Decreto ingiuntivo: scopri i 4 momenti migliori per ottenerlo

Decreto ingiuntivo: quando conviene rivolgerti al giudice

Quando ti conviene rivolgerti ad un giudice per ottenere un decreto ingiuntivo

Nel settore del recupero crediti il decreto ingiuntivo (art. 633 c.p.c.) rappresenta il principale strumento di carattere giudiziale che permette al creditore di essere soddisfatto. Si tratta di un provvedimento in cui il giudice obbliga il debitore inadempiente a pagare una determinata somma di denaro; se l’insolvenza persiste il creditore può procedere al recupero forzoso del credito attraverso il pignoramento dei beni del debitore.

Il diritto di credito viene cristallizzato all’interno di un titolo giudiziale; l’emissione della condanna costituisce un vantaggio esclusivo per il creditore che da questo momento ha uno strumento di carattere giudiziario per costringere il debitore all’adempimento. Per ottenere il decreto ingiuntivo quindi il creditore dovrà necessariamente rivolgersi ad un avvocato.

L’emissione di un decreto ingiuntivo non è così scontata come sembra; il creditore deve conservare tutta la documentazione che dimostra l’esistenza del rapporto tra lui ed il suo debitore nonché le prove del mancato pagamento.

E’ importante, inoltre, fare attenzione alla prescrizione (il termine di prescrizione non è sempre quello di 10 anni); se è passato molto tempo senza recuperare il credito è bene che il creditore invii una lettera di diffida (per conoscere i termini di prescrizione previsti dalla legge clicca qui e consulta in fondo alla pagina). Più chiari e completi sono i documenti a sostegno della pretesa creditoria tanto più facilmente il giudice emetterà il decreto ingiuntivo.

I momenti migliori per ottenere un decreto ingiuntivo sono quattro:

  1. QUANDO IL DEBITORE NON EFFETTUA IL PAGAMENTO DOPO AVER RAGGIUNTO UN ACCORDO ➙ All’interno della diffida di pagamento generalmente viene concesso al debitore un termine per effettuare il pagamento. Accade molto spesso che questo arco di tempo decorra infruttuosamente in quanto il debitore rimane indifferente all’intimazione ricevuta. In questi casi prima di avviare l’azione legale il creditore può contattare il debitore per avviare una trattativa stragiudiziale e verificare la sua disponibilità a trovare un accordo bonario; può essere concordato sia un piano di rientro sia un saldo e stralcio. Questi accordi (che saranno firmati da entrambe le parti) consentono al creditore di ottenere il pagamento di rate mensili o di un importo prestabilito in unica soluzione. Se tale tentativo fallisce potrai contare su questi documenti aggiuntivi (accordo di piano di rientro o accordo di saldo e stralcio) per dare sostegno alla tua domanda giudiziale e per dimostrare il tuo diritto di credito. Questo è uno dei momenti migliori per depositare il ricorso per decreto ingiuntivo, poiché puoi dimostrare al giudice il perdurante inadempimento del debitore.
  2. QUANDO IL DEBITORE RIFIUTA LA MEDIAZIONE ➙ L’istituto della Mediazione civile (D.lgs n. 28/2010) prevede la possibilità per le parti di trovare un accordo bonario grazie all’intervento di un mediatore (abbiamo già parlato di mediazione in questo articolo). Il settore del recupero crediti non rientra tra le materie in cui il tentativo di mediazione è obbligatorio ma in alcuni casi può essere utile ricorrere a tale strumento. Il creditore può decidere di avviare la procedura di Mediazione per sfruttare l’efficacia persuasiva del mediatore o semplicemente per strategia di recupero; tuttavia non è escluso che il debitore rimanga indifferente all’invito di mediazione non presentandosi all’incontro. Quando ciò accade verrà redatto un verbale negativo che produce un grosso vantaggio per il creditore: infatti il documento può essere allegato al ricorso per ottenere più facilmente un decreto ingiuntivo e per dimostrare al giudice la mancata disponibilità del debitore a transigere la controversia.
  3. QUANDO CONOSCI LA SITUAZIONE PATRIMONIALE DEL DEBITORE ➙ Nel settore del recupero crediti prima di avviare un’azione giudiziaria conviene effettuare delle indagini patrimoniali sul debitore. Il motivo è semplice: se il debitore è impossidente o non lavora, il credito non può essere recuperato in quel determinato momento. Il creditore deve assicurarsi di avere successo nel caso in cui decida di avviare un pignoramento nei confronti del debitore; per farlo deve rivolgersi a dei professionisti che effettueranno accertamenti patrimoniali sulla controparte. Se l’esito di tale indagine è positivo (il debitore percepisce uno stipendio/pensione o possiede beni immobili) il creditore deve affrettarsi a depositare il ricorso per decreto ingiuntivo e battere sul tempo altri creditori interessati a rivalersi sullo stesso debitore.
  4. QUANDO ESISTONO CAMBIALI SCADUTE DA OLTRE TRE ANNI ➙ Accade molto spesso che il debitore rilasci in favore del creditore delle cambiali a garanzia del proprio credito. La cambiale (in determinati casi) costituisce un titolo esecutivo poiché in caso di inadempimento consente al creditore di procedere direttamente ad esecuzione forzata nei confronti del debitore. In questi casi non è necessario ottenere il decreto ingiuntivo poiché la presenza della cambiale è sufficiente per avviare il pignoramento; questa regola però non è assoluta ma vale solo nel caso in cui la cambiale non sia scaduta da più di tre anni. Se tale termine è decorso inutilmente il creditore ha in ogni caso la possibilità di utilizzare i titoli cambiari come prova scritta del credito ed ottenere un decreto ingiuntivo. Il giudice può concedere la provvisoria esecuzione; in questo modo potrai procedere ad esecuzione forzata immediatamente senza aspettare che il decreto ingiuntivo diventi definitivo.
Decreto ingiuntivo: i 4 momenti migliori per ottenerlo

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Teresa Rossi ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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