GDPR e nomina del DPO: la guida definitiva

GDPR e nomina del DPO: introduzione

Se svolgi attività imprenditoriale e tratti dati personali tramite asset digitali (sito web, software, mobile app), allora sicuramente hai sentito parlare di GDPR e nomina del DPO.

Queste due sigle (GDPR e DPO) appartengono all’universo del diritto della privacy e riguardano temi simili ma differenti.

Il GDPR è un testo normativo (regolamento europeo), mentre invece il DPO è un ruolo che opera all’interno di un ente pubblico o impresa.

Dopo l’entrata in vigore del GDPR gli adempimenti legali per le imprese si sono moltiplicati, soprattutto in caso di utilizzo di strumenti tecnologici.

Nel nostro studio legale riceviamo periodicamente molte richieste di assistenza sul diritto della privacy e ci capita spesso di fornire consigli e chiarimenti sulla figura del DPO.

Per questo motivo ho deciso di scrivere la guida definitiva sul GDPR e sulla nomina del DPO, per spiegarti in modo semplice come rispettare la normativa vigente e proteggere la tua impresa da sanzioni e rischi legali.

Per prima cosa iniziamo da alcune definizioni preliminari.

Che cos’è il GDPR

Il GDPR, acronimo di General Data Protection Regulation, è il regolamento europeo n. 679/2016 in materia di protezione dei dati personali.

Questo provvedimento normativo è entrato in vigore nel 2018 e ha l’obiettivo di garantire ai cittadini maggiore controllo sulla propria privacy e sulle informazioni che vengono raccolte su di loro.

Il GDPR si applica a tutte le aziende e organizzazioni che trattano dati personali nell’Unione Europea, indipendentemente dalla loro dimensione o settore di attività.

Dentro il regolamento sono presenti alcuni principi fondamentali tra cui:

  • la trasparenza nel trattamento dei dati;
  • la limitazione della conservazione;
  • l’obbligo per le aziende di adottare misure tecniche e organizzative adeguate per proteggere i dati personali.

Le sanzioni previste in caso di violazione del GDPR possono essere molto elevate, pertanto è essenziale rispettare le sue regole per evitare sanzioni dall’autorità di controllo (Garante della Privacy).

Il regolamento mira anche a stimolare un cambiamento culturale verso una maggiore consapevolezza e responsabilità nella gestione dei dati personali da parte delle imprese e organizzazioni economiche.

Che cos’è il DPO

Il DPO, acronimo di Data Protection Officer (Responsabile della Protezione dei dati), è una figura chiave introdotta dal GDPR per garantire la conformità delle imprese e organizzazioni alla normativa sulla protezione dei dati personali.

Il suo ruolo principale è quello di supervisionare e monitorare l’applicazione delle politiche interne in materia di privacy e sicurezza dei dati.

Il DPO agisce come punto di contatto tra l’organizzazione, gli utenti e le autorità di controllo in caso di problematiche legate al trattamento dei dati personali.

Il soggetto designato in qualità di “Responsabile della Protezione dei dati”, deve essere un esperto nel campo della protezione dei dati e possedere competenze specifiche per svolgere le sue funzioni in modo efficace.

Quali sono le attività del DPO

Il compito principale del DPO è quello di informare e consigliare l’organizzazione sulle responsabilità previste dal GDPR, nonché monitorare il rispetto della normativa sulla protezione dei dati personali.

Il Data Protection Officer (DPO) svolge un ruolo chiave nell’assicurare che le attività di trattamento dei dati siano conformi al GDPR.

In particolare il DPO si occupa di:

  • formazione del personale sulla normativa privacy;
  • fornire assistenza e collaborazione nei rapporti con le autorità di controllo in caso di violazioni o incidenti relativi ai dati personali;
  • aggiornare la documentazione relativa alla compliance;
  • fornire pareri legali in merito alla valutazione d’impatto sulla protezione dei dati.

La presenza del DPO è fondamentale per garantire una corretta gestione e protezione dei dati all’interno dell’organizzazione.

Quali sono le responsabilità del DPO

Il DPO deve garantire che vengano adottate misure adeguate per proteggere i dati personali e deve essere coinvolto sin dalle fasi iniziali di progettazione dei processi di trattamento dei dati.

Le responsabilità del DPO includono:

  • la supervisione della compliance (conformità) aziendale;
  • la gestione delle richieste degli interessati;
  • il monitoraggio dei processi interni relativi alla protezione dei dati.

Il DPO è incaricato di informare e consigliare l’organizzazione in merito agli obblighi previsti dal GDPR.


GDPR e nomina del DPO: cosa prevede il regolamento

GDPR e nomina del DPO - cosa prevede il regolamento

Il Regolamento europeo sulla protezione dei dati (articolo 37 del GDPR) specifica:

  • quali sono i soggetti che hanno l’obbligo di nominare un Data Protection Officer (DPO);
  • quali sono i criteri che rendono obbligatoria la nomina.

In sostanza, l’obbligo di designare un DPO riguarda le organizzazioni che svolgono attività di trattamento dati su larga scala.

Questo significa che non tutte le aziende sono tenute a nominare un DPO, ma solo quelle coinvolte in operazioni complesse o con grandi quantità di dati personali.

Il DPO ha il compito di monitorare la conformità delle attività di trattamento dei dati con il GDPR e fornire consulenza sia all’interno dell’organizzazione sia verso l’esterno.

È importante garantire l’indipendenza del DPO e assicurarsi che abbia le competenze necessarie per svolgere il ruolo in modo efficace.

Secondo l’articolo 37 del GDPR, il nome del DPO deve essere reso pubblico e comunicato all’autorità di controllo competente.

Questo garantisce trasparenza e facilita la comunicazione tra l’organizzazione, i soggetti interessati e le autorità preposte alla protezione dei dati personali.

GDPR e nomina del DPO: quando nominarlo

La nomina del Data Protection Officer (DPO) è un obbligo imposto dal GDPR a determinate organizzazioni.

Il Regolamento stabilisce che il DPO deve essere designato in caso di:

  • trattamento di dati personali su larga scala, ovvero il monitoraggio regolare e sistematico dei soggetti interessati in un certo contesto geografico;
  • trattamento di categorie particolari di dati come quelli relativi alla salute o all’origine razziale.

La nomina del DPO è richiesta per le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici, indipendentemente dalla natura dei dati trattati.

Anche le organizzazioni private devono nominare un DPO se il loro core business prevede operazioni di trattamento che richiedono una sorveglianza regolare e sistematica degli individui su larga scala.

È importante valutare attentamente se sussistono queste condizioni prima di procedere con la nomina del DPO.

In caso di dubbi sulla necessità della figura del Data Protection Officer, è consigliabile richiedere una consulenza legale specializzata in materia di privacy.

GDPR e nomina del DPO: lettera di incarico

La lettera di incarico del Data Protection Officer (DPO) è un atto fondamentale che formalizza il ruolo e le responsabilità del professionista incaricato della protezione dei dati all’interno di un’organizzazione.

Nel documento vengono specificati i compiti e le attività che il DPO dovrà svolgere, garantendo il rispetto del GDPR e delle normative sulla privacy.

La lettera di incarico contiene:

  • i dati identificativi del titolare del trattamento (il soggetto che effettua la nomina);
  • le generalità del e i dati di contatto del DPO.

Tale documento costituisce la base legale che legittima l’operato del DPO all’interno dell’azienda.

La lettera di incarico può indicare i criteri di selezione che hanno spinto l’organizzazione a scegliere un determinato soggetto, al fine di rendere trasparente il processo di nomina.

Il DPO può essere un dipendente del titolare del trattamento oppure un collaboratore esterno, senza vincolo di subordinazione, che assolve i suoi compiti in base a un contratto di servizio.

GDPR e nomina del DPO: procedura telematica

Il Garante per la Protezione dei dati personali ha creato un servizio online con cui è possibile comunicare l’identità del DPO.

La procedura telematica per la nomina del Data Protection Officer (DPO) è un passo importante nell’adeguamento al GDPR.

La comunicazione dei dati di contatto del DPO (o RPD – Responsabile della Protezione dei Dati) è un’obbligazione del titolare o del responsabile del trattamento, che solitamente è una persona giuridica.

Tuttavia, il sistema informatico è progettato per interagire con una persona fisica.

Per facilitare questa procedura il sistema consente a una persona fisica identificata di effettuare la comunicazione a nome del titolare o del responsabile del trattamento previa assunzione della responsabilità ai sensi dell’articolo 168 del Codice in materia di protezione dei dati personali.

L’utente che effettua la comunicazione deve essere il rappresentante legale del titolare/responsabile del trattamento o una persona che agisce su delega di uno dei due.

Al termine della procedura, se la comunicazione viene accettata, il sistema genera un documento digitale contenente le informazioni fornite dall’utente e il numero di protocollo utilizzato per la registrazione dei dati comunicati.

Questo documento verrà inviato tramite un messaggio pec al titolare/responsabile del trattamento, all’indirizzo indicato durante la procedura telematica.

Grazie a questa soluzione, è possibile conservare tutti i documenti relativi alla nomina del DPO, garantendo così la conformità alle disposizioni normative in materia di protezione dei dati personali.

La procedura telematica ottimizza i tempi e riduce gli oneri burocratici legati alla designazione del Data Protection Officer all’interno dell’organizzazione.

GDPR e nomina del DPO: principio di accountability

In alcuni casi la nomina del DPO, pur non essendo obbligatoria, costituisce una scelta vantaggiosa che dimostra il desiderio di adeguarsi alla normativa privacy.

Questo principio viene denominato “accountability”, e costituisce uno dei concetti chiave del GDPR in merito alla nomina del Data Protection Officer (DPO).

L’accountability misura il grado di “responsabilizzazione” dei titolari e dei responsabili del trattamento dei dati, e consiste nell’applicare una serie di azioni proattive per dimostrare la conformità al regolamento.

Secondo questo principio i titolari delle imprese sono chiamati ad assumersi la responsabilità di decidere autonomamente le modalità, le garanzie e i limiti del trattamento dei dati personali, in linea con la normativa e secondo specifici criteri indicati nel GDPR.

Il DPO svolge un ruolo fondamentale nell’assicurarsi che l’organizzazione rispetti il principio di accountability, attraverso una supervisione della compliance aziendale.

Infatti grazie al contributo del DPO, l’impresa potrà:

  • implementare le procedure necessarie per rispettare i principi del GDPR e le richieste degli interessati riguardanti i loro dati personali;
  • redigere alcuni registri dettagliati sulle attività di trattamento dei dati;
  • applicare le misure tecniche e organizzative per adeguare gli asset tecnologici utilizzati dall’impresa.

In sostanza il DPO agisce come punto di riferimento interno ed esterno per qualsiasi questione relativa alla protezione dei dati all’interno dell’azienda.

La designazione del DPO è quindi essenziale per garantire che l’organizzazione adotti una cultura basata sulla responsabilità e trasparenza nel trattamento dei dati personali secondo quanto previsto dal GDPR.

GDPR e nomina del DPO: differenze tra DPO e Legal Advisor

In alcuni casi il Data Protection Officer (DPO) può essere confuso con un altro ruolo denominato “Legal Advisor” (o “Legal Counsel”).

Entrambe le figure operano all’interno di un’organizzazione imprenditoriale per garantire la conformità alle normative sulla protezione dei dati personali.

Tuttavia, nonostante il DPO e il Legal Advisor abbiano entrambi competenze legali, i loro ruoli e responsabilità differiscono in modo significativo.

Il DPO è specificamente designato per monitorare la conformità del trattamento dei dati personali e promuovere una cultura di protezione dei dati all’interno dell’organizzazione.

Il suo obiettivo principale è garantire che le attività di trattamento siano conformi alla normativa sulla privacy.

Il Legal Advisor, invece, fornisce consulenza legale all’azienda su una vasta gamma di questioni legali, non solo limitate alla protezione dei dati personali.

Pur avendo conoscenze approfondite in materia di privacy, il focus del Legal Advisor può essere più ampio rispetto a quello del DPO.

In alcune realtà imprenditoriali, le due figure sono cruciali per garantire la compliance normativa e migliorare l’efficacia della protezione dei dati all’interno dell’organizzazione.


Conclusione

Il GDPR ha introdotto nuove regole e responsabilità per garantire la protezione dei dati personali.

La nomina del Data Protection Officer è un passo fondamentale per assicurare la conformità alla normativa europea e tutelare la privacy dei cittadini.

È importante comprendere le attività, le procedure e i principi che regolano il ruolo del DPO, differenziandolo chiaramente da quello di un Legal Advisor o consulente legale.

Per questo motivo è necessario nominare un DPO competente e affidabile per garantire una gestione efficace degli adempimenti burocratici previsti dal GDPR.

Dopo aver predisposto la lettera di incarico, bisognerà comunicare i dati di contatto del DPO tramite la procedura telematica istituita dal Garante della Privacy.

Rispettando il principio di accountability e mantenendo sempre aggiornate le procedure aziendali, si potrà mostrare un alto grado di responsabilizzazione nei confronti dell’autorità di controllo.

In alcuni casi la nomina di un Data Protection Officer è essenziale per garantire la conformità alla normativa sulla protezione dei dati personali e preservare la fiducia degli utenti nel trattamento delle proprie informazioni sensibili.

GDPR e nomina del DPO - i compiti del DPO


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Autore

Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor • Founder di Recupero Legale

Specializzato in Crediti • Immobiliare • Contratti • Privacy • Tech

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