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Recupero crediti quando conviene

Scopri la risposta ad una domanda frequente: recupero crediti quando conviene?

Recupero crediti quando conviene: se ti sei mai chiesto quando è necessario rivolgersi ad un professionista per ottenere il pagamento di un cliente questo articolo può aiutarti.

Innanzitutto però rispondiamo alla domanda principale di questo articolo.


Recupero crediti quando conviene?

In linea di massima ti conviene sempre agire per ottenere il pagamento da parte di un cliente moroso.

Qualsiasi sia la misura del tuo credito insoluto è sempre legittimo e corretto pensare di effettuare un’azione di recupero.

Non sarebbe giusto nei confronti del tuo lavoro arrendersi ad un debitore che ha deciso di non pagarti.

Pertanto la risposta generale alla domanda “recupero crediti quando conviene” è molto semplice: da un punto di vista “morale” e professionale ti conviene agire sempre.

Quando non ti conviene…

Tuttavia ci sono dei casi in cui l’attività di recupero potrebbe essere  poco conveniente sotto un profilo meramente economico.

Mi spiego meglio: se il tuo credito insoluto è di importo troppo basso, probabilmente non ti conviene investire tempo e denaro per avviare un’azione di recupero.

Devi qualificare l’azione di recupero come un’attività di investimento: paghi una somma iniziale per cercare di ottenerne una maggiore in futuro.

In linea teorica se non ci sono le condizioni economiche che possono garantirti un ritorno dell’investimento allora non ti conviene agire per il recupero del credito.

Quanto ti conviene…

Allo stesso tempo ci sono dei casi in cui le condizioni di recupero sono più favorevoli e sarebbe un peccato non agire per ottenere il pagamento.

Se la somma che devi investire per l’azione di recupero è più bassa rispetto al potenziale guadagno, allora otterrai un ritorno dell’investimento iniziale.

In questi casi ti conviene maggiormente rivolgerti ad un professionista per ottenere il pagamento del tuo credito.


Dopo questa premessa è venuto il momento di spiegarti quali sono i 3 casi in cui ti conviene rivolgerti immediatamente ad un professionista.

Recupero crediti quando conviene?

1. QUANDO IL DEBITORE HA RICONOSCIUTO IL DEBITO PER ISCRITTO

Se il tuo cliente ha riconosciuto il debito in un documento scritto ti conviene avviare un’azione di recupero nel più breve tempo possibile.

Il riconoscimento di debito sottoscritto dal debitore è un documento molto prezioso che puoi utilizzare sia in fase stragiudiziale, sia in fase giudiziale.

Infatti se decidi di avviare una causa contro il tuo cliente, il giudice potrebbe soddisfare la tua richiesta in tempi molto rapidi.

Nei ricorsi per decreto ingiuntivo il riconoscimento di debito firmato dal debitore ti permette di ottenere la provvisoria esecuzione (art. 642 del codice di procedura civile).

Se il tuo cliente ha riconosciuto il debito in via scritta, ti conviene agire immediatamente.


2. QUANDO CONOSCI IL POSTO DI LAVORO DEL DEBITORE

Se conosci già il posto di lavoro del tuo cliente allora ti conviene rivolgerti ad un professionista al più presto.

Conoscendo in anticipo questa informazione potrai avviare un procedimento esecutivo per pignorare lo stipendio del debitore.

Una delle difficoltà iniziali dell’attività di recupero giudiziale è individuare dei beni di proprietà del debitore che possono essere espropriati: lo stipendio è un reddito che puoi pignorare.

Molti creditori pensano che sia necessario ottenere un titolo esecutivo (sentenza o decreto ingiuntivo) per intimorire il debitore e costringerlo a pagare.

In realtà ci sono tantissimi debitori che non hanno alcuni timore a ricevere la notifica di un atto giudiziario: l’unico modo con cui puoi mettere pressione alla tua controparte è quello di individuare dei beni di valore che il cliente teme di perdere.

Conoscere il posto di lavoro del tuo cliente è un’informazione preziosissima, che ti conviene sfruttare per il recupero del tuo credito; questa informazione aumenterà le tue possibilità di incasso.

In questo caso ti conviene agire immediatamente.


3. QUANDO SCOPRI CHE IL TUO CLIENTE E’ OBERATO DI ALTRI DEBITI

Se scopri che il tuo cliente è oberato di altri debiti, ti conviene agire tempestivamente per recuperare il tuo credito.

Ti assicuro che è molto rischiosio competere con altri creditori per ottenere il pagamento da parte del debitore.

I beni del cliente che potrai aggredire economicamente potrebbero essere scarsi e limitati; se decidi ti temporeggiare un altro creditore potrebbe arrivare prima di te prosciugando le riserve economiche del tuo cliente.

Se vieni a scoprire che il tuo cliente è gravato da altri debiti, non aspettare e decidi di rivolgerti subito ad un professionista del recupero. L’attesa può giocarti brutti scherzi.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo.

Recupero crediti quando conviene: quali sono i casi in cui devi agire immediatamente?

  1. Quando il debitore ha riconosciuto il debito per iscritto;
  2. Quando conosci il posto di lavoro del debitore;
  3. Quando scopri che il tuo cliente è oberato di altri debiti.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Recupero crediti quando conviene: 3 casi in cui devi agire immediatamente

Recupero crediti quando conviene: 3 casi in cui devi agire immediatamente


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Recupero crediti quando conviene: 3 casi in cui devi agire subito

Recupero crediti quando conviene: 3 casi in cui devi agire subito


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Tino Crisafulli ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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Come prevenire un credito insoluto

Scopri come prevenire un credito insoluto imparando a scegliere il tuo cliente

Ti sei mai chiesto come prevenire un credito insoluto? Pensa se ci fosse un modo che ti aiuti a prevedere se il tuo cliente pagherà il tuo credito.

Non sto parlando di fantascienza, né di trovare modi per prevedere il futuro, ma sto parlando di trovare un metodo collaudato per esaminare il tuo cliente e sceglierlo per una eventuale collaborazione.

Scegliere un cliente

Se sei un professionista indipendente, o un freelance, scegliere il tuo cliente è una delle attività più importanti che dovrai imparare.

Ho assistito molti professionisti che sono rimasti scottati da clienti problematici; si accetta con entusiasmo il lavoro ma dopo aver eseguito la prestazione il cliente non rispetta il termine di pagamento.

Credimi succede molto spesso: non sono in pochi a trovarsi in questa situazione.

Una nuova strada: prevenire è meglio che… recuperare

Questa volta non ti spiegherò come puoi recuperare un credito insoluto, ma piuttosto come prevenire un credito insoluto, analizzando il tuo cliente e scegliendo se concludere l’affare.

Lo sapevi che molte grandi aziende studiano il potenziale cliente prima di firmare un accordo? In alcune realtà c’è un intero reparto che si occupa di acquisire informazioni sui futuri clienti.

E’ un’ottima scelta che ti consiglio di applicare.

So già cosa stai pensando: “è un’ottima idea studiare il futuro cliente, ma come devo fare?”

In questo articolo ti suggerirò 4 consigli utili che ti permetteranno di valutare la solidità del tuo potenziale cliente.


Come prevenire un credito insoluto?

1. CHIEDI AL CLIENTE UN DOCUMENTO DI RICONOSCIMENTO

Prima di concludere un affare è importante che tu identifichi con certezza il tuo cliente.

Se si tratta di un’azienda?

Chiedi al tuo interlocutore di inviarti una copia della visura camerale della società. Perché? Perché in questo modo scoprirai molte informazioni utili sul tuo cliente: indirizzo, p.iva, sede legale, identità del rappresentante legale, se vi sono unità di produzione distaccate..

Queste informazioni saranno utilissime per verificare la solidità dell’azienda e per valutare la coerenza con le informazioni che ti hanno fornito.

Sai quante volte le persone mentono per concludere un affare? Mentire in sede di trattativa non è mai un buon segno.

E se il tuo potenziale cliente è una persona fisica?

In questi casi il rischio di insolvenza potrebbe essere più basso e ci saranno minori informazioni da verificare: in ogni caso ti consiglio di chiedere alla controparte di inviarti la sua carta d’identità. La carta d’identità è un documento molto utile se dovessi avviare una causa giudiziale.


2. VERIFICA LA VALIDITA’ DELLA P.IVA DEL CLIENTE

Una volta che avrai individuato la p.iva del tuo cliente ti consiglio di verificarne la sua validità.

Sei davvero sicuro che la società sia attiva?

La validità della partita iva è sempre un’informazione preziosa da verificare.

Ti consiglio uno strumento gratuito e molto semplice: sul sito dell’Agenzia delle Entrate ti basta inserire il numero della p.iva del tuo cliente ed il sistema ti comunicherà l’esito dell’accertamento.

In questo modo puoi scoprire se la società che vuole concludere un affare con te è ancora attiva, o se è in fase di liquidazione.

Quanto vale questa informazione?

Tantissimo; concludere affari con un’azienda in liquidazione è molto rischioso.


3. STABILISCI IN ANTICIPO IL METODO DI PAGAMENTO

Ti sembrerà eccessivo, ma è importante definire in anticipo quale sarà il metodo di pagamento.

Ti consiglio di accettare sempre il pagamento con bonifico bancario, mentre invece guarda con sospetto le richieste di pagamento tramite assegno.

Perché? Perché il pagamento tramite assegno è rischioso; infatti affinché tu possa incassare l’assegno, è necessario che il conto del tuo cliente sia in attivo.

Ho assistito molte aziende e professionisti che hanno accettato il pagamento tramite assegno, salvo poi scoprire che il titolo di credito era scoperto.

Vuoi correre lo stesso rischio?

Se il tuo cliente desidera pagare in contanti, stai attento alla legge sull’antiriciclaggio; non sempre è un sistema di pagamento sicuro.


4. ESEGUI UN’INDAGINE SUI PROTESTI DEL TUO CLIENTE

Fin qui ti ho suggerito dei rimedi gratuiti per valutare la solidità del tuo cliente.

Ma se devi concludere un affare importante ti conviene eseguire un’indagine più approfondita: una delle indagini più importanti è verificare se il tuo potenziale cliente hai già subito dei protesti, cioè se ha già emesso assegni scoperti che hanno poi provocato l’azione di protesto.

Se scopri che il tuo cliente ha già subito dei protesti, ti consiglio di stare molto attento prima di concludere un affare. Potresti diventare l’ennesimo creditore insoddisfatto.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Come prevenire un credito insoluto: quali sono le regole da seguire per scegliere un cliente?

  1. Chiedi al cliente un documento di riconoscimento;
  2. Verifica la validità della p.iva del cliente;
  3. Stabilisci in anticipo il metodo di pagamento;
  4. Esegui un’indagine sui protesti del tuo cliente.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Come prevenire un credito insoluto: 4 regole

Come prevenire un credito insoluto: 4 regole


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Come prevenire un credito insoluto: le regole da seguire

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Tino Crisafulli ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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Sentenza civile

Oggi parliamo di sentenza civile ➙ leggi il nostro consiglio veloce:

Sentenza civile

Ricorda che se non hai i documenti idonei per presentare un ricorso per decreto ingiuntivo puoi promuovere un giudizio ordinario per ottenere una sentenza civile


I consigli di Recupero Legale ➙ La rubrica settimanale che offre suggerimenti veloci per gestire i propri crediti in modo intelligente.

I ritmi frenetici e gli impegni di lavoro ci costringono a dedicare sempre meno tempo per approfondire argomenti delicati.

Siamo troppo impegnati a far funzionare la nostra professione o la nostra impresa e spesso leggere un articolo sul web è troppo dispendioso.

Per questo motivo abbiamo ideato una rubrica diversa che ti suggerisce in modo veloce e pratico alcuni accorgimenti per tutelare il tuo credito insoluto.

Ogni settimana parleremo di credit management, recupero crediti, diritto, innovazione, produttività e smart working, con un format diverso e veloce.

Pubblicheremo una locandina che ti suggerirà in modo diretto come comportarti.

Se non hai tempo per leggere gli articoli del nostro blog, puoi scaricare la nostra locandina e cominciare a seguire i nostri consigli.

A chi è rivolta la nostra rubrica?

• Imprenditori

• Aziende

• Avvocati

• Professionisti del recupero crediti

Lo sapevi che molti crediti diventano difficili da recuperare poiché i creditori non conoscono alcune regole fondamentali o poiché si commettono alcuni errori evitabili?

Il mondo degli affari è pieno di relazioni redditizie, ma spesso nasconde spiacevoli sorprese.

Non sempre puoi prevedere se il tuo cliente ti pagherà, ma grazie ai nostri consigli puoi mettere al sicuro il tuo business e puoi gestire in modo intelligente un credito.

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La cambiale

La cambiale e le sue funzioni nel recupero crediti: 3 casi da distinguere

La cambiale è un documento molto prezioso per l’attività di recupero. Possiedi una cambiale e vuoi sapere come puoi utilizzarla?

Ti confesso che molte persone mi hanno chiesto cosa sia una cambiale; si sente spesso parlare di questo strumento di credito, ma pochi imprenditori sanno davvero come utilizzarlo.

In questo articolo ti spiegherò che cos’è una cambiale e come può esserti utile come mezzo di recupero.


Che cos’è una cambiale?

La cambiale è un titolo esecutivo che attribuisce al legittimo possessore il diritto di ottenere il pagamento della somma indicata alla scadenza e nel luogo in essa previsti (R.D. 1669/33, c.d. Legge Cambiaria).

Ma che cos’è un titolo esecutivo?

Il titolo esecutivo è quel documento che ti consente di promuovere un procedimento esecutivo nei confronti di un soggetto.

Se hai in mano una cambiale sicuramente possiedi un enorme vantaggio rispetto a chi non ce l’ha.

Qual è la funzione della cambiale nel recupero crediti?

La cambiale è già un titolo esecutivo e non hai bisogno di agire in giudizio per chiedere al giudice di riconoscere il tuo diritto di credito; ad esempio non è necessario che tu ottenga un decreto ingiuntivo o un altro provvedimento giudiziario come la sentenza.

Quindi se possiedi una cambiale puoi direttamente notificare un atto di precetto al debitore velocizzando il recupero del tuo credito.

Non è sempre così…

Non sempre però potrai utilizzare la cambiale per notificare l’atto di precetto.

Devi fare attenzione ad alcuni elementi presenti nella cambiale per capire come utilizzarla; non tutte le cambiali ti permetteranno di velocizzare la tua attività di recupero.

Per non commettere errori e pregiudicare il recupero del tuo credito, devi distinguere 3 casi fondamentali.


1. CAMBIALE SCADUTA DA MENO DI 3 ANNI

Se hai una cambiale scaduta da meno di 3 anni puoi notificare direttamente l’ atto di precetto al debitore (art. 94 R.D. 1669/33, c.d. Legge Cambiaria).

Attenzione però che questa regola non vale per le cambiali che indicano la scritta in rosso “pro solvendo“. Per le cambiali “pro solvendo” puoi notificare l’atto di precetto entro un anno dalla scadenza.

2. CAMBIALE SCADUTA DA PIU’ DI 3 ANNI

Se hai delle cambiali scadute da più di tre anni non puoi notificare al debitore l’atto di precetto. In questo caso devi prima ottenere un titolo esecutivo e cioè un decreto ingiuntivo.

Tuttavia, la cambiale scaduta può essere utilizzata come prova scritta del credito nel procedimento di ingiunzione, e ti permette di ottenere la provvisoria esecuzione del decreto (art. 642 c.p.c.).

3. PLURALITA’ DI CAMBIALI NON ANCORA SCADUTE

Se il tuo debitore ha firmato 2 o più cambiali, alcune delle quali non sono ancora scadute, prima di notificare l’atto di precetto devi inviare una diffida per richiedere il pagamento del debito e per comunicare la “decadenza dal beneficio del termine” con riferimento alla cambiali che dovranno scadere (art. 1186 c.c. – art 50 R.D. 1669/1933, c.d. Legge Cambiaria).

In altre parole, se il debitore è inadempiente, e non effettua il pagamento dell’importo dovuto, decade dal beneficio di pagare il suo debito a rate. La comunicazione di “decadenza dal beneficio del termine” serve proprio a questo, cioè a revocargli il beneficio di effettuare pagamenti dilazionati.

In questo modo, qualora il debitore continua ad essere inadempiente, è possibile precettare tutte le cambiali (sia quelle che sono scadute, sia quelle che non sono scadute, per le quali è stata inviata la lettera di decadenza del beneficio del termine).


I consigli di Recupero Legale

Agisci prima nei confronti di chi ha firmato la cambiale. A volte la cambiale può essere sottoscritta da un soggetto terzo (avallante) oppure può essere firmata dal garante. In questi casi hai 2 soggetti “aggredibili”: il debitore principale ed il firmatario della cambiale.

Ricorda che la cambiale si prescrive nel termine di 10 anni dalla sua scadenza. Se ci sono i presupposti notifica un atto giudiziario oppure invia sempre una diffida di pagamento per interrompere la prescrizione del tuo credito.

Ricorda che, se la cambiale è protestata, nell’atto di precetto devi inserire anche le spese di protesto ed il termine di 3 anni decorre dal giorno successivo alla data del protesto.


Sei arrivato alla fine di questo articolo. Leggi il riepilogo qui sotto.

Come utilizzare la cambiale nel recupero crediti

  • Cosa fare quando la cambiale è scaduta da meno di 3 anni? Puoi notificare l’atto di precetto entro 3 anni dalla scadenza.
  • Cosa fare quando le cambiali sono scadute da più di 3 anni? Non puoi notificare l’atto di precetto ma devi depositare ricorso per decreto ingiuntivo e puoi ottenere la provvisoria esecuzione.
  • Cosa fare quando c’è una pluralità di cambiali non ancora scadute? Prima di notificare l’atto di precetto devi inviare una diffida e comunicare al debitore la “decadenza dal beneficio del termine” per le cambiali che non sono ancora scadute.

Leggi il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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La cambiale: come utilizzarla

La cambiale: come utilizzarla


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Teresa Rossi ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

Recupero crediti • Immobiliare • Credit Management • Due Diligence

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Recupero crediti per freelance

Cosa devi sapere nel recupero crediti per freelance: suggerimenti e consigli per il tuo credito

Ti sei mai chiesto come funziona il recupero crediti per freelance?

Se sei un lavoratore autonomo che ha scelto di lavorare da casa con il tuo pc, probabilmente ti sarà capitato di incontrare alcuni clienti che non hanno pagato il tuo lavoro.

Hai sollecitato più volte il pagamento, ma il cliente non risponde e si rende irreperibile. Comprendo il tuo stato d’animo, sei arrabbiato e frustrato e non sai come comportarti.

Come fare?

Probabilmente è venuto il momento di affidarsi ad un professionista del recupero crediti ma non hai la minima idea a chi rivolgerti e non sai cosa devi fare. Giustamente hai studiato o fatto altro nella tua vita e nessuno ti ha mai spiegato come gestire un credito insoluto.

Hai cercato su google ma non hai trovato nessuna informazione utile per te che sei un freelance.

Cerchi una guida che ti dica in modo semplice cosa fare per recuperare il tuo credito?

La guida pratica

In questo articolo ti spiegherò quali sono i 5 errori più comuni che devi evitare quando stipuli transazioni con il tuo cliente.

Nel corso della mia attività ho assistito molti professionisti indipendenti e molti freelance e ho notato che alcuni errori si ripetono costantemente.

Per un imprenditore è fondamentale sapere come comportarsi con un cliente sin dal momento del conferimento dell’incarico.

Devi sapere che alcuni errori possono pregiudicare il recupero del tuo credito, e possono metterti in una condizione di svantaggio nel caso in cui tu decidessi di avviare un’azione legale.

Prima di indicarti i 5 errori più comuni commessi dai freelance è importante chiarire alcuni concetti importanti.


Cos’è il recupero crediti?

Il recupero crediti non è altro che l’insieme di attività che consentono ad un professionista o ad un’azienda di recuperare un credito insoluto.

Il recupero crediti si divide in due principali attività:

  • Il recupero crediti stragiudiziale ➙ ovvero tutte quelle azioni che permettono di recuperare un credito insoluto senza l’instaurazione di una causa giudiziale;
  • Il recupero crediti giudiziale ➙ ovvero tutte le azioni che permettono di recuperare un credito attraverso una causa giudiziale.

Questa distinzione vale anche per il recupero crediti per freelance.

Sfatiamo qualche mito

Nel corso della mia esperienza ho notato che c’è molta confusione attorno alle figure che si occupano di recupero crediti.

Molte persone (forse anche tu) pensano che lo specialista di recupero crediti sia un soggetto alto e molto prestante fisicamente che si reca dal tuo debitore per intimidirlo e costringerlo a pagare.

Questa è una visione errata che non corrisponde con la realtà; oggi nel settore del recupero crediti (spesso anche definito “credit management”)  operano professionisti molto qualificati, che utilizzano tecniche persuasive e strumenti legali per convincere il debitore ad effettuare il pagamento.

I “buttafuori” del credito sono ormai sorpassati e poco efficaci.

Chi può fare recupero crediti per freelance?

Non esiste un albo ufficiale di professionisti di recupero crediti (nè tantomeno per il recupero crediti per freelance). Per questo motivo stai attento a scegliere il professionista giusto.

Il mio consiglio è di parte (visto che sono un avvocato) ma ti suggerisco di scegliere un professionista che sappia assisterti sia in fase stragiudiziale sia in fase legale.

Devi sapere infatti, che non tutti i crediti potranno essere recuperati tramite una trattativa stragiudiziale; a mio parere è meglio scegliere un professionista che ti offra un’assistenza completa in entrambe le due fasi.


Dopo averti spiegato alcuni concetti fondamentali sul recupero crediti per freelance è venuto il momento di elencarti cosa non devi fare quando concludi un affare con un cliente.

Quali sono i 5 errori più comuni da evitare?

1. NON FARE FIRMARE UN CONTRATTO AL CLIENTE

Ho notato spesso che molti professionisti o freelance accettano degli incarichi lavorativi senza far firmare nessun contratto al cliente.

Questo errore è certamente rimediabile; il tuo credito non è a rischio.

Devi sapere però che l’assenza del contratto scritto ti impedisce di avere determinati benefici in sede legale, e potrebbe farti perdere più tempo del dovuto per il recupero del tuo credito.

Questa attesa può essere letale: il tempismo nel recupero crediti è tutto.

Ogni giorno che passa il tuo credito è in pericolo: come sai che non arriverà prima di te un altro creditore che prosciugherà le risorse economiche del tuo debitore?

Un consiglio: ogni volta che accetti un incarico stipula un contratto con il cliente e chiedigli di firmarlo.


2. NON FARSI CONFERIRE UN INCARICO TRAMITE MAIL

Anche questo è un errore molto comune: spesso i freelance più giovani accettano il conferimento dell’incarico tramite una telefonata o una conversazione via chat (whatsapp o messenger).

E’ un errore: se non hai la prova che il cliente ti ha conferito l’incarico la tua prestazione potrebbe essere contestata in sede giudiziaria.

Un consiglio: quando accetti un incarico (e non vuoi far firmare un contratto) chiedi al tuo cliente di conferirti l’incarico tramite una mail in cui sia visibile il nome di chi ti commissiona il lavoro. E’ sempre meglio avere un contratto firmato, ma in assenza dell’accordo scritto, punta tutto sulla mail.


3. CONTRATTARE IL COMPENSO VIA TELEFONO O CHAT

Anche questo è un tasto molto dolente. Ho visto molti professionisti accordarsi sul prezzo di un servizio tramite colloquio telefonico o tramite chat.

Questa è una scelta errata poiché in caso di credito insoluto, ti sarà difficile dimostrare a quanto ammonta il tuo compenso.

Un consiglio: quando concordi il compenso per un lavoro, chiedi al tuo cliente di inviarti un documento firmato in cui è specificato a quanto ammonta il compenso che dovrà riconoscerti. Anche in questo caso il contratto firmato, con l’indicazione del compenso, è la scelta migliore: se non hai firmato un contratto, chiedi al tuo cliente di inviarti una mail in cui viene specificato il compenso che dovrà riconoscerti.


4. NON DEFINIRE IN UN DOCUMENTO SCRITTO O IN UNA MAIL COME DEVE ESSERE ESEGUITO IL LAVORO

Questo è probabilmente l’errore più comune, quello che è stato commesso da quasi tutti i freelance che ho assistito.

Quando il tuo cliente ti commissiona un lavoro, devi concordare in modo preciso come dovrà essere eseguita la tua prestazione.

Ti faccio un esempio concreto: se realizzi siti web, definisci in un documento che tipo di sito dovrai realizzare e quante pagine conterrà il sito.

Non è necessario che tu sia troppo dettagliato (si sa che le modifiche che ti chiederà il cliente saranno numerose) ma è bene che tu indichi le caratteristiche principali del progetto. Esempio: sito web in wordpress/jomla/wix, con n. 6 pagine, testi scritti da … (indica chi si occuperà della stesura dei testi).

Perché devi fare questo?

Perché se nasceranno contestazioni sul tuo lavoro, potrai dimostrare in modo semplice che hai eseguito la tua prestazione secondo le direttive del cliente.

Devi sapere che la contestazione sul tuo lavoro è una delle scuse più utilizzate dai debitori per non pagare i propri debiti.

Un consiglio: quando accetti un incarico definisci le parti essenziali del lavoro in un documento che dovrai far firmare al cliente.


5. EMETTERE SUBITO LA FATTURA PER OTTENERE IL PAGAMENTO

Scommetto che non ci avevi mai pensato. Quando devi ricevere un pagamento da parte di un cliente aspetta prima di emettere la fattura.

Perché?

Perché se emetti la fattura, ma questa si rivela insoluta, tu sarai costretto a pagare delle tasse sull’importo che non hai incassato (!). Lo so è un paradosso ma è così (purtroppo).

Un consiglio: prima di emettere la fattura al cliente, puoi emettere una “notula”, ovvero un documento che non ha valore fiscale ai fini della dichiarazione dei redditi, ma che ha una struttura simile alla fattura (la notula contiene l’indicazione dell’importo da versare e le coordinate bancarie su cui effettuare il pagamento).


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Recupero crediti per freelance: quali sono i 5 errori più comuni da evitare?

  1. Non fare firmare un contratto al cliente;
  2. Non farsi conferire un incarico tramite mail;
  3. Contrattare il compenso via telefono o chat;
  4. Non definire in un documento scritto o in una mail come deve essere eseguito il lavoro;
  5. Emettere subito la fattura per ottenere il pagamento.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Recupero crediti per freelance: i 5 errori

Recupero crediti per freelance: i 5 errori


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Recupero crediti per freelance: gli errori da evitare

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Minimo vitale

Minimo Vitale: come calcolare il principale limite al pignoramento della pensione

Sai già cos’è minimo vitale? Si tratta di un argomento molto importante che devi conoscere prima di pignorare la pensione del debitore.

Se il tuo debitore è pensionato e non riesci ad ottenere spontaneamente il pagamento del debito puoi avviare il pignoramento della sua pensione.

Ma qual è la prima cosa che devi fare se vuoi pignorare la pensione del debitore?

Innanzitutto devi rivolgerti ad un avvocato; il pignoramento della pensione è un procedimento esecutivo che richiede l’intervento del legale.

Al termine della procedura otterrai un provvedimento giudiziale che ordinerà all’INPS  – Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (ovvero l’ente pubblico che eroga le pensioni) di versare sul tuo conto corrente una parte delle pensione del debitore (generalmente fino ad 1/5 – art. 545, 4° comma, del codice di procedura civile).

Tuttavia prima di procedere al pignoramento delle pensione devi sapere una cosa molto importante: ti conviene sempre eseguire delle indagini patrimoniali sul tuo debitore per conoscere la tipologia e l’importo della pensione.

Ma perché devi fare questo?

Perché devi esaminare il cedolino della pensione per determinare l’importo effettivamente pignorabile al netto delle trattenute e soprattutto rispettando il c.d. minimo vitale.

Che cos’è il minimo vitale?

Si tratta di una somma che la legge considera impignorabile per garantire al pensionato un’esistenza dignitosa (art. 545, 7° comma, del codice di procedura civile).

Il minimo vitale corrisponde alla misura dell’assegno sociale aumentato del doppio.

La misura dell’assegno sociale può variare di anno in anno perché è soggetta alla rivalutazione annuale Istat.

Nel 2024 l’importo dell’assegno sociale è pari ad euro 534,40 (importo provvisorio.

Il doppio è pari ad euro 1.068,80.

Pertanto l’importo impignorabile sarebbe pari ad euro 1.068,80.

Tuttavia esiste una regola (prevista dall’art. 545, 5° comma, del codice di procedura civile) che prevede i redditi da pensione fino ad un minimo di euro 1.000,00 non possono essere pignorati.

La stessa norma (art. 545, 5° comma, del codice di procedura civile) stabilisce che la parte che eccede la somma di euro 1.000,00, è pignorabile per un quinto (1/5).

Quindi se il tuo debitore percepisce una pensione di € 1.200,00, a quest’ultimo importo dovrai sottrarre la somma di euro 1.000,00); tale ultima cifra non potrà essere pignorata dal creditore.

Il risultato di questa sottrazione (“pensione percepita dal debitore” meno “minimo vitale”) è pari ad euro 200,00.

Il creditore potrà pignorare 1/5 di questo importo e cioè euro 40,00.

Pignoramento delle pensione da parte dell’Agenzia delle Entrate

Se il creditore è l’Agenzia delle Entrate la Legge n. 44/2012  (che ha modificato il  Decreto del Presidente della Republica n. 602/1973, in materia di pignoramenti presso terzi effettuati dall’agente della riscossione) prevede i seguenti limiti:

  • 1/10 della pensione quando il debitore percepisce una somma fino a euro 2.500,00;
  • 1/7 della pensione quando il debitore percepisce una somma tra euro 2.500,00 ed euro 5.000,00;
  • 1/5 della pensione quando il debitore percepisce una somma sopra euro 5.000,00.

I consigli di Recupero Legale

Valuta bene se conviene o meno pignorare la pensione della controparte.

Se la pensione è molto bassa calcola la cifra pignorabile rispettando il minimo vitale. A volte quando la pensione è molto bassa si rischia di pignorare non più di euro 10 al mese.

Se non hai altra scelta procedi con il pignoramento. Altrimenti verifica la solvibilità di eventuali garanti magari più giovani e non pensionati.


Sei arrivato alla fine di questo articolo. Leggi il riepilogo qui sotto:

E’ vero che le pensioni basse non possono essere pignorate?

  • No, le pensioni di importo basso possono essere pignorate fino ad 1/5.

Che cos’è il minimo vitale?

  • E’ una somma che la legge considera impignorabile per garantire al pensionato un’esistenza dignitosa;
  • E’ pari alla misura dell’assegno sociale aumentato del doppio (ma la soglia minima impignorabile è pari ad euro 1.000,00).

Quali sono le soglie di impignorabilità quando  il pignoramento è eseguito dall’Agenzia delle Entrate?

  • 1/10 della pensione quando il debitore percepisce una somma fino a euro 2.500,00;
  • 1/7 della pensione quando il debitore percepisce una somma tra euro 2.500,00 ed euro 5.000,00;
  • 1/5 della pensione quando il debitore percepisce una somma sopra euro 5.000,00.

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Minimo vitale - soglia 2023


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Teresa Rossi ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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Decreto ingiuntivo rigettato

Oggi parliamo di decreto ingiuntivo rigettato ➙ leggi il nostro consiglio veloce:

Decreto ingiuntivo rigettato

Ricorda che se il Giudice rigetta la tua domanda di ingiunzione puoi riproporla nuovamente; nel nuovo ricorso è meglio se informi il magistrato del precedente rigetto


I consigli di Recupero Legale ➙ La rubrica settimanale che offre suggerimenti veloci per gestire i propri crediti in modo intelligente.

I ritmi frenetici e gli impegni di lavoro ci costringono a dedicare sempre meno tempo per approfondire argomenti delicati.

Siamo troppo impegnati a far funzionare la nostra professione o la nostra impresa e spesso leggere un articolo sul web è troppo dispendioso.

Per questo motivo abbiamo ideato una rubrica diversa che ti suggerisce in modo veloce e pratico alcuni accorgimenti per tutelare il tuo credito insoluto.

Ogni settimana parleremo di credit management, recupero crediti, diritto, innovazione, produttività e smart working, con un format diverso e veloce.

Pubblicheremo una locandina che ti suggerirà in modo diretto come comportarti.

Se non hai tempo per leggere gli articoli del nostro blog, puoi scaricare la nostra locandina e cominciare a seguire i nostri consigli.

A chi è rivolta la nostra rubrica?

• Imprenditori

• Aziende

• Avvocati

• Professionisti del recupero crediti

Lo sapevi che molti crediti diventano difficili da recuperare poiché i creditori non conoscono alcune regole fondamentali o poiché si commettono alcuni errori evitabili?

Il mondo degli affari è pieno di relazioni redditizie, ma spesso nasconde spiacevoli sorprese.

Non sempre puoi prevedere se il tuo cliente ti pagherà, ma grazie ai nostri consigli puoi mettere al sicuro il tuo business e puoi gestire in modo intelligente un credito.

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Società di recupero crediti: abilità

Scopri perché può esserti utile conoscere le competenze più ricercate dalle società di recupero crediti

Le società di recupero crediti si avvalgono di diverse figure professionali per lo svolgimento delle loro attività.

L’analisi e la gestione di un credito coinvolge collaboratori con qualifiche diverse: addetti al recupero crediti telefonico (phone collection), esattori domiciliari, asset manager (gestori di un portafoglio di crediti), customer complaints specialist (specialisti dei reclami dei clienti), ingegneri gestionali, commercialisti, avvocati ed impiegati amministrativi.

L’attività legale negli ultimi anni ha assunto una notevole importanza all’interno delle società di recupero credit; in molti annunci di lavoro per consulenti legali viene spesso richiesta un’approfondita conoscenza nella valutazione dei crediti ed una significativa esperienza (almeno 3 anni) nel settore del recupero giudiziale e stragiudiziale.

L’avvocato specializzato in credit management è oggi una figura molto richiesta; il suo compito è quello di gestire l’attività esecutiva, di monitorare il processo di recupero con i collaboratori esterni e di condurre le trattative con i debitori ed i loro legali.

Perché può esserti utile sapere cosa cercano le società di recupero crediti?

Se hai un credito insoluto, sicuramente hai pensato di rivolgerti ad un avvocato per chiedere un parere sul tuo caso. Nessuno meglio di un avvocato può aiutarti a valutare se è opportuno promuovere una causa giudiziale o se al contrario ti conviene avviare una trattativa stragiudiziale.

Tuttavia molto spesso non sei in grado di valutare la preparazione di un professionista del recupero crediti: vuoi scegliere il consulente migliore ma non ti sei mai trovato in questa situazione e non sai quali sono le competenze più importanti.

In questo articolo ti spiegherò quali sono le 5 abilità più richieste dalle società di recupero crediti; grazie a questa lista potrai misurare il livello di preparazione del professionista che sceglierai prima di conferirgli un incarico, prendendo spunto dai criteri di selezione più utilizzati dalle grandi aziende.

Oggi le principali società di recupero crediti si avvalgono di una fitta rete di avvocati esterni presenti su tutto il territorio nazionale che, attraverso l’utilizzo di software gestionali, svolgono l’attività esecutiva dai propri studi legali.

Per lavorare nel settore del credit management sono richieste specifiche capacità; alcune di esse riguardano in modo trasversale tutte le figure coinvolte.

Le 5 abilità più richieste

  1. CAPACITA’ DI PROBLEM SOLVING ➙ All’interno delle società di recupero crediti questa è una delle competenze più richieste. In quasi tutti i lavori è molto importante individuare i problemi e trovare una soluzione in tempi rapidi: nel recupero crediti è ancora più importante. Il “problem solving” si definisce come la capacità di risolvere in modo rapido i problemi lavorativi che impediscono di raggiungere un obiettivo. Se non si possiede tale abilità il rischio è quello di fare perdere al cliente (o all’azienda per cui si lavora) tempo prezioso e denaro; la capacità di “problem solving” permette di individuare le soluzioni migliori che velocizzano il processo di recupero. Il tuo consulente possiede questa capacità?
  2. GESTIONE DELLO STRESS ➙ L’attività di recupero crediti richiede un livello di concentrazione molto alto, e una grande capacità di gestione dello stress. Le attività sono molteplici e concatenate tra di loro, le scadenze sono ravvicinate: se il debitore ha promesso di pagare e non lo fa, il cliente vorrà sapere cosa è andato storto. Una buona gestione dello stress è indispensabile per lavorare in modo efficiente. Il tuo consulente è capace di gestire lo stress in modo produttivo?
  3. USO MICROSOFT EXCEL ➙ Nelle società di recupero crediti è importante sapere usare il programma Microsof Excel. Scommetto che anche tu lo usi spesso per la tua azienda o per la tua professione (forse per la contabilità). Per alcune attività il suo utilizzo è indispensabile: è molto utile avere una buona dimestichezza con Excel e con le sue principali funzioni di calcolo. L’avvocato ad esempio può utilizzarlo per calcolare con esattezza l’importo da inserire nel precetto; alcuni avvocati invece utilizzano questo programma per monitorare lo stato di avanzamento delle pratiche in affido. Hai chiesto al tuo consulente se sa utilizzare excel? Potrebbe essere utile anche a te per controllare lo stato di lavorazione della tua pratica.
  4. ABILITA’ NELLE TRATTATIVE STRAGIUDIZIALI ➙ Una delle competenze più apprezzate dalle società di recupero crediti è l’abilità nelle trattative stragiudiziali. Riuscire a recuperare un credito senza l’instaurazione di una causa giudiziale è l’obiettivo primario di ogni cliente. Sai bene che la giustizia italiana non è molto veloce nella definizione dei contenziosi civili (anche se non è sempre così: ci sono alcuni Tribunali molto veloci nell’attività processuale); la trattativa stragiudiziale ti garantisce un risultato più veloce con minori spese. Il tuo consulente è abile nell’instaurazione di trattative stragiudiziali? O piuttosto ti consiglia solo di promuovere una causa civile? Verifica la sua inclinazione a transigere i contenziosi: è una qualità molto importante.
  5. CONOSCENZA DEL DIRITTO DELL’ESECUZIONE ➙ Può sembrarti una competenza scontata, ma credimi non lo è; il diritto è troppo vasto per essere conosciuto in modo approfondito in tutte le sue materie. E’ molto meglio affidarsi ad un legale specialista piuttosto che rivolgersi ad uno generalista. Nelle società di recupero crediti è molto importante conoscere il diritto dell’esecuzione, oltre a sapere redigere atti processuali come il ricorso per decreto ingiuntivo, il precetto ed il pignoramento (mobiliare, presso terzi o immobiliare). Hai verificato se il tuo consulente conosce il diritto dell’esecuzione? Solo chi conosce a fondo questo argomento potrà suggerirti lo strumento di recupero migliore: non tutti i crediti potranno essere recuperati tramite un’attività stragiudiziale.

Sei arrivato al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo.

Società di recupero crediti: quali sono le 5 abilità più richieste (che ti fanno comodo)?

  1. Capacità di problem solving;
  2. Gestione dello stress;
  3. Uso Microsoft Excel;
  4. Abilità nelle trattative stragiudiziali;
  5. Conoscenza del diritto dell’esecuzione.

Leggi il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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Società di recupero crediti: le abilita più richieste

Società di recupero crediti: le abilita più richieste


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Tino Crisafulli ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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Trattativa stragiudiziale telefonica

Oggi parliamo di trattativa stragiudiziale telefonica ➙ leggi il nostro consiglio veloce:

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Ricorda di non rivelare il motivo della chiamata a persone diverse dal debitore


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Mutuo fondiario

La disciplina del mutuo fondiario all’interno dei pignoramenti immobiliari

Il mutuo fondiario è il sovrano indiscusso delle esecuzioni immobiliari.

Se vuoi recuperare un credito, ma prima di te esiste un creditore fondiario, devi sapere che le tue possibilità di successo diminuiscono.

All’interno del pignoramento immobiliare è il creditore fondiario ad avere la carta vincente; ti ritroverai di fronte un avversario che ha in mano un “asso piglia tutto” e che molto probabilmente vincerà la partita.

In questo articolo ti spiegherò che cos’è il mutuo fondiario e quali sono i suoi privilegi che mettono in pericolo il recupero del tuo credito.

Prima di proseguire lascia che ti spieghi alcuni concetti fondamentali.


Che cos’è il mutuo fondiario?

Il mutuo fondiario è un contratto stipulato tra una persona fisica (o persona giuridica) ed una banca; grazie a questo contratto la banca concede al cliente il finanziamento di una grossa somma di denaro per l’acquisto di un bene immobile (di solito l’acquisto della 1° casa). La caratteristica principale del mutuo fondiario è che la banca accetta di finanziare il cliente soltanto a condizione che l’acquirente dell’immobile conceda alla stessa banca di iscrivere ipoteca di 1° grado sul bene (art. 38 del TUB – TESTO UNICO BANCARIO).

Ti faccio un esempio pratico: il sig. Bianchi vuole acquistare una casa, ma non possiede la somma necessaria da versare al venditore. A questo punto il sig. Bianchi si rivolge alla banca e chiede di prestargli una grossa somma di denaro. La Banca valuta la richiesta del cliente e (se ricorrono tutte le condizioni) presta la somma al sig. Bianchi, a condizione che sull’immobile sia iscritta ipoteca di 1° grado in favore della stessa banca.


Quali sono le caratteristiche principali del mutuo fondiario?

  • Viene concesso solo se la banca iscrive ipoteca di 1°grado sull’immobile del cliente;
  • Ha una durata superiore a 18 mesi (minimo di 1 anno fino ad un massimo di 30);
  • La somma prestata al cliente non può superare l’ 80% del valore dell’immobile (“loan-to-value”). Chi ha bisogno di somme più alte può optare per il mutuo ipotecario;
  • La somma viene prestata al cliente solo per l’acquisto della prima casa;
  • Vengono applicati dei tassi di interessi più convenienti rispetto ai normali prestiti;
  • Sono previsti costi notarili più contenuti rispetto agli altri contratti.

Perché la legge riconosce questi vantaggi al cliente che ottiene il finanziamento?

La legge riconosce un interesse pubblico alla tutela del mutuo fondiario, poiché grazie a questo tipo di contratto è possibile diffondere la proprietà immobiliare (la proprietà immobiliare è tutelata dall’art. 47 della Costituzione).


Adesso che ti ho spiegato cos’è il mutuo fondiario, ti indicherò quali sono i privilegi che la legge riconosce al creditore fondiario.

Se conosci in anticipo i punti di forza degli altri creditori potrai evitare brutte sorprese quando cercherai di recuperare il tuo credito; infatti capita molto spesso di dover “competere” contro una banca (e contro un mutuo fondiario) nel corso delle esecuzioni immobiliari.

I PRIVILEGI DEL CREDITORE FONDIARIO

  1. NON HA L’OBBLIGO DI NOTIFICARE IL TITOLO ESECUTIVO ➙ Il creditore fondiario può notificare direttamente l’atto di precetto senza notificare il titolo esecutivo. Nell’atto di precetto devono essere inseriti gli estremi del mutuo (art. 41, 1° comma TUB – TESTO UNICO BANCARIO);
  2. PUO’ PROSEGUIRE IL PIGNORAMENTO IMMOBILIARE DOPO IL FALLIMENTO DEL DEBITORE ➙ Se il tuo debitore fallisce non puoi recuperare il credito avviando o proseguendo l’esecuzione forzata (art. 51 della Legge Fallimentare). Lo dice la legge: devi mollare tutto ed aspettare di essere soddisfatto all’interno della procedura fallimentare. Tuttavia questo divieto non si applica al creditore fondiario che, invece, può proseguire o avviare l’azione esecutiva individuale (art. 41, 2° comma TUB – TESTO UNICO BANCARIO).
  3. PUO’ RICEVERE L’ASSEGNAZIONE DIRETTA DEL PREZZO DI AGGIUDICAZIONE ➙ L’aggiudicatario (chi compra il bene immobile) può versare direttamente al creditore fondiario la parte del prezzo in misura corrispondente al suo credito (art. 41, 4° comma TUB – TESTO UNICO BANCARIO). In questi casi, quindi, non è necessario attendere l’approvazione del piano di riparto. I soldi vengono generalmente versati sul conto della procedura ed il professionista delegato chiede al creditore fondiario di depositare l’atto di precisazione del credito entro un congruo termine.
  4. PUO’ OTTENERE IL SUBENTRO DELL’AGGIUDICATARIO NEL CONTRATTO DI MUTUO ➙ Se l’aggiudicatario (colui che acquista l’immobile nell’esecuzione) non dispone di tutta la liquidità necessaria per comprare il bene all’asta, può sostituire il debitore nel contratto di mutuo. In questo modo il creditore fondiario ottiene il subentro senza richiedere l’autorizzazione del giudice (art. 41, 5° comma TUB – TESTO UNICO BANCARIO).

Ti faccio un esempio pratico: Il sig. Verdi intende acquistare una casa all’asta; tuttavia l’immobile è venduto al prezzo di 100 euro ma il sig. Verdi ha solo 50 euro. La legge permette al sig. Verdi di versare l’importo di 50 euro alla banca e di subentrare nel contratto di mutuo stipulato dall’originario debitore.

In questo modo il creditore fondiario (la banca) riceve il pagamento delle rimanenti 50 euro attraverso il versamento delle rate mensili da parte dell’aggiudicatario.


Sei arrivato alla fine di questo articolo. Leggi il riepilogo qui sotto:

Quali sono i  privilegi del creditore fondiario?

  1. Non ha l’obbligo di notificare il titolo esecutivo;
  2. Può proseguire il pignoramento immobiliare dopo il fallimento del debitore;
  3. Può ricevere l’assegnazione diretta del prezzo di aggiudicazione;
  4. Può ottenere il subentro dell’aggiudicatario nel contratto di mutuo.

Leggi il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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Mutuo fondiario i privilegi del creditore fondiario

Mutuo fondiario: i privilegi del creditore fondiario


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Teresa Rossi ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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