Blockchain: la catena di blocchi

Guida pratica per comprendere la Blockchain ed il suo funzionamento

Blockchain: molti ne parlano ma probabilmente non tutti sono riusciti a capire di cosa si tratta.

L’esplosione del BITCOIN e delle criptovalute ha fatto emergere una tecnologia rivoluzionaria che potrebbe cambiare profondamente il mondo del lavoro e del business; questa tecnologia si chiama BLOCKCHAIN e rappresenta il motivo principale del successo delle nuove “criptomonete” digitali.

Che cos’è la Blockchain?

Il termine inglese “BLOCKCHAIN” significa letteralmente “catena di blocchi” e rappresenta un sistema gestionale che registra e convalida delle transazioni su dei blocchi virtuali (“blocks”) collegati tra di loro.

Grazie ad una tecnologia “da pari a pari” (tecnologia “Peer To Peer”) tutti gli utenti che compongono la rete sono legati da un rapporto paritario (“da pari a pari”) e non esiste un mega capo (o server centrale) che amministra la rete e gestisce le transazioni.

Per intenderci meglio: non esiste il Sig. Blockchain che monitora le transazioni dalla sua scrivania, ma piuttosto è lo stesso sistema informatico che si gestisce in modo autonomo e (grazie al contributo di tutti gli utenti) monitora da solo le informazioni e le operazioni concluse.

La BLOCKCHAIN è pertanto una rete autonoma composta da blocchi; nei singoli blocchi sono contenute le informazioni che permettono di convalidare le transazioni. Tanti blocchi creano la BLOCKCHAIN.

Come funziona la blockchain?

Attraverso una procedura cifrata il sistema archivia le informazioni nei blocchi (anche definiti come “registri digitali”) in modo che alcune informazioni siano visibili a tutta la rete mentre altre sono visibili soltanto da coloro che hanno concluso la transazione. Questo sistema permette di convalidare le transazioni in modo certo, senza però divulgare tutte le informazioni sensibili che hanno fatto concludere l’affare.

Pertanto se il sig. Rossi conclude una transazione con il sig. Verdi, nella BLOCKCHAIN compariranno delle informazioni pubbliche che certificheranno il completamento dell’operazione, tenendo però riservate le notizie più sensibili (identità dei due soggetti o importo della transazione).

Come è composto un blocco della catena? Clicca sull’immagine qui sotto per scoprirlo

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Blockchain: il blocco che la compone

Blockchain: il blocco che la compone

Le informazioni private inserite nei blocchi della catena sono “nascoste” poiché coperte da “crittografia”. La crittografia è un linguaggio informatico che ha la funzione di “offuscare” un messaggio digitale per impedire la lettura a persone non autorizzate.

Chi gestisce la Blockchain?

La BLOCKCHAIN è un sistema autonomo che non è gestito da nessun amministratore, ma si aggiorna da solo in tempo reale grazie ad una rete mondiale di archivi digitali (“database network”); gli utenti che utilizzano la catena possono aggiornare solo il singolo blocco a cui hanno accesso e non possono manomettere gli altri blocchi già inseriti nel sistema. Per creare un nuovo blocco è necessario che le transazioni siano verificate e convalidate secondo una particolare procedura.

Come viene convalidata una transazione?

Dopo aver stipulato la transazione si genera una chiave segreta “crittografata”; per convalidare la transazione è necessario risolvere gli algoritmi crittografici che proteggono la transazione.

Pertanto se il sig. Rossi stipula una transazione con il sig. Verdi, la Blockchain genera un enigma che protegge la transazione: per convalidare la transazione e dimostrare che il contratto si è perfezionato, un terzo soggetto, il sig. Bianchi, si occupa di risolvere l’enigma tramite il proprio pc e successivamente la inserisce nei blocchi della rete.

In questo esempio il sig. Bianchi svolge il ruolo del “MINER” ovvero il soggetto che si occupa di convalidare la transazione trovando una soluzione alla chiave segreta crittografata. Il “MINER” (in inglese letteralmente “minatore”) utilizza dei potenti computer di calcolo che gli permettono di risolvere l’enigma crittografato contenuto nella transazione e gli consentono di generare un nuovo blocco e aggiungerlo alla catena.

Risolvere l’enigma della transazione significa letteralmente “minare” la Blockchain, ovvero cercare e trovare (come i minatori) la chiave che convalida i nuovi blocchi.

Quali sono i protagonisti coinvolti nella transazione? Clicca sull’immagine qui sotto per scoprirlo

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Blockchain: la transazione ed il miner

Blockchain: la transazione ed il miner

Ecco come funziona il processo di convalidazione:

  1. L’utente richiede la convalida di una transazione ed inoltra la richiesta alla BLOCKCHAIN;
  2. La transazione crittografata finisce in una spazio denominato “MEMPOOL” in cui sono presenti tutte le operazioni che attendono di essere convalidate;
  3. Il MINER pesca nella “MEMPOOL” e attraverso dei pc molto potenti risolve la chiave crittografata della transazione;
  4. Il MINER convalida la transazione inserendola insieme ad altre transazioni in un nuovo blocco;
  5. Il nuovo blocco viene inserito nella rete e viene aggiunto ai blocchi già esistenti.
Blockchain: come viene convalidata una transazione

Blockchain: come viene convalidata una transazione

Per “minare” un blocco dalla BLOCKCHAIN di BITCOIN (la più famosa criptovaluta) tantissimi MINERS si sfidano per convalidare le transazioni degli utenti; chi risolve prima la transazione riceve in cambio un certo numero di BITCOIN (monete virtuali).

E’ possibile “minare” un blocco grazie all’utilizzo di computer molto potenti che possiedono una capacità di calcolo molto elevata; l’attività di “mining” può essere realizzata solo attraverso l’utilizzo di computer molto performanti (non disponibili nella grande distribuzione) che comportano un enorme dispendio di energia elettrica.

Questi requisiti rendono molto difficile e costoso il compito di un MINER; in genere un solo operatore non è in grado di svolgere autonomamente questa attività. Per questo motivo sono nate le cosidette “mining pool” o “mining farm” ovvero  un insieme di persone che uniscono le proprie risorse per “minare” la blockchain e risolvere prima degli altri miners le transazioni da convalidare.

Che beni possono essere coinvolti nelle transazioni della Blockchain?

La BLOCKCHAIN può essere rivoluzionaria poiché permette di creare un registro elettronico che convalida le transazioni di qualsiasi settore come: criptovalute, contratti di vendita, servizi di trasporto, servizi finanziari, votazioni e scrutini, servizi di assistenza sanitaria.

Utilizzare la BLOCKCHAIN prevede principalmente 3 grossi vantaggi:

  • NESSUN LUOGO FISICO ➙ La BLOCKCHAIN non ha un luogo fisico ma esiste solo nella rete; non esiste nessun edificio o nessun deposito in cui è collocato il server centrale. Le transazioni avvengono all’interno della rete digitale grazie alla semplice installazione della BLOCKCHAIN nei computer degli utenti.
  • NESSUN GESTORE ➙ Il registro delle transazioni non deve essere gestito da nessun ente centrale, ma funziona grazie alla partecipazione di tutti gli utenti della rete.
  • DIFFICILISSIMA (SE NON IMPOSSIBILE) DA MANOMETTERE ➙ È quasi impossibile manomettere ed alterare il registro delle transazioni; le informazioni contenute nella rete si aggiornano in tutti i computer in cui è installata la BLOCKCHAIN. Nel caso in cui qualcuno volesse manomettere i dati contenuti nella catena non dovrebbe alterare un unico archivio (server o database) ma dovrebbe modificare il numero totale di blocchi della rete (ovvero centinaia di migliaia di blocchi).

Blockchain revolution

Tuttavia non è tutto oro quel che luccica; la “catena di blocchi” è un tema che divide e ci sono molti critici che hanno evidenziato tutti gli aspetti negativi di questa nuova tecnologia.

La rivoluzione è solo all’inizio.


Sei arrivato al termine di questo articolo; per ricordare meglio quali argomenti abbiamo trattato leggi questo breve riepilogo.

Cos’è la Blockchain e come posso spiegarla ad un bambino di 10 anni?

  1. La Blockchain è una “catena di blocchi” e rappresenta un sistema gestionale che registra e convalida delle transazioni su dei blocchi virtuali (“blocks”) collegati tra di loro.
  2. Dopo aver concluso la transazione il miner si occupa di convalidarla.
  3. Dopo essere stata convalida la transazione viene inserita insieme ad altre transazioni in un nuovo blocco.
  4. Il blocco che contiene le nuove transazioni convalidate viene inserito nella Blockchain.

Per riassumere questi concetti clicca sull’infografica qui sotto

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Blockchain: cos'è e come spiegarla ad un bambino di 10 anni

Blockchain: cos’è e come spiegarla ad un bambino di 10 anni


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Tino Crisafulli ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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ABS (asset backed securities)

Il ruolo delle ABS (asset backed securities) nella cartolarizzazione. Promettimi che il debitore mi pagherà

Hai mai sentito parlare di ABS (asset backed securities) ma non hai ancora capito perché sono così importanti? In questo articolo ti spiegherò cosa sono le ABS e quale ruolo svolgono nella cessione di un credito.

La cartolarizzazione dei crediti non può avvenire senza l’utilizzo di specifici strumenti finanziari emessi dalla società veicolo; si tratta di obbligazioni che prendono il nome di ABS (asset backed securities) e sono veri e propri titoli di credito utilizzati per finanziare l’operazione.

Il procedimento di creazione di un ABS prende il nome di “securitation” e può essere sintetizzato in 5 fondamentali passaggi:

1) La SPV acquista dall’originator il portafoglio di crediti;

2) La SPV sottoscrive le ABS (asset backed securities);

3) Le ABS (asset backed securities) sono emesse in favore degli investitori e contengono la promessa di restituzione del denaro (promettimi che il debitore mi pagherà);

4) Ogni ABS (asset backed securities) prevede il pagamento di una serie di cedole (ovvero gli interessi che il titolare del titolo incasserà periodicamente) a scadenze prefissate;

5) Il pagamento delle cedole ed il rimborso delle obbligazioni avviene con il denaro incassato dai crediti ceduti.


Per riassumere questi concetti clicca sull’infografica qui sotto

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ABS (asset backed securities): come vengono create

ABS (asset backed securities): come vengono create?


Per comprendere meglio questo meccanismo è utile conoscere tre regole fondamentali:

  1. IL CREDITO CEDUTO VIENE TRASFORMATO IN UN’OBBLIGAZIONE SCRITTA I crediti oggetto di cartolarizzazione vengono trasformati in obbligazioni scritte su un pezzo di carta: le ABS (asset backed securities). Ogni titolo contiene l’obbligo per la SPV di restituire il denaro agli investitori. Questi soldi provengono dal debitore originario.
  2. SE IL DEBITORE ORIGINARIO NON PAGA, IL DENARO NON PUÒ ESSERE RESTITUITO AGLI INVESTITORI ➙ Il pagamento dell’obbligazione dipende necessariamente dalla qualità del credito ceduto. Per questo motivo accade spesso che le ABS contengono una clausola che prende il nome di “limited recourse” (ovvero clausola di “rivalsa limitata”): l’emittente è responsabile nei confronti dell’investitore solo nei limiti del portafoglio cartolarizzato.
  3. AD OGNI ABS CORRISPONDE UN PUNTEGGIO ➙ Alle ABS viene assegnato un punteggio a seconda del rischio finanziario più o meno alto. Le agenzie di rating (rating significa appunto “valutazione”) sono società specializzate che analizzano i crediti ceduti, la struttura dei pagamenti ed il rischio di insolvenza dei titoli. Le più importanti agenzie di rating (partecipate a loro volta da grandi multinazionali) sono: Standard & Poor’s e Moody’s. Le sigle che le agenzie usano sono le seguenti: AAA e Aaa: quando le ABS (asset backed securities) presentano un basso rischio di insolvenza; BBB e Bbb: quando le ABS presentano un alto rischio di insolvenza.

Sei arrivato al termine di questo articolo; per ricordare meglio quali argomenti abbiamo trattato leggi questo breve riepilogo.

Cosa sono le ABS (asset backed securities) e perché sono così importanti nella cessione del credito?

  1. Le ABS (asset backed securities) sono obbligazioni (o strumenti finanziari) emesse dalla società veicolo (acquirente del credito) e sono utilizzate per finanziare l’operazione di acquisto del credito.
  2. Il credito ceduto viene trasformato in obbligazioni scritte su un pezzo di carta: ovvero le ABS (asset backed securities).
  3. Se il debitore originario non paga, il denaro non può essere restituito agli investitori.
  4. Ad ogni ABS (asset backed securities) corrisponde un punteggio assegnato dalle Agenzie di rating a seconda del rischio finanziario più o meno alto.

Ma come fa un investitore a guadagnare grazie alle ABS (asset backed securities)?

Clicca sull’infografica qui sotto per scoprirlo

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ABS: come fa un investitore a guadagnare

ABS: come fa un investitore a guadagnare


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Teresa Rossi ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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Efficacia del precetto

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Crediti deteriorati e riserve bancarie

Scopri i motivi che spingono una banca a liberarsi dei crediti deteriorati

Crediti deteriorati: da qualche anno questo termine viene largamente utilizzato dai media per descrivere la crisi del sistema bancario italiano.

Ti sei mai chiesto quali sono i principali motivi che hanno messo in ginocchio le Banche italiane? In molti rispondono con le solite motivazioni: l’Euro, le direttive restrittive della Banca Centrale Europea, la recessione, il vincolo del 3% previsto dal patto di stabilità. Il sistema bancario è stato costretto a ridurre gli investimenti nell’economia italiana a causa di diversi fattori: i crediti deteriorati sono probabilmente il motivo principale.

Che cos’è il credito deteriorato?

Secondo i nuovi criteri suggeriti dalla Banca D’Italia, il credito si definisce “deteriorato” quando il debitore non esegue il pagamento entro il periodo di 90 giorni; tale termine decorre dalla data di scadenza della transazione. Per intenderci meglio: se il sig. Rossi deve restituire alla Banca la somma di 10 euro entro la data del 01.01.2018, il credito si considererà deteriorato quando il sig. Rossi non avrà pagato 10 euro alla Banca, e quando saranno trascorsi 90 giorni dalla data del 01.01.2018 (in questa pagina abbiamo descritto in modo approfondito il processo di deterioramento del credito).

Il credito deteriorato viene anche definito come credito “NPL” o credito “NPE”; la sigla NPL indica le iniziali delle parole “NON PERFORMING LOAN” (“prestito non performante”), mentre invece la sigla “NPE” indica le iniziali della parole “NON PERFORMING EXPOSURE” (“esposizione non performante”).

Credito deteriorato

Credito: quando si considera deteriorato?

Perché i crediti deteriorati mettono in crisi le Banche italiane?

Ecco i 4 motivi principali:

  1. I CREDITI DETERIORATI COSTITUISCONO UN MANCATO GUADAGNO  I crediti deteriorati costituiscono un mancato guadagno per la Banca. Il motore principale dell’attività bancaria è costituita dall’erogazione di servizi bancari (ad esempio i contratti di finanziamento); tuttavia il mancato pagamento del servizio bancario entro il termine di scadenza genera una minusvalenza e dunque una sofferenza bancaria. Il mancato guadagno generato da una sofferenza bancaria riduce il flusso di denaro incassato dall’istituto di credito; in questo modo diminuiscono i fondi con cui la Banca può finanziare le imprese e le famiglie nell’economia reale. Secondo le ultime statistiche della BCE, nell’anno 2017 le sofferenze bancarie in Italia sono diminuite rispetto ai precedenti anni; le Banche italiane si sono riorganizzate riducendo il numero di crediti insoluti. Tuttavia siamo ancora lontani dalla risoluzione del problema; nel 2017 l’Italia risulta ancora prima nella speciale classifica dei paesi europei con il maggior numero di crediti deteriorati. Il sistema bancario italiano ha prodotto crediti NPL per 276 miliardi di euro; segue la Francia con un totale di € 148,4 miliardi di NPL, mentre al terzo posto si colloca la Spagna con 141,2 miliardi di euro.
  2. I CREDITI DETERIORATI OBBLIGANO LE BANCHE A TRATTENERE DELLE RISERVE  ➙ Secondo quanto prevede la legge, una Banca che possiede crediti deteriorati è obbligata a trattenere delle somme che vengono definite “riserve”; tali somme non potranno essere utilizzate per nessuna operazione bancaria e saranno destinate a coprire le perdite dei crediti deteriorati. Nel 2018 la BCE ha richiesto a tutte le banche europee di aumentare gli accantonamenti sui crediti NPL fissando dei parametri più severi rispetto agli anni passati. Secondo le ultime indicazioni che arrivano dai media, gli istituti di credito dovranno coprire l’intera perdita “potenziale” per i prestiti deteriorati che non sono assistiti da garanzie (e che dunque non hanno strumenti alternativi di recupero) entro il periodo di due anni. Per tutti i crediti garantiti (e cioè assistiti da garanzie personali) l’obbligo di coprire l’intera perdita potenziale dovrà essere effettuato entro il periodo di 7 anni.
  3. I CREDITI DETERIORATI SONO CEDUTI CON DIFFICOLTA’ Sebbene l’Italia sia stata definita come il “supermercato degli NPL”, le Banche riscontrano spesso delle difficoltà nella cessione dei crediti deteriorati. Gli investimenti in questo settore stanno crescendo e moltissimi fondi stranieri hanno acquistato i crediti in sofferenza delle principali banche italiane. Tuttavia la richiesta di acquisto è ancora troppo bassa rispetto alle aspettative delle Banche, poiché il sistema di cessione è troppo opaco e con poche regole conosciute. Per l’investitore medio non è semplice reperire le informazioni giuste per valutare la solidità della Banca cedente e per valutare correttamente i crediti oggetto di cessione. Per ovviare a questo problema la BCE ha proposto l’introduzione di una piattaforma digitale che possa rendere la cessione dei crediti NPL più trasparente e che faciliti lo scambio delle informazioni tra i vari investitori. Un sistema che possa agevolare l’attività degli investitori (desiderosi di acquisire il maggior numero di informazioni sull’asset su cui investire) e che possa permettere alla Banche di cedere con maggiore facilità i crediti deteriorati.
  4. IN ITALIA CI SONO COSTI DI RECUPERO ALTI E TEMPI DI RECUPERO LUNGHI ➙ Il credito deteriorato può essere convertito in denaro tramite l’attività di recupero crediti stragiudiziale o giudiziale. Tuttavia secondo le ultime indicazioni fornite dalla BCE in Italia le spese giudiziali di recupero crediti sono le più alte d’Europa. Il motivo di questa differenza non è dovuto ai compensi che le Banche devono riconoscere agli studi legali incaricati dell’attività di recupero (i compensi dei legali italiani invece sono tra i più bassi in Europa); ma bensì ai tributi e alle spese “vive” che un creditore deve versare allo Stato per recuperare il credito in via giudiziale. Inoltre l’eccessiva durata dei processi esecutivi italiani (in particolare le esecuzioni immobiliari) impedisce alle Banche di recuperare i crediti in sofferenza in tempi celeri.

E’ per questi motivi che gli istituti di credito preferiscono cedere i crediti NPL; in questo modo la Banca realizza immediatamente un incasso parziale, svincola le riserve economiche accantonate, e trasferisce a terzi il rischio di recupero del credito.


Sei arrivato al termine di questo articolo; per ricordare meglio quali argomenti abbiamo trattato leggi questo breve riepilogo.

Perché i crediti deteriorati mettono in crisi le Banche italiane?

  1. Costituiscono un mancato guadagno;
  2. Obbligano le banche a trattenere delle riserve;
  3. Sono ceduti con difficoltà;
  4. In italia ci sono costi di recupero alti e tempi di recupero lunghi.

Puoi leggere il riepilogo dell’articolo cliccando sull’infografica qui sotto.

Crediti deteriorati: perché mettono in crisi il sistema bancario

Crediti deteriorati: perché mettono in crisi il sistema bancario


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Fallimento e ammissione al passivo

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Puoi essere ammesso al passivo entro 12 o 18 mesi dal deposito del decreto che dichiara esecutivo lo stato passivo


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Decreto ingiuntivo: quando conviene rivolgerti al giudice

Quando ti conviene rivolgerti ad un giudice per ottenere un decreto ingiuntivo

Nel settore del recupero crediti il decreto ingiuntivo (art. 633 c.p.c.) rappresenta il principale strumento di carattere giudiziale che permette al creditore di essere soddisfatto. Si tratta di un provvedimento in cui il giudice obbliga il debitore inadempiente a pagare una determinata somma di denaro; se l’insolvenza persiste il creditore può procedere al recupero forzoso del credito attraverso il pignoramento dei beni del debitore.

Il diritto di credito viene cristallizzato all’interno di un titolo giudiziale; l’emissione della condanna costituisce un vantaggio esclusivo per il creditore che da questo momento ha uno strumento di carattere giudiziario per costringere il debitore all’adempimento. Per ottenere il decreto ingiuntivo quindi il creditore dovrà necessariamente rivolgersi ad un avvocato.

L’emissione di un decreto ingiuntivo non è così scontata come sembra; il creditore deve conservare tutta la documentazione che dimostra l’esistenza del rapporto tra lui ed il suo debitore nonché le prove del mancato pagamento.

E’ importante, inoltre, fare attenzione alla prescrizione (il termine di prescrizione non è sempre quello di 10 anni); se è passato molto tempo senza recuperare il credito è bene che il creditore invii una lettera di diffida (per conoscere i termini di prescrizione previsti dalla legge clicca qui e consulta in fondo alla pagina). Più chiari e completi sono i documenti a sostegno della pretesa creditoria tanto più facilmente il giudice emetterà il decreto ingiuntivo.

I momenti migliori per ottenere un decreto ingiuntivo sono quattro:

  1. QUANDO IL DEBITORE NON EFFETTUA IL PAGAMENTO DOPO AVER RAGGIUNTO UN ACCORDO ➙ All’interno della diffida di pagamento generalmente viene concesso al debitore un termine per effettuare il pagamento. Accade molto spesso che questo arco di tempo decorra infruttuosamente in quanto il debitore rimane indifferente all’intimazione ricevuta. In questi casi prima di avviare l’azione legale il creditore può contattare il debitore per avviare una trattativa stragiudiziale e verificare la sua disponibilità a trovare un accordo bonario; può essere concordato sia un piano di rientro sia un saldo e stralcio. Questi accordi (che saranno firmati da entrambe le parti) consentono al creditore di ottenere il pagamento di rate mensili o di un importo prestabilito in unica soluzione. Se tale tentativo fallisce potrai contare su questi documenti aggiuntivi (accordo di piano di rientro o accordo di saldo e stralcio) per dare sostegno alla tua domanda giudiziale e per dimostrare il tuo diritto di credito. Questo è uno dei momenti migliori per depositare il ricorso per decreto ingiuntivo, poiché puoi dimostrare al giudice il perdurante inadempimento del debitore.
  2. QUANDO IL DEBITORE RIFIUTA LA MEDIAZIONE ➙ L’istituto della Mediazione civile (D.lgs n. 28/2010) prevede la possibilità per le parti di trovare un accordo bonario grazie all’intervento di un mediatore (abbiamo già parlato di mediazione in questo articolo). Il settore del recupero crediti non rientra tra le materie in cui il tentativo di mediazione è obbligatorio ma in alcuni casi può essere utile ricorrere a tale strumento. Il creditore può decidere di avviare la procedura di Mediazione per sfruttare l’efficacia persuasiva del mediatore o semplicemente per strategia di recupero; tuttavia non è escluso che il debitore rimanga indifferente all’invito di mediazione non presentandosi all’incontro. Quando ciò accade verrà redatto un verbale negativo che produce un grosso vantaggio per il creditore: infatti il documento può essere allegato al ricorso per ottenere più facilmente un decreto ingiuntivo e per dimostrare al giudice la mancata disponibilità del debitore a transigere la controversia.
  3. QUANDO CONOSCI LA SITUAZIONE PATRIMONIALE DEL DEBITORE ➙ Nel settore del recupero crediti prima di avviare un’azione giudiziaria conviene effettuare delle indagini patrimoniali sul debitore. Il motivo è semplice: se il debitore è impossidente o non lavora, il credito non può essere recuperato in quel determinato momento. Il creditore deve assicurarsi di avere successo nel caso in cui decida di avviare un pignoramento nei confronti del debitore; per farlo deve rivolgersi a dei professionisti che effettueranno accertamenti patrimoniali sulla controparte. Se l’esito di tale indagine è positivo (il debitore percepisce uno stipendio/pensione o possiede beni immobili) il creditore deve affrettarsi a depositare il ricorso per decreto ingiuntivo e battere sul tempo altri creditori interessati a rivalersi sullo stesso debitore.
  4. QUANDO ESISTONO CAMBIALI SCADUTE DA OLTRE TRE ANNI ➙ Accade molto spesso che il debitore rilasci in favore del creditore delle cambiali a garanzia del proprio credito. La cambiale (in determinati casi) costituisce un titolo esecutivo poiché in caso di inadempimento consente al creditore di procedere direttamente ad esecuzione forzata nei confronti del debitore. In questi casi non è necessario ottenere il decreto ingiuntivo poiché la presenza della cambiale è sufficiente per avviare il pignoramento; questa regola però non è assoluta ma vale solo nel caso in cui la cambiale non sia scaduta da più di tre anni. Se tale termine è decorso inutilmente il creditore ha in ogni caso la possibilità di utilizzare i titoli cambiari come prova scritta del credito ed ottenere un decreto ingiuntivo. Il giudice può concedere la provvisoria esecuzione; in questo modo potrai procedere ad esecuzione forzata immediatamente senza aspettare che il decreto ingiuntivo diventi definitivo.
Decreto ingiuntivo: i 4 momenti migliori per ottenerlo

Decreto ingiuntivo: i 4 momenti migliori per ottenerlo


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Trascrizione del pignoramento immobiliare

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Pignoramento del conto corrente

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Ricorda di rispettare la cifra impignorabile (assegno sociale moltiplicato per tre)


I consigli di Recupero Legale ➙ La rubrica settimanale che offre suggerimenti veloci per gestire i propri crediti in modo intelligente.

I ritmi frenetici e gli impegni di lavoro ci costringono a dedicare sempre meno tempo per approfondire argomenti delicati.

Siamo troppo impegnati a far funzionare la nostra professione o la nostra impresa e spesso leggere un articolo sul web è troppo dispendioso.

Per questo motivo abbiamo ideato una rubrica diversa che ti suggerisce in modo veloce e pratico alcuni accorgimenti per tutelare il tuo credito insoluto.

Ogni settimana parleremo di credit management, recupero crediti, diritto, innovazione, produttività e smart working, con un format diverso e veloce.

Pubblicheremo una locandina che ti suggerirà in modo diretto come comportarti.

Se non hai tempo per leggere gli articoli del nostro blog, puoi scaricare la nostra locandina e cominciare a seguire i nostri consigli.

A chi è rivolta la nostra rubrica?

• Imprenditori

• Aziende

• Avvocati

• Professionisti del recupero crediti

Lo sapevi che molti crediti diventano difficili da recuperare poiché i creditori non conoscono alcune regole fondamentali o poiché si commettono alcuni errori evitabili?

Il mondo degli affari è pieno di relazioni redditizie, ma spesso nasconde spiacevoli sorprese.

Non sempre puoi prevedere se il tuo cliente ti pagherà, ma grazie ai nostri consigli puoi mettere al sicuro il tuo business e puoi gestire in modo intelligente un credito.

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Cartolarizzazione: una cessione a titolo oneroso

Cessione del credito ed investimenti: come funziona la cartolarizzazione

La cartolarizzazione (securitization) è una cessione a titolo oneroso di un portafoglio di crediti. Questa operazione è disciplinata in Italia dalla Legge n. 130/1999; negli ultimi anni è stata una protagonista del mercato dei crediti NPL poiché il suo utilizzo ha permesso a tantissime banche di ottenere la liquidità economica per combattere la crisi e continuare ad erogare servizi finanziari.

Attraverso la cartolarizzazione il cedente (originator) trasferisce i crediti al cessionario (SPV, Società Veicolo); sarà quest’ultimo a ricevere i pagamenti da parte del debitore (abbiamo già parlato di cartolarizzazione in questo articolo).

Cartolarizzazione tradizionale

La cartolarizzazione tradizionale

La transazione avviene attraverso la sottoscrizione di titoli (ABS) che la SPV emette in favore degli investitori i quali materialmente finanziano l’operazione.

Il rimborso di questo denaro avviene man mano che il debitore originario effettua i pagamenti dovuti.

Lo schema appena descritto è quello della cartolarizzazione cosiddetta tradizionale.

In realtà esistono diversi tipi di securitization. Ecco gli altri 4 modelli principali:

  • CARTOLARIZZAZIONE SINTETICA ➙ Attraverso questo tipo di operazione non viene ceduta la proprietà del portafoglio ma soltanto il rischio di credito e la titolarità delle esposizioni rimane in capo all’originator. Il rischio viene trasferito mediante contratti di tipo Credit Default Swap (CDS, scambio in caso di inadempimento): l’originator (protection buyer) cede il rischio alla SPV (protection seller) che sottoscrive i contratti CDS; la SPV agisce come se fosse un’assicurazione (“protection seller” significa “venditore di protezione”) e si impegna a rimborsare l’originator nel caso in cui il debitore diventi insolvente (credit default). L’Originator versa alla SPV un importo periodico il cui ammontare è il “prezzo”della copertura. I vantaggi di questo tipo di cartolarizzazione sono: minore onerosità per l’originator, possibilità di trasferire moltissimi crediti a prescindere dalla liquidità dell’asset, stabilità del rapporto fiduciario con il cliente che non viene informato del trasferimento del rischio. Ovviamente l’utilizzo di un modello piuttosto che uno diverso dipende dall’obbiettivo perseguito dall’originator: se la banca ha bisogno di liquidità ricorre alla cartolarizzazione tradizionale perché al contrario quella sintetica prevede un trasferimento di capitale a copertura del rischio di insolvenza del debitore.
  • CARTOLARIZZAZIONE REVOLVING ➙ Attraverso questo tipo di operazione la SPV emette titoli (ABS) contenenti asset (crediti) che vengono ceduti e portati a scadenza periodicamente man mano che si formano nel bilancio dell’originator. Si distinguono due periodi: 1) periodo di revolving (revolving period) gli investitori ricevono il pagamento degli interessi mentre i rimborsi in linea capitale vengono utilizzati dalla SPV per acquistare nuovi crediti con le medesime caratteristiche; 2) periodo di ammortamento (amortization period), gli investitori ricevono il pagamento degli interessi e della quota capitale. Il classico esempio di questa operazione è la cartolarizzazione dei crediti derivanti dall’utilizzo di carte di credito di tipo revolving.
  • CARTOLARIZZAZIONE TRAMITE CONDUIT ➙ Attraverso questo tipo di operazione i crediti non vengono ceduti ad una SPV tradizionale ma ad un altro tipo di veicolo che prende il nome di Conduit (“condotto”). Questa società emette un particolare strumento finanziario che prende il nome di asset backed commercial paper (ABCP) con scadenza pari o inferiore ad un anno. Le ABCP in scadenza vengono rimborsate mediante l’emissione di nuove ABCP.
  • CARTOLARIZZAZIONE REPACKAGING ➙ Attraverso questo tipo di operazione denominata resecuritisation vengono ceduti titoli generati da una precedente operazione di cartolarizzazione. I titoli emessi prendono il nome di Collateralized Debt Obligation (CDO) .Tale cartolarizzzione è di tipo bullet cioè prevede un piano di rimborso senza ammortamento (ovvero rimborso progressivo): l’intero capitale è rimborsato in un unico pagamento alla scadenza dell’obbligazione.
5 modi per cartolarizzare i crediti

5 modi per cartolarizzare i crediti


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Teresa Rossi ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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