Crediti in sofferenza: guida pratica sulla Cartolarizzazione
Crediti in sofferenza e Cartolarizzazione
La cartolarizzazione dei crediti è il rimedio più utilizzato dalle banche per uscire dalla crisi ed eliminare i crediti in sofferenza.
Negli ultimi anni uno dei principali motivi di crisi del sistema bancario italiano è rappresentato dai crediti in sofferenza noti anche come “crediti deteriorati” o crediti NPE (Non Performing Exposures).
Si tratta di crediti derivanti da contratti di finanziamento, di mutuo o di apertura di conto corrente che il cliente non riesce a ripagare in tutto o in parte alla banca.
La Cartolarizzazione: definizione
La cartolarizzazione dei crediti è un complesso strumento finanziario mediante il quale un originator (banca o un istituto finanziario), trasferisce un portafoglio di crediti a una società veicolo specializzata.
Quest’ultima emette titoli, noti come titoli cartolarizzati, supportati dai flussi di cassa generati dai crediti trasferiti.
In questo processo, i rischi associati ai crediti vengono separati dalla banca e distribuiti tra gli investitori dei titoli cartolarizzati.
L’obiettivo principale è quello di diversificare il rischio, migliorare la liquidità e consentire alla banca di liberare capitale per nuove attività di prestito.
La cartolarizzazione dei crediti può coinvolgere una vasta gamma di attività finanziarie, tra cui mutui ipotecari, prestiti auto, carte di credito e altri tipi di finanziamenti.
Il rimedio usato dalle Banche
La lentezza del sistema giudiziario italiano determina tempi di riscossione troppo lunghi e la politica creditizia imprudente adottata da alcuni istituti di credito rende in alcuni casi improbabile se non impossibile recuperare il credito.
Questa situazione ha comportato il malfunzionamento del meccanismo di distribuzione del credito: il peso dei crediti in sofferenza (“npl”) colpisce la liquidità delle banche ed influisce negativamente sulla loro capacità di finanziare investimenti e concedere prestiti.
Gli istituti bancari hanno dovuto accantonare riserve per far fronte ad eventuali perdite ed in moltissimi casi sono stati costretti a svalutare in bilancio i propri crediti.
I dati di Banca d’Italia
Secondo i dati riportati dalla Banca d’Italia a giugno 2023 i crediti deteriorati ammontavano a circa 1,9 miliardi al lordo delle rettifiche.
I crediti in sofferenza (“npl”), pertanto, rappresentano un grosso macigno di cui le banche devono disfarsi e lo strumento principale utilizzato per tale scopo è stata la cosiddetta cartolarizzazione dei crediti disciplinata in Italia dalla legge n. 130/1999.
Grazie a questo strumento gli istituti di credito possono liberarsi dei crediti in sofferenza.
Il processo di Cartolarizzazione
Il processo di cartolarizzazione è molto complesso e può essere spiegato chiarendo questi tre punti fondamentali.
Cosa significa Cartolarizzare un Credito
Cartolarizzare un credito significa cederlo a qualcun altro trasformandolo in un’obbligazione scritta su un pezzo di “carta” cioè un titolo.
I protagonisti di tale operazione sono tre:
- Il Cedente (originator): la banca o l’istituto finanziario che vendono il credito ottenendo così la liquidità di cui ha bisogno;
- Il Cessionario (la società veicolo, meglio nota come SPV, “Special Purpose Veicle”): la società che compra il credito e che si sostituisce al creditore originario nel diritto a riscuotere il credito;
- Gli Investitori: i soggetti che materialmente prestano il denaro alla società veicolo.
La SPV firma in favore degli investitori titoli obbligazionari ABS (“Asset-Backed Security” cioè “titoli garantiti da crediti”) garantendo loro che restituirà il denaro nel medio o lungo termine.
Le ABS sono veri e propri titoli di credito che attribuiscono il diritto di percepire, a scadenza, il rimborso del capitale nominale più gli interessi.
Da dove proviene il denaro
Il denaro necessario per rimborsare gli investitori proviene dall’unico soggetto rimasto invariato: il debitore iniziale; questi paga la rata dovuta e a sua volta la società veicolo rimborsa gli investitori.
Gli Originator possono essere non solo le banche ma anche le istituzioni finanziarie e gli enti pubblici.
La Cartolarizzazione, inoltre, prevede una cessione dei crediti pro soluto; l’originator cioè non è responsabile in caso di inadempimento del debitore.
Le Agenzie di Rating
Un ruolo molto importante è svolto dalle agenzie di “rating” cioè società che esprimono un giudizio sui crediti ceduti; in particolare viene valutata l’idoneità del portafoglio cartolarizzato a produrre il denaro necessario per rimborsare i titoli (“rating” significa letteralmente valutazione).
Le agenzie di rating assegnano un punteggio che tiene conto di diversi paramenti come la qualità dei crediti ceduti, la natura del debitore, la tipologia di società incaricata al recupero dei crediti.
Questo tipo di intervento ha un costo ma fornisce agli investitori un valido aiuto nella corretta valutazione del rischio di credito.
I vantaggi della Cartolarizzazione
Il principale vantaggio derivante dall’operazione di cartolarizzazione è l’immediata liquidità che si riversa nelle casse della banca: infatti, il portafoglio di crediti viene ceduto dietro un corrispettivo in denaro necessario per concedere ulteriori finanziamenti.
I principali beneficiari sono i privati ma soprattutto le piccole e medie imprese (PMI) poiché attraverso il reinvestimento della liquidità ottenuta dalla cartolarizzazione la banca aumenta la propria redditività e può tornare a “fare banca”: cioè favorire i consumi e gli investimenti attraverso strumenti di credito.
La cartolarizzazione inoltre consente la distribuzione del rischio dall’originator verso altri soggetti (gli investitori) che sono maggiormente in grado di gestirlo; a tal proposito si parla di “risk transfer” cioè di uno strumento di condivisione del rischio.
Il trasferimento a titolo oneroso di crediti, pertanto, determina il reimpiego di denaro in attività più remunerative offrendo benefici al sistema economico nel suo complesso.
I rischi della Cartolarizzazione
Ogni operazione di cartolarizzazione comporta dei rischi sia per l’originator che per gli investitori. Il primo, infatti, dovrà sostenere dei costi importanti; ad esempio i costi di emissione dei titoli obbligazionari, quelli derivanti dalla richiesta di garanzie esterne e quelli di natura amministrativa.
L’investitore, sul quale si è trasferito il rischio della banca, dovrà invece fare i conti con l’eventuale insolvenza del debitore.
Si parla a tal proposito di “moral hazard” (o rischio morale) cioè il rischio di insolvenza della controparte perché attraverso la cartolarizzazione, le banche tendono ad investire in attività rischiose, scaricando il rischio di perdite all’esterno.
E’ accaduto, infatti, che gli istituti bancari abbiano concesso dei prestiti a soggetti non affidabili riducendo i propri controlli sul merito creditizio.
La crisi economica e finanziaria degli ultimi anni costituisce un riflesso di tali scelte errate ed il ricorso alla cartolarizzazione ha favorito la nascita di un sistema bancario ombra non sottoposto ad alcuna vigilanza.
Conclusione
La cartolarizzazione è uno strumento finanziario che offre vantaggi sia alle imprese che agli investitori.
Attraverso questo processo, le aziende possono liberare risorse finanziarie, consentendo loro di concentrarsi sulle attività principali.
Allo stesso tempo, gli investitori hanno l’opportunità di diversificare il proprio portafoglio e ottenere rendimenti interessanti.
La chiave per un utilizzo efficace della cartolarizzazione è la comprensione delle dinamiche coinvolte e la gestione consapevole dei rischi.
Con una pianificazione oculata e una comprensione approfondita del mercato, la cartolarizzazione può diventare uno strumento prezioso nell’ambito finanziario.
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