Introduzione
L’ordinanza di assegnazione rappresenta l’atto conclusivo della procedura esecutiva mobiliare presso terzi.
Questo provvedimento giudiziale viene emesso dal giudice dell’esecuzione a seguito dell’espletamento positivo del pignoramento.
Mediante tale ordinanza, il magistrato dispone il trasferimento delle somme pignorate, dal patrimonio del terzo pignorato, direttamente in favore del creditore procedente.
La funzione primaria dell’ordinanza di assegnazione consiste nel fornire un provvedimento giudiziale per il recupero del credito insoluto.
Nell’attività di recupero giudiziale, questo strumento giuridico assume rilevanza capitale poiché consente al creditore di ottenere quanto dovuto.
Il creditore, grazie all’ordinanza di assegnazione, può tutelare il proprio diritto di credito attraverso un meccanismo coattivo predisposto dall’ordinamento.
La legittimazione a ricevere il pagamento deriva direttamente dal provvedimento giudiziale, conferendo al destinatario titolo valido per l’incasso.
In altre parole, l’ordinanza di assegnazione costituisce il momento culminante dell’iter esecutivo, traducendo in termini concreti la pretesa creditoria inizialmente azionata.
In questo articolo ti spiegherò come sfruttare l’ordinanza di assegnazione per tutelare il tuo credito ed evitare errori.
Prima di proseguire voglio fornirti alcune definizioni preliminari.
Ordinanza di assegnazione: definizione e natura giuridica
L’ordinanza di assegnazione costituisce il provvedimento conclusivo del pignoramento presso terzi.
Il giudice dell’esecuzione emette tale atto dopo aver accertato la regolarità dell’attività esecutiva del creditore.
La giurisprudenza ha dibattuto a lungo sulla natura giuridica dell’ordinanza di assegnazione.
Secondo l’orientamento prevalente, questo provvedimento possiede una duplice natura.
Da un lato, l’ordinanza di assegnazione costituisce titolo esecutivo per il creditore nei confronti del terzo pignorato.
Dall’altro, agisce come atto traslativo che determina il trasferimento del credito pignorato dal debitore esecutato al creditore procedente.
La dottrina giuridica ha ulteriormente chiarito che l’ordinanza di assegnazione non costituisce una sentenza di condanna.
Il provvedimento mantiene infatti la propria autonomia funzionale nell’ambito del processo esecutivo.
Collocazione nell’ambito del procedimento esecutivo
Il procedimento esecutivo segue un percorso ben delineato che culmina con l’emissione dell’ordinanza di assegnazione.
Inizialmente, il creditore procede con il pignoramento dei beni o crediti del debitore.
Successivamente, il giudice dell’esecuzione fissa l’udienza per la comparizione delle parti.
Nel corso del giudizio il magistrato verifica la regolarità formale degli atti esecutivi.
In seguito, dopo aver analizzato tutti gli elementi procedurali, il giudice emette l’ordinanza di assegnazione.
Tale provvedimento giurisdizionale ordina al terzo di effettuare il pagamento in favore del creditore.
Pertanto l’ordinanza di assegnazione rappresenta l’atto conclusivo della procedura di pignoramento presso terzi.
Per effetto di questo provvedimento, il terzo pignorato avrà l’obbligo corrispondere al creditore la somma indicata nel titolo esecutivo.
In tal modo, l’ordinanza di assegnazione realizza la funzione satisfattoria propria dell’esecuzione forzata.
Ordinanza di assegnazione: regole procedurali
Il creditore deve rispettare precise norme procedurali prima di ottenere l’ordinanza di assegnazione.
In primis, occorre munirsi di un valido titolo esecutivo secondo quanto previsto dall’articolo 474 del codice di procedura civile.
Tale documento costituisce il presupposto indispensabile per avviare qualsiasi procedura esecutiva.
In seguito il creditore notifica il precetto al debitore, intimandogli di adempiere entro un termine non inferiore a dieci giorni.
Decorso inutilmente tale termine, si procede con il pignoramento dei beni o crediti del debitore inadempiente.
La documentazione relativa al pignoramento viene depositata presso la cancelleria del tribunale competente.
Il giudice dell’esecuzione fissa quindi l’udienza per la comparizione delle parti e verifica la regolarità formale degli atti.
Durante questa fase il debitore può sollevare eventuali opposizioni per contestare la regolarità formale della pretesa creditoria.
L’ordinanza di assegnazione rappresenta l’atto finale di questo articolato percorso procedurale.
Di conseguenza il creditore (tramite il proprio legale di fiducia) deve dare impulso al procedimento attraverso lo svolgimento di specifici adempimenti procedurali.
Infatti la legge impone termini perentori che, se non rispettati, comportano l’estinzione dell’intera procedura esecutiva.
Pertanto, il rispetto rigoroso delle scadenze procedimentali risulta determinante per il buon esito dell’azione esecutiva.
Ordinanza di assegnazione e decreto ingiuntivo
Il decreto ingiuntivo costituisce lo strumento processuale primario per il recupero giudiziale di un credito.
Il legislatore ha predisposto questo istituto giuridico proprio per consentire un rapido soddisfacimento delle pretese creditorie.
Per ottenere un decreto ingiuntivo occorre presentare apposito ricorso presso il tribunale competente.
La domanda deve contenere tutti gli elementi identificativi delle parti e la precisa quantificazione del credito.
Il creditore deve allegare la prova scritta del credito vantato secondo i requisiti previsti dall’articolo 633 del codice di procedura civile.
Il giudice valuta la fondatezza della pretesa e in seguito emette il decreto ingiuntivo senza sentire la controparte.
Tale provvedimento verrà notificato al debitore unitamente al ricorso introduttivo.
Il destinatario potrà proporre opposizione entro quaranta giorni dalla notifica.
In assenza di opposizione, il decreto ingiuntivo diventa definitivo e acquista efficacia di giudicato.
Con la formula esecutiva apposta sul decreto ingiuntivo, il creditore può avviare l’esecuzione forzata.
Il decreto ingiuntivo rappresenta pertanto la via preferenziale per trasformare rapidamente un credito in titolo esecutivo.
Ordinanza di assegnazione: contenuto del provvedimento
L’ordinanza di assegnazione contiene diversi elementi strutturali che ne determinano la validità giuridica.
Il provvedimento riporta innanzitutto l’identificazione completa delle parti processuali coinvolte nel procedimento esecutivo.
Il giudice dell’esecuzione indica nel dispositivo l’importo preciso oggetto dell’assegnazione al creditore.
La motivazione del provvedimento espone il percorso logico-giuridico seguito dal magistrato nella valutazione della procedura.
Tale atto giurisdizionale contiene inoltre l’indicazione del titolo esecutivo posto a fondamento dell’intera procedura.
Il provvedimento riporta anche l’eventuale graduazione dei creditori secondo l’ordine di soddisfacimento.
Nel caso di pluralità di creditori, l’ordinanza stabilisce le modalità di ripartizione delle somme ricavate.
L’ordinanza prevede altresì disposizioni per la consegna materiale dei beni mobili (in caso di pignoramento mobiliare).
Tale atto costituisce un provvedimento complesso che racchiude tutti gli elementi necessari per concludere efficacemente l’esecuzione forzata.
Dichiarazione di interesse
L’articolo 551 bis del codice di procedura civile introduce un termine decennale di efficacia per il pignoramento presso terzi.
Tale vincolo pignoratizio decade dopo dieci anni dalla notifica del pignoramento al terzo.
Il legislatore ha tuttavia previsto un meccanismo di conservazione degli effetti del pignoramento.
La dichiarazione di interesse rappresenta lo strumento processuale idoneo al mantenimento dell’efficacia del vincolo.
Il creditore pignorante o intervenuto può notificare tale dichiarazione nei due anni precedenti alla scadenza decennale.
Detta notifica deve raggiungere tutte le parti processuali e il terzo pignorato.
La dichiarazione di interesse contiene gli elementi identificativi essenziali della procedura esecutiva.
Tra questi figurano:
- la data di notifica del pignoramento;
- l’ufficio giudiziario;
- l’indicazione delle parti;
- il numero di ruolo del procedimento.
Inoltre il documento deve attestare la “persistenza” del credito azionato in via esecutiva.
In buona sostanza il credito deve risultare insoluto senza che il debitore abbia effettuato alcun pagamento.
Il deposito nel fascicolo dell’esecuzione deve avvenire entro dieci giorni dall’ultima notifica.
L’omessa presentazione della dichiarazione di interesse comporta la liberazione del terzo dagli obblighi previsti dall’articolo 546 del codice di procedura civile.
In assenza di tale adempimento, il processo esecutivo si estingue automaticamente al decorso del termine decennale dalla notifica originaria.
Ordinanza di assegnazione: criticità e problemi ricorrenti
L’emissione dell’ordinanza di assegnazione non garantisce sempre la soddisfazione integrale del credito.
Il creditore può incontrare ostacoli imprevisti prima di ottenere il provvedimento giudiziale.
L’opposizione agli atti esecutivi rappresenta uno strumento dilatorio spesso utilizzato dal debitore per ritardare il pagamento.
Tale impugnazione può rallentare lo svolgimento dell’azione esecutiva.
In seguito il giudice, dopo aver valutato la fondatezza dell’opposizione, decide se sospendere o meno il procedimento esecutivo.
La sospensione determina l’interruzione delle attività processuali fino alla decisione definitiva sulla controversia.
Il creditore dovrà attendere l’esito del procedimento di opposizione prima di ottenere un’ordinanza di assegnazione.
Un’altra criticità frequente riguarda l’insufficienza delle somme detenute dal terzo pignorato.
Il terzo pignorato potrebbe dichiarare di detenere importi inferiori rispetto al credito azionato.
In tal caso, l’assegnazione coprirà solo parzialmente il credito vantato dal procedente.
Il creditore dovrà pertanto attivare ulteriori procedure esecutive per il recupero dell’intero credito.
Vediamo nel dettaglio come evitare errori.
Ordinanza di assegnazione: contestazioni
In caso di contestazioni sulla dichiarazione di terzo, il creditore può avviare un giudizio di accertamento secondo quanto prevede l’articolo 549 del codice di procedura civile.
Il magistrato dispone l’avvio di un sub-procedimento incidentale tra le parti processuali.
Tale accertamento avviene nel pieno contraddittorio tra creditore, debitore e terzo pignorato.
In seguito il giudice emana un’ordinanza risolutiva dopo aver compiuto tutti gli accertamenti necessari.
Questo provvedimento definisce con precisione l’esistenza e l’ammontare del credito oggetto di pignoramento.
L’ordinanza produce effetti immediati nel procedimento esecutivo già avviato dalle parti.
Il creditore può fondare l’esecuzione forzata proprio su tale provvedimento di assegnazione.
La parte soccombente ha diritto d’impugnazione secondo le forme previste dall’articolo 617 del codice di procedura civile.
L’opposizione agli atti esecutivi rappresenta, dunque, lo strumento per contestare eventuali vizi formali.
I termini per proporre tale impugnazione decorrono dalla conoscenza effettiva del provvedimento.
Ordinanza di assegnazione: insolvenza del terzo pignorato
L’ordinanza di assegnazione non garantisce automaticamente il soddisfacimento del credito vantato dal creditore procedente.
Infatti, il terzo pignorato potrebbe non adempiere spontaneamente quanto disposto dal giudice dell’esecuzione.
In questo caso il creditore mantiene il diritto di agire per il recupero del credito.
L’ordinanza di assegnazione rappresenta un valido titolo esecutivo nei confronti del terzo pignorato.
Il creditore procedente potrà, dunque, avviare un’autonoma procedura esecutiva contro il terzo inadempiente.
Questa nuova azione esecutiva richiede la notifica del precetto e del titolo esecutivo al terzo.
Nell’intimazione di pagamento, il creditore indicherà l’importo del credito originariamente assegnato dal giudice.
Al credito principale si aggiungeranno gli interessi legali e le spese della nuova procedura esecutiva.
Il terzo pignorato potrà opporsi all’esecuzione secondo le modalità previste dall’articolo 615 del codice di procedura civile.
Analisi costi-benefici dell’azione esecutiva
L’analisi preventiva della convenienza economica dell’azione esecutiva richiede rigore matematico e considerazioni giuridiche.
In primo luogo, il creditore deve quantificare l’ammontare esatto del credito vantato comprensivo di interessi legali.
A questa somma si aggiungeranno gli eventuali interessi moratori contrattuali calcolati dal giorno dell’inadempimento.
Il calcolo dovrà tenere conto della rivalutazione monetaria secondo gli indici ISTAT applicabili.
Da questo importo lordo si sottrarrà l’ammontare delle spese legali preventivate per l’intera procedura.
L’analisi deve considerare anche l’onorario del legale secondo i parametri forensi ministeriali vigenti.
Inoltre è necessario quantificare le spese vive per le ricerche patrimoniali preliminari sul debitore.
In questo modo sarà possibile calcolare il valore atteso di recupero dopo l’azione giudiziaria.
Il nostro studio legale ha creato un metodo matematico con cui è possibile stabilire quando conviene il recupero crediti.
L’analisi comparativa tra il valore atteso di recupero e i costi processuali ti aiuta a valutare la convenienza dell’azione esecutiva per evitare lunghi e dispendiosi contenziosi.
Conclusione
L’ordinanza di assegnazione rappresenta uno strumento giuridico efficace per il recupero di un credito insoluto.
Attraverso tale provvedimento giudiziale, il creditore ottiene un titolo esecutivo da utilizzare nei confronti del debitore.
Tuttavia la procedura comporta costi significativi che gravano sul creditore procedente.
Una valutazione preliminare si rivela pertanto indispensabile prima di avviare l’azione giudiziale.
Il creditore dovrà stimare le prospettive di incasso in rapporto alle spese legali preventivabili.
Un’indagine patrimoniale sul debitore ti aiuterà a raccogliere informazioni fondamentali circa le reali possibilità di recupero.
L’analisi dovrebbe comprendere la verifica dell’esistenza di redditi periodici o beni mobili registrati.
Per tali motivi ti suggerisco di richiedere supporto legale qualificato prima di avviare un pignoramento presso terzi e ottenere un’ordinanza di assegnazione.
In questo modo potrai tutelare la tua posizione economica e prevenire un lungo e dispendioso contenzioso giudiziale.
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