Crediti deteriorati: perché mettono in crisi il sistema bancario italiano

Crediti deteriorati e riserve bancarie

Scopri i motivi che spingono una banca a liberarsi dei crediti deteriorati

Crediti deteriorati: da qualche anno questo termine viene largamente utilizzato dai media per descrivere la crisi del sistema bancario italiano.

Ti sei mai chiesto quali sono i principali motivi che hanno messo in ginocchio le Banche italiane? In molti rispondono con le solite motivazioni: l’Euro, le direttive restrittive della Banca Centrale Europea, la recessione, il vincolo del 3% previsto dal patto di stabilità. Il sistema bancario è stato costretto a ridurre gli investimenti nell’economia italiana a causa di diversi fattori: i crediti deteriorati sono probabilmente il motivo principale.

Che cos’è il credito deteriorato?

Secondo i nuovi criteri suggeriti dalla Banca D’Italia, il credito si definisce “deteriorato” quando il debitore non esegue il pagamento entro il periodo di 90 giorni; tale termine decorre dalla data di scadenza della transazione. Per intenderci meglio: se il sig. Rossi deve restituire alla Banca la somma di 10 euro entro la data del 01.01.2018, il credito si considererà deteriorato quando il sig. Rossi non avrà pagato 10 euro alla Banca, e quando saranno trascorsi 90 giorni dalla data del 01.01.2018 (in questa pagina abbiamo descritto in modo approfondito il processo di deterioramento del credito).

Il credito deteriorato viene anche definito come credito “NPL” o credito “NPE”; la sigla NPL indica le iniziali delle parole “NON PERFORMING LOAN” (“prestito non performante”), mentre invece la sigla “NPE” indica le iniziali della parole “NON PERFORMING EXPOSURE” (“esposizione non performante”).

Credito deteriorato

Credito: quando si considera deteriorato?

Perché i crediti deteriorati mettono in crisi le Banche italiane?

Ecco i 4 motivi principali:

  1. I CREDITI DETERIORATI COSTITUISCONO UN MANCATO GUADAGNO  I crediti deteriorati costituiscono un mancato guadagno per la Banca. Il motore principale dell’attività bancaria è costituita dall’erogazione di servizi bancari (ad esempio i contratti di finanziamento); tuttavia il mancato pagamento del servizio bancario entro il termine di scadenza genera una minusvalenza e dunque una sofferenza bancaria. Il mancato guadagno generato da una sofferenza bancaria riduce il flusso di denaro incassato dall’istituto di credito; in questo modo diminuiscono i fondi con cui la Banca può finanziare le imprese e le famiglie nell’economia reale. Secondo le ultime statistiche della BCE, nell’anno 2017 le sofferenze bancarie in Italia sono diminuite rispetto ai precedenti anni; le Banche italiane si sono riorganizzate riducendo il numero di crediti insoluti. Tuttavia siamo ancora lontani dalla risoluzione del problema; nel 2017 l’Italia risulta ancora prima nella speciale classifica dei paesi europei con il maggior numero di crediti deteriorati. Il sistema bancario italiano ha prodotto crediti NPL per 276 miliardi di euro; segue la Francia con un totale di € 148,4 miliardi di NPL, mentre al terzo posto si colloca la Spagna con 141,2 miliardi di euro.
  2. I CREDITI DETERIORATI OBBLIGANO LE BANCHE A TRATTENERE DELLE RISERVE  ➙ Secondo quanto prevede la legge, una Banca che possiede crediti deteriorati è obbligata a trattenere delle somme che vengono definite “riserve”; tali somme non potranno essere utilizzate per nessuna operazione bancaria e saranno destinate a coprire le perdite dei crediti deteriorati. Nel 2018 la BCE ha richiesto a tutte le banche europee di aumentare gli accantonamenti sui crediti NPL fissando dei parametri più severi rispetto agli anni passati. Secondo le ultime indicazioni che arrivano dai media, gli istituti di credito dovranno coprire l’intera perdita “potenziale” per i prestiti deteriorati che non sono assistiti da garanzie (e che dunque non hanno strumenti alternativi di recupero) entro il periodo di due anni. Per tutti i crediti garantiti (e cioè assistiti da garanzie personali) l’obbligo di coprire l’intera perdita potenziale dovrà essere effettuato entro il periodo di 7 anni.
  3. I CREDITI DETERIORATI SONO CEDUTI CON DIFFICOLTA’ Sebbene l’Italia sia stata definita come il “supermercato degli NPL”, le Banche riscontrano spesso delle difficoltà nella cessione dei crediti deteriorati. Gli investimenti in questo settore stanno crescendo e moltissimi fondi stranieri hanno acquistato i crediti in sofferenza delle principali banche italiane. Tuttavia la richiesta di acquisto è ancora troppo bassa rispetto alle aspettative delle Banche, poiché il sistema di cessione è troppo opaco e con poche regole conosciute. Per l’investitore medio non è semplice reperire le informazioni giuste per valutare la solidità della Banca cedente e per valutare correttamente i crediti oggetto di cessione. Per ovviare a questo problema la BCE ha proposto l’introduzione di una piattaforma digitale che possa rendere la cessione dei crediti NPL più trasparente e che faciliti lo scambio delle informazioni tra i vari investitori. Un sistema che possa agevolare l’attività degli investitori (desiderosi di acquisire il maggior numero di informazioni sull’asset su cui investire) e che possa permettere alla Banche di cedere con maggiore facilità i crediti deteriorati.
  4. IN ITALIA CI SONO COSTI DI RECUPERO ALTI E TEMPI DI RECUPERO LUNGHI ➙ Il credito deteriorato può essere convertito in denaro tramite l’attività di recupero crediti stragiudiziale o giudiziale. Tuttavia secondo le ultime indicazioni fornite dalla BCE in Italia le spese giudiziali di recupero crediti sono le più alte d’Europa. Il motivo di questa differenza non è dovuto ai compensi che le Banche devono riconoscere agli studi legali incaricati dell’attività di recupero (i compensi dei legali italiani invece sono tra i più bassi in Europa); ma bensì ai tributi e alle spese “vive” che un creditore deve versare allo Stato per recuperare il credito in via giudiziale. Inoltre l’eccessiva durata dei processi esecutivi italiani (in particolare le esecuzioni immobiliari) impedisce alle Banche di recuperare i crediti in sofferenza in tempi celeri.

E’ per questi motivi che gli istituti di credito preferiscono cedere i crediti NPL; in questo modo la Banca realizza immediatamente un incasso parziale, svincola le riserve economiche accantonate, e trasferisce a terzi il rischio di recupero del credito.


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Perché i crediti deteriorati mettono in crisi le Banche italiane?

  1. Costituiscono un mancato guadagno;
  2. Obbligano le banche a trattenere delle riserve;
  3. Sono ceduti con difficoltà;
  4. In italia ci sono costi di recupero alti e tempi di recupero lunghi.

Puoi leggere il riepilogo dell’articolo cliccando sull’infografica qui sotto.

Crediti deteriorati: perché mettono in crisi il sistema bancario

Crediti deteriorati: perché mettono in crisi il sistema bancario


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Tino Crisafulli ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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