Crediti in sofferenza: come hanno fatto le banche a liberarsene

Crediti in sofferenza

La cartolarizzazione dei crediti: il rimedio più utilizzato dalle banche per uscire dalla crisi ed eliminare i crediti in sofferenza

Negli ultimi anni uno dei principali motivi di crisi del sistema bancario italiano è rappresentato dai crediti in sofferenza noti anche come “crediti deteriorati” o crediti npe (non performing exposures). Si tratta di crediti derivanti da contratti di finanziamento, di mutuo o di apertura di conto corrente che il cliente non riesce a ripagare in tutto o in parte alla banca; la lentezza del sistema giudiziario italiano determina tempi di riscossione troppo lunghi e la politica creditizia imprudente adottata da alcuni istituti di credito rende in alcuni casi improbabile se non impossibile recuperare il credito.

Questa situazione ha comportato il malfunzionamento del meccanismo di distribuzione del credito: il peso dei crediti in sofferenza (“npl”) colpisce la liquidità delle banche ed influisce negativamente sulla loro capacità di finanziare investimenti e concedere prestiti. Gli istituti bancari hanno dovuto accantonare riserve per far fronte ad eventuali perdite ed in moltissimi casi sono stati costretti a svalutare in bilancio i propri crediti; secondo i dati riportati dalla Banca d’Italia i crediti deteriorati delle banche italiane ammontano a 349 miliardi di euro al lordo delle svalutazioni già contabilizzate.

I crediti in sofferenza (“npl”), pertanto, rappresentano un grosso macigno di cui le banche devono disfarsi; lo strumento principale utilizzato per tale scopo è stata la cosiddetta cartolarizzazione dei crediti disciplinata in Italia dalla legge n. 130/1999. Grazie a questo strumento gli istituti di credito possono liberarsi dei crediti in sofferenza.

Si tratta di un processo molto complesso che può essere spiegato chiarendo questi tre punti fondamentali:

  • COSA SIGNIFICA CARTOLARIZZARE UN CREDITO: Cartolarizzare un credito significa cederlo a qualcun altro trasformandolo in un’obbligazione scritta su un pezzo di “carta” cioè un titolo. I protagonisti di tale operazione sono tre: il cedente (originator) che rivende il credito ottenendo così la liquidità di cui ha bisogno, il cessionario (la società veicolo, meglio nota come SPV, “Special Purpose Veicle”) che si  sostituisce al creditore originario nel diritto a riscuotere il credito, e gli investitori cioè coloro che materialmente prestano il denaro alla società veicolo. Quest’ultima firma in favore degli investitori titoli obbligazionari ABS (“Asset-Backed Security” cioè “titoli garantiti da crediti”) garantendo loro che restituirà il denaro nel medio o lungo termine; si tratta di veri e propri titoli di credito che attribuiscono il diritto di percepire, a scadenza, il rimborso del capitale nominale più gli interessi. Ma da dove proviene il denaro necessario per rimborsare gli investitori? Da l’unico soggetto rimasto invariato: il debitore iniziale; questi paga la rata dovuta e a sua volta la società veicolo rimborsa gli investitori. Gli originator possono essere non solo le banche ma anche le istituzione finanziarie e gli enti pubblici. La cartolarizzazione, inoltre, prevede una cessione dei crediti pro soluto; l’originator cioè non è responsabile in caso di inadempimento del debitore. A tal fine un ruolo molto importante è svolto dalle agenzie di “rating” cioè società che esprimono un giudizio sui crediti ceduti; in particolare viene valutata (“rating” significa letteralmente valutazione) l’idoneità del portafoglio cartolarizzato a produrre il denaro necessario per rimborsare i titoli. Le agenzie di rating assegnano un punteggio che tiene conto di diversi paramenti come la qualità dei crediti ceduti, la natura del debitore, la tipologia di società incaricata al recupero dei crediti. Questo tipo di intervento ha un costo ma fornisce agli investitori un valido aiuto nella corretta valutazione del rischio di credito.
Originator, Spv, Abs, investitori: i protagonisti della cartolarizzazione

Originator, Spv, Abs, investitori: i protagonisti della cartolarizzazione

  • I VANTAGGI DELLA CARTOLARIZZAZIONE: il principale vantaggio derivante dall’operazione di cartolarizzazione è l’immediata liquidità che si riversa nelle casse della banca: il portafoglio di crediti viene ceduto dietro un corrispettivo in denaro necessario per concedere ulteriori finanziamenti. I principali beneficiari sono i privati ma soprattutto le piccole e medie imprese (PMI); attraverso il reinvestimento della liquidità ottenuta dalla cartolarizzazione la banca aumenta la propria redditività e può tornare a “fare banca”: cioè favorire i consumi e gli investimenti attraverso strumenti di credito. La cartolarizzazione inoltre consente la distribuzione del rischio dall’originator verso altri soggetti (gli investitori) che sono maggiormente in grado di gestirlo; a tal proposito si parla di “risk transfer” cioè di uno strumento di condivisione del rischio. Il trasferimento a titolo oneroso di crediti, pertanto, determina il reimpiego di denaro in attività più remunerative offrendo benefici al sistema economico nel suo complesso.
  • I RISCHI DELLA CARTOLARIZZAZIONE: ogni operazione di cartolarizzazione comporta dei rischi sia per l’originator che per gli investitori. Il primo dovrà sostenere dei costi importanti; ad esempio i costi di emissione dei titoli obbligazionari, quelli derivanti dalla richiesta di garanzie esterne, quelli di natura amministrativa. L’investitore, sul quale si è trasferito il rischio della banca, dovrà invece fare i conti con l’eventuale insolvenza del debitore. Si parla a tal proposito di “moral hazard” (o rischio morale) cioè il rischio di insolvenza della controparte; grazie alla possibilità di ricorrere in un momento successivo alla cartolarizzazione, le banche tendono ad investire in attività rischiose, scaricando il rischio di perdite all’esterno. E’ accaduto, infatti, che gli istituti bancari abbiano concesso dei prestiti a soggetti non affidabili riducendo i propri controlli sul merito creditizio. La crisi economica e finanziaria degli ultimi anni costituisce un riflesso di tali scelte errate ed il ricorso alla cartolarizzazione ha favorito la nascita di un sistema bancario ombra non sottoposto ad alcuna vigilanza.
La cartolarizzazione spiegata in 6 punti

La cartolarizzazione spiegata in 6 punti


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Teresa Rossi ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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