Canoni di affitto non pagati

Come deve comportarsi il proprietario in presenza di canoni di affitto non pagati

Com’è possibile recuperare i canoni di affitto non pagati?

Mi è capitato molte volte di rispondere a questa domanda: il diritto di credito non nasce soltanto per la vendita di beni o servizi, ma anche dal mancato pagamento dei canoni di locazione immobiliare.


Che cos’è la locazione immobiliare?

La locazione immobiliare è quel contratto con cui il proprietario di un appartamento concede il bene in affitto a terzi dietro il pagamento di un canone mensile.

Colui che riceve in affitto l’immobile viene anche definito “conduttore” o anche “affittuario”, mentre invece il proprietario viene definito “locatore”.

Se il conduttore (colui che riceve in affitto l’appartamento) non corrisponde i canoni di affitto al proprietario, quest’ultimo ha il diritto di ottenere il pagamento delle mensilità non versate.


In questo articolo ti darò 3 utili consigli da seguire quando il tuo inquilino non paga più l’affitto.

Innanzitutto devi sapere che hai il diritto di agire in giudizio per ottenere l’adempimento dell’inquilino per i canoni di affitto non pagati e chiedere al giudice di sfrattarlo.

Ma prima di proseguire devo farti una premessa molto importante: per tutelare il tuo diritto di credito il contratto di locazione deve essere regolarmente registrato.

La mancata registrazione determina la nullità del contratto di affitto facendo venir meno tutti gli obblighi in esso contenuti.


Se sei il proprietario di casa ed il tuo inquilino non paga più l’affitto tieni presente questi 3 consigli.

1. VERIFICA SE L’INADEMPIMENTO DELL’INQUILINO E’ TEMPORANEO O DEFINITIVO

Se l’inquilino non paga l’affitto ti suggerisco prima di tutto di contattarlo e chiedere informazioni sui motivi del mancato pagamento.

In alcuni casi può trattarsi di una difficoltà temporanea ed instaurare un dialogo con l’inquilino può essere molto utile.

In questo modo tu hai la possibilità di capire quali sono le sue effettive intenzioni mentre lui non si sentirà sotto pressione.

Non inviare subito una diffida di pagamento all’inquilino moroso perché rischi di incrinare i rapporti se la sua difficoltà è momentanea.

Prova a contattarlo telefonicamente o se puoi recati presso l’appartamento affittato e incontralo di presenza.

In questo modo eviterai di perdere tempo e denaro; se la sua difficoltà economica è momentanea devi saperlo prima; non agire in giudizio inutilmente.

Ricorda, infatti, che la legge prevede la possibilità per l’inquilino di sanare la morosità alla prima udienza (del giudizio di convalida di sfratto) versando i canoni di affitto non pagati (art. 55 L. 1978 n. 392).

Se invece l’inquilino si rende irreperibile e rifiuta il dialogo agisci immediatamente in giudizio per recuperare il tuo credito.

Se vuoi sapere cosa devi fare per sfrattare l’inquilino che non paga l’affitto leggi questo articolo.


2. VERIFICA LE CONDIZIONI ECONOMICHE E FAMILIARI DELL’INQUILINO

Se l’inquilino si trova in comprovate situazioni di difficoltà (ad esempio ha a carico figli minori), la legge prevede per lui delle agevolazioni.

In pratica il tuo inquilino potrà evitare lo sfratto intimato per morosità anche dopo che lo hai citato in giudizio.

In questi casi egli ha la possibilità di pagare i canoni e gli oneri accessori scaduti in un tempo dilazionato ma generalmente entro 90 giorni.

Inoltre, se l’inquilino con minori a carico versa anche in condizioni economiche precarie per malattie gravi o disoccupazione, la legge prevede ulteriori proroghe in suo favore (per approfondire l’argomento clicca qui).

In queste ipotesi per te è prevista una procedura aggravata con molti ostacoli da superare tra cui soprattutto l’esecuzione dello sfratto.

Ricorda infatti che in presenza di minori gli ufficiali giudiziari sono soliti rinviare l’esecuzione fino a quando i servizi sociali del Comune non trovano un alloggio idoneo.


3. OTTIENI UN PROVVEDIMENTO DEL GIUDICE PER PAGARE MENO TASSE

Ricorda che devi ottenere dal giudice il provvedimento di convalida di sfratto per morosità per evitare di pagare tasse sui canoni non percepiti (art. 26 TUIR).

Fino a quando non si conclude il giudizio sei obbligato a dichiarare all’Agenzia delle Entrate i canoni di locazione, anche se non stai incassando nessuna cifra.

La legge prevede in ogni caso la possibilità di ottenere, al momento della dichiarazione dei redditi dell’anno successivo, un credito di imposta di importo pari a quanto pagato nell’anno precedente per i canoni non percepiti.

Ma che cos’è un credito d’imposta?

Il credito d’imposta è un credito di cui il contribuente è titolare nei confronti dell’erario dello Stato.

In pratica al momento della dichiarazione dei redditi otterrai il rimborso di quanto ingiustamente versato l’anno precedente per non avere percepito i canoni di affitto.


Sei arrivato alla fine di questo articolo. Leggi il riepilogo qui sotto.

Canoni di affitto non pagati: quali sono i 3 consigli per il locatore?

  1. Verifica se l’inadempimento dell’inquilino è temporaneo o definitivo;
  2. Verifica le condizioni economiche e familiari dell’inquilino;
  3. Ottieni un provvedimento del giudice per pagare meno tasse.

Puoi leggere il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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Canoni di affitto non pagati: 3 consigli utili

Canoni di affitto non pagati: 3 consigli utili


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Teresa Rossi

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Ordinanza di assegnazione

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Recupero crediti quando conviene

Scopri la risposta ad una domanda frequente: recupero crediti quando conviene?

Recupero crediti quando conviene: se ti sei mai chiesto quando è necessario rivolgersi ad un professionista per ottenere il pagamento di un cliente questo articolo può aiutarti.

Innanzitutto però rispondiamo alla domanda principale di questo articolo.


Recupero crediti quando conviene?

In linea di massima ti conviene sempre agire per ottenere il pagamento da parte di un cliente moroso.

Qualsiasi sia la misura del tuo credito insoluto è sempre legittimo e corretto pensare di effettuare un’azione di recupero.

Non sarebbe giusto nei confronti del tuo lavoro arrendersi ad un debitore che ha deciso di non pagarti.

Pertanto la risposta generale alla domanda “recupero crediti quando conviene” è molto semplice: da un punto di vista “morale” e professionale ti conviene agire sempre.

Quando non ti conviene…

Tuttavia ci sono dei casi in cui l’attività di recupero potrebbe essere  poco conveniente sotto un profilo meramente economico.

Mi spiego meglio: se il tuo credito insoluto è di importo troppo basso, probabilmente non ti conviene investire tempo e denaro per avviare un’azione di recupero.

Devi qualificare l’azione di recupero come un’attività di investimento: paghi una somma iniziale per cercare di ottenerne una maggiore in futuro.

In linea teorica se non ci sono le condizioni economiche che possono garantirti un ritorno dell’investimento allora non ti conviene agire per il recupero del credito.

Quanto ti conviene…

Allo stesso tempo ci sono dei casi in cui le condizioni di recupero sono più favorevoli e sarebbe un peccato non agire per ottenere il pagamento.

Se la somma che devi investire per l’azione di recupero è più bassa rispetto al potenziale guadagno, allora otterrai un ritorno dell’investimento iniziale.

In questi casi ti conviene maggiormente rivolgerti ad un professionista per ottenere il pagamento del tuo credito.


Dopo questa premessa è venuto il momento di spiegarti quali sono i 3 casi in cui ti conviene rivolgerti immediatamente ad un professionista.

Recupero crediti quando conviene?

1. QUANDO IL DEBITORE HA RICONOSCIUTO IL DEBITO PER ISCRITTO

Se il tuo cliente ha riconosciuto il debito in un documento scritto ti conviene avviare un’azione di recupero nel più breve tempo possibile.

Il riconoscimento di debito sottoscritto dal debitore è un documento molto prezioso che puoi utilizzare sia in fase stragiudiziale, sia in fase giudiziale.

Infatti se decidi di avviare una causa contro il tuo cliente, il giudice potrebbe soddisfare la tua richiesta in tempi molto rapidi.

Nei ricorsi per decreto ingiuntivo il riconoscimento di debito firmato dal debitore ti permette di ottenere la provvisoria esecuzione (art. 642 del codice di procedura civile).

Se il tuo cliente ha riconosciuto il debito in via scritta, ti conviene agire immediatamente.


2. QUANDO CONOSCI IL POSTO DI LAVORO DEL DEBITORE

Se conosci già il posto di lavoro del tuo cliente allora ti conviene rivolgerti ad un professionista al più presto.

Conoscendo in anticipo questa informazione potrai avviare un procedimento esecutivo per pignorare lo stipendio del debitore.

Una delle difficoltà iniziali dell’attività di recupero giudiziale è individuare dei beni di proprietà del debitore che possono essere espropriati: lo stipendio è un reddito che puoi pignorare.

Molti creditori pensano che sia necessario ottenere un titolo esecutivo (sentenza o decreto ingiuntivo) per intimorire il debitore e costringerlo a pagare.

In realtà ci sono tantissimi debitori che non hanno alcuni timore a ricevere la notifica di un atto giudiziario: l’unico modo con cui puoi mettere pressione alla tua controparte è quello di individuare dei beni di valore che il cliente teme di perdere.

Conoscere il posto di lavoro del tuo cliente è un’informazione preziosissima, che ti conviene sfruttare per il recupero del tuo credito; questa informazione aumenterà le tue possibilità di incasso.

In questo caso ti conviene agire immediatamente.


3. QUANDO SCOPRI CHE IL TUO CLIENTE E’ OBERATO DI ALTRI DEBITI

Se scopri che il tuo cliente è oberato di altri debiti, ti conviene agire tempestivamente per recuperare il tuo credito.

Ti assicuro che è molto rischiosio competere con altri creditori per ottenere il pagamento da parte del debitore.

I beni del cliente che potrai aggredire economicamente potrebbero essere scarsi e limitati; se decidi ti temporeggiare un altro creditore potrebbe arrivare prima di te prosciugando le riserve economiche del tuo cliente.

Se vieni a scoprire che il tuo cliente è gravato da altri debiti, non aspettare e decidi di rivolgerti subito ad un professionista del recupero. L’attesa può giocarti brutti scherzi.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo.

Recupero crediti quando conviene: quali sono i casi in cui devi agire immediatamente?

  1. Quando il debitore ha riconosciuto il debito per iscritto;
  2. Quando conosci il posto di lavoro del debitore;
  3. Quando scopri che il tuo cliente è oberato di altri debiti.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Recupero crediti quando conviene: 3 casi in cui devi agire immediatamente

Recupero crediti quando conviene: 3 casi in cui devi agire immediatamente


Leggi il riepilogo cliccando sulla 2° infografica qui sotto

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Recupero crediti quando conviene: 3 casi in cui devi agire subito

Recupero crediti quando conviene: 3 casi in cui devi agire subito


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Boarding del portafoglio

Oggi parliamo di boarding del portafoglio ➙ leggi il nostro consiglio veloce:

Boarding del portafoglio

Se hai acquistato un portafoglio di crediti, ti conviene analizzare tutte le posizioni attraverso l’attività di boarding; solo così potrai individuare la migliore strategia di recupero


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Estratto conto

La definizione di estratto conto e le differenze con il salda conto, la certificazione del credito ed il piano di ammortamento

Hai mai sentito parlare di estratto conto, salda conto, certificazione del credito e piano di ammortamento?

Non sempre è facile capire la differenza tra i vari documenti contabili emessi da un banca.

In questo articolo ti spiegherò che cos’è un estratto conto e quali sono le differenze con altri documenti bancari; infatti grazie a questi documenti potrai promuovere una causa giudiziaria per recuperare un credito insoluto.

Molto spesso i tribunali rigettano i ricorsi di ingiunzione proprio perché non viene prodotta la documentazione corretta.


Il conto corrente

Il conto corrente è un servizio bancario attraverso il quale è possibile conservare una somma di danaro presso un istituto di credito.

Oggi il conto corrente è lo strumento bancario più utilizzato dai professionisti e dalle aziende, che permette di concludere transazioni commerciali senza dover effettuare dei pagamenti in denaro contante.

Ma come si può tenere traccia di tutti i pagamenti e di tutti gli incassi ricevuti sul conto? Per tutto questo serve l’estratto conto.

L’estratto conto

Per estratto conto si intende quel documento che contiene il riepilogo dettagliato di tutte le operazioni effettuate sul conto corrente.

Questo documento viene inviato periodicamente dalla banca per informare il correntista sui pagamenti e gli incassi confluiti sul conto.

Ad esempio nell’estratto conto del tuo debitore vengono tracciati l’accredito del suo stipendio o della sua pensione, i bonifici effettuati a favore di terzi, i prelievi, etc…

Inoltre, se il tuo debitore ha stipulato un contratto di mutuo o se invece ha richiesto un finanziamento, sicuramente è titolare di un conto corrente.

In questo caso nell’estratto conto troverai l’elenco di tutte le rate (del mutuo o del finanziamento) fino a quel momento pagate dal correntista.

Devi sapere che l’estratto conto costituisce una prova che documenta il diritto di credito, molto speso il diritto di credito vantato da una banca nei confronti di un cliente/correntista.


Tuttavia ti consiglio di fare molta attenzione perché esistono dei documenti molto simili all’estratto conto che svolgono una funzione completamente diversa.

Tieni presente queste 3 distinzioni.

Differenza tra estratto conto e salda conto

Il saldaconto è quel certificato nel quale la banca indica il saldo finale del conto senza evidenziare in modo dettagliato tutti i rapporti intercorsi con il cliente (come fa nell’estratto conto); tale documento non è sempre considerato una prova idonea a dimostrare il diritto di credito.

Quindi, se vuoi ottenere un decreto ingiuntivo ti conviene depositare l’estratto conto e non il saldaconto. Anche la Corte di cassazione ha più volte affermato questo principio (Cass. 2016 n. 21092).


Differenza tra estratto conto e certificazione del credito

La certificazione del credito è prevista dall’art. 50 del Testo Unico Bancario (TUB), e consiste in un certificato in cui viene dichiarato l’importo del credito e nel quale il dirigente della banca dichiara che il contenuto del documento è conforme alle scritture contabili.

Tale prova dimostra che il credito è vero e liquido.

La certificazione del credito è fondamentale per ottenere l’emissione di un decreto ingiuntivo, poiché certifica la quantificazione dell’importo dovuto e prova l’esistenza del diritto di credito.

Nei giudizi di opposizione a decreto ingiuntivo fondato su certificazione del credito, molto spesso i giudici richiedono la produzione dell’estratto conto; nei giudizi di merito spesso non è sufficiente produrre la certificazione del credito.


Differenza tra estratto conto e piano di ammortamento

Il piano di ammortamento è un documento che indica in modo dettagliato il piano di pagamenti rateali da eseguire a scadenze periodiche.

Il piano di ammortamento indica l’importo e la scadenza delle rate che il debitore deve restituire alla banca, specificando a quanto ammonta il capitale prestato e gli interessi maturati.

Infatti ogni rata da versare è di importo fisso, ma contiene una porzione di capitale ed interessi differente, seguendo uno schema di distribuzione degli interessi che viene concordato in sede contrattuale (in Italia si applica molto spesso il sistema di “ammortamento alla francese” che prevede il pagamento di una quota di interessi maggiore nelle rate inziali).

Pertanto, a differenza dell’estratto conto, il piano di ammortamento si riferisce solo ai casi in cui il debitore ha richiesto l’erogazione di un mutuo o di un finanziamento.

Se vuoi ottenere l’emissione di un decreto ingiuntivo devi depositare anche tale documento per dimostrare al giudice fino a quando il debitore ha pagato e quali sono le rate del finanziamento che ti devono essere restituite.


Sei arrivato alla fine di questo articolo. Leggi il riepilogo qui sotto.

Che cos’è l’estratto conto?

Un documento che indica il saldo finale del conto e che contiene il riepilogo dettagliato di tutte le operazioni effettuate dal correntista.

Che cos’è il salda conto?

Un certificato che indica il saldo finale del conto e che contiene il risultato finale delle operazioni bancarie senza elencarle in modo dettagliato.

Che cos’è la certificazione del credito?

Un certificato in cui il dirigente della banca dichiara l’importo del credito assicurando la conformità alle scritture contabili.

Che cos’è il piano di ammortamento?

Un documento che indica in modo dettagliato il capitale e gli interessi che il debitore deve restituire alla banca dopo aver sottoscritto un contratto di mutuo o un contratto di finanziamento.

Puoi leggere il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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Estratto conto: differenze con gli altri documenti bancari

Estratto conto: differenze con gli altri documenti bancari


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Negoziazione assistita

Oggi parliamo di negoziazione assistita ➙ leggi il nostro consiglio veloce:

Negoziazione assistita

Ricorda che se vuoi transigere un contenzioso in via stragiudiziale puoi sfruttare non solo la mediazione civile ma anche la negoziazione assistita ⚖


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Come prevenire un credito insoluto

Scopri come prevenire un credito insoluto imparando a scegliere il tuo cliente

Ti sei mai chiesto come prevenire un credito insoluto? Pensa se ci fosse un modo che ti aiuti a prevedere se il tuo cliente pagherà il tuo credito.

Non sto parlando di fantascienza, né di trovare modi per prevedere il futuro, ma sto parlando di trovare un metodo collaudato per esaminare il tuo cliente e sceglierlo per una eventuale collaborazione.

Scegliere un cliente

Se sei un professionista indipendente, o un freelance, scegliere il tuo cliente è una delle attività più importanti che dovrai imparare.

Ho assistito molti professionisti che sono rimasti scottati da clienti problematici; si accetta con entusiasmo il lavoro ma dopo aver eseguito la prestazione il cliente non rispetta il termine di pagamento.

Credimi succede molto spesso: non sono in pochi a trovarsi in questa situazione.

Una nuova strada: prevenire è meglio che… recuperare

Questa volta non ti spiegherò come puoi recuperare un credito insoluto, ma piuttosto come prevenire un credito insoluto, analizzando il tuo cliente e scegliendo se concludere l’affare.

Lo sapevi che molte grandi aziende studiano il potenziale cliente prima di firmare un accordo? In alcune realtà c’è un intero reparto che si occupa di acquisire informazioni sui futuri clienti.

E’ un’ottima scelta che ti consiglio di applicare.

So già cosa stai pensando: “è un’ottima idea studiare il futuro cliente, ma come devo fare?”

In questo articolo ti suggerirò 4 consigli utili che ti permetteranno di valutare la solidità del tuo potenziale cliente.


Come prevenire un credito insoluto?

1. CHIEDI AL CLIENTE UN DOCUMENTO DI RICONOSCIMENTO

Prima di concludere un affare è importante che tu identifichi con certezza il tuo cliente.

Se si tratta di un’azienda?

Chiedi al tuo interlocutore di inviarti una copia della visura camerale della società. Perché? Perché in questo modo scoprirai molte informazioni utili sul tuo cliente: indirizzo, p.iva, sede legale, identità del rappresentante legale, se vi sono unità di produzione distaccate..

Queste informazioni saranno utilissime per verificare la solidità dell’azienda e per valutare la coerenza con le informazioni che ti hanno fornito.

Sai quante volte le persone mentono per concludere un affare? Mentire in sede di trattativa non è mai un buon segno.

E se il tuo potenziale cliente è una persona fisica?

In questi casi il rischio di insolvenza potrebbe essere più basso e ci saranno minori informazioni da verificare: in ogni caso ti consiglio di chiedere alla controparte di inviarti la sua carta d’identità. La carta d’identità è un documento molto utile se dovessi avviare una causa giudiziale.


2. VERIFICA LA VALIDITA’ DELLA P.IVA DEL CLIENTE

Una volta che avrai individuato la p.iva del tuo cliente ti consiglio di verificarne la sua validità.

Sei davvero sicuro che la società sia attiva?

La validità della partita iva è sempre un’informazione preziosa da verificare.

Ti consiglio uno strumento gratuito e molto semplice: sul sito dell’Agenzia delle Entrate ti basta inserire il numero della p.iva del tuo cliente ed il sistema ti comunicherà l’esito dell’accertamento.

In questo modo puoi scoprire se la società che vuole concludere un affare con te è ancora attiva, o se è in fase di liquidazione.

Quanto vale questa informazione?

Tantissimo; concludere affari con un’azienda in liquidazione è molto rischioso.


3. STABILISCI IN ANTICIPO IL METODO DI PAGAMENTO

Ti sembrerà eccessivo, ma è importante definire in anticipo quale sarà il metodo di pagamento.

Ti consiglio di accettare sempre il pagamento con bonifico bancario, mentre invece guarda con sospetto le richieste di pagamento tramite assegno.

Perché? Perché il pagamento tramite assegno è rischioso; infatti affinché tu possa incassare l’assegno, è necessario che il conto del tuo cliente sia in attivo.

Ho assistito molte aziende e professionisti che hanno accettato il pagamento tramite assegno, salvo poi scoprire che il titolo di credito era scoperto.

Vuoi correre lo stesso rischio?

Se il tuo cliente desidera pagare in contanti, stai attento alla legge sull’antiriciclaggio; non sempre è un sistema di pagamento sicuro.


4. ESEGUI UN’INDAGINE SUI PROTESTI DEL TUO CLIENTE

Fin qui ti ho suggerito dei rimedi gratuiti per valutare la solidità del tuo cliente.

Ma se devi concludere un affare importante ti conviene eseguire un’indagine più approfondita: una delle indagini più importanti è verificare se il tuo potenziale cliente hai già subito dei protesti, cioè se ha già emesso assegni scoperti che hanno poi provocato l’azione di protesto.

Se scopri che il tuo cliente ha già subito dei protesti, ti consiglio di stare molto attento prima di concludere un affare. Potresti diventare l’ennesimo creditore insoddisfatto.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Come prevenire un credito insoluto: quali sono le regole da seguire per scegliere un cliente?

  1. Chiedi al cliente un documento di riconoscimento;
  2. Verifica la validità della p.iva del cliente;
  3. Stabilisci in anticipo il metodo di pagamento;
  4. Esegui un’indagine sui protesti del tuo cliente.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Come prevenire un credito insoluto: 4 regole

Come prevenire un credito insoluto: 4 regole


Leggi il riepilogo cliccando sulla 2° infografica qui sotto

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Come prevenire un credito insoluto: le regole da seguire

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Sentenza civile

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Sentenza civile

Ricorda che se non hai i documenti idonei per presentare un ricorso per decreto ingiuntivo puoi promuovere un giudizio ordinario per ottenere una sentenza civile


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La cambiale

La cambiale e le sue funzioni nel recupero crediti: 3 casi da distinguere

La cambiale è un documento molto prezioso per l’attività di recupero. Possiedi una cambiale e vuoi sapere come puoi utilizzarla?

Ti confesso che molte persone mi hanno chiesto cosa sia una cambiale; si sente spesso parlare di questo strumento di credito, ma pochi imprenditori sanno davvero come utilizzarlo.

In questo articolo ti spiegherò che cos’è una cambiale e come può esserti utile come mezzo di recupero.


Che cos’è una cambiale?

La cambiale è un titolo esecutivo che attribuisce al legittimo possessore il diritto di ottenere il pagamento della somma indicata alla scadenza e nel luogo in essa previsti (R.D. 1669/33, c.d. Legge Cambiaria).

Ma che cos’è un titolo esecutivo?

Il titolo esecutivo è quel documento che ti consente di promuovere un procedimento esecutivo nei confronti di un soggetto.

Se hai in mano una cambiale sicuramente possiedi un enorme vantaggio rispetto a chi non ce l’ha.

Qual è la funzione della cambiale nel recupero crediti?

La cambiale è già un titolo esecutivo e non hai bisogno di agire in giudizio per chiedere al giudice di riconoscere il tuo diritto di credito; ad esempio non è necessario che tu ottenga un decreto ingiuntivo o un altro provvedimento giudiziario come la sentenza.

Quindi se possiedi una cambiale puoi direttamente notificare un atto di precetto al debitore velocizzando il recupero del tuo credito.

Non è sempre così…

Non sempre però potrai utilizzare la cambiale per notificare l’atto di precetto.

Devi fare attenzione ad alcuni elementi presenti nella cambiale per capire come utilizzarla; non tutte le cambiali ti permetteranno di velocizzare la tua attività di recupero.

Per non commettere errori e pregiudicare il recupero del tuo credito, devi distinguere 3 casi fondamentali.


1. CAMBIALE SCADUTA DA MENO DI 3 ANNI

Se hai una cambiale scaduta da meno di 3 anni puoi notificare direttamente l’ atto di precetto al debitore (art. 94 R.D. 1669/33, c.d. Legge Cambiaria).

Attenzione però che questa regola non vale per le cambiali che indicano la scritta in rosso “pro solvendo“. Per le cambiali “pro solvendo” puoi notificare l’atto di precetto entro un anno dalla scadenza.

2. CAMBIALE SCADUTA DA PIU’ DI 3 ANNI

Se hai delle cambiali scadute da più di tre anni non puoi notificare al debitore l’atto di precetto. In questo caso devi prima ottenere un titolo esecutivo e cioè un decreto ingiuntivo.

Tuttavia, la cambiale scaduta può essere utilizzata come prova scritta del credito nel procedimento di ingiunzione, e ti permette di ottenere la provvisoria esecuzione del decreto (art. 642 c.p.c.).

3. PLURALITA’ DI CAMBIALI NON ANCORA SCADUTE

Se il tuo debitore ha firmato 2 o più cambiali, alcune delle quali non sono ancora scadute, prima di notificare l’atto di precetto devi inviare una diffida per richiedere il pagamento del debito e per comunicare la “decadenza dal beneficio del termine” con riferimento alla cambiali che dovranno scadere (art. 1186 c.c. – art 50 R.D. 1669/1933, c.d. Legge Cambiaria).

In altre parole, se il debitore è inadempiente, e non effettua il pagamento dell’importo dovuto, decade dal beneficio di pagare il suo debito a rate. La comunicazione di “decadenza dal beneficio del termine” serve proprio a questo, cioè a revocargli il beneficio di effettuare pagamenti dilazionati.

In questo modo, qualora il debitore continua ad essere inadempiente, è possibile precettare tutte le cambiali (sia quelle che sono scadute, sia quelle che non sono scadute, per le quali è stata inviata la lettera di decadenza del beneficio del termine).


I consigli di Recupero Legale

Agisci prima nei confronti di chi ha firmato la cambiale. A volte la cambiale può essere sottoscritta da un soggetto terzo (avallante) oppure può essere firmata dal garante. In questi casi hai 2 soggetti “aggredibili”: il debitore principale ed il firmatario della cambiale.

Ricorda che la cambiale si prescrive nel termine di 10 anni dalla sua scadenza. Se ci sono i presupposti notifica un atto giudiziario oppure invia sempre una diffida di pagamento per interrompere la prescrizione del tuo credito.

Ricorda che, se la cambiale è protestata, nell’atto di precetto devi inserire anche le spese di protesto ed il termine di 3 anni decorre dal giorno successivo alla data del protesto.


Sei arrivato alla fine di questo articolo. Leggi il riepilogo qui sotto.

Come utilizzare la cambiale nel recupero crediti

  • Cosa fare quando la cambiale è scaduta da meno di 3 anni? Puoi notificare l’atto di precetto entro 3 anni dalla scadenza.
  • Cosa fare quando le cambiali sono scadute da più di 3 anni? Non puoi notificare l’atto di precetto ma devi depositare ricorso per decreto ingiuntivo e puoi ottenere la provvisoria esecuzione.
  • Cosa fare quando c’è una pluralità di cambiali non ancora scadute? Prima di notificare l’atto di precetto devi inviare una diffida e comunicare al debitore la “decadenza dal beneficio del termine” per le cambiali che non sono ancora scadute.

Leggi il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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La cambiale: come utilizzarla

La cambiale: come utilizzarla


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© riproduzione riservata

Teresa Rossi ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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