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Trattativa Telefonica - copertina verde

Trattativa Telefonica: Introduzione

La trattativa telefonica è uno degli strumenti più utilizzati per recuperare un credito in fase stragiudiziale.

Non sempre è possibile fissare un incontro personale con il debitore per definire il contenzioso.

Anzi in certi casi è preferibile mantenere una certa distanza con la controparte per evitare di farsi coinvolgere emotivamente durante la discussione.

Avviare una trattativa telefonica è sempre un buon metodo per verificare se il debitore è disponibile ad effettuare il pagamento senza l’instaurazione di una causa giudiziale.

Tuttavia non è sempre facile gestire in modo efficace una trattativa.

Ci sono molte insidie e parecchi ostacoli da superare.

In questo articolo voglio fornirti una guida pratica che ti aiuti a condurre in modo corretto la trattativa telefonica verso l’obiettivo prefissato.

Ma prima di proseguire voglio fornirti alcune definizioni preliminari.

Trattativa Telefonica Stragiudiziale: definizione

Una trattativa stragiudiziale è un accordo tra due o più parti coinvolte in una controversia legale prima dell’avvio di una causa giudiziaria.

In particolare, dal punto di vista giuridico, la trattativa è il complesso delle attività preliminari finalizzate al raggiungimento di un accordo.

Durante la trattativa stragiudiziale le parti cercano di definire la controversia attraverso la formulazione di una proposta, ovvero un atto di impulso da parte del proponente.

Nella gestione dei crediti, la proposta può essere formulata dal debitore e può contenere un’offerta di pagamento (o promessa di pagamento) di una determinata somma entro una specifica data.

Per la definizione della trattativa, la proposta deve essere seguita da un’accettazione della controparte.

Di solito nell’ambito del recupero crediti l’accettazione della proposta viene effettuata dal creditore, attraverso una comunicazione scritta che si esprime sulla proposta formulata dal debitore.

Sfruttare il telefono per contattare la controparte durante una trattativa stragiudiziale è utile poiché consente una comunicazione immediata e diretta.

In questo modo la negoziazione sarà più semplice e consentirà alle parti di esprimere i propri punti senza la necessità di un incontro fisico.

Grazie alla rapidità della comunicazione telefonica, è possibile raggiungere intese più velocemente e evitare errori di interpretazione che potrebbero emergere tramite altri mezzi di comunicazione.


Trattativa Telefonica: consigli per recuperare un credito

Trattativa Telefonica - consigli per recuperare un credito

La trattativa telefonica si configura come uno strumento prezioso nella gestione dei crediti insoluti.

Attraverso questa modalità di contatto è possibile instaurare un dialogo diretto con il debitore concordando modalità di pagamento e soluzioni personalizzate.

La gestione accurata della trattativa telefonica è indispensabile per garantire il successo dell’attività di recupero e tutelare gli interessi economici della tua azienda.

Se devi recuperare un credito insoluto, prima di chiamare il debitore, voglio fornirti alcuni consigli e suggerimenti legali.

1) Identifica il Debitore

Prima di contattare telefonicamente il debitore cerca di identificarlo in modo corretto.

Se sei il creditore sarà facile identificare il debitore: avrai già un suo recapito telefonico o lo avrai già incontrato di persona.

Una trattativa telefonica efficace per il recupero di un credito dipende in gran parte dalle informazioni accurate e dettagliate sul debitore.

Dove abita, quanti anni ha, dove lavora (se lavora), perché non ha effettuato il pagamento, quanti soldi deve corrispondere, quanto ha già versato, se vi sono contestazioni sul prezzo o sulla fornitura del bene.

Tutte queste informazioni ti aiuteranno a delineare un quadro completo della vicenda e ti permetteranno di comprendere i motivi del mancato pagamento.

Se è sorta una contestazione sul bene acquistato o sulla fornitura, occorre essere preparati per replicare in modo tempestivo alle eventuali eccezioni del debitore.

Le informazioni sulla situazione lavorativa, familiare e patrimoniale del debitore sono altrettanto importanti per valutare la sua capacità di onorare l’impegno finanziario.

Senza queste informazioni preziose, rischi di intraprendere una trattativa telefonica inefficace che potrebbe portare a un fallimento nel recupero del credito.

È dunque indispensabile investire tempo ed energie nella raccolta di dati accurati prima di avviare la trattativa con il debitore.

Se sei già informato partirai con una marcia in più e potrai gestire in modo più consapevole la trattativa telefonica.

2) Rispetta la privacy del Debitore

Uno degli errori più comuni che si commettono in fase di trattativa stragiudiziale è quello di comunicare a soggetti diversi dal debitore il motivo della telefonata.

Se parli con un parente del debitore devi assolutamente evitare di comunicargli che stai chiamando per sollecitare il pagamento di un debito.

Infatti parlare del debito con una persona diversa del debitore può farti commettere un illecito civile.

Divulgare a terzi che il sig. Rossi è debitore di te o del tuo cliente può causare la violazione del codice della privacy e ti espone ad una responsabilità civile.

La Giurisprudenza ha affrontato molte volte questo tema cambiando spesso orientamento.

Ad esempio nel corso di un’assemblea condominiale se affermi che un condomino è moroso potresti anche essere considerato colpevole del reato di diffamazione (di recente però l’orientamento della Cassazione è mutato: se vuoi approfondire l’argomento clicca qui).

Se non riesci a parlare direttamente con il debitore il mio suggerimento è quello di evitare di comunicare il motivo della telefonata.

Qualificati con il tuo nome e cognome (se hai un titolo professionale o comunicalo pure), lascia un tuo recapito e chiedi di essere chiamato per comunicazioni urgenti.

Se il tuo interlocutore è curioso e chiede maggiori approfondimenti dovrai dire che non sei autorizzato a rilasciare ulteriori informazioni, ma comunicherai il motivo della telefonata al diretto interessato.

Presta molta attenzione: alcune persone registrano le telefonate con il proprio smartphone.

Evita di commettere errori che si ritorceranno contro di te.

3) Durante la telefonata mostrati cordiale ma deciso 

Non appena ti sarai presentato in modo corretto cerca di essere disponibile con la tua controparte.

Se mostri una certa empatia iniziale potresti indirizzare la trattativa verso il tuo obiettivo.

Cerca di essere professionale e non aggredire il tuo interlocutore; ascoltalo e lascialo parlare.

Però non mostrarti troppo disponibile, il debitore deve accorgersi di avere di fronte un professionista cortese ma deciso.

Non cedere alle sue provocazioni e ai suoi possibili insulti.

Ricorda che se ti fai trascinare nella rissa verbale la trattativa potrebbe essere compromessa.

Cerca di far rilassare la controparte e invitalo a trovare una soluzione.

Ricorda al debitore che stai telefonando per trovare una soluzione ragionevole per entrambi.

Tu recuperi un credito, lui salda un debito ed evita una seccatura.

4) Cerca di strappare una Promessa di Pagamento 

Se hai gestito la trattativa in modo corretto e se il debitore ha compreso che è meglio estinguere il suo debito, devi cercare di strappargli una promessa di pagamento.

Invitalo a formulare una proposta di pagamento.

Ricorda al debitore che in questo modo potrebbe uscire da una situazione difficile.

Una promessa di pagamento costituisce una buona base per proseguire la trattativa.

Non illuderti però, le chiacchiere sono inutili se non vengono seguite dai fatti.

Tuttavia se il debitore ha promesso il pagamento di una cifra, possono esserci buoni margini per chiudere il contenzioso ed incassare il tuo credito.

Strappare una promessa di pagamento durante la trattativa telefonica non solo conferma l’intenzione del debitore a saldare il debito, ma crea anche un legame più forte tra le parti coinvolte.

Inoltre, la proposta del debitore permette di fissare chiaramente i termini e le modalità di pagamento, evitando incertezze o fraintendimenti futuri.

5) Fissa un nuovo appuntamento

Se il debitore non ha ancora promesso un pagamento, ma ti accorgi che è favorevole ad estinguere il debito ti conviene interrompere quella telefonata e fissare un nuovo appuntamento.

A volte rinviare la discussione di qualche giorno può sbloccare la trattativa verso il risultato sperato.

Il debitore potrà meditare sulla situazione critica e potrà organizzarsi per trovare la liquidità necessaria per formulare un’offerta transattiva.

Questa tecnica non offre garanzie di successo, ma è un modo per rinviare la decisione finale a un momento successivo.

Ti conviene fissare un nuovo appuntamento telefonico anche quando il debitore rifiuta ogni pagamento.

Molte persone reagiscono in modo impulsivo al primo contatto, ma successivamente possono mostrarsi più favorevoli a una transazione.

Se fissi un nuovo appuntamento il debitore avrà più tempo di pensare, e magari sarà più disponibile a trovare una soluzione.


Conclusione

La trattativa telefonica riveste  un’importanza cruciale all’interno del processo di recupero crediti.

È fondamentale che ogni conversazione telefonica segua regole ben precise al fine di massimizzare le possibilità di successo dell’attività.

La comunicazione efficace, la cortesia e la professionalità sono elementi essenziali da tenere in considerazione durante una trattativa telefonica.

Solo rispettando determinate regole si potrà ottenere la fiducia del debitore, al fine di individuare soluzioni condivise e raggiungere l’obiettivo prefissato nel minor tempo possibile.

Trattativa Telefonica - come recuperare un credito - lista consigli


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Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor • Founder di Recupero Legale

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Prescrizione - copertina e monete

Prescrizione: Introduzione

La prescrizione è il nemico con il quale un professionista del recupero crediti si confronta giornalmente.

Tra le tante insidie da affrontare per conservare la qualità di un credito, la prescrizione costituisce il problema più delicato.

La prescrizione costituisce l’accertamento preliminare più importante nell’attività di credit management.

Tale istituto giuridico rappresenta il termine entro il quale è possibile agire legalmente per richiedere il pagamento di un credito insoluto.

Una volta scaduto il termine di prescrizione diventa impossibile ottenere la restituzione del credito tramite azioni legali.

Pertanto il creditore dovrà monitorare attentamente i tempi e adottare le misure necessarie per tutelare i propri interessi economici.

In questo articolo ti spiegherò come evitare errori e conservare l’esigibilità del tuo credito insoluto.

Prima di proseguire voglio fornirti alcune definizioni preliminari.

Prescrizione: definizione

La prescrizione consiste nella perdita di un diritto che si verifica a causa dell’inerzia del suo titolare.

In altre parole, se non eserciti il tuo diritto di credito per un determinato periodo di tempo, perderai definitivamente la possibilità di poter ricevere il pagamento in futuro.

Si tratta di una misura necessaria per garantire la certezza del diritto.

La prescrizione serve infatti per evitare che le richieste di pagamento possano essere sollevate infinitamente nel tempo.

Prescrizione: cosa prevede la legge

Il nostro ordinamento prevede diversi termini di prescrizione in base alla tipologia del credito vantato (in questa pagina trovi una tabella riepilogativa dei termini di prescrizione).

In base al tipo di diritto, la legge fissa un termine di prescrizione differente.

Ma a volte conoscere le norme di legge non basta per evitare dei possibili rischi.

Ricorda che la prescrizione del credito determina la cancellazione del debito.

Se il credito è prescritto il creditore non può più richiedere al debitore il pagamento di quanto dovuto.

Infatti la prescrizione rappresenta il limite temporale entro il quale il creditore ha la possibilità di agire per ottenere quanto gli spetta.

È pertanto indispensabile vigilare costantemente sui termini di prescrizione al fine di proteggere i propri interessi finanziari.

Prescrizione: cosa fare per evitarla

Affinché il creditore possa evitare la prescrizione, è necessario intraprendere tempestivamente determinate azioni.

In primo luogo, è essenziale mantenere classificare in modo corretto tutti i documenti e tutte le transazioni finanziarie con il debitore.

In secondo luogo, occorre monitorare costantemente lo stato dei crediti e assicurarsi che vengano rispettati tutti i termini di pagamento concordati.

Infine, qualora si avvicini la scadenza del termine di prescrizione, il creditore deve adottare misure legali adeguate per interrompere i termini prescrizionali.

Prescrizione: i rimedi più efficaci

I creditori più attenti sanno cosa fare per evitare la prescrizione.

Per raggiungere questo obiettivo, infatti, puoi compiere le seguenti attività:

  • inviare una lettera di diffida;
  • far firmare al debitore delle cambiali;
  • far firmare al debitore degli accordi stragiudiziali.

Dopo queste doverose premesse, vediamo nel dettaglio come evitare rischi legali e “sconfiggere” la prescrizione.


Prescrizione: casi in cui il credito è a rischio

Prescrizione - credito a rischio

Non sempre le azioni che ti ho suggerito sono sufficienti per salvaguardare un credito.

A volte l’attività di recupero crediti presenta delle insidie che, se non vengono gestite in modo corretto, pregiudicano irrimediabilmente la pretesa creditoria.

Ricorda che inviare una diffida o notificare un atto giudiziario allunga l’esigibilità del credito per i prossimi dieci anni (a volte anche per un periodo inferiore).

Tuttavia possono esserci alcuni casi in cui il tuo credito è in pericolo.

Vediamo quali sono.

1) In caso di cessione del credito

Accade molto spesso che i crediti vengano ceduti dal creditore originario (cedente) a un altro soggetto (cessionario).

Il trasferimento può avvenire a titolo oneroso o gratuito (art. 1260 c.c.).

Devi sapere che la cessione di un credito ha effetto nei confronti del debitore ceduto solo se quest’ultimo l’ha accettata o quando gli è stata notificata (art. 1264 c.c.).

Pertanto il soggetto che acquista un credito altrui deve comunicarlo al debitore ceduto il prima possibile.

Nella maggior parte dei casi, lo strumento utilizzato per assolvere l’obbligo di comunicazione è quello della raccomandata con avviso di ricevimento (“raccomandata A/R”).

Tale documento può contenere anche la richiesta di pagamento e l’origine del credito.

L’obbligo di informazione è fondamentale non solo per l’efficacia della cessione ma anche e soprattutto per interrompere la prescrizione.

Tuttavia esiste un pericolo.

In caso di cessione del credito succede spesso che molti crediti siano prossimi alla prescrizione.

In queste situazioni è necessario esaminare la documentazione fornita dal cedente, nel più breve tempo possibile, al fine di verificare se il credito ceduto è a rischio prescrizione.

Per questo motivo non appena acquisti un credito ti consiglio di inviare la raccomandata in tempi molto brevi.

Se non lo farai metterai a repentaglio non solo la validità della cessione ma anche l’esigibilità del credito acquistato.

2) In caso di iscrizione di ipoteca

In caso di immobile gravato da ipoteca devi distinguere il diritto di credito dalla garanzia reale (la garanzia sull’immobile).

Il creditore può far valere il diritto di credito nei confronti del debitore entro un determinato periodo di tempo, mentre l’ipoteca avrà una durata differente.

Ti fornisco un esempio.

Tizio acquista un immobile grazie ad un mutuo.

La banca eroga il mutuo a Tizio e iscrive ipoteca sulla casa.

Se Tizio non paga più le rate del mutuo, la banca può richiedere il pagamento del credito entro 10 anni dall’ultimo pagamento effettuato.

Tuttavia il diritto di prelazione sull’immobile, costituito grazie all’iscrizione dell’ipoteca, avrà una durata di 20 anni dalla data di trascrizione dell’atto di compravendita.

Anche in questo caso esiste un pericolo.

Se hai iscritto ipoteca su un bene, la durata ventennale del privilegio non conserverà l’esigibilità del credito.

In questi casi devi gestire separatamente il credito e la garanzia reale attraverso due distinte attività legali.

3) In caso di estinzione di esecuzione immobiliare

Accade molto spesso che per recuperare un credito sia necessario avviare o intervenire in un’esecuzione immobiliare.

I pignoramenti immobiliari che si concludono con la vendita all’asta del bene non rappresentano un problema per la prescrizione del tuo credito.

Tuttavia non sempre le esecuzioni immobiliari si concludono in questo modo.

Infatti il giudice può estinguere la procedura perché le parti non hanno mostrato interesse alla prosecuzione (art. 630 c.p.c.).

In altri casi l’esecuzione si estingue perché i creditori hanno rinunciato agli atti (art. 629 c.p.c.) oppure non si sono presentati in udienza (art. 631 c.p.c.).

Può accadere, inoltre, che il creditore procedente non rinnovi la trascrizione del pignoramento (art. 2668 ter c.c.).

Per evitare rischi, ti consiglio di inviare un atto interruttivo della prescrizione al debitore anche in costanza del giudizio di esecuzione.

In questo modo potrai garantire l’esigibilità del tuo credito indipendentemente dall’esito del pignoramento.


Prescrizione e Pignoramento Immobiliare

Prescrizione e Pignoramento Immobiliare

Il pignoramento immobiliare è una procedura giudiziaria che permette al creditore di ottenere il pagamento del debito attraverso la vendita forzata di un immobile.

Una volta avviato il procedimento immobiliare è essenziale conoscere i tempi e le conseguenze giuridiche legati alla prescrizione.

Secondo gli orientamenti della giurisprudenza, l’esito della procedura di espropriazione può influenzare la prescrizione del credito.

Vediamo nel dettaglio alcuni casi particolari.

Prescrizione: la notifica del Pignoramento Immobiliare

La dottrina (gli esperti di diritto) e la giurisprudenza di legittimità sono concordi nel sostenere che la notifica del pignoramento immobiliare interrompe la prescrizione (art. 2943 c.c.).

Infatti per tutta la durata della procedura esecutiva i termini non decorrono (art. 2945 c.c.).

In questo modo il creditore può mantenere intatta la possibilità di soddisfare il credito vantato attraverso le opportune procedure giudiziarie.

Il nuovo periodo di prescrizione dovrà essere calcolato dalla data del provvedimento che dichiara la chiusura del processo.

Prescrizione: l’aggiudicazione dell’immobile all’asta

Se l’immobile pignorato viene aggiudicato, il termine di prescrizione del credito inizia a decorrere dalla data di approvazione del piano di riparto.

All’interno di questo documento vengono distribuite ai creditori le somme ricavate dalla vendita dell’immobile.

Il piano di riparto permette di regolare in maniera equa e trasparente la divisione dei proventi della vendita, garantendo che ogni creditore ottenga la propria quota (in base al grado di privilegio del suo credito).

L’approvazione definitiva del piano di riparto (o progetto di distribuzione) viene equiparata alla sentenza passata in giudicato (art. 2943 c.c., 2° comma).

Una volta che l’immobile è stato aggiudicato, il conto alla rovescia per la prescrizione inizia dal momento in cui il piano di riparto viene accettato e ratificato.

Prescrizione: l’estinzione per rinuncia o mancata comparizione

Quando l’esecuzione si conclude con un provvedimento di estinzione (mancata comparizione, rinuncia agli atti) possono esserci difficoltà nell’individuare il termine da cui far decorrere la prescrizione.

In questo caso la legge non si esprime in modo chiaro.

La Corte di Cassazione tuttavia si è espressa in un caso simile con una sentenza piuttosto importante (Cass. n. 21733/2006).

I giudici di legittimità affermano che, in caso di estinzione, il termine di prescrizione del credito decorre dalla data di deposito del provvedimento finale.

Si tratta del decreto o dell’ordinanza con cui il Giudice dichiara il termine della procedura.

Nel caso in cui la procedura esecutiva si estingua per la mancata comparizione delle parti o per rinuncia è preferibile inviare una diffida.

Tale documento dovrà essere inviato dopo l’emissione del provvedimento di estinzione.

Sebbene alcune sentenze di primo grado hanno confermato l’orientamento della Cassazione (la prescrizione decorre dal provvedimento di estinzione), permangono molti dubbi.

Infatti molti esperti di diritto ritengono che sia preferibile dottare un atteggiamento più prudente e rigoroso riguardo alla prescrizione.

Pertanto inviare una diffida in corso di esecuzione (per quanto assurdo possa sembrare) può essere una soluzione che ti farà dormire sogni tranquilli.


Conclusione

La prescrizione è un istituto giuridico che regola il limite di tempo entro il quale un diritto può essere esercitato legalmente.

La prescrizione riveste un ruolo fondamentale nel gestione dei crediti, poiché rappresenta il termine ultimo entro cui è possibile agire  per ottenere il pagamento di somme dovute.

Il decorso del tempo può agire contro il creditore se non vengono intraprese le opportune azioni legali.

Per questo motivo ti consiglio di chiedere supporto legale qualificato al fine di interrompere il decorso della prescrizione e conservare il diritto di credito.

Prescrizione - casi in cui il tuo credito è a rischio


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Teresa Rossi

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Iscrizione a ruolo del pignoramento immobiliare - copertina

Iscrizione a Ruolo del Pignoramento Immobiliare: Introduzione

Se vuoi scoprire come effettuare l’iscrizione a ruolo del pignoramento immobiliare, sei nel posto giusto.

In questo articolo ti spiegherò tutto quello da sapere su un adempimento giudiziario molto delicato.

L’iscrizione a ruolo del pignoramento immobiliare determina la pendenza del giudizio di esecuzione e ti permette di recuperare un credito.

Conoscere queste informazioni ti aiuterà a evitare errori e ti consentirà di gestire con maggiore consapevolezza l’iter giudiziale contro il debitore.

Ma prima di proseguire voglio fornirti alcune nozioni preliminari.

Iscrizione a Ruolo: definizione

L’iscrizione a ruolo rappresenta la fase iniziale di un procedimento giudiziario che porta al pignoramento immobiliare.

Ma cosa si intende esattamente con questo termine?

In poche parole, l’iscrizione a ruolo è il momento in cui viene formalmente avviata la procedura esecutiva per il recupero del credito da parte del creditore nei confronti del debitore.

Durante questa fase, vengono presentati tutti i documenti necessari al tribunale competente affinché si proceda con l’iscrizione del contenzioso in un registro che viene definito “ruolo”.

Dopo l’iscrizione a ruolo, il tribunale assegna un numero progressivo seguito dall’anno in cui si effettua l’iscrizione prende il nome di “numero di Registro Generale” o più semplicemente “numero di RG”.

Nel caso dei giudizi di esecuzione, il “numero di RG” si definisce “numero di RGE” (ovvero numero di Registro Generale Esecuzioni) e può essere distinto nelle seguenti categorie:

In pratica, l’iscrizione a ruolo costituisce il punto di partenza per dare avvio alle azioni legali finalizzate al pignoramento dei beni immobili del debitore.

Si tratta quindi di una tappa imprescindibile per chiunque voglia recuperare un credito insoluto attraverso un procedimento giudiziale.

Pignoramento Immobiliare: in cosa consiste

Il pignoramento immobiliare è una procedura giudiziale attraverso la quale un creditore mette all’asta i beni immobili del debitore.

In seguito, dopo l’avvio del giudizio, si procederà con la vendita forzata degli immobili appartenenti al soggetto esecutato per soddisfare il credito insoluto.

Di solito questa procedura viene attuata quando non vi sono altri beni mobili del debitore in grado di soddisfare il creditore.

In molti casi il pignoramento immobiliare rimane l’unico rimedio da utilizzare quando le altre possibilità di recupero del credito risultano infruttuose.

Il pignoramento immobiliare è un giudizio abbastanza complesso e prevede lo svolgimento di determinati adempimenti burocratici per la sua instaurazione.

Devi sapere che il pignoramento immobiliare è una soluzione piuttosto onerosa e richiede il pagamento iniziale delle spese legali (per l’attività dell’avvocato) oltre alle spese di giustizia (le tasse da versare al tribunale).

Pertanto, prima di procedere con questo strumento processuale, è importante verificare se vi sono altre possibilità di risolvere la controversia senza rivolgersi al Giudice.


Il percorso prima del Pignoramento

Iscrizione a ruolo del pignoramento immobiliare - percorso prima

Prima di arrivare al pignoramento immobiliare, è necessario seguire un percorso giudiziario compiendo le seguenti attività:

  1. inizialmente sarà necessario effettuare un esame dei beni immobili di proprietà del debitore;
  2. in seguito il creditore dovrà ottenere un titolo esecutivo;
  3. infine il creditore notificherà un atto di precetto prima di avviare l’esecuzione forzata.

Solo dopo aver seguito queste fasi preliminari, si può effettuare l’iscrizione a ruolo del pignoramento immobiliare.

Vediamo nel dettaglio ogni fase.

1) Esame degli Immobili del Debitore

Quando si procede con un pignoramento immobiliare, è essenziale esaminare attentamente i beni immobili del debitore.

Questa fase è cruciale per determinare quali proprietà possano essere oggetto di esecuzione forzata.

Gli immobili del debitore vengono valutati per stabilire il valore di mercato e verificare la loro idoneità come garanzia per il recupero del credito.

Durante l’esame degli immobili, si effettua una dettagliata analisi delle proprietà possedute dal debitore, includendo case, terreni o locali commerciali.

È importante identificare correttamente ogni bene e verificarne la titolarità al fine di proseguire con successo il processo di pignoramento.

Per questo motivo è importante estrarre una visura catastale e verificare se il bene è in comproprietà con soggetti terzi.

Infatti in caso di immobile intestato a più proprietari, la valutazione di rivendita in asta sarà differente.

Affrontare con attenzione l’esame degli immobili del debitore rappresenta un passaggio significativo nel cammino verso l’iscrizione a ruolo del pignoramento immobiliare.

Una pianificazione strategica e dettagliata in questa fase può influenzare positivamente l’esito dell’intero processo giudiziario relativo.

2) Emissione di un Titolo Esecutivo

Per ottenere un titolo esecutivo, è necessario intraprendere una serie di passaggi fondamentali nel percorso giudiziario.

Inizialmente, si deve avviare un’azione legale presso il Tribunale competente per far valere i propri diritti nei confronti del debitore inadempiente.

Successivamente, dopo aver presentato le prove e documenti necessari al Giudice, quest’ultimo emetterà un provvedimento (sentenza o decreto ingiuntivo) con cui si intima il pagamento della somma dovuta.

Questo documento conferisce al creditore il potere di procedere con l’esecuzione forzata dei beni del debitore.

Una volta ottenuto il titolo esecutivo, sarà possibile procedere con la notifica del precetto al debitore, che rappresenta l’avviso formale dell’intenzione di pignorare i suoi beni per soddisfare il credito vantato dal creditore.

3) Notifica del Precetto

La notifica del Precetto è un passaggio fondamentale nel percorso giudiziario che porta al pignoramento immobiliare.

Quando si ottiene un titolo esecutivo, come una sentenza o un decreto ingiuntivo, si può procedere con la notifica del precetto al debitore.

In particolare l’atto di precetto deve contenere:

  • la richiesta di pagamento entro un termine stabilito;
  • l’avvertimento che in caso di inadempimento da parte del debitore, si procederà con il pignoramento immobiliare.

In caso di mancato pagamento, il creditore potrà procedere con ulteriori azioni legali, tra cui il pignoramento dei beni immobili del debitore.

La corretta notifica del precetto è essenziale per garantire la validità delle successive fasi del processo esecutivo.

È importante seguire scrupolosamente le procedure previste dalla legge per evitare possibili contestazioni da parte del debitore.

Dopo la notifica del precetto si può procedere con la notifica e successiva iscrizione a ruolo del pignoramento immobiliare.


Iscrizione a Ruolo del Pignoramento Immobiliare: cosa fare

Iscrizione a ruolo del pignoramento immobiliare - cosa fare

Quando si arriva alla fase dell’iscrizione a ruolo del pignoramento immobiliare, è importante agire con tempestività e precisione per garantire il corretto svolgimento della procedura.

La prima cosa da fare è rivolgersi ad un avvocato specializzato in materia di esecuzioni immobiliari.

Il legale dovrà guidarti attraverso ogni passaggio del processo e avrà il compito di informarti di tutte le attività da compiere.

Successivamente, sarà necessario raccogliere tutta la documentazione relativa al credito insoluto e agli immobili coinvolti nel pignoramento.

È fondamentale presentare tutti i documenti richiesti nelle forme e nei tempi previsti dalla legge per evitare ritardi o complicazioni durante l’iter giudiziario.

In seguito si dovrà procedere con la notifica del pignoramento immobiliare.

Notifica del Pignoramento Immobiliare

La notifica del Pignoramento Immobiliare ti consente di informare il debitore dell’avvio dell’esecuzione forzata.

Una volta ottenuto il titolo esecutivo e notificato il precetto, potrai avviare formalmente il processo di pignoramento.

All’interno del pignoramento immobiliare il creditore descrive l’origina del credito e intima al debitore il pagamento della somma dovuta.

Inoltre all’interno dell’atto giudiziario dovrà esserci una descrizione dei beni immobili appartenenti al debitore su cui si vuole creare il vincolo di indisponibilità.

Infine il pignoramento viene consegnato all’Ufficiale Giudiziario affinché quest’ultimo possa effettuare la notifica.

Dopo aver effettuato la notifica si può procedere con la trascrizione del pignoramento immobiliare.

Iscrizione a Ruolo del Pignoramento Immobiliare: trascrizione

La trascrizione del pignoramento immobiliare è un passaggio fondamentale nel processo di esecuzione forzata.

Essa consiste nell’iscrivere il pignoramento presso l’Ufficio del Registro Immobiliare competente, rendendo così pubblica la situazione giuridica dell’immobile soggetto a pignoramento.

Questo atto ha lo scopo di garantire che tutti gli interessati possano essere informati ufficialmente sul vincolo gravante sull’immobile.

La trascrizione conferisce al creditore una tutela maggiore nei confronti di eventuali terzi acquirenti dell’immobile pignorato.

È importante seguire scrupolosamente le procedure e i tempi previsti per la trascrizione al fine di evitare possibili contestazioni.

Un errore nella trascrizione potrebbe infatti compromettere l’esito positivo della procedura di esecuzione forzata.

Una volta effettuata la trascrizione dell’atto giudiziario si può procedere con il deposito della nota di trascrizione.

Iscrizione a Ruolo del Pignoramento Immobiliare: depositare la nota

Il deposito della nota di iscrizione a ruolo completa l’iter burocratico di instaurazione del giudizio.

La nota di iscrizione a ruolo (anche denominata con la sigla “nir”) è un documento che l’avvocato del creditore dovrà produrre per avviare l’esecuzione.

Il deposito avviene nelle forme previste dalla legge secondo le regole fissate per il “processo civile telematico”.

In sostanza i documenti verranno allegati dall’avvocato attraverso un apposito software denominato “redattore di busta telematica”.

La busta telematica viene poi inviata, tramite pec, al recapito del Tribunale competente.

Il Tribunale, dopo aver analizzato la busta telematica, creerà il fascicolo del procedimento assegnando un numero progressivo (numero di registro generale) che identifica la causa.


Conclusione

L’iscrizione a ruolo del pignoramento immobiliare è un passaggio fondamentale nel percorso giudiziario che porta all’esecuzione forzata dei crediti vantati dal creditore.

Attraverso una serie di fasi ben definite, come l’ottenimento del titolo esecutivo e la notifica del precetto, si arriva infine alla trascrizione del pignoramento immobiliare.

Questa procedura offre al creditore una garanzia sulla soddisfazione del proprio credito attraverso la vendita forzata dell’immobile appartenente al debitore.

È importante seguire scrupolosamente ogni passaggio previsto dalla legge per garantire il successo dell’esecuzione forzata.

In questo modo sarà possibile aumentare le probabilità di recupero e incassare il credito insoluto.

Iscrizione a ruolo del pignoramento immobiliare - lista fasi


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Ipoteca - regole da seguire - copertina

Iscrizione di Ipoteca: introduzione

L’iscrizione di ipoteca è un’attività che mette in crisi molti professionisti.

Le domande più comuni che mi vengono rivolte riguardano non soltanto principi giuridici ma soprattutto risvolti pratici.

Da che parte iniziare?

A chi rivolgersi?

Come garantire il proprio credito?

Che programma usare?

Come pagare le imposte?

In questo articolo risponderò a queste domande e ti spiegherò come comportarti per iscrivere ipoteca.

Ma prima di proseguire è necessario spiegarti alcune nozioni preliminari.


Che cos’è l’Ipoteca

Ipoteca - definizione articolo

L’ipoteca  è un diritto reale di garanzia che attribuisce al creditore il potere di espropriare i beni vincolati a garanzia del suo credito (art. 2808 c.c.).

Grazie a questo strumento si crea un vincolo tra il credito insoddisfatto e l’immobile che appartiene al debitore.

In questo modo in caso di pignoramento immobiliare, il creditore potrà ricevere la somma ricavata dalla vendita forzata in misura corrispondente al proprio credito (se vuoi avere maggiori informazioni su questo tema clicca su questa pagina).

L’ipoteca si iscrive in presenza di un diritto credito e quando il diritto è cristallizzato in un titolo esecutivo (nei successivi paragrafi ti spiegherò meglio cos’è un titolo esecutivo).

L’iscrizione di ipoteca si effettua sul capitale (o “sorte capitale“) e sugli “interessi” del credito.

Il Capitale (o Sorte Capitale)

Il capitale (o sorte capitale) è un termine legale utilizzato per definire la quota del credito che produce interessi.

Il termine “capitale” (o “sorte capitale“) è spesso utilizzato nell’ambito del diritto bancario e rappresenta la somma di denaro erogata che dovrà essere restituita con pagamenti periodici dal soggetto finanziato.

Ti fornisco un esempio concreto.

Un imprenditore di nome Tizio si rivolge alla Banca Alfa e chiede un finanziamento per l’importo di 100 euro.

La Banca Alfa, dopo aver valutato la solidità economica di Tizio, concederà il finanziamento di 100 euro previa sottoscrizione di un contratto di finanziamento.

Dopo l’erogazione dell’importo finanziato, Tizio si impegnerà a restituire il finanziamento concesso in 10 rate mensili.

Tuttavia l’importo che Tizio dovrà restituire alla Banca Alfa sarà maggiore di 100 euro, poiché comprenderà il “capitale” (ovvero l’importo di 100 euro) e anche gli “interessi”.

Al di fuori del diritto bancario, il “capitale” (o “sorte capitale“) costituisce la quota del debito originario su cui vengono calcolati gli interessi.

Gli Interessi

Dal punto di vista giuridico gli “interessi” rappresentano dei frutti civili del denaro, e costituiscono un compenso dovuto quando un soggetto ha goduto di una determinata somma di denaro.

Gli interessi sono una forma ricompensa finanziaria che viene pagata o guadagnata in relazione al tempo o al ritardo nel pagamento di un debito.

Le obbligazioni che implicano il pagamento di una somma di denaro sono associate a un impegno aggiuntivo, che consiste nel versamento degli interessi.

Pertanto, gli interessi costituiscono un impegno complementare rispetto all’obbligazione principale.

In ambito finanziario, gli interessi rappresentano il costo del denaro prestato (nel caso di prestiti) o i guadagni derivanti dall’investimento di capitale (nel caso di investimenti).

Dal punto di vista giuridico, sia la dottrina che la giurisprudenza, sebbene possano fornire definizioni variabili, classificano gli interessi in tre categorie pricipali in base al loro scopo:

Gli Interessi Moratori

Gli “interessi moratori” sono gli interessi dovuti a causa di un ritardo nell’adempimento di un obbligo e rappresentano una forma di risarcimento per il danno subito dal creditore a causa della perdita di benefici nel periodo di ritardo nell’ottenere la somma dovuta dal debitore.

Gli Interessi Corrispettivi

Gli “interessi corrispettivi” sono gli interessi richiesti semplicemente per il possesso di un credito in denaro liquido e già esigibile, fungendo da pagamento per l’uso del capitale da parte del debitore.

Gli Interessi Compensativi

Gli “interessi compensativi” sono gli interessi che derivano da un credito liquido, anche se non ancora esigibile, e costituiscono un compenso per l’uso di un bene che produce reddito.

Nell’iscrizione dell’ipoteca gli interessi ricoprono un ruolo molto importante, poiché consentono di aumentare legalmente l’importo del credito vantato nei confronti del debitore.


Ipoteca: le regole da seguire

Ipoteca - regole da seguire - articolo

In alcuni casi l’ipoteca è lo strumento più efficace per recuperare crediti di alto importo.

Pertanto se hai avviato una trattativa stragiudiziale contro il debitore senza ottenere il pagamento, l’iscrizione di ipoteca potrebbe consentirti di raggiungere il tuo obiettivo.

Tuttavia per non commettere errori, devi seguire alcune regole fondamentali.

Per questo motivo voglio fornirti una breve guida che ti spiega cosa devi fare per iscrivere ipoteca.

Iniziamo subito.

1) Accertati di avere un Titolo Esecutivo

Il requisito fondamentale per iscrivere ipoteca è quello di possedere un titolo esecutivo.

La legge consente l’iscrizione di ipoteca solo nel caso in cui il creditore sia in possesso di un titolo esecutivo, diversamente non sarà possibile iscrivere il privilegio nei registri immobiliari.

Un provvedimento giudiziale (sentenza o decreto ingiuntivo) diventa esecutivo quando materialmente viene rilasciato in copia attestata conforme all’originale.

Questa soluzione sostituisce la vecchia “formula esecutiva”, ovvero un timbro (apposto dalla Cancelleria o in alcuni casi da un Notaio) con cui si “comanda” agli Ufficiali Giudiziari di porta ad esecuzione il titolo (art. 475 c.p.c.).

2) Individua i beni immobili su cui iscrivere Ipoteca

Dopo esserti accertato di vantare un titolo esecutivo, dovrai individuare con precisione i beni immobili su cui andrà iscritta ipoteca.

E’ possibile scoprire se il debitore è proprietario di immobili richiedendo una visura catastale o un’ispezione ipotecaria.

La legge (art. 2810 c.c.) stabilisce che è possibile ipotecare:

1) i beni immobili che sono in commercio con le loro pertinenze;

2) l’usufrutto dei beni stessi;

3) il diritto di superficie;

4) il diritto dell’enfiteuta e quello del concedente sul fondo enfiteutico.

3) Verifica il grado di Ipoteca

Dopo aver verificato se il debitore possiede dei beni immobili, dovrai verificare se sugli immobili sono iscritte precedenti ipoteche.

Per verificare il grado di ipoteca dovrai estrarre un’ispezione ipotecaria e valutare le formalità annotate nei pubblici registri (se vuoi ricevere supporto questa attività leggi questa pagina).

In base al numero di ipoteche iscritte sui beni immobili, potrai accertare il grado di ipoteca.

Il grado di ipoteca stabilisce un ordine di prelazione dei creditori; di conseguenza il creditore che ha iscritto ipoteca per primo vanterà ipoteca di primo grado.

In base alla data di iscrizione dell’ipoteca, indicata nei pubblici registri immobiliari potrai stabilire l’ordine di prelazione del tuo credito.

4) Compila la Nota di Iscrizione Ipotecaria

L’ipoteca si iscrive attraverso la compilazione di un documento che viene denominato “nota di iscrizione ipotecaria”.

Il documento può essere compilato attraverso dei programmi in cui è necessario inserire tutti i dati catastali dell’immobile.

I software più utilizzati per la compilazione della nota sono: Nota e Unimod.

E’ possibile scaricare i programmi dal sito dell’Agenzia delle Entrate.

Il software “Nota” è stato aggiornato fino al 2006 mentre “Unimod” viene aggiornato regolarmente, divenendo oggi il programma più utilizzato dalla maggior parte delle Conservatorie italiane.

5) Inserisci nella Nota di Iscrizione anche gli Interessi

Uno degli errori più comuni quando si iscrive ipoteca è quello di non inserire in modo corretto il tasso degli interessi da applicare.

Molte sentenze della Cassazione hanno affermato che il creditore non può richiedere al debitore il pagamento degli interessi ipotecari qualora nella nota di iscrizione non sia stato inserito il tasso di interesse.

In sede di pignoramento immobiliare questo dettaglio può far nascere molte contestazioni al momento della precisazione del credito.

6) Compila il Modello F24 per il pagamento delle imposte

Dopo aver redatto la nota di iscrizione sarà necessario compilare il modello F24 per il pagamento delle imposte.

Ecco un breve elenco delle spese da sostenere:

  1. Imposta di Registro 0,50% (sia in caso di iscrizione che di cancellazione, aumentata all’1% se in atto c’è anche un riconoscimento di debito e al 3% se c’è un finanziamento) da calcolarsi sull’importo dell’ipoteca;
  2. imposta di bollo pari a circa euro 155,00;
  3. imposta ipotecaria 2% (in caso di iscrizione) e 0,50% (in caso di cancellazione) da calcolarsi sull’importo dell’ipoteca;
  4. tassa di trascrizione pari a circa euro 35,00.

7) Iscrivi l’Ipoteca nei Pubblici Registri Immobiliari

La legge prevede che l’ipoteca si iscrive nell’ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui si trova l’immobile (art. 2827 cc).

Dopo aver pagato le imposte, potrai completare l’iscrizione recandoti presso la Conservatoria del luogo in cui è presente l’immobile.

Grazie alla digitalizzazione dei sistemi gestionali adesso è possibile richiedere l’iscrizione dell’ipoteca in via telematica.


Conclusione

Sei arrivato al termine di questo articolo.

Ti fornisco un breve riepilogo delle attività più importanti che dovrai svolgere per iscrivere ipoteca:

  1. Accertati di avere un titolo esecutivo;
  2. Individua i beni immobili su cui iscrivere ipoteca;
  3. Verifica il grado di ipoteca;
  4. Compila la nota di iscrizione ipotecaria;
  5. Inserisci nella nota di iscrizione anche gli interessi;
  6. Compila il modello F24 per il pagamento delle imposte;
  7. Iscrivi l’ipoteca nei pubblici registri immobiliari.

Ricorda che l’iscrizione di un’ipoteca su un immobile è un argomento molto delicato sul quale è facile commettere errori dovuti a inesperienza.

Per questo motivo, se vuoi iscrivere ipoteca, ti consiglio di chiedere supporto legale a un professionista specializzato in crediti ipotecari e diritto immobiliare.

Ipoteca - regole da seguire - la lista


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Autore

Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor • Founder di Recupero Legale

Specializzato in Crediti • Immobiliare • Contratti • Privacy • Tech

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© riproduzione riservata

La Negoziazione per gestire i crediti

La negoziazione è un processo di comunicazione interpersonale che si rende necessario quando una parte non può raggiungere i propri obiettivi unilateralmente.

In questo caso, il tuo obiettivo è chiaramente ottenere il pagamento da un debitore.

Tuttavia, questo obiettivo non può essere raggiunto in modo unilaterale e dovrai ricorrere a una trattativa con l’altra parte prima di considerare eventuali azioni legali.

La Negoziazione: definizione

Nelle attività di recupero, la negoziazione è un processo fondamentale in cui il creditore e il debitore si accordano sul pagamento dell’obbligazione contrattuale.

Tuttavia, è importante chiarire alcuni aspetti riguardanti questa frase.

In primo luogo, la negoziazione è essenziale per raggiungere rapidamente gli obiettivi di incasso desiderati.

Svolgere una negoziazione efficace può evitare procedimenti legali controversi.

Durante la negoziazione, il tuo principale obiettivo deve essere quello di raggiungere un accordo con l’altra parte coinvolta.

Nella maggior parte delle trattative, questo è il più grande ostacolo da superare.

Il creditore può diventare molto rigido sulle sue richieste per cercare di ottenere il pagamento, senza considerare che in caso di rifiuto dell’altra parte, l’obiettivo non può essere raggiunto se non attraverso una causa legale.

In qualità di avvocato ti posso garantire che spesso la via legale è un fallimento anche per il creditore.

Il nostro studio legale si focalizza su uno dei concetti più importanti nel mondo del business: l’obbligazione contrattuale.

Contratti e Crediti Insoluti

Quando parliamo di obbligazione contrattuale, non ci riferiamo solo ai contratti stipulati per iscritto, ma anche a tutte quelle transazioni in cui è dimostrato che esisteva l’accordo tra le parti.

In generale è preferibile avere un contratto scritto per delineare i dettagli legali del rapporto di collaborazione.

In passato, abbiamo gestito con successo casi di recupero crediti anche senza un contratto formale, purché si possa dimostrare l’esistenza del debito e del rapporto contrattuale.

L’importanza della Negoziazione

È importante ricordare che la negoziazione è uno strumento utile per risolvere in modo amichevole le dispute, e quindi il creditore deve avere l’intenzione di giungere a una transazione.

Questo concetto è fondamentale e dovrebbe sempre essere tenuto a mente quando si avvia una negoziazione con il debitore.

Inoltre, attraverso la negoziazione è possibile evitare l’avvio di una causa legale, il che porta a ulteriori costi di recupero.

La negoziazione è quindi uno strumento prezioso per evitare costi aggiuntivi.

La Comunicazione: definizione ed elementi

La comunicazione è fondamentale durante il processo di recupero stragiudiziale.

Per gestire con successo le trattative con il debitore, è importante padroneggiare le regole di una buona comunicazione durante la negoziazione telefonica.

Con una comunicazione efficace, puoi ottenere risultati migliori nel tuo processo di recupero.

Uno dei principali limiti della negoziazione è dire cose che non corrispondono al nostro stato mentale o alle nostre intenzioni.

È importante coordinare la nostra comunicazione verbale e paraverbale per essere efficaci nella negoziazione.

Ma prima di entrare nei dettagli delle fasi della negoziazione, dobbiamo imparare le regole fondamentali da seguire per avviare una comunicazione efficace.

La Comunicazione Efficace

Quando possiamo considerare una comunicazione efficace?

Una comunicazione efficace implica un dialogo costruttivo con il debitore.

L’obiettivo della negoziazione, naturalmente, è ottenere il pagamento del debito.

Tuttavia, non dimenticare mai che questo è il tuo obiettivo finale anche quando lavori per un’agenzia di recupero crediti e cerchi di instaurare un rapporto empatico con i debitori.

È importante ricordare al debitore che il pagamento è l’unica soluzione per liberarsi dal problema.

Pertanto, devi concentrarti sulla risoluzione del problema.

Il mancato pagamento rappresenta un problema sia per il debitore che per il creditore, quindi è cruciale focalizzarsi su questo aspetto durante la comunicazione.

Comunicare in modo efficace con il debitore è fondamentale per raggiungere i tuoi obiettivi.

Ciò include non solo le comunicazioni verbali e telefoniche, ma anche quelle via email.

Mantenere un tono calmo e collaborativo è essenziale per raggiungere una transazione con il debitore.

Ricorda che all’inizio potrebbe vederti come un nemico, ma la chiave è far capire che avete un obiettivo comune e che risolvere il tuo problema è anche vantaggioso per lui.

Concentrandoti su questa prospettiva, il debitore vedrà la tua attività di recupero crediti come una risorsa che può aiutarlo a liberarsi da un problema.

È possibile che il debitore al momento non abbia i mezzi necessari per pagare.

Per essere efficaci nella comunicazione, devi concentrarti su tre aggettivi e caratteristiche: deve essere chiara, sintetica e completa.

La Comunicazione “chiara”

Per una comunicazione chiara, è importante seguire alcune regole chiave.

Una di queste è l’utilizzo di un linguaggio semplice e comprensibile, noto come Plain Language, quando si comunica con un debitore.

L’uso di termini troppo tecnici o giuridici potrebbe causare confusione o frustrazione al destinatario e impedire il raggiungimento del tuo obiettivo.

Quando si affrontano discussioni iniziali con un’altra parte, è importante utilizzare linguaggio semplice e non complicato, soprattutto quando si tratta di questioni legali o tecniche.

Per questo motivo, ti consiglio di comunicare direttamente il problema del mancato pagamento senza usare frasi aggressive che potrebbero infastidire il debitore.

In questa fase, è meglio mantenere una certa riservatezza senza rivelare troppi dettagli.

Parlando chiaramente in modo comprensibile a tutti, puoi evitare fraintendimenti e utilizzare parole semplici anziché termini troppo complicati.

Quando si tratta di recuperare crediti, è importante parlare in modo chiaro e semplice per evitare confusione con i debitori.

Non c’è bisogno di utilizzare termini sofisticati o complicati.

Elenca semplicemente il problema e comunica chiaramente lo scopo della chiamata e gli obiettivi che si vogliono raggiungere, mantenendo sempre un tono professionale e rispettoso.

La Comunicazione “sintetica”

La comunicazione sintetica è un aspetto che spesso viene dato per scontato, ma in realtà richiede un approccio preciso e diretto.

Secondo le statistiche, una comunicazione breve e sintetica funziona meglio quando si conclude entro i 5-9 minuti.

Dalla mia esperienza personale, posso confermare che ogni presentazione che supera i 5 minuti perde gradualmente efficacia, raggiungendo la completa inefficacia dopo i 9 minuti.

Per questo motivo, se devi esporre un problema, cerca di essere conciso e di presentarlo entro i primi 5 minuti per massimizzare l’impatto della tua comunicazione.

Quando presenti il problema dei debiti arretrati, è importante non andare troppo veloce.

Devi prenderti il tempo necessario per spiegare la situazione, ma senza essere troppo prolisso.

Evita di dilungarti troppo nei dettagli, altrimenti potresti perdere l’attenzione del debitore.

Ricorda sempre di mantenere alta l’attenzione del tuo interlocutore per evitare che si annoi e ciò possa ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo finale: risolvere il problema dei mancati pagamenti.

Una comunicazione chiara e concisa favorirà notevolmente la conclusione di una trattativa con successo.

Un consiglio importante: essere sintetici nella comunicazione non significa saltare le spiegazioni.

Invece, fai parlare a lungo il debitore dopo la tua prima presentazione, entro i primi 5 minuti.

Se hai molte informazioni sulla controparte, avrai più potere durante la trattativa.

Prendi nota di tutto ciò che sai e vedrai come sarà più facile negoziare per il recupero dei tuoi crediti.

La Comunicazione “completa”

Una comunicazione completa è fondamentale per gestire una situazione di debito.

Non assumere mai che il tuo interlocutore sappia già del mancato pagamento, soprattutto se stai trattando con grandi aziende con numerosi dipendenti e diversi settori.

Assicurati di fornire al debitore tutte le informazioni necessarie per comprendere appieno la situazione debitoria.

Questo è particolarmente importante quando si tratta di grandi società o PMI italiane con un numero significativo di dipendenti.

Comunicare in modo completo ed efficace aiuterà a risolvere la situazione in modo rapido e positivo per entrambe le parti.

Comunicare in modo efficace con la parte debitrice è fondamentale per avere canali privilegiati e negoziare in modo più efficiente e veloce.

Durante la presentazione iniziale, le informazioni più importanti da fornire alla controparte includono il contratto dal quale derivano i crediti.

Inoltre, è essenziale che il debitore sia consapevole delle origini del debito, dell’importo insoluto e della data di scadenza dell’obbligazione.

Con una comunicazione precisa e completa, la tua pretesa sarà vista come legittima dalla controparte.

Negoziazione: le parole da utilizzare

Quando si tratta di negoziare con un cliente o un debitore, le parole che scegli di usare possono fare la differenza nella tua comunicazione.

Alcune parole sono più efficaci di altre e possono influire sull’atteggiamento e le reazioni della persona con cui stai trattando.

Ad esempio, parlare di “insolvenza” o “debito”, invece di “piccoli problemi”, può avere un impatto diverso sul tuo interlocutore.

Quindi, è importante essere consapevoli delle parole che si utilizzano durante la trattativa e come usare il loro potere evocativo a tuo vantaggio per raggiungere gli obiettivi desiderati.

Quando si comunica con un debitore, è importante mantenere il focus sullo scopo principale: recuperare il credito.

Questo potrebbe sembrare ovvio per gli imprenditori individuali, ma può essere un buon promemoria anche per coloro che lavorano in società specializzate nel recupero crediti e cercano di instaurare un clima di fiducia con i debitori.

Durante la conversazione, è facile dimenticare l’obiettivo principale, quindi assicurati di rimanere concentrato e di esprimere ogni frase orientata verso il recupero del credito.

Quando si tratta di negoziare per il recupero delle tasse, è importante pianificare ogni dettaglio e evitare la spontaneità.

Le emozioni possono essere un ostacolo durante una trattativa, quindi è meglio organizzare ogni fase del contatto con il debitore per raggiungere il tuo obiettivo finale.

Non improvvisare e non lasciarti guidare dai pensieri del momento, ma segui una strategia ben definita che ti aiuterà a raggiungere il tuo obiettivo.

Segui alcune regole per orientare la comunicazione verso piccoli obiettivi intermedi che, alla fine, porteranno al tuo obiettivo finale: ottenere il pagamento dei tuoi crediti insoluti.

Negoziazione: consigli per comunicare in modo efficace

Ecco tre consigli utili per comunicare in modo efficace con un debitore.

Prima di tutto, è importante ascoltare attentamente ciò che l’altra persona ha da dire.

Ciò ti permetterà di raccogliere informazioni importanti da utilizzare durante le trattative per il recupero del debito.

Inoltre, è essenziale adattare la tua comunicazione in base alla persona che hai di fronte.

Un imprenditore polemico può essere gestito in modo diverso rispetto a una persona che riconosce di avere un debito e chiede del tempo per pagarlo.

Infine, scegliere il tono giusto è fondamentale.

Le parole possono non essere efficaci se non sono accompagnate dal tono appropriato.

Ad esempio, anche se dici “stai calmo”, ma sei agitato, le tue parole potrebbero non avere alcun effetto sulla persona con cui stai parlando.

Quando si tratta di negoziare il recupero di un pagamento, è essenziale scegliere le parole giuste.

Devono essere mirate e decise per ottenere risultati positivi.

Se desideri che il tuo debitore paghi ciò che deve, devi utilizzare le parole giuste per mostrare loro la serietà della situazione e l’importanza di saldare il debito.

Evita l’utilizzo di un linguaggio troppo tecnico o giuridico che potrebbe confondere il debitore.

L’ascolto durante la trattativa

L’ascolto è essenziale quando si tratta di recupero crediti.

Raccogliere informazioni accurate dalla controparte può essere molto utile per il successo della tua attività.

Ti consigliamo quindi di prendere appunti durante le conversazioni con i debitori, in modo da poter scoprire eventuali bugie che potrebbero essere raccontate sotto pressione.

Spesso, quando viene messo sotto pressione, il debitore può dire cose false o contraddittorie.

Prendere nota delle loro risposte ti aiuterà a smascherare queste bugie e ad avere una negoziazione più efficace.

Controllo delle emozioni

Ricorda sempre di rimanere calmo e organizzato durante la trattativa, prendendo nota dei dettagli importanti su un foglio o sul tuo computer.

Questa abitudine ti aiuterà a gestire meglio la negoziazione e ti farà ottenere risultati positivi per la tua azienda.

Quando si affrontano le negoziazioni, è importante adattare la propria comunicazione al tipo di persona con cui si sta trattando.

Se il tuo interlocutore è aggressivo, cerca di mantenere la calma e non farti intimidire dalle sue parole.

Al contrario, se l’altra parte chiede di coinvolgere un avvocato nella trattativa, non preoccuparti troppo poiché è una situazione comune quando si tratta di creditori molto aggressivi.

Tieni presente che questo potrebbe complicare leggermente la negoziazione ma non devi lasciarlo diventare un fattore determinante.

Con una comunicazione calma e sicura, sarai in grado di gestire ogni situazione con successo.

Supporto legale nella Negoziazione

Se hai difficoltà a gestire una trattativa difficile e non riesci a raggiungere un accordo, potresti coinvolgere un avvocato.

Non è saggio perdere la calma o la lucidità in questo tipo di situazione.

Lascia che un professionista affronti il problema per te.

Se l’altra parte diventa troppo aggressiva o non mostra alcuna volontà di risolvere la questione, è meglio interrompere le trattative e rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto del recupero crediti.

Sarà in grado di gestire la situazione nel modo migliore per te.


Conclusione

Scegli parole semplici e facili da capire per essere sicuro che il tuo messaggio sia trasmesso correttamente.

Quando si tratta di trattare con i debitori, è importante essere professionali e rispettosi.

Anche se la controparte può mostrarsi ostile o aggressiva, bisogna mantenere la calma per non farsi coinvolgere emotivamente.

Ricorda che il tuo obiettivo principale è ottenere il pagamento del debito e un approccio adeguato può farti raggiungere risultati positivi.

Negoziazione - 3 consigli per comunicare in modo efficace


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Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor • Founder di Recupero Legale

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Cosa succede nel Recupero Crediti - copertina

Cosa succede nel Recupero Crediti: la giornata tipo di uno studio legale

Ti sei mai chiesto cosa succede nel recupero crediti?

Intendo dire se ti sei mai chiesto quali sono le attività di uno studio legale specializzato nel recupero crediti.

Diverse persone mi hanno rivolto questa domanda.

A volte si tratta semplicemente di persone curiose che sono interessate a informarsi sulla mia attività.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi, si tratta di potenziali clienti che vogliono acquisire maggiori informazioni sul servizio di recupero crediti.

Pensaci: quando devi acquistare un servizio di cui hai bisogno (o un nuovo prodotto) cerchi di raccogliere tutte le informazioni più utili per non commettere errori.

Chi è davvero interessato all’acquisto di un servizio, si informa con tutti i mezzi disponibili per poter valutare meglio tutti i pro e i contro.

Per questo motivo ho deciso di aprire la porta del nostro studio legale.

In questo articolo ti spiegherò le fasi salienti della mia giornata per mostrarti cosa succede nel recupero crediti.

Ma prima voglio fornirti alcune premesse.

Quali figure lavorano in uno studio legale

Nel mondo del recupero crediti, diverse figure lavorano all’interno di uno studio legale per garantire un’efficace gestione dei contenziosi.

Per gestire correttamente grandi carichi di lavoro è necessario nominare un Responsabile Operativo (Credit Manager), ovvero una figura che supervisiona tutte le attività e coordina il team.

Questa figura ha competenze legali e gestionali ed è in grado di prendere decisioni strategiche.

Un altro ruolo chiave è quello dell’avvocato specializzato in diritto bancario e finanziario, che si occupa della parte legale del recupero crediti.

Grazie alla sua preparazione giuridica, l’avvocato può intraprendere azioni legali contro i debitori al fine di recuperare i crediti.

Inoltre l’avvocato deve essere specializzato nella comunicazione per curare i rapporti con i debitori.

La comunicazione efficace è essenziale per risolvere le situazioni in modo positivo e collaborativo.

Infine, la presenza di esperti analisti finanziari è fondamentale per valutare la solidità economica dei debitori e individuare le migliori strategie di recupero.

Ogni figura svolge un ruolo cruciale all’interno dello studio legale dedicato al recupero creditizi.

Cosa succede nel Recupero Crediti: programmare le attività più importanti

Per gestire uno studio che si occupa di recupero crediti, è essenziale pianificare le attività più importanti per ottenere risultati positivi.

È fondamentale stabilire una roadmap dettagliata che includa tutte le fasi di gestione di un credito.

Assegnare compiti specifici ai membri del team e fissare scadenze realistiche sono passaggi cruciali per evitare di incorrere in scadenze.

Utilizzare strumenti tecnologici può facilitare la programmazione delle attività più importanti, consentendo una gestione efficace dei tempi e una maggiore produttività complessiva dello studio legale.

Cosa succede nel Recupero Crediti: gestire i rapporti con i debitori

Gestire i rapporti con i debitori è una parte essenziale nel processo di recupero crediti.

La comunicazione deve essere chiara e professionale, mantenendo sempre un tono rispettoso e cortese.

È importante stabilire un dialogo aperto per comprendere le ragioni del ritardo nei pagamenti e trovare soluzioni adeguate.

Un approccio empatico può aiutare a creare un clima positivo e favorire la collaborazione del debitore nel trovare una soluzione concordata.

Ascoltare attivamente le preoccupazioni del debitore può portare a una maggiore comprensione della situazione finanziaria.

In questo modo è più facile definire la controversia e raggiungere un accordo per piani di pagamento personalizzati.

È fondamentale mantenere traccia di ogni interazione con il debitore, registrando dettagli importanti come date delle chiamate, promesse di pagamento e accordi raggiunti.

Questa documentazione sarà preziosa in caso di futuri contenziosi o procedimenti legali.

Infine, è consigliabile avere flessibilità nell’affrontare situazioni complesse, cercando sempre il giusto equilibrio tra tutela dei diritti del creditore e possibilità concrete per il debitore di onorare l’impegno finanziario.

Cosa succede nel Recupero Crediti: monitorare i contenziosi giudiziari

Monitorare i contenziosi giudiziari è una fase cruciale nel processo di recupero crediti.

Uno studio legale deve essere costantemente aggiornato sullo stato delle cause in corso per prendere decisioni strategiche.

Utilizzare un sistema di tracciamento avanzato consente di tenere sotto controllo ogni procedura legale, monitorando scadenze, udienze e attività svolte dai legali.

Questo garantisce una gestione efficace dei contenziosi giudiziari.

La tempestiva comunicazione con gli avvocati e la verifica dell’avanzamento delle pratiche sono fondamentali per evitare ritardi e garantire il rispetto delle scadenze processuali.

Inoltre, è essenziale mantenere un costante dialogo con i clienti per informarli sulla situazione dei loro casi.

Grazie alla supervisione accurata dei contenziosi giudiziari, uno studio legale può agire prontamente nel caso si presentino nuove opportunità o sfide durante la controversia.


Cosa succede nel Recupero Crediti: la giornata tipo

Cosa succede nel Recupero Crediti - la giornata tipo

È fondamentale per un imprenditore comprendere come lavora uno studio legale, specializzato in Credit Management e Recupero Crediti.

Avere familiarità con le procedure giuridiche e i tempi di azione può aiutarti a risolvere le tue crisi finanziarie.

Sapere cosa succede durante il processo di recupero crediti permette all’imprenditore di prendere decisioni informate e strategiche, collaborando attivamente con l’avvocato per garantire una gestione ottimale della situazione.

Il coinvolgimento competente dell’avvocato è essenziale per proteggere gli interessi dell’imprenditore e aumentare le probabilità di successo.

Per questo motivo voglio raccontarti la mia giornata tipo e come svolto l’attività di consulenza per i clienti del nostro studio.

Iniziamo subito.

Fase 1 – Monitorare le scadenze della giornata

Si apre ufficialmente la giornata lavorativa.

Per prima cosa mi concentro sugli impegni giornalieri.

Apro il mio software gestionale e osservo tutte le attività da compiere.

L’agenda di un avvocato che si occupa di recupero crediti è sempre molto fitta: ci sono moltissime scadenze e molti termini perentori da rispettare.

Il consiglio: è doveroso tenere traccia di tutti gli impegni per organizzare il lavoro e fissare un obiettivo giornaliero.

Le attività presenti nel mio gestionale sono state già filtrate la sera precedente: è sempre utile sapere che attività dovrai compiere il giorno dopo, per anticipare le scadenze perentorie e per evitare possibili sorprese.

Fase 2 – Stabilire l’ordine di lavorazione

Una volta controllata la lista di cose da fare occorre scegliere su quale attività concentrarsi.

Nel nostro studio legale, l’ordine di lavorazione è stabilito dalla data di prenotazione del cliente.

L’unico modo di evitare intasamenti dell’attività legale è quello di evadere velocemente il lavoro commissionato.

Se un cliente ha ordinato un servizio, è importante mettersi al lavoro tempestivamente e non attendere che il termine di scadenza si avvicini.

Il consiglio: l’unico modo di gestire una scadenza è quello di anticipare l’attività.

Se non procedi con tempestività qualsiasi scadenza può trasformarsi in una bomba ad orologeria; la lancetta dei secondi scorre e la tensione cresce.

Se cerchi di gestire una scadenza sin dal momento in cui ricevi l’incarico, avrai più tempo per evitare che “la bomba esploda”.

Devi inviare una diffida per un cliente, e il termine di prescrizione scade tra un mese?

Non ti cullare, quando hai tante cose da fare, un mese può passare velocemente.

Procedi subito con la redazione della diffida, e spediscila al più presto.

Fase 3 – Redazione atti/progetti e programmazione attività future

In genere durante la mattina la nostra mente è riposata e siamo più predisposti per compiere attività complesse.

Ma è anche vero che la mattina è l’unico momento in cui gli uffici pubblici sono aperti.

Pertanto occorre segmentare in modo oculato il tempo a disposizione per riuscire a compiere entrambe le attività.

Dalle ore 09,00 alle ore 11,00 posso dedicarmi alla stesura degli atti e alla programmazione dell’attività di recupero.

In questa finestra temporale mi piace organizzare il lavoro dei prossimi giorni, anticipando possibili scadenze imminenti.

In questa fase della giornata è meglio portare avanti un progetto importante, poiché sono più lucido e riesco a ragionare in modo più veloce.

Il recupero crediti è basato sulla programmazione.

Il consiglio: programma, segmenta, riconosci le priorità.

Se non progetto in anticipo le prossime attività che dovrò svolgere potrei arrivare a essere sommerso di cose importanti da fare lo stesso giorno.

Fase 4 – Svolgimento delle attività amministrative

Dalle ore 11,00 alle ore 13,00 posso interrompere l’attività di scrittura e di programmazione e posso dedicarmi allo svolgimento dell’attività burocratiche/amministrative.

Infatti nel recupero crediti è necessario un contatto frequente con uffici pubblici e amministrazioni statali.

Spesso una telefonata può rendere più semplice la lavorazione di una pratica.

Un professionista del recupero crediti molto spesso dovrà contattare il Tribunale, oppure l’ufficio anagrafe, oppure la Camera di Commercio.

In questi uffici il professionista del recupero crediti acquisisce le informazioni più importanti per la lavorazione della pratica.

Se devo chiamare un ufficio pubblico per ricevere informazioni devo compiere una scelta.

Chiamare in questi orari (dalle ore 11,00 alle ore 13,00) a volte può essere rischioso.

Molte Cancellerie del Tribunale chiudono proprio alle ore 11,00.

Invece molti funzionari addetti allo sportello dei Comuni, si liberano in tarda mattinata, poiché il flusso di persone in attesa si attenua.

Cosa fare se l’ufficio che devo contattare è già chiuso?

Prendo nota dell’orario e organizzo la chiamata per il giorno seguente, invertendo la fase di scrittura e programmazione (fase 3) con la fase attuale.

Fase 5 – Aggiornamento delle attività dei collaboratori

Dalle ore 14,30 e fino alle ore 16,00 posso dedicarmi ad aggiornare il mio gestionale per verificare lo stato di lavorazione dei miei collaboratori.

Un segreto: se vuoi realizzare un grande lavoro sfrutta l’aiuto del tuo team.

Una pratica può essere lavorata da un solo professionista: ma se il lavoro si suddivide in modo corretto fra più persone, allora la produttività cresce alle stelle.

Condividere le tue attività con i collaboratori ti permetterà di raggiungere prima il risultato, e inoltre farà crescere l’autostima di ogni risorsa.

Ogni pezzo di quella pratica è il frutto del lavoro di squadra.

Insieme si possono raggiungere risultati insperati.

Fase 6 – Programmazione della prossima giornata

Dalle ore 16,00 fino alle ore 18,00 mi dedico alla programmazione della giornata seguente.

In questo modo posso già organizzare il lavoro di domani e posso osservare se nel gestionale ho fissato troppe attività.

Ridurre il numero di impegni aumenta il rendimento del mio lavoro e mi permette di delegare meglio l’attività da compiere, fornendo istruzioni più dettagliate ai miei collaboratori.

In questa fase posso inviare le istruzioni ai legali esterni per le udienze del giorno successivo.

Inoltre nella parte finale del pomeriggio mi confronto con i collaboratori per capire come gestire un segmento di una pratica spinosa.

Programmare con anticipo ci permette di ridurre lo stress e ci aiuta a raggiungere risultati migliori.

Fase 7 – Si chiude tutto

La giornata è finita, si inizia con un nuovo giorno a caccia di nuove sfide per raggiungere nuovi risultati.

Prima di spegnere il pc, controllo la mail per evitare di perdere possibili scadenze impreviste.

Non c’è soddisfazione più grande di quella che si prova ad aver completato tutte le attività programmate.


Conclusione

Quando un avvocato lavora al suo studio, si immerge in una serie di attività che vanno ben oltre la semplice consulenza legale.

Nel recupero crediti ogni dettaglio richiede precisione e competenza per garantire il miglior risultato possibile per i clienti.

L’organizzazione di uno studio legale richiede precisione nella segmentazione delle attività e programmazione delle priorità.

È fondamentale che ogni pratica sia gestita con tempismo e professionalità, affinché i diritti dei clienti siano tutelati senza incorrere in decadenze.

Una corretta pianificazione delle scadenze aiuta a risparmiare tempo e semplifica la definizione delle trattative complesse.

Cosa succede nel Recupero Crediti - la giornata di lavoro


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Compensazione dei crediti - copertina

Compensazione dei Crediti: scopri come sfruttarla

Sei alla ricerca di informazioni pratiche sulla compensazione dei crediti?

La tua attesa è terminata, sei finito nel posto giusto.

In questo articolo ti spiegherò la definizione della compensazione dei crediti e analizzerò alcuni casi pratici che ti aiuteranno a comprendere meglio come funziona in ambito commerciale, professionale e personale.

Scopriremo anche cosa prevede il Codice Civile e cosa dice la Giurisprudenza in merito a questa pratica finanziaria.

Che aspetti?

Continua a leggere per avere tutte le risposte di cui hai bisogno sul tema della compensazione dei crediti.

Iniziamo subito.

Compensazione dei Crediti: definizione

La compensazione dei crediti è un istituto giuridico che consente a due parti di estinguere reciprocamente i debiti che si devono.

In altre parole, se tu hai un credito nei confronti di qualcuno e questa stessa persona ha un debito nei tuoi confronti, la compensazione consente di saldare automaticamente entrambi gli importi.

Questo strumento offre una soluzione efficiente per semplificare le transazioni finanziarie tra le parti coinvolte, evitando così lunghe procedure legali o il pagamento di commissioni aggiuntive.

Affinché la compensazione sia valida, è necessario che entrambe le parti siano d’accordo sulla sua attuazione e che i crediti da compensare siano certi, liquidi ed esigibili.

Non deve trattarsi di crediti infungibili o indivisibili.

In ambito giuridico, la compensazione dei crediti trova fondamento nell’articolo 1243 del Codice Civile italiano e rappresenta uno strumento importante per regolare in modo equo i rapporti debitori-creditori.

Cosa dice il Codice Civile sulla Compensazione dei Crediti

Il Codice Civile disciplina la compensazione dei crediti come un modo per estinguere reciprocamente obbligazioni tra due parti.

L’articolo 1241 del Codice Civile stabilisce i requisiti necessari affinché avvenga la compensazione dei crediti, tra cui la reciprocità delle obbligazioni e l’esigibilità delle stesse.

Secondo il Codice Civile, la compensazione può avvenire anche se le parti hanno debiti di natura diversa, purché siano liquidi, esigibili e fungibili.

Inoltre, è importante che entrambe le parti siano creditori e debitori reciproci al fine di procedere con la compensazione.

È fondamentale rispettare quanto stabilito dal Codice Civile in merito alla documentazione dei crediti da compensare e alle modalità con cui deve essere notificata all’altra parte.

La corretta applicazione delle norme civili in materia di compensazione dei crediti garantisce una tutela giuridica adeguata agli interessi delle parti coinvolte.

Gli effetti della Compensazione

L’articolo 1242 del Codice Civile, disciplina gli effetti della compensazione e semplifica la complicata locuzione presente nell’articolo 1286 del codice precedente, poiché stabilisce che la compensazione di due debiti avviene automaticamente dal momento della loro coesistenza.

Inoltre, il legislatore aggiunge una nuova disposizione nella quale si stabilisce che il giudice non può rilevare la compensazione d’ufficio.

Infine all’interno dell’articolo 1242 cc, viene introdotta una nuova disposizione in cui si stabilisce che la prescrizione non impedisce la compensazione se il termine non era ancora scaduto al momento della coesistenza dei debiti.

Con queste modifiche, il legislatore ha voluto eliminare le ambiguità presenti nella vecchia formulazione e ha voluto fissare il principio della sospensione indiretta del termine prescrizionale.


Compensazione e casi pratici

Compensazione e casi pratici

Dopo averti fornito alcune informazioni giuridiche, adesso analizziamo alcuni casi pratici in cui applicare la compensazione.

Devi sapere che questo strumento può essere molto utile per preservare la salute finanziaria della tua impresa.

Mi è successo diverse volte di applicare la compensazione dei crediti tra imprese che collaboravano da tanto tempo.

Ma vediamo subito alcune situazioni in cui applicare questo istituto.

1) Caso pratico: Compensazione dei Crediti Commerciali

Immagina il caso di un amministratore di un’azienda che fornisce servizi di marketing digitale a una società di e-commerce.

L’imprenditore (Fornitore) ha svolto il tuo lavoro in modo impeccabile, ma la società cliente ha ritardato i pagamenti per mesi, mettendo a dura prova la liquidità finanziaria del Fornitore.

Dopo aver tentato invano di ottenere il pagamento, il Fornitore scopre che la società cliente ha dei crediti nei suoi confronti per altri servizi non ancora saldati.

A questo punto, per evitare di avviare una controversia legale, l’imprenditore può decidere di procedere con la compensazione dei crediti commerciali.

Grazie alla compensazione, il Fornitore riuscirà a ottenere un risultato vantaggioso senza dover ricorrere ad azioni legali lunghe e costose.

Questo meccanismo permette alle aziende di semplificare le procedure di recupero crediti e proteggere la propria situazione finanziaria.

La compensazione dei crediti commerciali si rivela quindi un’importante strategia per garantire equità nelle transazioni commerciali e tutelare gli interessi delle imprese coinvolte.

2) Caso pratico: Compensazione dei Crediti Professionali

Nel contesto dei crediti professionali, la compensazione può verificarsi quando un professionista ha diritto a ricevere un compenso per i propri servizi e contemporaneamente è debitore nei confronti dello stesso cliente per altri motivi.

Immagina il caso di un Ingegnere che ha svolto una consulenza per un cliente imprenditore e contemporaneamente deve pagare delle spese per al medesimo cliente per dei servizi.

In questo caso, se entrambe le parti sono d’accordo, potrebbero decidere di compensare direttamente i debiti esistenti anziché effettuare due transazioni separate.

È importante tenere presente che la compensazione dei crediti professionali deve avvenire in modo trasparente e nel rispetto delle regole stabilite dal Codice Civile.

È fondamentale documentare con precisione le ragioni della compensazione e ottenere il consenso esplicito da entrambe le parti coinvolte.

La pratica della compensazione dei crediti professionali può semplificare notevolmente le transazioni commerciali tra professionisti e clientela, garantendo una gestione efficiente ed equa delle reciproche obbligazioni finanziarie.

3) Caso pratico: Compensazione dei Crediti Personali

Immagina che una persona fisica, di nome Mario, vanta un credito nei confronti di un conoscente, persona fisica, di nome Giovanni.

Allo stesso tempo Giovanni ha un credito nei confronti di Mario.

In questo caso, Mario e Giovanni potrebbero decidere di utilizzare la compensazione dei crediti personali per estinguere reciprocamente le posizioni debitorie.

La compensazione dei crediti personali è uno strumento giuridico che consente alle parti coinvolte di saldare i propri debiti attraverso una sorta di “baratto” tra le reciproche pretese creditizie.

Ad esempio, se Mario deve pagare 500 euro a Giovanni e Giovanni deve restituire 300 euro, le parti possono decidere di compensare i crediti anziché effettuare due transazioni separate.

Questa pratica può semplificare la gestione dei rapporti finanziari e evitare lunghe procedure legali per il recupero del credito.

Tuttavia, è fondamentale assicurarsi che siano rispettate tutte le condizioni previste dalla legge affinché la compensazione sia valida e legittima.

Cosa dice la Giurisprudenza sulla Compensazione

Una recente sentenza della Cassazione (Cassazione n. 33872/2022) afferma che in tema di estinzione delle obbligazioni, la compensazione impropria (o atecnica) è diversa dalla compensazione propria disciplinata dagli articoli 1241 e ss. c.c.

La prima riguarda crediti e debiti che si originano dallo stesso rapporto ed è una verifica contabile delle reciproche partite attive e passive tra le parti.

Il giudice, in grado di appello, può procedere d’ufficio per stabilire se sia possibile applicare la compensazione impropria, senza bisogno di un’eccezione o domanda riconvenzionale da parte delle parti.

È sufficiente che il giudice si basi su prove acquisite tempestivamente nel processo.

Inoltre, secondo quanto previsto da un’ulteriore sentenza (Cassazione n. 28469/2020), per applicare gli articoli 1241 e seguenti del codice civile (che riguardano la compensazione in senso tecnico-giuridico), è necessario che i rapporti tra le parti siano autonomi per quanto riguarda i crediti contrapposti.

Al contrario, quando i rispettivi crediti e debiti derivano da un unico rapporto, il tribunale deve solo verificare le partite reciproche di dare e avere.

Questo accertamento può essere effettuato senza una eccezione o una domanda riconvenzionale se ci sono circostanze pertinenti presentate tempestivamente durante il processo.

In caso contrario, ci sarebbe una estensione indebita del “thema decidendum”, e non è rilevante se l’eccezione sia sollevata d’ufficio anche in appello in assenza di adeguate prove documentali.


Conclusione

In definitiva, la compensazione dei crediti è un’importante risorsa per risolvere controversie tra creditori e debitori.

Grazie a questo strumento è possibile saldare reciprocamente i crediti e debiti tra due soggetti senza dover ricorrere a soluzioni legali più complesse.

La compensazione dei crediti viene spesso utilizzata in ambito commerciale per preservare i rapporti commerciali tra soggetti che collaborano da molto tempo.

In questo modo, attraverso la compensazione, si previene il rischio di perdite finanziarie in bilancio e si evita l’avvio di un contenzioso giudiziario (la cui durata è spesso incerta).

Con una corretta comprensione delle normative vigenti e degli indirizzi della Giurisprudenza, è possibile utilizzare al meglio questo strumento nel contesto specifico in cui si manifestano situazioni di reciproci crediti.

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Impignorabilità - copertina

Impignorabilità: introduzione

Impignorabilità: un termine che non vorresti mai incontrare quando devi recuperare un credito.

Purtroppo però l’impignorabilità del debitore è un’eventualità che può verificarsi e può mandare in fumo i tuoi tentativi di recupero.

L’impignorabilità dei crediti rappresenta un principio fondamentale nel sistema giuridico che garantisce la tutela dell’integrità patrimoniale di un individuo.

Questo concetto si basa sul presupposto che alcuni crediti non possono essere pignorati dai creditori.

Tale protezione è molto importante per preservare la sicurezza economica dei soggetti coinvolti.

Ma prima di proseguire vediamo nel dettaglio alcune definizioni preliminari.

Impignorabilità: definizione

L’impignorabilità dei crediti è un istituto giuridico che tutela il debitore da possibili azioni esecutive dei creditori.

Il termine impignorabilità si riferisce all’impossibilità di sottoporre a esecuzione forzata determinati beni o crediti.

Tale protezione si estende a quegli elementi considerati vitali per garantire il sostentamento della persona o dell’attività economica  (ad esempio lo stipendio, le pensioni, i sussidi statali e altri mezzi di sostentamento primari).

In questo modo, l’impignorabilità  mira a preservare la dignità umana e a garantire una base economica minima su cui fondare la propria esistenza.

Impignorabilità: i beni individuati dalla legge

L’impignorabilità dei beni e dei crediti rappresenta un principio fondamentale nel diritto civile italiano.

Esistono casi in cui la legge indica espressamente quali sono i beni ed i crediti  impignorabili, come indicato nell’articolo 514 del Codice di Procedura Civile e nell’articolo 545 del Codice di Procedura Civile.

Queste disposizioni mirano a garantire la tutela dei diritti dei debitori e a preservare un importo minimo necessario per assicurare loro una vita dignitosa.

Non possono essere pignorati i commestibili e i combustibili necessari per un mese al mantenimento del debitore e della sua familiari.

In particolare l’articolo 514 del Codice di Procedura Civile elenca in maniera dettagliata i beni impignorabili per legge.

La legge offre una precisa cornice normativa al fine di salvaguardare i diritti fondamentali delle persone più vulnerabili.

Infatti, esistono una serie di beni che non possono essere sottoposti a pignoramento.

Tra questi rientrano gli oggetti sacri e quelli necessari all’esercizio del culto, l’anello nuziale, i vestiti, la biancheria, i letti e altri mobili indispensabili al debitore e alla sua famiglia convivente.

L’impignorabilità assume dunque un significato ancora più profondo nell’ottica di tutelare l’integrità fisica ed economica dei cittadini.

Impignorabilità: i crediti individuati dalla legge

L’impignorabilità non riguarda soltanto i beni materiali, ma comprende anche determinati crediti.

È di fondamentale importanza tener conto di questa distinzione al momento di procedere con un pignoramento.

Infatti alcuni crediti sono considerati indispensabili per garantire la sussistenza del debitore e dei suoi familiari.

Ad esempio, il credito derivante da un’assicurazione sulla vita o da una polizza è considerato impignorabile poiché è essenziale per coprire spese mediche o assicurare il futuro dei propri cari.

Inoltre, alcune categorie di redditi come le pensioni alimentari o gli assegni sociali sono protetti dalla legge proprio per garantire la dignità e il sostentamento del soggetto coinvolto (articolo 545 del Codice di Procedura Civile).

L’impignorabilità deriva dal fatto che spesso determinati crediti rappresentano delle fondamentali fonti di sostentamento della persona interessata.

Pertanto, è importante valutare quali crediti siano effettivamente impignorabili prima di avviare l’attività di recupero.


Impignorabilità: casi in cui non conviene agire

Impignorabilità - casi in cui non conviene agire

Può capitare che il pignoramento risulti antieconomico anche se i beni e i crediti del debitore sono pignorabili.

Infatti, esistono situazioni in cui l’importo da incassare risulterebbe così esiguo da non giustificare i costi e le tempistiche di una causa giudiziale.

In questi casi è necessario valutare con attenzione se la procedura sia effettivamente conveniente dal punto di vista economico e strategico.

Per questo motivo devi seguire alcune semplici regole per evitare di stipulare transazioni pericolose con soggetti inaffidabili.

In questo modo eviterai rischi di insolvenza e non dovrai recuperare crediti irrecuperabili.

Vediamo nel dettaglio tre casi in cui non conviene avviare il pignoramento.

1) Quando la pensione del debitore è di importo troppo basso

Se il debitore percepisce una pensione bassa è molto probabile che il pignoramento non sarà conveniente.

Il nostro ordinamento giuridico e la giurisprudenza di legittimità stabiliscono che la pensione svolge una funzione diversa rispetto allo stipendio.

Se da un lato lo stipendio costituisce la retribuzione per una prestazione lavorativa, la pensione, invece, ha natura assistenziale.

Ciò significa che il trattamento pensionistico serve per assistere il beneficiario dopo la cessazione del rapporto di lavoro.

L’obiettivo della pensione è fornire all’individuo un mezzo di sostentamento sufficiente per il prosieguo della sua vita.

Di conseguenza la legge stabilisce delle regole differenti per il pignoramento della pensione.

Infatti una norma del codice di procedura civile (art. 545 cpc) prevede che la pensione non può essere pignorata per intero.

La pensione può essere pignorata solo in parte perché al debitore deve essere riconosciuto un importo minimo considerato di vitale importanza.

Pensione e Minimo Vitale

L’importo impignorabile si definisce “minimo vitale” e rappresenta una quota della pensione individuata dalla legge.

Tale cifra corrisponde alla misura massima mensile dell’assegno sociale aumentato della metà (abbiamo già parlato di minimo vitale in questo articolo).

Lo scopo della norma è quello di permettere al pensionato di vivere in condizioni di stabilità economica.

Se il debitore percepisce una pensione superiore a euro 1.000, potrai sottoporre a pignoramento solo la somma eccedente il minimo vitale.

In questo esempio il Giudice ti assegnerà un importo più basso (ovvero un quinto della somma eccedente il minimo vitale).

In situazione del genere potrebbe essere poco conveniente promuovere un pignoramento.

2) Quando lo stipendio del debitore è gravato da cessione del quinto o pignoramento

Se il debitore percepisce uno stipendio, non cantare vittoria troppo presto.

In molti casi capita che la retribuzione sia gravata non solo da una cessione del quinto, ma anche da un precedente pignoramento.

Prima di procedere bisogna capire se ci sono possibilità di ottenere un pagamento periodico dal datore di lavoro.

Devi sapere che la legge (art. 2, DPR n. 180/1950) prevede che il pignoramento e la cessione del quinto non possono colpire più della metà dello stipendio del debitore.

Pertanto prima di affrontare i costi di una causa giudiziale ti conviene conoscere con precisione gli importi e le trattenute che gravano sullo stipendio del debitore.

3) Quando il debitore percepisce un reddito che deriva da un assegno alimentare

Se il debitore riceve mensilmente un “assegno alimentare”, puoi già rassegnarti, il pignoramento presso terzi sarà inutile.

L’assegno alimentare viene riconosciuto in favore di una persona che si trova in uno stato di bisogno.

Il soggetto che è obbligato al versamento è quasi sempre un parente o un coniuge (art. 433 del Codice Civile).

Il credito alimentare serve, infatti, per sostenere quell’individuo che non riesce a provvedere autonomamente al proprio sostentamento.

La legge (articolo 545 del Codice di Procedura Civile) stabilisce che i crediti alimentari sono impignorabili.

Non importa quale sia la misura della somma che il debitore percepisce a titolo di credito alimentare.

Per questa tipologia di reddito il nostro ordinamento ha stabilito regole inderogabili.

Il credito alimentare è colpito da un’impignorabilità per materia.


Conclusione

La conoscenza delle norme sull’impignorabilità può fare la differenza prima di avviare l’attività giudiziale di recupero.

Anche se il debitore percepisce un reddito periodico (pensione o stipendio), non sempre l’azione legale è conveniente.

In questi casi è necessario svolgere un’indagine patrimoniale per individuare lo strumento migliore di recupero.

Solo un’analisi della situazione economica del debitore ti permetterà di valutare la convenienza del pignoramento.

L’impignorabilità può vanificare gli sforzi del creditore, rendendo antieconomico il ricorso all’autorità giudiziaria.

Impignorabilità - quando non conviene agire


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Notifica del Decreto Ingiuntivo - copertina

Notifica del Decreto Ingiuntivo: introduzione

Se devi recuperare un credito e vuoi sapere come effettuare la notifica del decreto ingiuntivo, sei finito/a nel posto giusto.

La notifica del decreto ingiuntivo è un’attività giudiziale che viene svolta nell’ambito del procedimento di ingiunzione.

Comprendere come si svolge il contenzioso giudiziario contro il debitore è importante per monitorare i progressi verso il recupero del tuo credito.

In questo articolo ti spiegherò cosa fare per la notifica del decreto ingiuntivo e quali regole seguire per non commettere errori.

Scopri quali sono le tue opzioni per capire come affrontare al meglio questa situazione.

Iniziamo subito.

Il Ricorso per Decreto Ingiuntivo

Il ricorso per decreto ingiuntivo è un’importante strumento legale che permette a un creditore di ottenere il pagamento di un credito insoluto grazie all’intervento del giudice.

Questo procedimento offre la possibilità di ottenere un provvedimento di condanna per il recupero del credito.

Il ricorso per decreto ingiuntivo (o ricorso per ingiunzione di pagamento) deve essere presentato da un avvocato iscritto all’Albo degli Avvocati.

Notifica del Decreto Ingiuntivo - schema di notifica

Pertanto, in qualità di creditore, non potrai presentare un ricorso per decreto ingiuntivo senza l’assistenza di un legale.

Di solito il ricorso viene presentato nel Tribunale del luogo in cui ha sede il debitore.

In alcuni casi, quando il credito è maturato nell’ambito di un rapporto commerciale, è possibile avviare il contenzioso nel Tribunale del luogo in cui il debitore avrebbe dovuto adempiere l’obbligazione di pagamento.

Come preparare il ricorso

Per l’instaurazione del giudizio è necessario raccogliere tutti i documenti che attestano l’esistenza del diritto di credito.

La corretta presentazione dei documenti (anche nel loro formato informativo) e la tempestiva presentazione sono cruciali per garantire il successo nel contenzioso.

Devi comprendere che il ricorso di ingiunzione rappresenta un passaggio significativo nel procedimento legale per il recupero del credito.

Tuttavia prima di preparare il ricorso e avviare il contenzioso, ti consiglio di avviare una trattativa di recupero stragiudiziale.

In questo modo potrai trovare soluzioni alternative alla via giudiziaria per raggiungere un accordo transattivo con la controparte.

Il recupero stragiudiziale può aiutarti a ottenere il pagamento in modo più rapido ed efficace.

La presentazione del ricorso

Per ottenere una decisione favorevole da parte del giudice il ricorso dovrà essere presentato se ricorrono le condizioni previste dall’articolo 633 del codice di procedura civile.

Dopo aver presentato il ricorso (tramite un avvocato), il Giudice valuterà la domanda e potrà emettere un provvedimento di accoglimento.

In parole semplici, il decreto ingiuntivo è un provvedimento emesso dal giudice che ordina al debitore di adempiere a un obbligo di pagamento nei confronti del creditore.

Scopriamo di più sul decreto ingiuntivo.

Il provvedimento del Giudice (Decreto Ingiuntivo)

Il provvedimento del Giudice stabilisce l’obbligo per il debitore di pagare la somma dovuta entro un determinato termine.

Solitamente i tempi di attesa per il creditore sono ridotti rispetto alla definizione di un giudizio ordinario.

Questo atto ufficiale si definisce “decreto ingiuntivo” per i seguenti motivi:

  • viene emesso con la forma di decreto;
  • nella parte finale il Giudice “ingiunge” alla parte debitrice il pagamento di una somma di denaro.

Pertanto il “ricorso per decreto ingiuntivo” è la domanda del creditore rivolta al Giudice, mentre invece il “decreto ingiuntivo” è il provvedimento del Giudice.

Una volta emesso il decreto ingiuntivo, il creditore avrà l’obbligo di notificarlo al debitore.

Notifica del Decreto Ingiuntivo: in cosa consiste

Se non ti sei mai trovato nella situazione di dover effettuare una notifica del decreto ingiuntivo, potresti nutrire dei dubbi su cosa significhi esattamente questa definizione.

La notifica del decreto ingiuntivo è il momento in cui il destinatario viene informato ufficialmente dell’esistenza e dei dettagli del provvedimento di condanna in cui è contenuto l’obbligo di pagamento.

È importante prestare attenzione a questa comunicazione poiché da questo momento inizia a correre il termine per eventuali azioni legali da intraprendere.

Il decreto ingiuntivo può essere emesso a causa di diverse tipologie di debiti, come quelli derivanti da contratti commerciali non rispettati o fatture non pagate.

La notifica del decreto ingiuntivo verrà eseguita dall’avvocato che hai incaricato per l’attività di recupero crediti.

Tuttavia è importante che tu conosca le fasi principali dell’attività giudiziale per poter verificare l’evoluzione del contenzioso.

In questo modo potrai gestire le tue emozioni e le aspettative di incasso nel giusto modo senza entrare in confusione ogni volta che dovrai confrontarti con il tuo legale.

Le modalità di notifica del Decreto Ingiuntivo

L’articolo 643 del codice di procedura civile prevede che la versione originale del ricorso e del decreto è conservata presso la cancelleria (nel fascicolo telematico).

La notifica del ricorso e del decreto viene effettuata mediante copia autenticata dall’avvocato, secondo le modalità previste dal codice di procedura civile (notifica tramite Ufficiale Giudiziario o tramite messaggio pec dell’avvocato).

In sostanza dopo l’emissione del decreto ingiuntivo, l’avvocato estrae una copia degli atti dal fascicolo telematico, ne attesta la conformità e li notifica alla controparte.

La notifica del provvedimento determina l’avvio della controversia tra creditore e debitore.

Il termine per la notifica

Il termine per la notifica del decreto ingiuntivo è un passaggio fondamentale per lo sviluppo della controversia.

Questo termine rappresenta il periodo entro cui il destinatario deve ricevere ufficialmente la comunicazione del provvedimento emesso dal giudice.

L’articolo 644 del codice di procedura civile stabilisce che il decreto ingiuntivo diventa inefficace se non viene notificato alla parte debitrice entro 60 giorni dalla sua emissione.

È importante rispettare i tempi stabiliti dalla legge per che il provvedimento non produca più i suoi effetti per la controparte.

La notifica deve avvenire dalla data di emissione del decreto ingiuntivo e precisamente dalla data in cui il provvedimento è depositato nella Cancelleria del Giudice.

L’avvocato conoscerà sicuramente questo termine, ma ti consiglio di monitorare questa scadenza.

È essenziale essere consapevoli dei termini previsti e agire tempestivamente per garantire che il documento venga regolarmente consegnato alla controparte.

In caso di mancata notifica entro il termine stabilito, il decreto ingiuntivo diventerà inefficace.

Tale conseguenza può compromettere l’intera vicenda giudiziaria e ti impedirà di incassare il tuo credito insoluto.

Il termine per l’opposizione

Dopo la notifica del decreto ingiuntivo ricorda di monitorare anche il termine per l’opposizione.

Infatti il debitore può proporre opposizione contro il decreto ingiuntivo entro il termine di 40 giorni dall’avvenuta notifica del decreto ingiuntivo (il termine è indicato dall’articolo 641 del codice di procedura civile).

Pertanto prima che siano trascorsi i termini di opposizione il decreto ingiuntivo non è definitivo e può essere impugnato dalla parte ingiunta (il debitore).

In seguito all’opposizione si apre un giudizio di merito, nel quale il Tribunale dovrà decidere l’esito della controversia.

Decreto Ingiuntivo definitivo

Il decreto ingiuntivo diventa definitivo se sono trascorsi 40 giorni dalla notifica del decreto ingiuntivo senza che il debitore abbia proposto opposizione.

In sostanza una volta trascorso il termine per l’opposizione (indicato dall’articolo 641 del codice di procedura civile) il provvedimento diverrà definitivo e potrà essere utilizzato per l’avvio dell’esecuzione forzata.

Notifica del Decreto Ingiuntivo - termini

Infatti per promuovere un pignoramento (pignoramento mobiliare, pignoramento presso terzi o pignoramento immobiliare) il creditore deve essere munito di titolo esecutivo.

Il decreto ingiuntivo diventa esecutivo dopo che il termine di opposizione è scaduto.

Ma esiste anche un altro caso in cui il creditore può avviare l’esecuzione forzata prima che siano trascorsi i 40 giorni previsti dalla legge, ovvero quando il provvedimento del Giudice è provvisoriamente esecutivo.

Vediamo di cosa si tratta.

Notifica del Decreto Ingiuntivo provvisoriamente esecutivo

Il decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo rappresenta una provvedimento giudiziale di condanna che consente al creditore di agire esecutivamente senza attendere il termine di 40 giorni (indicato dall’articolo 641 del codice di procedura civile).

Questo tipo di decreto viene emesso in determinate circostanze e quando vi è il fondato motivo di ritenere che una prolungata attesa possa pregiudicare i diritti del creditore.

Il provvedimento provvisoriamente esecutivo consente al creditore di ottenere il pagamento immediato, senza dover attendere il termine per la notifica definitiva.

La notifica del decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo può essere accompagnata dal precetto.

In quest’ultimo caso il creditore potrà risparmiare tempo prezioso e potrà avviare l’esecuzione forzata in tempi più rapidi.

Le trattative nel corso del giudizio

Durante il corso del giudizio, ti consiglio di avviare delle trattative con il debitore per transigere la controversia.

Infatti la pendenza della lite può avere un effetto persuasivo molto forte e può spingere la controparte a formulare delle offerte transattive.

Spesso le parti coinvolte preferiscono cercare un accordo piuttosto che proseguire con la controversia legale.

Le trattative offrono la possibilità di risolvere la questione in modo amichevole per evitare di sostenere ulteriori costi della procedura giudiziaria.

Durante le trattative preparati a raggiungere un risultato differente rispetto a quello che avevi programmato.

Le trattative potrebbero spingere il debitore a formulare una proposta con condizioni differenti rispetto a quanto indicato nel decreto ingiuntivo.

In questo caso ti consiglio di considerare tutte le opzioni disponibili prima di prendere una decisione definitiva sul prosieguo del giudizio.

In alcuni casi il pagamento immediato di una somma minore è preferibile rispetto a una lunga controversia.


Conclusione

La notifica del decreto ingiuntivo è un passaggio fondamentale nel procedimento di recupero giudiziale.

Conoscere lo svolgimento di tutte le fasi giudiziali ti permetterà di gestire la controversia con maggiore consapevolezza.

In questo modo potrai monitorare le attività giudiziali per vigilare sui termini di legge per la notifica.

La notifica del decreto ingiuntivo potrebbe spingere il debitore a formulare un’offerta transattiva per definire il contenzioso.

In questo valuta con attenzione eventuali proposte per ottenere il pagamento del tuo credito insoluto in tempi più brevi.

Notifica del Decreto Ingiuntivo e termini - schema infografico


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Istanza di Vendita Immobiliare: introduzione

Se devi avviare un pignoramento immobiliare per recuperare un credito, allora devi sapere come depositare l’istanza di vendita immobiliare.

Le norme che disciplinano le attività per la vendita di un immobile all’asta sono molto tecniche e richiedono una forte specializzazione.

Per questo motivo voglio spiegarti come presentare l’istanza di vendita immobiliare e quali regole seguire per non commettere errori.

Iniziamo subito con alcune premesse.

Pignoramento Immobiliare: definizione

Il pignoramento Immobiliare è un procedimento legale che può essere avviato da un creditore in caso di mancato pagamento da parte del debitore.

Questo istituto consente al creditore di ottenere il recupero del proprio credito attraverso la vendita forzata dell’immobile del debitore.

Il pignoramento immobiliare può essere avviato solo nel caso in cui il creditore procedente abbia già ottenuto un titolo esecutivo.

Attraverso il pignoramento immobiliare l’immobile viene messo all’asta per soddisfare il creditore.

Istanza di Vendita Immobiliare - pignoramento immobiliare - schema

Questa procedura richiede lo svolgimento di ulteriori attività processuali che consentono di procedere con la vendita forzata del bene.

L’istanza di vendita immobiliare rientra tra le scadenze da rispettare per procedere l’asta immobiliare.

Istanza di Vendita Immobiliare: definizione

L’istanza di vendita immobiliare rappresenta la richiesta formale presentata al tribunale per procedere con la vendita forzata di un immobile.

Questa richiesta viene presentata nella fase iniziale del giudizio esecutivo e consente di completare l’iter processuale necessario per l’esecuzione forzata.

L’istanza di vendita immobiliare si rende necessaria affinché la procedura finalizzata all’asta immobiliare possa essere formalmente avviata.

La legge prevede delle scadenze perentorie per il deposito dell’istanza di vendita immobiliare e la produzione di alcuni documenti necessari.

In questo modo è possibile superare la prima fase del pignoramento e procedere con le operazioni di vendita in asta dell’Immobile.

Istanza di Vendita Immobiliare: termine per l’istanza

La presentazione dell’istanza di vendita immobiliare è un passaggio fondamentale nel processo di pignoramento.

Per la vendita dei beni pignorati, devono passare almeno 10 giorni dalla data di pignoramento (come prevede l’articolo 501 del Codice di Procedura Civile).

Tuttavia, per gli oggetti soggetti a deterioramento, è possibile disporre una vendita immediata senza dover attendere il termine dei 10 giorni.

Se il creditore presenta una richiesta di vendita o assegnazione prima del termine di dieci giorni, la stessa richiesta verrà considerata invalida.

Nel caso di esecuzione immobiliare, il termine di 10 giorni (disciplinato dall’articolo 501 del Codice di Procedura Civile) inizia con la notifica dell’atto di pignoramento al debitore.

Analogamente nelle espropriazioni mobiliari presso terzi il termine comincia con la notifica dell’atto di pignoramento al debitore e al terzo pignorato.

Infine, per le espropriazioni mobiliari presso il debitore, il termine inizia dopo che le operazioni di ricerca sono state completate.

Istanza di Vendita Immobiliare: documenti da produrre

Prima di presentare l’istanza di vendita immobiliare il creditore dovrà depositare in giudizio la copia del titolo esecutivo.

Anche i creditori intervenuti, muniti di titolo esecutivo, possono chiedere la vendita dell’immobile pignorato (così come previsto dall’articolo 567 del Codice di Procedura Civile).

Ma vi sono ulteriori documenti da produrre nel fascicolo telematico.

In particolare per poter richiedere la vendita di un immobile pignorato, il creditore deve presentare l’estratto del catasto e i certificati delle iscrizioni e trascrizioni relative all’immobile effettuate nei venti anni precedenti il pignoramento.

Tuttavia, è possibile sostituire i precedenti documenti (estratto del catasto; certificati di iscrizioni e trascrizioni) con un certificato notarile che attesti i risultati delle visure catastali e dei registri immobiliari.

Il termine per il deposito del certificato notarile è di 45 giorni dalla notifica o dalla trascrizione del pignoramento a seconda di quale attività viene ritenuta essenziale (il termine richiamato è disciplinato dall’articolo 497 del Codice di Procedura Civile).

In particolare la summenzionata norma (art. 497 cpc) prevede che il pignoramento non produce più i suoi effetti dopo 45 giorni dal suo compimento senza che il creditore abbia chiesto la vendita (tramite istanza di vendita immobiliare) o l’assegnazione.

Proroga dei Termini

Il termine di 45 giorni può essere prorogato una volta su richiesta dei creditori o del debitore, per giustificativi motivi e per una durata massima di ulteriori quarantacinque giorni (come prevede l’articolo 567 del Codice di Procedura Civile, comma n. 3).

Inoltre, il giudice può assegnare un termine di 45 giorni al creditore se ritiene che la documentazione fornita dal creditore debba essere completata.

Se la proroga non viene richiesta o concessa, oppure se la documentazione non viene integrata entro il termine previsto, il giudice dell’esecuzione, anche d’ufficio, dichiarerà l’inefficacia del pignoramento rispetto all’immobile.

L’inefficacia verrà dichiarata tramite ordinanza, dopo aver sentito le parti interessate.

Con l’ordinanza, il giudice disporrà anche la cancellazione della trascrizione del pignoramento.

La Riforma Cartabia ha modificato il termine di deposito con lo scopo di ridurre il tempo di durate dei processi di espropriazione forzata.

Con la nuova norma, i termini per il deposito della documentazione sono stati ridotti a 45 giorni invece dei precedenti 60 giorni.

La presenza di ulteriori creditori

Le norme processuali richiedono la produzione dei documenti relativi alle iscrizioni sull’immobile al fine di garantire che la futura vendita sia effettuata senza pregiudizio di ulteriori creditori.

Infatti è prevista la verifica trascrizioni e iscrizioni relative agli immobili pignorati per il ventennio al fine di individuare eventuali creditori garantiti da iscrizioni ipotecarie.

In caso di presenza di creditori che vantano diritti di prelazione sull’immobile, il creditore dovrà informarli che l’immobile sarà sottoposto a vendita forzata.

Inoltre il deposito della documentazione catastale è finalizzato ad accertare con il massimo grado di certezza possibile che l’immobile appartenga al debitore esecutato.

Documenti e Giurisprudenza

La giurisprudenza di legittimità conferma che il processo esecutivo può essere dichiarato estinto a causa della mancata presentazione della documentazione ipocatastale.

Infatti la sentenza della Corte di Cassazione n. 15597/2019 stabilisce che nel processo di espropriazione immobiliare, il giudice dell’esecuzione ha il dovere di richiedere una certificazione che attesti la proprietà del bene pignorato da parte del debitore esecutato.

Questa certificazione deve basarsi sulle informazioni presenti nei registri immobiliari e indicare un periodo continuo in cui il bene immobile è stato trasferito attraverso atti di acquisto validi.

Infatti, se il creditore procedente non presenta la certificazione richiesta, il Giudice può dichiarare la chiusura anticipata del processo esecutivo.


Conclusione

L’istanza di vendita immobiliare costituisce uno strumento processuale indispensabile per la vendita forzata di un immobile.

Questo istituto giuridico consente al creditore di dare impulso al giudizio esecutivo avviato contro il debitore moroso.

In questo modo il creditore ha la possibilità di soddisfare in parte o totalmente il credito insoluto, incrementando così le probabilità di incasso.

Conoscere come presentare l’istanza di vendita immobiliare è utile per evitare errori che potrebbero pregiudicare il buon esito del pignoramento immobiliare.

La corretta gestione di questa attività processuale può incrementare le probabilità di recupero del credito.

Istanza di Vendita Immobiliare - come evitare errori


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Autore

Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor • Founder di Recupero Legale

Specializzato in Crediti • Immobiliare • Contratti • Privacy • Tech

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