy • Tech.

Seguimi su LinkedIn.

Iscriviti al nostro Canale YouTube.

© riproduzione riservata

Fallimento società di persone - copertina

Introduzione

Il fallimento di una società di persone rappresenta un momento critico poiché può rendere difficile il recupero di un credito insoluto.

Infatti nelle procedure concorsuali i creditori vengono soddisfatti seguendo precise gerarchie di priorità.

Il rischio principale è trovarsi in fondo a questa lista con scarse possibilità di ottenere il pagamento da parte della società fallita.

Per questo motivo è opportuno intervenire tempestivamente e prevedere adeguate garanzie per tutelarsi da eventuali insolvenze.

Le società di persone sono caratterizzate da una struttura flessibile ma anche vulnerabile e possono trovarsi in difficoltà finanziaria a causa di diverse variabili che ne compromettono la stabilità.

In questo articolo ti spiegherò come prevenire potenziali perdite legate a insolvenze impreviste e come tutelarti in caso di fallimento di società di persone.

Ma prima di proseguire voglio fornirti alcune definizioni preliminari.

Fallimento società di persone: che cos’è il fallimento

Il fallimento è una procedura giudiziale che viene avviata quando un individuo o un’azienda non è più in grado di adempiere ai propri obblighi finanziari e si trova in una situazione di insolvenza.

Una persona fisica o giuridica viene dichiarata insolvente quando non riesce a soddisfare le richieste dei creditori e a rispettare gli impegni economici assunti.

La procedura fallimentare può essere attivata su richiesta di un creditore o dello stesso debitore.

Una volta avviato il procedimento, il Tribunale nomina un curatore, incaricato di amministrare e vendere i beni del debitore.

Prima di procedere con la liquidazione del patrimonio il curatore fallimentare redige lo stato passivo, un documento che fornisce una fotografia della situazione finanziaria del fallito.

All’interno dello stato passivo sono elencati le obbligazioni e i debiti accumulati nei confronti di terzi (come ad esempio fornitori e istituti finanziari).

Inoltre il curatore analizzerà il complesso dei beni e delle attività in capo alla società di persone che possono essere venduti per soddisfare i creditori (come immobili, macchinari o crediti verso clienti).

Ogni creditore può intervenire all’interno della procedura per ottenere il pagamento del suo credito insoluto.

Il fallimento delle società di persone però presenta caratteristiche specifiche che lo differenziano da quello delle società di capitali.

Fallimento società di persone: cosa sono le società di persone

Il fallimento di una società di persone è un evento complesso che può avere implicazioni significative per i creditori.

Le società di persone sono entità giuridiche create con lo scopo di condurre attività commerciali e possono assumere diverse forme.

Le principali tipologie di società di persone sono:

  • la società semplice (s.s.);
  • la società in nome collettivo (s.n.c.);
  • la società in accomandita semplice (s.a.s.).

Vediamo nel dettaglio quali sono le principali differenze.

Le società di persone: differenze

La società semplice (s.s.) è la forma più elementare di società prevista dall’articolo 2251 e seguenti del Codice Civile e può essere utilizzata anche per attività non commerciali (come la gestione di beni immobili o l’esercizio di attività agricole).

Questo tipo di società non è soggetta a fallimento in quanto non può esercitare attività commerciale, requisito richiesto dall’articolo 1, comma 1 della Legge Fallimentare.

La società in nome collettivo (s.n.c.), invece, rappresenta la forma principale di società utilizzata per l’esercizio di un’attività commerciale disciplinata dall’articolo 2291 e seguenti del Codice Civile.

La gestione della s.n.c. spetta di norma a uno o più soci amministratori che agiscono in nome e per conto della stessa la quale è soggetta a fallimento.

La società in accomandita semplice (s.a.s), infine, è una forma societaria che consente di unire il capitale di alcuni soci (i c.d. soci accomandanti) che non vogliono essere coinvolti nella gestione quotidiana, con la competenza e l’esperienza di altri soggetti definiti soci accomandatari.

Fallimento società di persone - tipologie principali

Questi ultimi (accomandatari) si occupano della direzione dell’impresa (come stabilisce l’articolo 2313 e seguenti del Codice Civile) e rappresentano la medesima nei rapporti con i terzi.

La s.a.s. viene utilizzata in situazioni in cui è necessario raccogliere capitale senza compromettere il controllo operativo.

La società in accomandita semplice può essere dichiarata fallita se non è in grado di far fronte alle proprie obbligazioni.

Fallimento società di persone: autonomia patrimoniale imperfetta

Il fallimento di una società di persone può determinare delle gravi conseguenze anche per i soci che l’hanno costituita.

La struttura ed il funzionamento dell’impresa si fondano sull’aspetto personale in quanto le decisioni, la gestione delle risorse e la stessa identità della società sono collegate alle competenze e ai valori dei singoli soci.

Infatti, a differenza delle società di capitali, il legame tra i soci è più stretto e diretto e per questo motivo si parla di autonomia patrimoniale imperfetta della società di persone.

Questo termine indica che, anche se la società è un’entità giuridica distinta dai soci, la sua separazione patrimoniale non è totale.

Infatti, in caso di difficoltà economiche o di debiti, i soci sono chiamati a rispondere personalmente con il loro patrimonio (come stabilisce l’art. 2291 del Codice Civile).

Questa regola generale non vale interamente per le società in accomandita semplice in cui solo i soci accomandatari sono responsabili per le obbligazioni sociali (come stabilisce l’art. 2313 del Codice Civile).

Pertanto l’eventuale fallimento della società di persone coinvolgerà inevitabilmente anche i soci e metterà a rischio la loro situazione economica e patrimoniale.


Fallimento società di persone e recupero crediti

Fallimento società di persone - recupero crediti

Il fallimento di una società di persone può rendere più difficile recuperare un credito insoluto poiché l’apertura della procedura concorsuale determina la sospensione delle azioni esecutive individuali.

Per questo motivo il creditore deve agire tempestivamente per tutelare i propri interessi e monitorare in modo costante e periodico l’andamento del rapporto con il cliente.

In particolare è molto importante prestare attenzione ai segnali che possono preannunciare una crisi finanziaria (come ritardi nei pagamenti o richieste di dilazioni).

Infatti, all’esito della procedura fallimentare, le somme di denaro ricavate dalla liquidazione del patrimonio verranno ripartite tra tutti i creditori secondo criteri legali rigorosi e con risultati che spesso si rivelano poco soddisfacenti.

Pertanto, se il creditore agisce prima della dichiarazione di fallimento avrà più possibilità di ottenere il recupero del credito insoluto.

Fallimento società di persone: conseguenze per i creditori

Il fallimento delle società di persone determina l’impossibilità per i creditori di avviare o proseguire l’attività esecutiva eventualmente in corso.

L’obiettivo primario del fallimento è garantire una gestione collettiva e ordinata del patrimonio del debitore che dovrà essere distribuito in maniera equa tra tutti i creditori.

Infatti, al fine di evitate disuguaglianze e disordini nella gestione della massa fallimentare, l’art. 51 della Legge Fallimentare impedisce ai creditori di agire individualmente per soddisfare i propri crediti insoluti.

La ratio di tale disposizione risiede nel principio di par condicio creditorum.

Questa regola generale impone che i creditori siano trattati in modo paritario e che la soddisfazione dei loro crediti avvenga attraverso una distribuzione proporzionale e ordinata.

Se i creditori potessero agire individualmente, i primi a procedere potrebbero ottenere una soddisfazione maggiore rispetto agli altri, compromettendo l’equità e il buon funzionamento del sistema.

Inoltre, il blocco evita la dispersione o la frammentazione del patrimonio del fallito, assicurando che i beni residui siano gestiti in modo centralizzato dal curatore fallimentare.

Fallimento società di persone: insinuazione nel passivo

Nel fallimento di una società di persone, i creditori devono presentare la domanda di insinuazione al passivo.

L’ammissione al passivo è un istituto disciplinato dall’articolo 93 della Legge Fallimentare.

La richiesta va depositata presso la cancelleria del tribunale competente entro 30 giorni prima della data di udienza di verifica dei crediti.

Il creditore deve allegare i documenti che dimostrano il proprio diritto al pagamento e indicare la somma che si intende recuperare dal fallimento.

In seguito, il curatore fallimentare predispone un progetto di stato passivo con l’elenco dei crediti ammessi.

Fallimento società di persone - ammissione al passivo

I creditori ammessi al passivo partecipano alla distribuzione dell’attivo della società fallita.

Tuttavia, il soddisfacimento delle pretese dipende dalla disponibilità patrimoniale dell’impresa e dall’attivo fallimentare.

Fallimento società di persone: privilegio del creditore fondiario

Il fallimento della società di persone rende più difficile il recupero di un credito insoluto se è presente un creditore fondiario.

Il credito fondiario ha per oggetto la concessione di finanziamenti a medio e lungo termine da parte di banche in favore di soggetti che vogliono acquistare un immobile (come stabilisce l’articolo 38 del Testo Unico Bancario – D.Lgs. 385/1993).

La banca accetta di erogare il mutuo fondiario soltanto se è possibile iscrivere ipoteca di primo grado sull’immobile.

A differenza degli altri creditori il creditore fondiario può iniziare o proseguire l’azione esecutiva individuale sul bene ipotecato.

Pertanto, non si applica nei suoi confronti il divieto stabilito dall’art. 51 della Legge Fallimentare.

Il privilegio fondiario consente di agire anche dopo la dichiarazione di fallimento e l’esecuzione immobiliare  si svolge parallelamente alla procedura fallimentare.

Il ricavato della vendita viene distribuito secondo l’ordine dei privilegi e la banca riceve il pagamento del proprio credito con precedenza sugli altri creditori.

Questi ultimi specialmente quelli chirografari o senza titolo, rimangono molto spesso insoddisfatti.

Pertanto, prima di insinuarsi nel passivo è necessario valutare  le reali prospettive di incasso.


Fallimento società di persone e credit management

Fallimento società di persone - credit management

Il fallimento della società di persone rappresenta un evento critico per gli imprenditori poichè il cliente diventa giuridicamente insolvente.

Una corretta gestione del credito può ridurre i rischi finanziari e preservare la liquidità aziendale.

Le società di persone, come le s.n.c. e le s.a.s., rispondono con il patrimonio sociale e personale per i debiti aziendali.

Tuttavia, in caso di fallimento, i creditori chirografari potrebbero avere poche possibilità di recuperare i crediti insoluti.

L’ammissione al passivo rappresenta solo un riconoscimento formale del credito.

Di conseguenza, è preferibile effettuare delle valutazioni preliminari sulla controparte al fine di prevenire crisi di insolvenza.

Nei prossimi paragrafi ti spiegherò come ridurre i rischi in caso di fallimento di società di persone.

Investire in strategie di prevenzione è sempre una scelta vantaggiosa per la tua impresa.

Fallimento società di persone: credit scoring

Il credit scoring rappresenta oggi uno strumento fondamentale per le PMI che desiderano tutelare i propri interessi economici.

Questa metodologia analitica valuta l’affidabilità creditizia dei clienti, assegnando un punteggio che indica la probabilità di insolvenza.

Le società di persone, caratterizzate dalla responsabilità illimitata dei soci, presentano rischi specifici in caso di fallimento.

Quando una società di persone fallisce, i creditori possono rivalersi sul patrimonio personale dei soci, ma questo processo è spesso lungo e complesso.

Il credit scoring analizza diversi parametri: storico dei pagamenti, bilanci, indici finanziari e comportamenti di mercato.

Grazie a questi dati, le imprese possono identificare in anticipo i segnali di difficoltà finanziaria dei loro clienti.

In questo modo potrai ottenere molteplici vantaggi:

  • differenziare le condizioni di pagamento in base al rischio;
  • monitorare costantemente la salute finanziaria dei clienti;
  • ridurre significativamente gli insoluti;
  • prendere decisioni più consapevoli sulla concessione di credito.

Credit Scoring

L’implementazione di un sistema di credit scoring può ridurre fino al 30% il rischio di crediti insoluti.

Questo strumento non rappresenta solo una protezione, ma anche un vantaggio competitivo che permette alle imprese di operare con maggiore sicurezza.

Per le PMI, investire in un sistema di valutazione del merito creditizio significa proteggere la propria stabilità finanziaria e garantire la continuità aziendale nel lungo periodo.

Fallimento società di persone: segnali di crisi

Il fallimento di una società di persone rappresenta un rischio concreto per le PMI creditrici.

Individuare tempestivamente i segnali di crisi (insolvency triggers) permette di proteggere i propri crediti e adottare misure preventive efficaci.

I segnali di allerta si manifestano spesso con mesi di anticipo rispetto all’effettivo fallimento.

Il ritardo nei pagamenti costituisce l’indicatore più immediato.

Quando una società di persone inizia a posticipare sistematicamente le scadenze, è necessario indagare sulle possibili cause.

In particolare una richiesta di dilazione dei termini di pagamento superiore ai 60 giorni rappresenta un segnale da analizzare con attenzione.

Ulteriori indicatori di crisi

Esistono ulteriori indicatori che possono sfociare in una crisi irreversibile (come il fallimento).

In particolare la riduzione improvvisa del volume d’affari e la perdita di clienti strategici possono determinare una drastica riduzione degli incassi che precedente l’insolvenza.

Anche i cambiamenti nella compagine sociale o le difficoltà nel reperire nuove linee di credito segnalano potenziali problemi.

Per questo motivo ti consiglio di monitorare regolarmente i seguenti parametri:

  • puntualità nei pagamenti;
  • andamento del fatturato del cliente su base trimestrale;
  • presenza di eventuali protesti;
  • cambiamenti significativi nella gestione aziendale e nella composizione societaria;
  • difficoltà nelle relazioni commerciali con fornitori strategici.

Nel caso delle società di persone, dove la responsabilità patrimoniale si estende ai soci, è utile valutare anche la solidità economica dei singoli partner.

Un monitoraggio costante di questi indicatori ti aiuterà a identificare precocemente situazioni di rischio.

In questo modo potrai adottare strategie di tutela del credito prima che la situazione diventi irreversibile.


Conclusione

Prevenire l’insolvenza dei clienti, soprattutto quando si tratta di società di persone, è una priorità per le PMI che gestiscono crediti insoluti.

Analizzare la capacità di rimborso dei clienti, attraverso strumenti come il credit scoring, non è solo una strategia difensiva, ma un investimento per la stabilità aziendale.

I campanelli di allarme, come ritardi nei pagamenti o peggioramenti del rating, devono essere monitorati con attenzione per evitare rischi futuri.

Per questo motivo ti consiglio di adottare strategie mirate integrando sistemi di valutazione del rischio nelle tue policy aziendali.

In un contesto economico sempre più competitivo, la capacità di anticipare problemi finanziari può fare la differenza tra crescita e difficoltà.

Investire nella prevenzione significa proteggere il proprio business e garantire una gestione più sicura ed efficiente dei crediti.

Riconoscimento della Crisi Finanziaria - schema


Consulenza Legale

Se hai bisogno di un chiarimento

Freccia


Autore

Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor | Founder di Recupero Legale.

Specializzato in: Crediti • Contratti • Privacy • Tech.

Seguimi su LinkedIn.

Iscriviti al nostro Canale YouTube.

© riproduzione riservata

Societa di recupero crediti - copertina

Società di recupero crediti: introduzione

Le società di recupero crediti sono strutture organizzative complesse che possono aiutarti a ottenere il pagamento delle fatture non pagate.

Per diversi anni ho collaborato con una grande azienda che forniva servizi di credit management e mi sono specializzato nella gestione dei crediti deteriorati.

In seguito, dopo aver fondato il nostro studio legale, mi sono dedicato all’analisi e alla progettazione di processi lavorativi prendendo spunto dalle società di recupero crediti più efficienti.

Sono convinto che ogni impresa di una certa dimensione (che possiede più di 10 dipendenti) dovrebbe applicare delle procedure di lavorazione standard (anche definite SOP) per ottimizzare la gestione dei crediti commerciali.

In questo articolo ti spiegherò come replicare il modello organizzativo delle società di recupero crediti, analizzando le risorse coinvolte, le abilità utilizzate e i servizi più efficaci.

Grazie a queste informazioni potrai migliorare la salute finanziaria della tua impresa e potrai replicare un modello vincente per gestire eventuali crisi economiche.

Ma prima di proseguire voglio fornirti alcune definizioni preliminari.

Società di recuperi crediti: definizione

Le società di recupero crediti sono aziende specializzate nella gestione e nel recupero di crediti insoluti.

L’obiettivo principale di queste imprese è quello di tutelare gli interessi dei creditori svolgendo tutte le attività necessarie per ottenere il pagamento dal debitore.

Negli ultimi anni le società di recupero crediti hanno fatto evolvere il loro modello operativo in risposta a cambiamenti significativi nel mercato creditizio.

Infatti sempre più operatori hanno concentrato la propria attenzione verso i portafogli di crediti bancari non performanti (NPL) e inadempienze probabili (UTP).

Questa trasformazione è stata causata da diversi fattori.

In primo luogo la recessione e la progressiva riduzione dei salari medi ha causato una grande mole di esposizioni debitorie (in relazione alla restituzione di finanziamenti bancari), difficilmente gestibili per un singolo creditore.

Le società di recupero crediti si sono così strutturate per gestire volumi sempre più elevati di pratiche, sviluppando tecnologie avanzate e approcci analitici sofisticati.

In questo modo è possibile segmentare adeguatamente i vari tipi di debito e personalizzare le strategie di recupero.

In secondo luogo, le banche sono state costrette a rispettare le nuove disposizioni legislative per smaltire i crediti deteriorati e ottimizzare i propri bilanci.

Inoltre, con l’espansione dell’industria fintech, queste società hanno iniziato a integrare soluzioni digitali innovative nei loro processi operativi.

In questo modo l’interazione con i debitori è divenuta più efficace, attraverso l’uso di strumenti multicanale e strumenti di risoluzione alternativa delle controversie.

Il portafoglio di crediti

Il portafoglio di crediti rappresenta una raccolta di crediti in sofferenza o scaduti, che sono stati affidati (o ceduti) a società di recupero crediti.

Questi raggruppamenti possono variare significativamente per dimensioni e composizione, spaziando da esposizioni debitorie individuali a insolvenze di piccole e medie imprese.

In particolare le società di recupero crediti adottano specifiche metodologie di classificazione dei mandati per migliorare la lavorazione.

I principali criteri di formazione del portafoglio sono:

  • l’importo del credito (ticket);
  • l’età del credito (aging) e il suo grado di deterioramento;
  • la tipologia di debitore (persona fisica o persona giuridica) su cui grava l’obbligazione di pagamento.

I mandati vengono poi suddivisi in ulteriori categorie per segmentare la lavorazione e coinvolgere risorse differenti.

Attraverso questa classificazione, le società di recupero possono applicare le tecniche di recupero più idonee per raggiungere l’obiettivo strategico in minor tempo.

Società di recupero crediti e avvocati

Nello specifico le società di recupero crediti operano sia in ambito stragiudiziale, sia in ambito giudiziale, coinvolgendo diverse figure professionali.

In particolare il ruolo dell’avvocato è necessario per gestire le attività di negoziazione con la controparte e per avviare contenziosi giudiziali.

Inoltre, grazie all’attività dei legali, le società di recupero crediti possono analizzare i contratti da cui scaturisce il credito per valutare in modo corretto la posizione debitoria.

Infatti, prima di avviare eventuali azioni giudiziali, è necessario rispettare diversi tipi di norme giuridiche per tutelare gli interessi dei creditori.

Nelle fasi stragiudiziali gli avvocati forniscono assistenza nella redazione di lettere di diffida o accordi transattivi, per risolvere la controversia in modo rapido senza rivolgersi al tribunale.

Qualora i tentativi di recupero stragiudiziale dovessero risultare infruttuosi, le competenze legali diventano fondamentali per l’avvio delle procedure esecutive.

Per questo motivo le principali società di recupero crediti si avvalgono di una fitta rete di avvocati (interni o esterni alla propria organizzazione) per gestire le varie fasi del contenzioso.

Società di recupero crediti e principali risorse

Per l’erogazione dei propri servizi le società di recupero crediti si avvalgono di tre principali risorse:

  • Phone Collector;
  • Key Account Manager;
  • Asset Manager.

Il Phone Collector è un operatore telefonico e applica strategie di negoziazione per avviare trattative telefoniche con i debitori.

Tale risorsa gestisce un segmento del portafoglio ed effettua contatti outbound (che comportano una chiamata in uscita) con le controparti, al fine di trovare un accordo stragiudiziale.

Il Key Account Manager è un funzionario amministrativo, incaricato di curare i rapporti con i clienti.

In particolare questa risorsa può predisporre report e relazioni per aggiornare i clienti (cd. mandanti) sui flussi di incasso dei vari portafogli.

L’Asset Manager, invece, è un consulente con competenze gestionali e manageriali che monitora l’andamento di specifici gruppi di pratiche.

In ambito giudiziale questa risorsa può monitorare l’andamento delle procedure esecutive immobiliari e stabilire le strategie processuali più efficaci per raggiungere gli obiettivi di incasso delle mandanti.

Accanto a queste figure vengono coinvolti ulteriori professionisti come:

  • ingegneri gestionali (per ottimizzare i processi di lavorazione);
  • consulenti nel ramo finanziario (per gestire la contabilità);
  • impiegati amministrativi (per lo svolgimento delle singole attività operative).

In ogni caso più è grande la società, maggiori saranno le risorse coinvolte nello svolgimento delle attività lavorative.


Società di recupero crediti: le abilità più richieste

Societa di recupero crediti - abilita

Le società di recupero crediti  si avvalgono di figure professionali capaci di gestire ogni fase della negoziazione.

Per ottenere risultati nel credit management è richiesta una buona capacità di risoluzione delle controversie e una discreta abilità dialettica.

Nello specifico i professionisti coinvolti nelle trattative devono individuare lo stato emotivo della controparte, analizzando il tono di voce e le parole utilizzate durante la conversazione.

In questo modo sarà più semplice trovare un accordo conveniente che tuteli gli interessi contrapposti di creditore e debitore.

In particolare per la definizione stragiudiziale della controversia è necessario possedere alcune abilità fondamentali.

Vediamo nel dettaglio quali sono.

1) Capacità di problem solving

All’interno delle società di recupero crediti la capacità di problem solving è una delle competenze più richieste.

In quasi tutti i lavori è molto importante individuare i problemi e trovare una soluzione in tempi rapidi.

Il “problem solving” si definisce come la capacità di risolvere in modo rapido i problemi lavorativi che impediscono di raggiungere un obiettivo.

Se non si possiede tale abilità si corre il rischio di congestionare l’attività lavorativa quando si presentano specifiche criticità.

Nel recupero crediti è fondamentale individuare rapide risposte per rivolvere problemi complessi e incrementare le opportunità di profitto.

In particolare la capacità di “problem solving” permette di individuare le soluzioni migliori per orientare la negoziazione verso un accordo.

Grazie a questa abilità il processo di recupero diventa più rapido e i tempi di incasso si riducono notevolmente.

2) Gestione dello stress

L’attività di recupero crediti richiede un livello di concentrazione molto alto e una grande capacità di gestione dello stress.

Questo settore è caratterizzato da scadenze ravvicinate, obiettivi di performance elevati e interazioni emotivamente delicate con i debitori.

Gli operatori sono spesso sottoposti a un ritmo di lavoro intenso, con numerosi casi da gestire in tempi brevi.

Le scadenze per recuperare gli importi dovuti sono spesso stringenti e questo può aumentare la pressione psicologica.

In particolare il mancato pagamento di un debitore deve essere gestito in modo tempestivo e obbliga il professionista del recupero a elaborare velocemente una strategia alternativa di incasso.

Saper gestire lo stress aiuta a mantenere la motivazione e la resilienza, evitando di cadere nel burnout.

3) Uso di Microsoft Excel

Nelle società di recupero crediti è importante sapere usare il programma Microsof Excel.

Scommetto che anche tu lo usi per la tua azienda o per la tua professione (forse per la contabilità).

Per alcune attività il suo utilizzo è indispensabile: è molto utile avere una buona dimestichezza con Excel e con le sue principali funzioni di calcolo.

Nello specifico un avvocato può utilizzarlo per calcolare con esattezza l’importo da inserire nella diffida e nel precetto.

Alcuni consulenti utilizzano questo programma per monitorare lo stato di avanzamento delle pratiche in affido.

Nelle società di recupero crediti la maggior parte dei report viene predisposta tramite fogli di calcolo e griglie di testo.

Un corretto uso di questo software può aiutarti a monitorare i flussi di cassa, individuando rapidamente i crediti insoluti da recuperare.

4) Abilità nelle trattative stragiudiziali

Una delle competenze più apprezzate dalle società di recupero crediti è l’abilità nelle trattative stragiudiziali (negotiation skills).

L’obiettivo primario di ogni creditore è ottenere il pagamento della controparte senza l’instaurazione di una causa giudiziale.

Infatti, salvo qualche rara eccezione, la giustizia italiana non è molto veloce nella definizione dei contenziosi civili.

La trattativa stragiudiziale può garantire un risultato più rapido con minori spese.

Un consulente specializzato nella gestione dei crediti commerciali deve sviluppare la capacità di avviare trattative stragiudiziali con i clienti insolventi.

Al contrario promuovere una causa civile può essere la soluzione più dispendiosa e costosa.

La capacità di transigere i contenziosi è una qualità molto importante in qualsiasi realtà imprenditoriale.

5) Conoscenza del diritto dell’esecuzione

Nelle società di recupero crediti è molto importante conoscere il diritto dell’esecuzione.

Infatti molti consulenti, coinvolti nei processi operativi di recupero, devono sapere qual è il corretto iter giudiziale nel caso in cui la trattativa stragiudiziale si concluda con esito negativo.

Per questo motivo è fondamentale conoscere quali sono i principali atti processuali da sfruttare nel corso dell’attività giudiziale (ricorso per decreto ingiuntivo, precetto, pignoramento mobiliare, pignoramento presso terzi o pignoramento immobiliare).

Inoltre il codice della crisi di impresa e dell’insolvenza ha introdotto nuovi strumenti giuridici che tutte le aziende possono sfruttare per risolvere un problema finanziario.

Come potrai immaginare, il diritto è molto vasto ed è facile commettere errori procedurali che possono pregiudicare i diritti del creditore.

Per questo motivo le società di recupero crediti concludono rapporti di collaborazione con studi legali specializzati nel diritto dell’esecuzione civile.

Ricorda che non tutti i crediti potranno essere recuperati tramite un’attività stragiudiziale.

Solo chi conosce a fondo il diritto dell’esecuzione potrà suggerirti lo strumento processuale più efficace per ottenere il pagamento in tempi più rapidi.


Processi di lavorazione: le SOP

Societa di recupero crediti - sop

Le SOP (“Standard Operating Procedures”) rappresentano un insieme di linee guida e istruzioni dettagliate che stabiliscono le modalità operative all’interno di un’organizzazione.

Per le società di recupero crediti, l’implementazione delle SOP è fondamentale per garantire un’adeguata organizzazione e una corretta distribuzione del carico di lavoro nelle operazioni quotidiane.

Questi protocolli consentono a ogni singola risorsa di seguire procedure sistematiche per la gestione dei crediti insoluti, completando frammenti di task (compiti) nel complesso ecosistema dei servizi offerti.

In questo modo tutte le attività operative (dalla fase iniziale di contatto alla fase di risoluzione della controversia) possono essere svolte in modo coordinato attraverso delle specifiche linee guida che facilitano il raggiungimento del risultato finale.

In particolare le società di recupero crediti possono sfruttare le SOP per standardizzare i processi di comunicazione con il debitore e assicurarsi che tutte le interazioni siano condotte nel rispetto delle normative vigenti.

Grazie alle SOP è possibile migliorare le percentuali di successo e velocizzare le attività dispendiose, sfruttando procedure seriali simili alle catene di montaggio nel settore industriale.

Inoltre, grazie alla segmentazione delle attività operative (contenute nelle SOP), le società di recupero crediti possono facilmente formare nuovi dipendenti e monitorare la performance complessiva del team.

In questo modo sarà più semplice identificare le aree da ottimizzare per minimizzare gli sforzi e migliorare i risultati economici.

Nello specifico esistono alcune SOP nel settore del credit management che puoi sfruttare per migliorare il rendimento della tua impresa.

Vediamo quali sono.

Legal Assessment

La legal assessment (valutazione legale) è un’analisi legale approfondita di un credito (in base a diversi parametri), che ha lo scopo di valutare la sua recuperabilità e individuare le strategie di recupero più efficaci.

Le società di recupero crediti svolgono questa attività come parte iniziale del loro processo operativo, poiché consente di identificare i rischi di contestazioni o i casi in cui sia difficile provare l’esistenza del credito.

Attraverso una legal assessment potrai raccogliere informazioni fondamentali riguardo alla solidità patrimoniale del debitore.

In questo modo potrai individuare l’esistenza di eventuali beni pignorabili che possano essere “aggrediti” in caso di credito insoluto.

Grazie a una valutazione legale preliminare potrai elaborare piani d’azione specifici che potranno aumentare le tue probabilità di incasso.

Due Diligence

La due diligence è un processo analitico e investigativo che viene utilizzato dalle società di recupero crediti per valutare la convenienza dell’acquisto di un portafoglio di crediti insoluti.

Attraverso un’attenta raccolta di informazioni (fornite dal cedente) è possibile analizzare la situazione economica dei debitore e prevedere le prospettive di recupero.

In particolare puoi sfruttare l’attività di due diligence per valutare la convenienza di una futura collaborazione e per identificare eventuali rischi di insolvenza.

In questo modo potrai segmentare i clienti in specifiche categorie e applicare strategie operative differenti in caso di controversie legali.

Infatti, attraverso l’analisi dei bilanci, delle passività e della storia creditizia della tua controparte, riuscirai a individuare possibili criticità e soggetti poco affidabili.

Allo stesso tempo le attività di due diligence ti permetteranno di personalizzare gli approcci comunicativi per mantenere solide relazioni commerciali.

Boarding

Il termine “boarding” (che in inglese significa letteralmente “imbarco” o “abbordaggio”) viene utilizzato per descrivere le attività che consentono di acquisire determinate conoscenze riguardo un bene, un servizio o una realtà organizzativa.

In particolare il processo di “onboarding” descrive la fase preliminare nella quale un nuovo dipendente apprende le procedure di lavorazione all’interno della società che lo ha assunto.

Allo stesso modo il “boarding” può riguardare la raccolta di dati e informazioni di un credito (dopo la sua acquisizione) al fine di individuare il grado di deterioramento e la migliore strategia di recupero.

Puoi emulare questa particolare procedura per monitorare i pagamenti periodici dei tuoi clienti e valutare la loro propensione a rispettare le scadenze predeterminate.

In questo modo potrai prevenire eventuali crisi di insolvenza e attribuire uno score positivo in favore dei collaboratori più virtuosi.

Ti assicuro che queste informazioni possono aiutarti moltissimo a prendere le decisioni migliori per il futuro della tua impresa.

Società di recupero crediti e scaling down

Le società di recupero crediti più organizzate possono rappresentare un modello di riferimento da imitare.

Tuttavia emulare le grandi realtà è complesso, poiché non è semplice individuare gli elementi fondamentali da riprodurre.

Per questo motivo il nostro studio legale applica una tecnica denominata “scaling down” (ridimensionamento), studiando le procedure utilizzate dalle migliori società di recupero crediti.

In particolare la tecnica di “scaling down” riduce la complessità e la dimensione di un progetto (processo o sistema) adattandolo a una realtà più piccola.

Si tratta di una strategia di ridimensionamento verso il basso, in cui si riducono le risorse, le funzionalità e gli obiettivi per semplificare le procedure e adattarle a esigenze differenti.

Attraverso questo metodo siamo in grado di replicare (in maniera ridotta) il sistema complesso delle grandi imprese seguendo il principio del “learning by copying” (imparare copiando).

Infatti, grazie all’analisi delle procedure operative (SOP) e attraverso le tecniche di “copycat business” (imitatore di business), possiamo creare un “modello scalabile” di dimensioni più piccole.

Abbiamo applicato queste tecniche per trasformare la nostra realtà organizzativa in una una legal boutique specializzata nel credit management e nel diritto di impresa.

In particolare il nostro processo di lavorazione si basa sui seguenti elementi:

  • standardizzazione delle procedure;
  • analisi dei dati;
  • costruzione di una solida rete di collaboratori (nel 2024 il nostro studio ha ricevuto oltre tremila candidature di avvocati in tutta Italia).

Puoi sfruttare lo “scaling down” per replicare un modello vincente e per migliorare il rendimento della tua impresa.


Conclusione

Replicare il modello organizzativo di una società di recupero crediti può apportare numerosi vantaggi strategici e finanziari per un’impresa.

Prima di tutto, l’applicazione di procedure di monitoraggio e scoring dei clienti può aiutarti a prevenire il rischio di insolvenza.

Inoltre potrai limitare le eventuali perdite su crediti, classificando i debitori insolventi e applicando specifiche procedure di definizione delle controversie.

In questo modo potrai aumentare le probabilità di incassare somme che in precedenza ritenevi irrecuperabili.

Infine, replicando un modello organizzativo virtuoso e incentrato sulla segmentazione dei compiti, potrai applicare procedure di recupero più rapide per migliorare il cash flow (flusso di cassa).

Societa di recupero crediti - abilita richieste


Consulenza Legale

Se hai bisogno di un chiarimento

Freccia


Autore

Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor | Founder di Recupero Legale.

Specializzato in: Crediti • Contratti • Privacy • Tech.

Seguimi su LinkedIn.

Iscriviti al nostro Canale YouTube.

© riproduzione riservata

Trattativa stragiudiziale telefonica: introduzione

La trattativa telefonica stragiudiziale è una delle fasi più delicate dell’attività di recupero crediti.

In molti casi un accordo con la controparte è la soluzione più veloce per ottenere il pagamento del credito insoluto.

Tuttavia il dialogo diretto con il debitore può generare incomprensioni e causare il blocco totale della negoziazione.

Per conseguire un buon risultato è necessario prepararsi in anticipo e seguire alcune tecniche di persuasione.

L’improvvisazione può compromettere l’esito della trattativa.

In questo articolo ti spiegherò le tecniche più efficaci da utilizzare durante una conversazione telefonica con il debitore.

Grazie a questi consigli potrai orientare la trattativa verso i tuoi obiettivi per risolvere la controversia in tempi rapidi.

Prima di iniziare voglio fornirti alcune nozioni preliminari.

Trattativa stragiudiziale telefonica: definizione

La trattativa stragiudiziale telefonica è un segmento dell’attività stragiudiziale e si colloca in una fase intermedia, poco dopo l’invio di una comunicazione formale.

Infatti il primo passaggio fondamentale è quello di inviare una diffida per interrompere la prescrizione del credito e mettere in mora il debitore.

In seguito, dopo aver verificato l’effettiva ricezione della comunicazione, sarà possibile avviare un contatto verbale con la controparte per verificare la disponibilità a transigere la controversia.

Durante la conversazione con il debitore è più facile intercettare obiezioni e verificare qual è il motivo del mancato pagamento.

Nelle statistiche del nostro studio legale la trattativa stragiudiziale telefonica è lo strumento più efficace per orientare il contenzioso verso una transazione.

Trattativa stragiudiziale e contenzioso giudiziale

La trattativa stragiudiziale è la prima soluzione da adottare per una corretta gestione dei crediti insoluti.

In questo modo è possibile instaurare un dialogo immediato con il debitore per ottenere il pagamento in tempi rapidi.

Al contrario il contenzioso giudiziale ha una durata elevata e spesso non si conclude con il pagamento diretto della parte soccombente.

Infatti dopo aver ottenuto un titolo esecutivo (attraverso un procedimento di ingiunzione o un giudizio di cognizione) sarà necessario avviare un ulteriore procedimento giudiziale (come il pignoramento mobiliare, il pignoramento presso terzi o il pignoramento immobiliare).

Al contrario la trattativa stragiudiziale può accelerare i tempi di incasso e aiuta a preservare i rapporti commerciali con clienti e fornitori.

Trattativa stragiudiziale telefonica: i soggetti coinvolti

I principali soggetti coinvolti nella trattativa stragiudiziale telefonica sono il creditore e il debitore.

Di solito la qualità di creditore è ricoperta da una persona giuridica o da un professionista che ha venduto un bene o fornito un servizio a un soggetto terzo.

Al contrario il debitore può essere sia una persona fisica (che agisce in qualità di consumatore), sia un professionista, sia una persona giuridica ed è il soggetto che ha concluso il contratto senza aver adempiuto al pagamento.

In molti casi queste due figure principali (creditore e debitore) possono essere affiancate da professionisti esterni (come avvocati o consulenti) che agiscono per il perfezionamento della trattativa stragiudiziale.

La trattativa stragiudiziale telefonica può contribuire a creare un ambiente meno formale con la controparte.

In questo modo il debitore può comunicare le cause che hanno determinato il mancato pagamento e l’insorgenza del debito.

Queste informazioni possono essere molto utili, poiché permetteranno al creditore di individuare la strategia di recupero più efficace per ottenere il pagamento e preservare i rapporti commerciali con la controparte.

Trattativa stragiudiziale telefonica: gli strumenti

Il principale strumento da utilizzare durante una trattativa stragiudiziale telefonica è sicuramente un foglio (anche elettronico) dove raccogliere appunti.

Il nostro studio legale gestisce i contatti telefonici con la controparte seguendo una specifica checklist che indica quali argomenti trattare nel corso della conversazione.

Inoltre durante la discussione con la controparte è utile annotare le informazioni più rilevanti (come osservazioni e contestazioni).

In questo modo sarà possibile elaborare una strategia difensiva per disinnescare le obiezioni del debitore.

In seguito, attraverso una successiva telefonata, il creditore potrà argomentare le proprie ragioni per orientare la trattativa verso una definizione bonaria.

Nelle fasi successive alla conversazione è molto utile utilizzare degli script di testo per elaborare email e messaggi standard da inviare alla controparte.

In questo modo sarà possibile velocizzare le fasi successive della trattiva e formalizzare l’accordo in tempi rapidi.

Trattativa stragiudiziale telefonica: privacy

Uno degli aspetti più delicati da gestire durante una trattativa stragiudiziale telefonica è il trattamento dei dati personali del debitore.

In particolare tutte le informazioni che identificano o rendono identificabile, direttamente o indirettamente, una persona fisica (articolo 4 del Regolamento UE 2016/679 – GDPR) devono essere riservate e sono protette dalla normativa sulla privacy.

Infatti, durante la conversazione con la controparte, è molto frequente divulgare dati come l’ammontare del debito, le motivazioni per il mancato pagamento e le informazioni anagrafiche.

Ricorda che la situazione economica e finanziaria di una persona fisica non può essere rivelata a terzi senza il suo consenso.

Pertanto il creditore durante la telefonata dovrà rispettare la privacy della controparte, evitando di condividere informazioni riservate a soggetti non autorizzati.

Sul punto la Corte di Cassazione (Cassazione, Sez. I Civile, ordinanza n. 18783/2021) ha stabilito che, in tema di trattamento dei dati personali, integra una violazione del diritto alla riservatezza, il comportamento di un creditore il quale, nell’ambito dell’attività di recupero credito comunichi a terzi (familiari, coabitanti, colleghi di lavoro o vicini di casa), piuttosto che al debitore, le informazioni, i dati e le notizie relative all’inadempimento.

La sentenza citata contiene un riferimento all’articolo 11 del Codice della Privacy, che è stato abrogato dal Decreto Legislativo n. 101-2018.

Tuttavia il principio di diritto può ritenersi ancora valido poiché l’abrogazione del citato articolo 11 del Codice della Privacy non ha fatto venire meno i principi di liceità, correttezza e trasparenza nel trattamento dei dati, che sono ancora applicabili ai sensi dell’articolo 5 del Regolamento UE n. 2016/679 (denominato “GDPR”).

Lo scopo di questa regola è impedire che la trattativa stragiudiziale venga condotta in modo illegittimo nei confronti del debitore con possibile divulgazione di dati finanziari.


La tecnica del poliziotto buono e del poliziotto cattivo

Trattativa stragiudiziale telefonica - poliziotto buono e cattivo

La trattativa stragiudiziale telefonica è uno strumento che richiede un’elevata capacità di persuasione e una visione strategica sull’obiettivo da perseguire.

Se vuoi aumentare le probabilità di successo ti consiglio di seguire lo schema del poliziotto buono e del poliziotto cattivo.

Questa tecnica (menzionata in un documento declassificato della CIA del 1983 denominato “Human Resource Exploitation Training Manual“) è una modalità di interrogatorio molto utilizzata nei contesti militari e di intelligence.

Tale strategia si basa sull’alternanza di due figure contrapposte che possono influenzare il comportamento e le decisioni dei soggetti interrogati.

Infatti, nelle trattative stragiudiziali, la manipolazione delle dinamiche relazionali può portare a risultati efficaci.

In particolare il poliziotto cattivo entra interviene nella trattativa, assumendo un atteggiamento minaccioso e creando un’atmosfera di tensione.

Il poliziotto buono interviene in un momento successivo assumendo un atteggiamento più empatico e comprensivo.

Scopriamo insieme come funziona questa tecnica, le sue fasi principali e perché può rivelarsi così efficace per recuperare un credito insoluto.

Trattativa stragiudiziale telefonica: fasi e strategia

Durante la trattativa stragiudiziale telefonica, l’uso della tecnica del poliziotto buono e del poliziotto cattivo richiede un’attenta pianificazione.

Inizialmente il poliziotto cattivo adotterà un approccio diretto e farà leva sulle conseguenze negative derivanti dal mancato pagamento.

Il suo scopo è quello di fare assumere all’interlocutore una posizione difensiva.

Successivamente entrerà in gioco il poliziotto buono che, con toni rassicuranti, cercherà di ridurre la pressione creata dal suo collega.

L’obiettivo del secondo intervento è quello di costruire e mostrare disponibilità al dialogo.

Il successo della trattativa stragiudiziale telefonica dipende dalla capacità di bilanciare in modo corretto queste emozioni contrastanti.

Trattativa stragiudiziale telefonica: divisione dei ruoli

Prima di avviare la trattativa stragiudiziale telefonica è necessario stabilire chi interpreterà il ruolo dei poliziotti.

Questa scelta è decisiva e può influenzare significativamente l’esito della negoziazione.

L’assegnazione dei compiti richiede un’adeguata preparazione e ciascun partecipante dovrà avere un atteggiamento codificato da regole standard e controllato da eventuali emozioni negative.

Se sei il rappresentante legale o l’amministratore dell’impresa creditrice, potrai interpretare il ruolo del poliziotto cattivo parlando con il debitore in modo deciso e autoritario.

La figura del “poliziotto buono” invece potrà essere ricoperta da un collaboratore con un carattere più mite e con una posizione gerarchicamente inferiore rispetto alla tua.

Infatti, la persona che interpreterà il poliziotto buono avrà il compito di offrire supporto e comprensione, bilanciando la pressione esercitata dal poliziotto cattivo.

Per condurre in modo efficace la trattativa stragiudiziale telefonica i partecipanti non dovranno lasciare nulla all’improvvisazione.

Trattativa stragiudiziale telefonica: il poliziotto cattivo

Il poliziotto cattivo è il primo soggetto a entrare in scena nella trattativa stragiudiziale telefonica.

Il suo intervento è finalizzato a creare un’atmosfera di tensione e pressione psicologica affinché il debitore comprenda la gravità del suo comportamento.

Durante la telefonata il creditore (poliziotto cattivo) avviserà la controparte che l’importo dovrà essere corrisposto entro un breve termine.

Se il pagamento non verrà effettuato entro la data di scadenza, sarà inevitabile l’avvio di una causa giudiziale.

Il poliziotto cattivo metterà in chiaro al debitore le conseguenze legali del suo inadempimento (come il pignoramento dello stipendio, della pensione o la vendita della casa all’asta nel caso di crediti molto elevati).

Tuttavia è importante che la fermezza utilizzata nella conversazioni non determini una frattura eccessiva del rapporto.

Le ripercussioni legali devono essere comunicate in modo chiaro senza apparire troppo perentorie o intimidatorie.

Durante la trattativa stragiudiziale telefonica il debitore non deve sentirsi minacciato.

Le parole del poliziotto cattivo devono risultare come un avvertimento serio e non come una coercizione.

Trattativa stragiudiziale telefonica: il poliziotto buono

Il poliziotto buono è il secondo soggetto a entrare in scena nella trattativa stragiudiziale telefonica.

Il suo intervento non dovrà essere immediato.

Infatti, dopo il primo contatto da parte del poliziotto cattivo, è utile fare passare un breve periodo di tempo.

A distanza di qualche giorno il creditore (poliziotto buono) potrà contattare il debitore adottando un atteggiamento amichevole e comprensivo.

L’obiettivo del poliziotto buono è quello di suscitare simpatia e fiducia.

La differenza di comportamento rispetto alla prima conversazione farà abbassare le difese del debitore.

Il poliziotto buono farà leva sui sentimenti umani, enfatizzando il desiderio comune di trovare una soluzione pacifica.

Questa strategia aiuta a ridurre la tensione e stimola la collaborazione tra le parti coinvolte.

Durante la trattativa stragiudiziale telefonica il debitore si sentirà ascoltato e sarà più disponibile a negoziare.

Trattativa stragiudiziale telefonica: il successo della tecnica

Durante la trattativa stragiudiziale telefonica le emozioni giocano un ruolo molto importante.

La paura e l’ansia indotte dal poliziotto cattivo spingono il debitore ad avere un atteggiamento difensivo e a riflettere sulle proprie azioni.

Il supporto e la comprensione mostrate dal poliziotto buono, invece, creano un clima più disteso e amichevole.

Il  contrasto genera un effetto di rilascio psicologico: il debitore, avendo sperimentato un’interazione negativa, è più propenso a rispondere positivamente alla figura empatica (poliziotto buono).

Il successo della trattativa stragiudiziale telefonica deriva dalla capacità di bilanciare questi due ruoli.

In molti casi la controparte è incline ad accettare compromessi quando percepisce contemporaneamente sia la minaccia sia l’apertura al dialogo.

È fondamentale sottolineare che l’efficacia di questa tecnica dipende dall’intenzione e dalla serietà del debitore.

Se la controparte è in mala fede e non ha intenzione di adempiere ai propri obblighi, nessuna strategia psicologica potrà influenzarlo positivamente.


Conclusione

La trattativa telefonica stragiudiziale richiede grande attenzione per essere condotta in modo efficace.

È importante che il creditore rispetti regole precise, poiché ogni dettaglio (dal tono di voce, alle parole utilizzate) può influire l’esito della negoziazione.

La tecnica del “poliziotto buono e poliziotto cattivo” permette di raggiungere un accordo con la controparte attraverso un bilanciamento di emozioni contrapposte.

Se questa strategia viene utilizzata in modo corretto e professionale la trattativa potrà concludersi in tempi rapidi senza alcuna forzatura.

Una preparazione strategica consentirà di anticipare le possibili obiezioni del debitore e di formulare risposte efficaci.

In questo modo, il creditore otterrà un duplice vantaggio: mantenere il controllo della situazione e accelerare il processo di recupero del credito.

Trattativa stragiudiziale telefonica - tecnica poliziotto buono e cattivo


Consulenza Legale

Se hai bisogno di un chiarimento

Freccia


Autore

Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor | Founder di Recupero Legale.

Specializzato in: Crediti • Contratti • Privacy • Tech.

Seguimi su LinkedIn.

Iscriviti al nostro Canale YouTube.

© riproduzione riservata

Hyperloop: introduzione

Hai mai sentito parlare di hyperloop?

Se leggi le notizie di tecnologia non ti sarà sfuggito questo termine.

Dal 2012 i forum e i media specializzati hanno pubblicato diversi articoli e video su questa nuova tecnologia esponenziale che potrebbe cambiare radicalmente il settore dei trasporti e in generale tutto il mondo del business.

L’hype è un po’ diminuito e alcune società hanno abbandonato lo sviluppo, a causa dei costi elevati.

Eppure qualcosa è rimasto.

Ma andiamo con ordine e vediamo innanzitutto che cos’è questa tecnologia.

Che cos’è Hyperloop

Hyperloop è una tecnologia “futuribile”, e cioè non ancora del tutto sviluppata, che si occupa del trasporto ad altissima velocità di persone e merci.

Lo scopo di questa nuova tecnologia è quello di permettere all’uomo di spostarsi velocemente da due punti geografici molto distanti sfruttando velocità molto elevate.

La parola inglese hyperloop significa letteralmente “iper anello” o “iper ciclo” e descrive sommariamente il modo in cui si sviluppa la tecnologia.

Con “hyper” si vuole indicare la velocità, con “loop” si indica invece il sistema su cui correrà la velocità.

Il “loop” (ovvero l’anello) costituisce il cuore pulsante del funzionamento di hyperloop.

Infatti l’idea originaria descritta nei primi prototipi prevede la creazione di tubi meccanici di grandissime dimensioni che avranno il compito di ospitare delle capsule aereodinamiche alimentate da “motori lineari”.

Il motore lineare è un motore elettrico che funziona in modo diverso rispetto ai classici motori a rotori.

Il motore lineare infatti non produce un movimento meccanico (come il ruotare di un’elica) ma produce una forza elettromagnetica.

Hyperloop e motori lineari

Per comprendere il funzionamento dei motori lineari guarda il video qui sotto.

Per semplificare enormemente il concetto, il “loop” costituisce una sorta di rete ferroviaria all’interno della quale saranno installati dei vagoni (ovvero le capsule con i motori lineari) che si spostano ad elevata velocità sfruttando la forza elettromagnetica.

Ma questi “vagoni” come potranno spostarsi a velocità iperboliche?

Grazie ai motori lineari che sfruttano la forza elettromagnetica generata nei rotori e grazie ad un cuscino d’aria generato dentro il “loop”.

Chi ha parlato per la prima volta di Hyperloop

La prima persona ad aver parlato ufficialmente della tecnologia hyperloop è stato l’imprenditore sudafricano (naturalizzato statunitense) di nome Elon Musk.

Nel 2012 infatti Elon Musk ha pubblicato grazie alla sua azienda “Space X” un progetto denominato “Hyperloop Alfa” spiegando in linea generale il concept della tecnologia e svelando i primi bozzetti delle capsule (per consultare o scaricare il progetto “Hyperloop Alfa” clicca qui).

Lo sviluppo di questa tecnologia prosegue e produce risultati intermittenti, visti gli alti costi per realizzare i prototipi e per effettuare i test.

Dopo l’entusiasmo iniziale la società Space X di Elon Musk ha deciso di chiudere il progetto.

Attualmente le società che stanno continuando a investire per sviluppare il progetto sono:

Una competizione speciale

Nel 2017 è stata lanciata una competizione ufficiale tra gli sviluppatori della tecnologia hyperloop che prende il nome di “Hyperloop Pod Competition”.

Lo scopo della gara è premiare il prototipo più veloce e più innovativo che sfrutta questo nuovo sistema di propulsione.

In questo video bellissimo puoi capire a quale livello sia arrivato lo sviluppo dei ricercatori.

Allaccia le cinture e trattieni il fiato (vai al min. 01,30).


Hyperloop e normativa vigente

Hyperloop - normativa vigente

L’introduzione della tecnologia hyperloop nella nostra società civile potrebbe avere implicazioni significative per la nostra vita, ma richiederebbe uno sforzo significativo in termini di adeguamenti normativi.

In prima luogo sarebbe necessario adattare la normativa vigente in materia di trasporti per evitare di creare pericolosi vuoti di regolamentazione.

L’assenza di specifiche regole potrebbe determinare l’incremento di contenziosi e richieste di risarcimento tra i soggetti coinvolti.

Per questo motivo voglio fornirti un’analisi di come questa tecnologia potrebbe essere inquadrata a livello giuridico e come potrebbe influenzare (in modo indiretto) il settore del credito.

Hyperloop e classificazione del mezzo

L’hyperloop rappresenta un nuovo tipo di mezzo di trasporto, che non rientra perfettamente nelle categorie esistenti (treno, aereo, metropolitana).

Questo scenario richiederebbe una revisione normativa per definire e regolare in modo più capillare la nuova tecnologia.

Infatti i trasporti terrestri e ferroviari in Italia sono regolamentati attualmente da norme specifiche come il Codice della Strada e il Codice dei Trasporti.

L’hyperloop, che funziona su binari magnetici all’interno di tubi, potrebbe richiedere un nuovo quadro normativo che combini elementi delle regolamentazioni ferroviarie con quelle del trasporto aereo, data l’alta velocità e la tecnologia impiegata.

Sicurezza dei trasporti

La normativa sulla sicurezza dei trasporti dovrà essere adattata per includere nuovi standard specifici per l’hyperloop.

Saranno necessarie nuove regolamentazioni per la certificazione del sistema, la formazione del personale, e la gestione delle emergenze.

Inoltre, normative come il Regolamento (CE) n. 352/2009 sull’adozione di un metodo comune di sicurezza potrebbe essere esteso o modificato per includere Hyperloop.

Impatto ambientale

L’infrastruttura hyperloop potrebbe avere un impatto ambientale ridotto rispetto ad altri sistemi di trasporto, grazie alla sua efficienza energetica.

Tuttavia i mezzi impiegati durante la costruzione, l’uso delle terre e delle risorse, e il consumo energetico dovrà essere valutato e regolamentato.

Le leggi vigenti in materia di valutazione dell’impatto ambientale (VIA) e valutazione ambientale strategica (VAS) dovranno essere applicate o modificate per tenere conto delle peculiarità di questa tecnologia.

Hyperloop e infrastrutture

Le normative urbanistiche e edilizie vigenti, come il Testo Unico dell’Edilizia (D.P.R. 380/2001), potrebbero richiedere un adattamento per regolamentare la costruzione delle infrastrutture necessarie per l’hyperloop.

Le nuove norme potrebbero includere la pianificazione urbana e territoriale, le concessioni edilizie, e la gestione delle terre espropriate.

La complessità e la novità di queste infrastrutture potrebbero richiedere deroghe o integrazioni specifiche.

Inoltre hyperloop dovrà essere integrato con i sistemi di trasporto esistenti.

Tale integrazione potrebbe richiedere nuove normative per il coordinamento tra differenti modalità di trasporto (ferroviario, stradale, aereo).

La regolamentazione europea e nazionale sui trasporti multimodali potrebbe essere ampliata per includere l’Hyperloop.


Hyperloop: come può cambiare il settore del credito

Hyperloop - settore credito

Ora che sai cos’è hyperloop, puoi immaginare le incredibili conseguenze che potrà avere nella società del futuro.

Una mobilità così elastica e futuristica rischia di stravolgere incredibilmente gli equilibri di ogni business e di ogni settore produttivo.

Ma una tecnologia che riguarda i trasporti può rivoluzionare, indirettamente, il settore del credito e delle transazioni commerciali.

Vediamo insieme alcuni possibili conseguenze.

1) Hyperloop e numero di transazioni internazionali

Se possiamo spostarci alla velocità del suono e se potremo raggiungere città lontanissime in pochissimo tempo, le transazioni commerciali internazionali si moltiplicheranno e coinvolgeranno anche le imprese più piccole.

Vuoi stipulare una transazione con una società brasiliana che produce una nuova tecnologia utile per la tua azienda?

La grande distanza ti scoraggia?

Non preoccuparti, prenoti un viaggio Hyperloop e raggiungi una meta lontanissima in poche ore.

Conosci l’azienda di persona e acquisisci le informazioni necessarie per la transazione.

Entro la sera sei di nuovo nel tuo ufficio per discutere con i tuoi collaboratori se il progetto è sostenibile.

Rivoluzionario davvero.

2) Hyperloop e sistema economico transfrontaliero

La crescita esponenziale delle transazioni commerciali farà nascere un nuovo sistema economico internazionale.

Questo probabilmente richiederà l’introduzione di una moneta universale che possa semplificare gli scambi e velocizzare le transazioni.

Fantascienza?

È un argomento controverso, e ci sono molti articoli che trattano questo tema (anche in modo molto critico).

Non esprimo giudizi in merito, ma mi limito a segnalarti che si tratta di un tema molto discusso.

C’era già un personaggio molto famoso che ne parlava nel 2009 (scopri chi è cliccando qui).

3) Hyperloop e nuove regole per le transazioni

L’incremento delle transazioni commerciali internazionali (che potrebbe coinvolgere anche le imprese più piccole) potrebbe fisiologicamente far aumentare il numero di contenziosi in materia creditizia.

Hai acquistato un servizio da una società australiana la settimana scorsa?

Bene, hai effettuato il pagamento del servizio ma l’azienda australiana si è resa inadempiente?

Adesso hai un credito insoluto, ma il tuo credito è un … insoluto internazionale.

Come puoi ottenere una tutela precisa e veloce in caso di contenzioso?

A quale organo di giustizia ti dovrai rivolgere per risolvere la controversia?

Nel nostro ordinamento esistono le norme del diritto internazionale privato, che indicano i criteri di collegamento con cui individuare le norme giuridiche da applicare.

Si tratta però di norme di legge che sono state scritte nel 1995 e poi aggiornate nel 2013.

Siamo sicuri che queste regole saranno sufficienti a regolare i rapporti futuri?

Non è necessario rispondere adesso, ma in futuro questi possibili problemi richiederanno una soluzione veloce.

4) Hyperloop e nuovi modelli economici

L’introduzione dell’hyperloop richiederebbe ingenti investimenti per la costruzione delle infrastrutture.

Questo scenario potrebbe portare alla creazione di nuovi strumenti finanziari e di credito, specificamente progettati per finanziare progetti di grandi dimensioni e ad alto rischio.

I governi e le istituzioni finanziarie potrebbero sviluppare partenariati pubblico-privato (PPP) e bond infrastrutturali per attrarre investimenti privati nel settore.

La decisione di Space X di chiudere il progetto può fornirci uno scenario probabilistico di quello che potrebbe accadere a ulteriori operatori.

La valutazione del rischio per i progetti di infrastruttura hyperloop potrebbe differire rispetto a quella per altri progetti di trasporto tradizionali.

Le agenzie di rating potrebbero dover sviluppare nuovi criteri per valutare la sostenibilità e il potenziale di ritorno economico di tali progetti.

Questa tendenza potrebbe influire sul costo del capitale e sulle condizioni di finanziamento concesse alla piccole e medie imprese.

5) Hyperloop e credito al consumo

L’hyperloop potrebbe aprire nuovi mercati regionali e globali, accelerando i tempi di trasporto delle merci e delle persone.

Questo scenario potrebbe stimolare l’economia e aumentare la domanda di credito sia al consumo che commerciale.

Le imprese che beneficiano della riduzione dei tempi di trasporto potrebbero vedere un aumento della produttività e della redditività, rendendole più attraenti per il credito commerciale.

L’introduzione di una tecnologia così innovativa e non testata su larga scala potrebbe inizialmente comportare un rischio più elevato per gli investitori e i finanziatori.

Le istituzioni finanziarie potrebbero richiedere garanzie aggiuntive o assicurazioni specifiche per coprire i rischi legati a eventuali fallimenti tecnologici o ritardi nei progetti.


Conclusione

In questo articolo ti ho illustrato degli esempi estremi ed un po’ distopici.

Nessuno sa davvero cosa ci riserverà il futuro.

Ma la chiave centrale è sempre la stessa: la tecnologia corre veloce, mentre invece la legislazione e la codificazione delle regole è sempre molto lenta.

Abbiamo bisogno invece di risposte e strumenti di tutela più veloci per proteggere la stabilità dei nostri affari e delle nostre professioni.

Hyperloop è una grande risorsa, ma dobbiamo arrivare preparati all’appuntamento.

Hyperloop - settore credito - previsioni infografica


Consulenza Legale

Se hai bisogno di un chiarimento

Freccia


Autore

Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor | Founder di Recupero Legale.

Specializzato in: Crediti • Contratti • Privacy • Tech.

Seguimi su LinkedIn.

Iscriviti al nostro Canale YouTube.

© riproduzione riservata

Certificazione Notarile - copertina

Certificazione Notarile: introduzione

Se stai cercando maggiori informazioni sulla certificazione notarile sei finito/a nel posto giusto.

In questo articolo ti spiegherò come sfruttare questo importante documento nelle transazioni immobiliari o nelle controversie giudiziarie.

In molti casi la certificazione notarile può essere utilizzata per rendere più sicura la compravendita di un immobile.

Tuttavia molte persone ignorano la funzione e l’importanza di questo prezioso documento.

In altri casi la certificazione notarile è necessaria tutelare il tuo credito insoluto, poiché consente di completare l’iter burocratico di un pignoramento immobiliare.

Per questo motivo ho deciso di scrivere questa guida per spiegare questo tema e suggerirti come evitare errori.

Prima di proseguire è necessario fornirti alcune definizioni preliminari.

Certificazione Notarile: definizione

La certificazione notarile è un atto che viene redatto da un notaio e che contiene informazioni dettagliate sullo stato giuridico di un immobile.

Tale denominazione deriva dal contenuto dell’articolo 567 del Codice di Procedura Civile il quale stabilisce quali documenti devono essere prodotti per richiedere la vendita forzata nel procedimento esecutivo di pignoramento.

A prescindere dalla sua funzione processuale, il termine “certificazione notarile” viene utilizzato anche per finalità differenti, soprattutto in caso di compravendite immobiliari a trattativa privata.

Questo documento ha un valore piuttosto elevato poiché si fonda sull’autorità del soggetto che lo predispone (il notaio).

Infatti il notaio rappresenta il pubblico ufficiale al quale è affidato il compito di garantire la validità dei contratti e negozi giuridici, soprattutto nel settore immobiliare.

All’interno della certificazione notarile il notaio analizza le informazioni contenute nei Pubblici Registri Immobiliari e individua le eventuali criticità da risolvere.

Il documento è considerato autorevole poiché fotografa la situazione in cui si trova un immobile prima di procedere con una compravendita o un pignoramento.

Compravendita immobiliare

La certificazione notarile permette una corretta formazione del consenso nella compravendita immobiliare.

Grazie alle informazioni contenute nel documento è possibile accertare la conformità degli atti di trascrizione che precedono la vendita del bene.

In questo modo le parti coinvolte nella trattativa di acquisto avranno delle informazioni certe e saranno protette dal punto di vista giuridico in caso di eventuali difformità.

Infatti, quando si acquista o si vende un immobile, è fondamentale verificare che gli eventuali interventi sul bene (es. modifica della planimetria o cambio di destinazione d’uso) siano effettuati attraverso il corretto iter legale e amministrativo.

Tramite la certificazione il notaio verifica l’identità dei proprietari e accerta che non ci siano gravami che impediscono la rivendita a terzi.

Elenco delle formalità

All’interno della certificazione notarile viene indicato l’elenco delle formalità pregiudizievoli e degli atti di trasferimento dell’immobile.

Questa informazione è fondamentale poiché consente all’acquirente di sapere se sul bene sono iscritti diritti di prelazione (come l’ipoteca) da parte di terzi.

In questo modo la certificazione assicura che il trasferimento di proprietà avvenga in modo legale e trasparente.

Per questo motivo, durante la compravendita il notaio svolge anche un’importante funzione informativa.

Infatti durante il corso della trattativa, il pubblico ufficiale è tenuto a spiegare diritti e doveri a entrambe le parti, e può fornire chiarimenti su eventuali clausole contrattuali.


Certificazione Notarile nel processo di esecuzione

Certificazione Notarile - nel processo di esecuzione

La certificazione notarile riveste un ruolo fondamentale nel processo di esecuzione.

Nello specifico, dopo aver avviato un pignoramento immobiliare, il creditore dovrà produrre alcuni documenti fondamentali per poter richiedere la vendita del bene.

In particolare la legge (articolo 567 del Codice di Procedura Civile) prevede che il creditore dovrà produrre:

  • un estratto del catasto;
  • i certificati delle iscrizioni e trascrizioni relative all’immobile nei venti anni precedenti al pignoramento.

Tuttavia il creditore ha la possibilità di sostituire i due documenti (estratto del catasto e certificati delle iscrizioni e trascrizioni) con un “certificato notarile” che attesti i risultati delle visure catastali e dei registri immobiliari.

Le informazioni contenute nella certificazione consentono al Giudice di analizzare le formalità presenti sull’immobile e procedere con la vendita forzata del bene.

Certificazione Notarile: contenuto

La certificazione notarile può avere una struttura differente in base al notaio che la predispone.

Tuttavia possiamo identificare alcuni elementi fondamentali (che sono sempre presenti) e precisamente:

  • identificazione del soggetto che richiede la certificazione e la relativa finalità di utilizzo del documento (se il documento deve essere prodotto in un procedimento giudiziario oppure è necessario per ottenere un finanziamento);
  • descrizione del bene immobile oggetto dell’indagine con indicazione dei dati catastali;
  • elenco delle formalità pregiudizievoli presenti sull’immobile nei venti anni precedenti alla data di redazione del documento;
  • comunicazione del pubblico ufficiale sulla presenza o meno della “continuità” delle trascrizioni.

Il notaio si occupa anche di verificare l’autenticità dei documenti presentati dalle parti per confermare se sull’immobile sono presenti eventuali difformità.

Inoltre nella certificazione possono essere incluse dichiarazioni specifiche riguardanti diritti reali o obbligazioni tra le parti.

Certificazione Notarile: termini per il deposito

Una volta ottenuto il documento, il creditore dovrà depositarlo in giudizio per richiedere la vendita forzata dell’immobile.

In particolare il termine processuale per depositare il “certificato notarile” è di 45 giorni.

Tale temine è indicato dall’articolo 497 del Codice di Procedura Civile e decorre dalla data di notifica o dalla trascrizione del pignoramento.

Il deposito del documento dovrà essere effettuato da un avvocato (che agisce in qualità di procuratore giudiziale del creditore) tramite un’applicazione usata per il “processo civile telematico”.

In alcuni casi è preferibile che il certificato notarile sia redatto in formato “pdf editabile”, ovvero il documento pdf in cui può essere selezionato il testo.

Questa scelta può essere apprezzata dal Giudice e può agevolare le successive attività processuali.

Certificazione Notarile: conseguenze

La mancata produzione del certificato notarile (entro il termine previsto dall’articolo 497 del Codice di Procedura Civile) determina la mancata efficacia del pignoramento.

Il termine di 45 giorni può essere prorogato qualora il Giudice ritenga che la documentazione prodotta del creditore sia insufficiente.

In caso di mancata produzione dei documenti richiesti, il pignoramento verrà dichiarato inefficace tramite ordinanza.

L’inefficacia del pignoramento determina la cancellazione della trascrizione dell’atto giudiziario dai Pubblici Registri Immobiliari.

Per questo motivo il certificato notarile è fondamentale per la prosecuzione del pignoramento immobiliare e per la successiva vendita forzata.


Certificazione Notarile nella vendita immobiliare

Certificazione Notarile - nella vendita immobiliare

La certificazione notarile è altrettanto utile nella vendita immobiliare.

Questo documento non è imposto dalla legge, ma conferisce autenticità alle informazioni scambiate dalle parti prima dell’atto di compravendita.

Infatti, quando si acquista o vende un immobile, la presenza della certificazione notarile assicura che tutte le informazioni fornite dal venditore siano veritiere.

Grazie a questo documento il notaio accerterà l’identità del proprietario del bene e la presenza di eventuali diritti di prelazione (come ipoteche iscritte da creditori).

Di solito il pubblico ufficiale svolge tali accertamenti prima della stipula dell’atto di compravendita (a prescindere dalla redazione di un certificato).

Tuttavia in alcuni casi è importante (e spesso indispensabile) chiedere che il notaio fornisca una relazione scritta (la certificazione) in cui siano evidenziati i risultati delle indagini sull’immobile.

Certificazione Notarile prima dell’acquisto

Se hai intenzione di acquistare un immobile (tramite trattativa privata) la certificazione notarile può essere molto utile.

In questo modo potrai prevenire contestazioni ed eventuali contenziosi legali.

Nel corso della trattativa con il venditore, prima di firmare eventuali contratti o proposte d’acquisto, dovrai richiedere la documentazione riguardo l’immobile.

Nello specifico ti consiglio di richiedere:

  • l’atto di provenienza (è l’atto con cui il venditore è divenuto proprietario);
  • la visura catastale e la planimetria del bene;
  • l’ispezione ipotecaria dell’immobile.

In particolare se sull’immobile sono presenti gravami o ipoteche, potrai chiedere maggiori informazioni alla controparte e accertare quali saranno le modalità per la cancellazione delle formalità.

Questo passaggio è fondamentale per evitare sorprese e controversie prima dell’atto di compravendita.

Certificazione Notarile e atto di provenienza

Inoltre nella certificazione notarile potrai consultare qual è la provenienza del bene e in che modo il venditore è divenuto proprietario.

L’atto di provenienza è un documento necessario per dimostrare l’origine del diritto di proprietà su un immobile.

Attraverso questo atto si può accertare quali sono state le compravendite passate e si può verificare la presenza di eventuali vincoli o gravami sul bene.

Infatti capita molte volte che gli immobili siano formalmente intestati a più soggetti che non partecipano alla trattativa di compravendita.

In questi casi è opportuno verificare se il venditore agisce nell’interesse di tutti i proprietari del bene.

In passato ho fornito supporto legale a un acquirente che doveva negoziare l’acquisto di un immobile intestato a 5 soggetti differenti.

La trattativa è stata molto complessa poiché alcuni comproprietari avevano espresso pareri discordanti sulle modalità di liberazione dell’immobile.

La certificazione notarile consente di identificare i reali proprietari del bene e di prevenire eventuali controversie.

Certificazione Notarile e accettazione dell’eredità

In caso di acquisto di un immobile soggetto ad accettazione dell’eredità, è necessario seguire una serie di passaggi legali per garantire una compravendita sicura.

In primo luogo, prima di procedere con l’acquisto, l’acquirente potrà richiedere la documentazione necessaria alla controparte.

In seguito, dopo aver verificato l’atto di provenienza, sarà possibile richiedere una certificazione notarile per verificare l’assenza di debiti o gravami sull’immobile ereditato.

Nel corso dell’indagine sarà possibile accertare le ultime volontà del defunto, la determinazione dei diritti degli eredi e l’eventuale presenza di testamenti o disposizioni che possano influenzare il diritto di proprietà.

Una volta ottenuta la certificazione notarile, sarà possibile procedere all’accettazione dell’eredità in modo formale davanti allo stesso notaio.

Solo dopo aver completato questa fase imprescindibile si potrà finalmente stipulare l’atto d’acquisto.

In questi casi è preferibile richiedere assistenza legale al fine di evitare problematiche future relative alla titolarità dell’immobile e ai diritti degli eredi coinvolti nella successione.

Certificazione Notarile e continuità delle trascrizioni

La certificazione notarile è importante poiché consente di accertare se vi è continuità delle trascrizioni riguardanti l’immobile.

Per esaminare la continuità delle trascrizioni, è essenziale seguire un approccio metodico che comprende diversi passaggi chiave.

Innanzitutto occorre verificare la numerazione progressiva dei documenti allegati alla certificazione.

Ogni atto deve presentarsi in una sequenza ordinata che ne faciliti il rintracciamento.

Successivamente è necessario analizzare il contenuto delle stesse trascrizioni, confrontando le date e i riferimenti ai registri pubblici per accertarne la coerenza temporale e giuridica.

Inoltre è necessario controllare eventuali annotazioni marginali o modifiche apportate successivamente alla redazione originale del documento.

Infatti le eventuali divergenze possono influenzare significativamente la validità dell’atto notarile trascritto.

Infine è consigliabile consultare gli archivi notariali per assicurarsi che non vi siano stati aggiornamenti o revoche che possano incidere sulla continuità della documentazione esaminata.

Questa operazione contribuisce a costruire un quadro completo e affidabile della situazione giuridica oggetto della certificazione notarile.

Crowdfunding immobiliare

Nel caso in cui l’acquirente di un immobile intenda acquistare il bene tramite finanziamento erogato tramite piattaforma di crowdfunding, la certificazione notarile rappresenta uno strumento fondamentale.

Infatti questo documento è necessario per garantire l’affidabilità del progetto immobiliare e per individuare eventuali criticità che potrebbero impedire la rivendita a terzi.

In particolare quando si desidera presentare una proposta ai potenziali investitori, è necessario produrre alcuni documenti per dimostrare la solidità dell’iniziativa e la trasparenza dei dati finanziari.

Attraverso la certificazione notarile, il notaio verificherà la presenza di eventuali difformità sull’immobile e la presenza di eventuali diritti di prelazione.

In questo modo modo sarà più facile prevedere i costi da sostenere (tramite redazione di un business plan), certificando la sicurezza dell’operazione sotto il profilo giuridico.

I documenti notarili possono rivelarsi decisivi nel convincere gli investitori che il progetto è valido e non presenta criticità.

In questo modo sarà possibile trasmettere maggiore fiducia nei confronti dei soggetti interessati all’operazione, riducendo i tempi e le incertezze legate alla raccolta del finanziamento.


Conclusione

La certificazione notarile è un documento importante che può proteggerti da eventuali controversie.

Grazie agli accertamenti del notaio potrai verificare se la controparte con cui hai avviato la negoziazione è legittimato a trasferire l’immobile.

All’interno del documento potrai verificare se vi è continuità nelle trascrizioni e se sul bene sono iscritti eventuali diritti di prelazione da parte di terzi.

Prima di concludere una compravendita immobiliare ti consiglio di richiedere supporto legale specializzato per prevenire rischi e tutelare i tuoi interessi giuridici.

Certificazione Notarile - elementi fondamentali


Consulenza Legale

Se hai bisogno di un chiarimento

Freccia


Autore

Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor | Founder di Recupero Legale.

Specializzato in: Crediti • Contratti • Privacy • Tech.

Seguimi su LinkedIn.

Iscriviti al nostro Canale YouTube.

© riproduzione riservata