Trascrizione del Pignoramento Immobiliare - copertina

Trascrizione del Pignoramento Immobiliare: introduzione

Se sei un creditore in cerca di garanzie, la trascrizione del pignoramento immobiliare potrebbe essere una mossa fondamentale da considerare.

Nel caso in cui non sia possibile recuperare il credito in via stragiudiziale sarà necessario valutare la possibilità di avviare un contenzioso giudiziale.

Se il credito è di importo sufficientemente alto, il pignoramento immobiliare può costituire una buona soluzione per ottenere il pagamento del debitore.

Tuttavia prima di procedere in questa direzione devi verificare se la controparte possiede degli immobili.

In seguito dovrai accertare se i beni del debitore sono gravati da ipoteche di altri creditori.

In questo articolo ti spiegherò quali vantaggi può offrire la trascrizione del pignoramento immobiliare.

Iniziamo subito.

Finalità della Trascrizione

La trascrizione del pignoramento immobiliare è un atto giuridico che serve a garantire i diritti di un creditore su un immobile di un debitore inadempiente.

Quando viene promossa questa procedura, il diritto del creditore sul bene diventa opponibile a terzi, offrendo una maggiore sicurezza nella soddisfazione del credito.

Grazie alla trascrizione, il creditore ha la possibilità di ottenere priorità nel soddisfacimento dei propri crediti rispetto ad altri eventuali creditori.

Questo significa che in caso di vendita forzata dell’immobile pignorato, il ricavato sarà utilizzato per saldare prima il debito vantato dal creditore che ha effettuato la trascrizione.

La trascrizione impedisce al debitore di disporre liberamente dell’immobile soggetto a pignoramento senza prima soddisfare il proprio obbligo nei confronti del creditore.

Tale vincolo rende più difficile per il debitore eludere le proprie responsabilità e favorisce una maggiore tutela dei diritti del soggetto che ha effettuato il pignoramento.

Trascrizione del Pignoramento Immobiliare: definizione

La trascrizione del pignoramento immobiliare è un atto giuridico che comporta l’iscrizione di un vincolo su un immobile a seguito di una procedura esecutiva.

Questo processo serve a garantire il soddisfacimento dei crediti vantati dal creditore attraverso la vendita forzata dell’immobile pignorato.

Una volta effettuata la trascrizione, l’immobile diventa indisponibile per il debitore e non può essere alienato o gravato senza aver preventivamente estinto il debito oggetto del pignoramento.

Si tratta quindi di una misura restrittiva che limita le possibilità di alienazione del proprietario dell’immobile.

Grazie a questa procedura, si garantisce al creditore maggiore tutela e possibilità di soddisfazione dei propri diritti patrimoniali.

Trascrizione del Pignoramento Immobiliare: conseguenze giuridiche

La trascrizione del pignoramento immobiliare è un atto giuridico di estrema importanza che comporta diverse conseguenze legali.

Una volta effettuata la trascrizione, l’immobile viene ufficialmente vincolato e non può essere venduto o ipotecato senza rispettare le condizioni stabilite dalla legge.

Le conseguenze giuridiche della trascrizione riguardano sia il debitore che il creditore coinvolti nella procedura di esecuzione forzata.

Per il debitore si verifica la perdita del pieno controllo sull’immobile oggetto di pignoramento e la limitazione delle possibilità di disporne liberamente.

Dall’altra parte, per il creditore, la trascrizione rappresenta una garanzia più solida per recuperare il credito vantato in caso di insolvenza da parte del debitore.

In questo modo, si crea una tutela maggiore nei confronti dei creditori e si favorisce un maggior grado di certezza nell’esecuzione delle procedure legali.

È fondamentale comprendere appieno le implicazioni giuridiche della trascrizione del pignoramento immobiliare prima di intraprendere tale azione legale, poiché essa può avere ripercussioni significative sulle parti coinvolte nel processo.

Pignoramento e Ipoteca: differenze

È importante distinguere la differenza tra ipoteca e pignoramento immobiliare.

In particolare, da un lato, l’ipoteca è un diritto reale di garanzia che consente al creditore di avere un privilegio sul bene ipotecato senza trasferirne la proprietà.

Dall’altro lato, il pignoramento immobiliare comporta la vendita forzata del bene per soddisfare il debito contratto dal debitore.

Prima di procedere con la trascrizione del pignoramento immobiliare, è fondamentale verificare l’esistenza di eventuali creditori ipotecari.

Infatti i creditori ipotecari hanno priorità nel soddisfacimento del proprio credito rispetto ai creditori chirografari (ovvero quelli che non hanno iscritto ipoteca).

La corretta comprensione delle differenze tra i due strumenti giuridici ti aiuterà a prevenire potenziali contestazioni future da parte dei soggetti coinvolti nell’esecuzione forzata.

Benefici per il creditore

La trascrizione del pignoramento immobiliare porta significativi benefici al creditore. Questo provvedimento garantisce al creditore il diritto di soddisfazione del proprio credito attraverso la vendita forzata dell’immobile pignorato.

Una volta effettuata la trascrizione, il creditore ottiene priorità rispetto ad altri creditori non garantiti sullo stesso bene. Questa priorità aumenta le possibilità di recuperare l’importo dovuto in tempi più rapidi e con maggiore sicurezza.

I benefici per il creditore derivanti dalla trascrizione del pignoramento immobiliare includono quindi una tutela più efficace dei propri interessi patrimoniali e una maggiore probabilità di recupero del credito in caso di insolvenza da parte del debitore.

Infine, grazie alla trasparenza offerta dalla trascrizione, il procedimento contribuisce a creare un ambiente giuridico più equo e regolamentato per tutte le parti coinvolte nella situazione debitoria.

Trascrizione del Pignoramento Immobiliare: quando conviene effettuarla

La trascrizione del pignoramento immobiliare può essere conveniente per il creditore nel momento in cui si vuole garantire il soddisfacimento del proprio credito attraverso la vendita all’asta dell’immobile che appartiene a un debitore insolvente.

La trascrizione consente di avviare l’iter giudiziario di pignoramento.

Effettuare la trascrizione del pignoramento immobiliare può essere utile quando hai accertato che il debitore possiede beni immobili di buon valore, che possano essere aggiudicati in asta immobiliare.

Prima di promuovere un pignoramento è importante valutare attentamente i costi della procedura e il possibile scenario di incasso.

In questo modo potrai accertare se questa procedura è la soluzione più adeguata per garantire il recupero del credito.

In genere conviene effettuare la trascrizione del pignoramento immobiliare quando l’immobile del debitore non è gravato da ipoteche o diritti di prelazione.

Tuttavia, è fondamentale rivolgersi a consulenti legali specializzati nella valutazione di immobili da pignorare prima di intraprendere questa strada, al fine di valutare tutte le opzioni disponibili e prendere decisioni informate.


Conclusione

La trascrizione del pignoramento immobiliare è un importante strumento legale che consente al creditore di tutelare i propri interessi in caso di insolvenza del debitore.

Attraverso questa procedura, il creditore ha la possibilità di garantirsi il recupero del credito vantato tramite l’ipoteca sull’immobile del debitore.

È fondamentale comprendere le implicazioni giuridiche, i costi e i benefici derivanti dal pignoramento immobiliare per agire nel rispetto della legge e raggiungere l’obiettivo di recupero.

La trascrizione del pignoramento immobiliare rappresenta uno strumento essenziale nel contesto delle procedure esecutive e una solida garanzia per i creditori.

Questa soluzione può favorire il recupero dei crediti e può aumentare le probabilità di incasso.

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Pignoramento del Conto Corrente - copertina

Pignoramento del Conto Corrente: le regole da seguire

Se devi promuovere un pignoramento del conto corrente e hai bisogno di maggiori informazioni, allora sei nel posto giusto.

In questo articolo, ti fornirò le regole da seguire per evitare errori comuni e proteggere i tuoi interessi finanziari.

Scoprirai come gestire al meglio questa delicata situazione e navigare tra le acque agitate del pignoramento del conto corrente.

Leggi questa guida per saperne di più.

Pignoramento del Conto Corrente e Pignoramento presso Terzi

Il pignoramento del conto corrente è regolato dall’articolo 543 del codice di procedura civile, il quale disciplina il procedimento per il pignoramento presso terzi.

Questo strumento giuridico viene utilizzata per bloccare i fondi presenti su un conto corrente di un debitore inadempiente, al fine di soddisfare un credito vantato da un creditore.

Il meccanismo del pignoramento presso terzi consente al creditore di agire direttamente sul denaro depositato dal debitore in una banca o istituto finanziario, senza doversi rivolgere direttamente al debitore.

In questo modo si crea un vincolo di indisponibilità sul conto corrente in attesa del provvedimento di assegnazione del Giudice.

Forma e notifica del pignoramento

Il pignoramento deve contenere una richiesta di pagamento al debitore secondo quanto previsto dall’articolo 492 cpc, l’indicazione del credito, del titolo esecutivo (in cui è cristallizzato il credito) e il precetto per cui si sta procedendo.

La notifica del pignoramento deve contenere almeno una stima delle cose o delle somme dovute e l’istruzione al terzo di non disporne senza l’autorizzazione del giudice.

È necessario che il creditore dichiari di risiedere o di avere domicilio nel comune dove si trova il tribunale competente.

Attraverso la notifica del pignoramento il debitore viene citato a comparire davanti al giudice competente, con l’invito al terzo a comunicare la dichiarazione di cui all’articolo 547 cpc al creditore procedente entro dieci giorni tramite raccomandata o posta elettronica certificata.

Il terzo viene avvisato che in caso di mancata comunicazione della dichiarazione, dovrà comparire in un’apposita udienza per renderla.

Se il terzo pignorato non compare in udienza o, anche se compare, non rende la dichiarazione, il credito pignorato o il possesso di cose di proprietà del debitore saranno considerati “non contestati” per il procedimento giudiziale.

Di conseguenza il Giudice emetterà il provvedimento di assegnazione in favore del creditore.

Pignoramento del Conto Corrente e Indagini Patrimoniali

Quando si parla di pignoramento del conto corrente, è fondamentale comprendere l’importanza delle indagini patrimoniali.

Queste verifiche permettono di individuare i beni e le risorse finanziarie del debitore, fornendo informazioni cruciali per il recupero crediti.

Le indagini patrimoniali vengono condotte da professionisti esperti che analizzano attentamente la situazione economica del soggetto coinvolto nel pignoramento.

Attraverso un’approfondita ricerca, è possibile identificare eventuali conti bancari, investimenti o beni immobiliari di cui il debitore potrebbe disporre.

Grazie alle indagini patrimoniali accuratamente svolte, si ottiene una panoramica chiara e dettagliata della situazione finanziaria del soggetto interessato al pignoramento.

Queste informazioni sono essenziali per garantire un processo di esecuzione efficace e mirato verso il recupero del credito vantato.

Le indagini patrimoniali rappresentano uno strumento indispensabile nell’ambito dei procedimenti di pignoramento del conto corrente.

In questo modo è possibile avere una visione completa della situazione finanziaria del debitore per programmare la corretta strategia di recupero.

Pignoramento e Minimo Vitale

Il pignoramento del conto corrente è un’azione che può avere ripercussioni sul bilancio di una persona, ma esiste una salvaguardia legale chiamata “minimo vitale“.

Questo istituto giuridico garantisce che, anche in caso di pignoramento, il debitore abbia a disposizione una somma minima per coprire le spese essenziali della vita quotidiana.

Il concetto di minimo vitale varia a seconda dei casi e tiene conto delle necessità primarie come cibo, alloggio e cure mediche.

È fondamentale conoscere i propri diritti e difendersi nel rispetto della legge per evitare situazioni difficili.

Quando si tratta di pignoramento e minimo vitale, è importante consultare un esperto legale per capire quali sono i limiti imposti dalla legge e quali azioni intraprendere per evitare errori.

La consulenza professionale può fare la differenza tra superare con successo un momento difficile o trovarsi in difficoltà economica.

I beni detenuti senza titolo

Devi sapere che nel caso di beni detenuti da terzi, è necessario avere un titolo preciso.

Se il bene viene detenuto senza un titolo formale, ad esempio in una semplice situazione di spazialità, allora il pignoramento deve essere effettuato secondo l’articolo 513 del codice di procedura civile.

In quest’ultimo caso l’ufficiale giudiziario, munito del titolo esecutivo e del precetto, può ricercare le cose da pignorare nella casa del debitore.

Nella versione riformulata della norma, si stabilisce che il terzo è soggetto agli obblighi di un custode solo per l’importo del credito oggetto del pignoramento.

Questo principio cambia l’interpretazione precedente, secondo cui il pignoramento doveva coinvolgere l’intera somma dovuta dal terzo, senza considerare l’entità del credito per cui si procedeva.

L’attuale formulazione della norma mira a garantire che il pignoramento presso terzi sia proporzionato al credito del pignorante e non produca effetti spropositati nella sfera giuridica dell’esecutato.

Gli obblighi del terzo

Con la formulazione attuale della norma, il terzo pignorato non è più chiamato a comparire in tribunale per rilasciare una dichiarazione.

Nel pignoramento del conto corrente la posizione di terzo pignorato è ricoperta da una banca o un istituto di credito.

Nel giudizio esecutivo la banca verrà invitata a precisare l’ammontare delle somme che deve, come previsto dalla normativa vigente.

In passato, la citazione del terzo comportava un vero e proprio processo di cognizione, in cui il terzo assumeva la qualità di parte e il risultato finale era una sentenza che comprendeva anche l’accertamento giudiziale del credito.


Conclusione

Per evitare errori e garantire il successo di un pignoramento del conto corrente, è fondamentale seguire le regole stabilite dalla legge.

Assicurati di comprendere appieno la differenza tra il pignoramento del conto corrente e il pignoramento presso terzi, oltre a considerare l’importanza delle indagini patrimoniali per individuare i beni da aggredire.

Ricorda sempre di quantificare il minimo vitale del debitore durante il processo di pignoramento per valutare se la causa giudiziale sarà vantaggiosa.

Se vuoi promuovere con successo un pignoramento del conto corrente, affidati a professionisti specializzati in diritto dell’esecuzione.

In questo modo potrai gestire tutte le fasi dell’esecuzione forzata senza commettere errori che potrebbero ritardare o impedire il recupero del tuo credito insoluto.

Pignoramento del Conto Corrente - come evitare errori


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Cartolarizzazione dei Crediti - modelli

La Cartolarizzazione: Cessione del Credito e Investimenti

La cartolarizzazione è uno strumento finanziario utile per le società di investimenti.

Grazie a questo istituto un creditore può trasferire i propri crediti ad altri soggetti, riducendo così il rischio e liberando capitale per nuove opportunità.

Le banche utilizzano la cartolarizzazione principalmente per migliorare la propria posizione patrimoniale e aumentare la liquidità disponibile.

Le società finanziarie cedono i propri crediti attraverso questo meccanismo al fine di ottenere immediatamente fondi che possono reinvestire in altre attività redditizie.

In genere gli investitori (fondi di investimento; società spv) sono interessati all’acquisto dei titoli emessi dopo la cessione del credito poiché tale attività rappresenta un’opportunità per diversificare il proprio portafoglio e ottenere rendimenti interessanti su investimenti collaterali moderatamente sicuri.

In questo articolo ti spiegherò in modo semplice quali sono i modelli principali di cartolarizzazione.

Prima di iniziare voglio fornirti alcune premesse.

Cartolarizzazione o Securitization

La cartolarizzazione (o anche definita “Securitization“) è un sofisticato strumento finanziario e giuridico che consiste nel trasferire un insieme di attività finanziarie illiquide, come prestiti o crediti, in un veicolo giuridico autonomo noto come Special Purpose Vehicle (SPV).

La società veicolo (SPV) emette dei titoli garantiti da tali attività, consentendo agli investitori di partecipare ai flussi di cassa generati da esse.

In Italia questo istituto è disciplinato dalla Legge n. 130/1999 e negli ultimi anni è stata una protagonista del mercato dei crediti NPL.

L’utilizzo della cartolarizzazione, infatti, ha permesso a tantissime banche di ottenere la liquidità economica per combattere la crisi e continuare ad erogare servizi finanziari.

Come funziona la Cartolarizzazione

Attraverso la cartolarizzazione il cedente (originator) trasferisce i crediti al cessionario (SPV, Società Veicolo); sarà quest’ultimo a ricevere i pagamenti da parte del debitore (abbiamo già parlato di cartolarizzazione in questo articolo).

La transazione avviene attraverso la sottoscrizione di titoli (ABS) che la SPV emette in favore degli investitori i quali materialmente finanziano l’operazione.

Il rimborso di questo denaro avviene man mano che il debitore originario effettua i pagamenti dovuti.

Come funziona la Cartolarizzazione - schema infografico

La Società Veicolo (SPV) agisce come un ente autonomo, isolando le attività cartolarizzate dal bilancio dell’emittente originario e proteggendo gli investitori in caso di insolvenza dell’emittente.

I flussi di cassa provenienti dalle attività sottostanti vengono destinati al pagamento degli interessi e del capitale dei titoli emessi.

Per approfondire il tema e identificare i soggetti coinvolti ti consiglio di leggere il nostro articolo: Crediti in sofferenza: guida pratica sulla Cartolarizzazione.

I vantaggi della Cartolarizzazione

La cartolarizzazione presenta una serie di vantaggi significativi sia per gli emittenti che per gli investitori.

Per gli emittenti è possibile trasformare le attività “illiquide”, come prestiti o crediti, in titoli negoziabili, liberando così capitale e migliorando la gestione del bilancio.

La cartolarizzazione agevola la dispersione del rischio, consentendo agli emittenti di trasferire specifiche attività a un veicolo giuridico dedicato (SPV).

Gli investitori, invece, potranno beneficiare di una buona opportunità di investimento poiché i titoli sono garantiti da flussi di cassa reali e forniscono un rendimento stabile e diversificato.

Questo strumento è molto efficace per migliorare la liquidità e per creare opportunità di investimento sul mercato finanziario.


I 5 Modelli di Cartolarizzazione

I 5 modelli di Cartolarizzazione

Nel vasto panorama della cartolarizzazione si distinguono cinque principali modelli, ciascuno caratterizzato da specifiche peculiarità e applicazioni.

Questa varietà di modelli consente alle parti cedenti di adattare la cartolarizzazione alle proprie esigenze finanziarie.

La cartolarizzazione, infatti, è uno strumento versatile che consente di operare nel contesto di mercati dinamici e complessi.

1) La Cartolarizzazione Tradizionale

La cartolarizzazione di tipo tradizionale rappresenta un metodo consolidato nel panorama finanziario.

Nello schema tradizionale, il creditore cedente trasferisce un portafoglio di attività illiquide, come prestiti o crediti, a una struttura giuridica separata denominata Special Purpose Vehicle (SPV – o Società Veicolo).

La Società Veicolo crea ed emette titoli garantiti da tali attività, i quali vengono quindi offerti agli investitori sul mercato finanziario.

Questi titoli, noti come asset-backed securities (ABS), rappresentano quote proporzionali dei flussi di cassa generati dalle attività sottostanti.

Gli investitori acquistano tali titoli diventando così titolari di quote dei crediti, che saranno recuperati nell’attività di Credit Management.

2) La Cartolarizzazione Sintetica

Attraverso la cartolarizzazione sintetica non viene ceduta la proprietà del portafoglio ma soltanto il rischio di credito e la titolarità delle esposizioni rimane in capo all’originator.

Il rischio viene trasferito mediante contratti di tipo Credit Default Swap (CDS, scambio in caso di inadempimento): l’originator (protection buyer) cede il rischio alla SPV (protection seller) che sottoscrive i contratti CDS.

La SPV agisce come se fosse un’assicurazione (“protection seller” significa “venditore di protezione”) e si impegna a rimborsare l’originator nel caso in cui il debitore diventi insolvente (credit default).

L’Originator versa alla SPV un importo periodico il cui ammontare è il “prezzo” della copertura.

I vantaggi di questo tipo di cartolarizzazione sono molteplici e precisamente:

  • minore onerosità per l’originator;
  • possibilità di trasferire moltissimi crediti a prescindere dalla liquidità dell’asset;
  • stabilità del rapporto fiduciario con il cliente che non viene informato del trasferimento del rischio.

Infatti questa modalità permette agli emittenti di ottenere i benefici della cartolarizzazione senza dover cedere fisicamente le attività sottostanti, consentendo loro di mantenere il controllo diretto su tali attività.

La cartolarizzazione sintetica offre una maggiore flessibilità e agilità nelle strategie aziendali, riducendo al contempo l’impatto operativo del processo.

3) La Cartolarizzazione Revolving

Attraverso la cartolarizzazione Revolving la SPV emette titoli (ABS) contenenti asset (crediti) che vengono ceduti e portati a scadenza periodicamente man mano che si formano nel bilancio dell’originator.

All’interno della cartolarizzazione Revolving si distinguono due periodi.

Nel primo periodo, c.d. periodo di revolving (revolving period), gli investitori ricevono il pagamento degli interessi mentre i rimborsi in linea capitale vengono utilizzati dalla SPV per acquistare nuovi crediti con le medesime caratteristiche.

Nel secondo periodo, c.d. periodo di ammortamento (amortization period), gli investitori ricevono il pagamento degli interessi e della quota capitale.

Il classico esempio di questa operazione è la cartolarizzazione dei crediti derivanti dall’utilizzo di carte di credito di tipo revolving.

4) La cartolarizzazione tramite Conduit

Attraverso questo tipo di operazione i crediti non vengono ceduti ad una SPV tradizionale ma ad un altro tipo di veicolo che prende il nome di Conduit (“condotto”).

Questa società emette un particolare strumento finanziario che prende il nome di asset backed commercial paper (ABCP) con scadenza pari o inferiore ad un anno.

Le ABCP in scadenza vengono rimborsate mediante l’emissione di nuove ABCP.

La flessibilità della cartolarizzazione Conduit consente di includere in modo semplice nuovi crediti, facilitando l’aggiornamento del portafoglio in risposta alle dinamiche del mercato.

La diversificazione del rischio tra gli investitori contribuisce a mitigare la volatilità e a stabilizzare la situazione finanziaria generale.

In sintesi, la cartolarizzazione Conduit si presenta come un valido strumento per migliorare la liquidità, ridurre i costi di finanziamento e ottimizzare la gestione del rischio

5) La cartolarizzazione Repackaging

Attraverso questo tipo di operazione denominata “resecuritisation” vengono ceduti titoli generati da una precedente operazione di cartolarizzazione.

I titoli emessi prendono il nome di Collateralized Debt Obligation (CDO).

Tale cartolarizzazione è di tipo bullet e cioè prevede un piano di rimborso senza ammortamento (ovvero rimborso progressivo).

L’intero capitale è rimborsato in un unico pagamento alla scadenza dell’obbligazione.

La cartolarizzazione Repackaging offre un’opportunità unica di ottimizzare la gestione del rischio e migliorare la redditività.

Attraverso questa modalità, gli asset finanziari, spesso in forma di crediti, vengono ristrutturati e riorganizzati in nuovi strumenti, consentendo alle imprese di personalizzare le caratteristiche di tali titoli.

La cartolarizzazione Repackaging permette anche una diversificazione efficiente del rischio, poiché gli strumenti finanziari possono essere adattati per riflettere diverse tipologie di attività sottostanti.


Conclusione

La cartolarizzazione si configura come un potente strumento finanziario che offre una serie di vantaggi sia per le istituzioni finanziarie che per le imprese.

Grazie a questo strumento gli asset finanziari vengono trasformati in titoli negoziabili, permettendo un più efficiente trasferimento del rischio e una migliore gestione del capitale.

Queste informazioni possono essere utili per un creditore al fine di valutare correttamente gli investimenti e gestire efficacemente il proprio portafoglio creditizio.

In questo modo è possibile migliorare la liquidità e aumentare le opportunità di profitto.

In definitiva, la cartolarizzazione costituisce un mezzo efficace per ottimizzare i bilanci, mitigare il rischio e favorire la stabilità finanziaria.

Cartolarizzazione i 5 modelli


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Teresa Rossi

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Prestito Personale tra amici o familiari

Come recuperare un credito derivante da prestito personale

Hai concesso un prestito personale a un amico o a un familiare e adesso la restituzione tarda ad arrivare?

So bene quanto possa essere complicato gestire una situazione del genere.

Non hai ancora ricevuto il pagamento e non sai come comportarti.

Inoltre questa situazione può persino compromettere un rapporto personale importante.

In questo articolo ti suggerirò le regole da seguire per recuperare un credito fondato su prestito personale e ti spiegherò come affrontare al meglio i problemi più delicati.

Preparati a scoprire tutti i segreti per gestire questa situazione.

Iniziamo subito.

Definizione di prestito personale

Il prestito personale è una pratica comune tra amici o familiari che coinvolge la concessione di denaro senza l’intermediazione di istituti finanziari.

In altre parole, si tratta di un accordo informale in cui una persona presta del denaro a un’altra persona, solitamente per scopi personali.

Questo tipo di prestito (disciplinato dall’articolo 1813 del codice civile) non deve essere confuso con i prestiti bancari o finanziari regolamentati da leggi specifiche.

Nel caso del prestito personale, le condizioni e i termini sono stabiliti direttamente tra le parti coinvolte, spesso verbalmente o tramite scrittura privata.

È importante tenere presente che il prestito personale può generare conflitti all’interno dei rapporti interpersonali se non vengono chiariti preventivamente gli accordi e le modalità di rimborso.

Pertanto, è consigliabile definire chiaramente tutti gli aspetti dell’accordo prima di procedere con il trasferimento del denaro.

Le regole da seguire per recuperare un prestito personale

Recuperare un prestito personale da un amico o familiare può essere complicato, ma è importante seguire alcune regole per gestire la situazione nel modo migliore.

Innanzitutto, cerca di mantenere sempre una comunicazione chiara e trasparente con il debitore.

Spiega il tuo punto di vista per trovare una soluzione che possa soddisfare entrambe le parti.

Una regola fondamentale è quella di monitorare sul calendario (anche tramite applicazioni online) la data di scadenza per la restituzione del prestito.

Se la controparte ha problemi a restituire l’importo pattuito, richiedi di formulare un’offerta formale in cui siano indicate le nuove modalità di pagamento.

E’ importante che la negoziazione tra le parti possa essere provata da documenti scritti.

In questo modo avrai delle prove tangibili nel caso in cui dovessero sorgere controversie future riguardanti il recupero del credito.

Le prove documentali da custodire

Quando si tratta di un prestito personale tra amici o familiari, è importante tenere traccia di tutte le prove documentali relative alla transazione.

Questi documenti possono essere fondamentali nel caso in cui si verifichi una controversia o se sia necessario recuperare il credito.

Una delle prime cose da fare è conservare eventuali ricevute di pagamento che dimostrino l’avvenuto versamento dei soldi prestati.

Le ricevute devono contenere informazioni come la data di accredito e l’eventuale firma della persona che ha effettuato il bonifico.

Ti consiglio di conservare tutti i messaggi, le email o qualsiasi altro tipo di comunicazione che dimostri l’accordo tra te e il debitore.

Queste prove scritte possono essere utilizzate per dimostrare le condizioni pattuite e le tempistiche concordate.

Inoltre, è importante conservare eventuali documenti firmati dalle parti coinvolte che attestino l’accordo sul prestito personale, come ad esempio un contratto o una scrittura privata.

In questo modo sarà possibile provare l’esistenza della transazione comprensiva di tutti i dettagli concordati tra le parti.

Contratto o scrittura privata: le differenze per il prestito personale

Quando si tratta di prestiti personali tra amici o familiari, è essenziale definire le modalità e i termini del prestito in modo chiaro sin dall’inizio.

In questo contesto, la scelta tra un contratto ufficiale e una semplice scrittura privata può fare la differenza.

Un contratto formale per un prestito personale include dettagli specifici come l’importo prestato, il tasso di interesse (se applicabile), il piano di rimborso e le eventuali garanzie richieste.

Questa documentazione ufficiale offre maggiore protezione legale a entrambe le parti coinvolte nel prestito.

D’altra parte, una scrittura privata è meno formale ma comunque importante per definire formalmente gli accordi presi tra amici o parenti riguardanti il prestito.

Anche se potrebbe non avere lo stesso peso legale di un contratto o atto notarile, una scrittura privata può essere utile in caso di eventuali controversie.

Indipendentemente dalla forma prescelta, è fondamentale che la scrittura privata sia redatta con cura e precisione per evitare malintesi o fraintendimenti.

La chiarezza nei dettagli è essenziale per garantire che entrambe le parti rispettino gli accordi stabiliti.

Cosa dice la Cassazione

Secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione (Cass. n. 8829/2023), la prova di esistenza di un contratto di prestito personale può essere fornita non solo attraverso la presentazione del documento contrattuale.

Infatti il creditore potrà esibire in giudizio prova che dimostrino la presenza di elementi circostanziali come:

  • l’indicazione della causale dei bonifici (effettuati dal creditore verso il debitore);
  • l’assenza di risposte alle richieste di pagamento fuori dal processo.

Inoltre, secondo la giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 4232/2023), nel contratto di prestito personale esistono alcune caratteristiche peculiari:

  • il pagamento delle rate non può considerarsi scaduto prima della scadenza dell’ultima rata;
  • la prescrizione del diritto al rimborso della somma prestata inizia a decorrere dalla data di scadenza dell’ultima rata;
  • la prescrizione quinquennale disciplinata dall’articolo 2948 del codice civile non si applica agli interessi stabiliti nel piano di ammortamento (ove concordato tra le parti).

Come avviare una trattativa stragiudiziale

Una trattativa stragiudiziale è un passo essenziale nel tentativo di recuperare un prestito personale da amici o familiari.

Ricorda che la comunicazione assertiva è fondamentale per raggiungere un accordo soddisfacente per entrambe le parti coinvolte.

Avviare un contenzioso giudiziale non sempre è la strada più efficace per recuperare un credito insoluto.

Prima di avviare un contenzioso è necessario analizzare la situazione debitoria della controparte e quantificare le spese da sostenere.


Conclusione

Per recuperare un credito derivante da un prestito personale senza compromettere i rapporti con la controparte, è fondamentale adottare una strategia risolutiva e diplomatica.

Innanzitutto, è consigliabile instaurare un dialogo aperto e costruttivo con il debitore, cercando di raggiungere un accordo amichevole che possa soddisfare entrambe le parti.

Nel caso in cui non fosse possibile trovare una soluzione e si rendesse necessario intraprendere azioni legali, è importante valutare quantificare le spese legali da sostenere per evitare costi eccessivi.

Ti consiglio di consultare preventivamente un professionista del settore per quantificare in modo accurato i costi ed evitare che l’attività di recupero risulti antieconomica.

Prestito Personale tra amici o familiari - consigli


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Mediazione Civile - motivi - copertina

Mediazione Civile: come avviarla per il recupero di un credito

Nel settore del recupero crediti, la mediazione civile costituisce uno strumento alternativo e vantaggioso rispetto alle tradizionali procedure giudiziarie

La mediazione civile si presenta come un mezzo flessibile e informale che consente alle parti di trovare delle soluzioni su misura in base alle proprie necessità.

La presenza di un mediatore facilita il dialogo tra le parti in conflitto, incoraggiando la collaborazione e la ricerca di soluzioni condivise al di fuori delle aule di Tribunale.

La Mediazione Civile: definizione

La mediazione civile è un processo extragiudiziale volto a risolvere controversie tra le parti coinvolte, con l’assistenza di un mediatore neutrale e imparziale.

L’istituto giuridico della mediazione civile è stato introdotto per alleggerire il carico di lavoro dei tribunali e favorire la definizione stragiudiziale dei contenziosi.

In alcuni casi la mediazione è obbligatoria: la legge, infatti, prevede che in certe materie (quelle considerate più “litigiose”) la parte che intende promuovere una causa civile ha l’obbligo di avviare la mediazione prima dell’instaurazione del contenzioso.

Se hai intenzione di rivolgerti ad un giudice per definire una controversia ricorda che dovrai avviare obbligatoriamente la mediazione nella seguenti materie:

  • condominio;
  • diritti reali;
  • divisione;
  • successioni ereditarie;
  • patti di famiglia;
  • locazione;
  • comodato;
  • affitto di aziende;
  • risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti;
  • risarcimento del danno derivante da responsabilità medica;
  • risarcimento del danno derivante da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità;
  • contratti assicurativi, bancari e finanziari.
  • associazione in partecipazione.
  • franchising;
  • opera;
  • rete;
  • somministrazione;
  • società di persone;
  • subfornitura.

Strumento poco utilizzato

Dopo la sua introduzione (avvenuta con il decreto legislativo n. 28/2010) la mediazione è uno strumento poco utilizzato.

Molti operatori del diritto hanno manifestato scetticismo su questo istituto, poiché ritenuto poco utile per ridurre il carico di contenziosi pendenti.

La conseguenza è che soltanto in pochi casi la mediazione è avviata come primo strumento di risoluzione alternativa delle controversie.

In effetti in alcune città d’Italia avviare una mediazione è un’attività molto fastidiosa, poiché richiede lo svolgimento di diversi adempimenti burocratici che mandano in tilt anche il più paziente degli avvocati.

In ogni caso la mediazione civile può rappresentare uno strumento alternativo di recupero e può permetterti di ricevere il pagamento in tempi più celeri rispetto ad una causa giudiziale.


I vantaggi della Mediazione Civile per il recupero di un credito

Mediazione Civile - i vantaggi

La mediazione civile si presenta come uno strumento di grande utilità nell’attività di recupero crediti.

Grazie a questo istituto le parti coinvolte possono negoziare in modo collaborativo, raggiungendo soluzioni su misura che tengano conto delle specifiche esigenze.

L’utilità della mediazione civile consiste nella sua capacità di offrire uno spazio equo e collaborativo in cui si possono cercare soluzioni condivise, riducendo notevolmente i tempi e i costi associati al processo di recupero.

L’istituto della mediazione civile consente di evitare i lunghi e onerosi percorsi giudiziali, promuovendo invece un dialogo costruttivo che favorisce l’attività di recupero del tuo credito.

Di seguito voglio suggerirti tre motivi per cui conviene avviare una mediazione civile per recuperare un credito.

1) Rafforza la tua posizione davanti al Giudice

Se vuoi recuperare un credito attraverso un’azione legale, e hai deciso di non avviare una mediazione volontaria, il Giudice potrebbe comunque richiederti di esperire il tentativo.

Capita molte volte che nel corso dei contenziosi civili il Giudice ordini alle parti di avviare una mediazione anche se il giudizio non ricade nelle materie obbligatorie.

Lo scopo della magistratura è quello di diminuire il numero di contenziosi pendenti, esortando così le parti a transigere la controversia in mediazione.

Se hai già promosso una mediazione civile prima di instaurare la causa, e la mediazione si è conclusa senza la comparizione della tua controparte, il Giudice potrebbe valutare positivamente il tuo comportamento.

In questo modo stai dimostrando che avevi voglia di transigere la controversia prima di avviare la causa, ma la mancata comparizione del debitore ti ha costretto a rivolgerti al Giudice.

In molti casi, se dimostrerai di aver tentato una mediazione alla quale il tuo avversario non si è presentato, le possibilità di vittoria nel giudizio potrebbero aumentare moltissimo.

2) I costi di avvio della Mediazione sono bassi

Se decidi di avviare una mediazione, devi sapere che le spese da versare in favore dell’Organismo sono piuttosto basse rispetto ai costi di una causa giudiziale.

Se il tuo credito è inferiore a 1.000,00 (mille) euro le spese di avvio ammontano ad 40,00 (quaranta) euro.

Se invece il tuo credito è superiore a 50.000,00 (cinquantamila) euro, o se il valore della controversia è indeterminato. le spese che dovrai versare ammontano ad 110.00,00 euro (come indicato dall’art. 32 del Regolamento Ministeriale n. 150/2023).

Se il debitore si presenterà al primo incontro e deciderà di proseguire la trattativa, dovrai versare un compenso all’Organismo in base all’esito del procedimento.

Se invece la controparte dovesse ignorare il tuo invito alla mediazione, allora non dovrai versare ulteriori somme oltre a quelle sostenute per l’avvio.

Se intendi promuovere un contenzioso cerca di capire se il Tribunale al quale ti rivolgerai è veloce nella trattazione della causa.

Nei fori meno virtuosi, nei quali i contenziosi durano più a lungo, avviare una mediazione può essere una scelta saggia.

Le spese di avvio sono basse e forse il tuo debitore potrebbe convincersi a sedersi al tavolo delle trattative.

3) I costi di registrazione dell’Accordo di Mediazione sono bassi

Se raggiungi un accordo con la controparte durante la mediazione, potrai beneficiare di un’importante agevolazione fiscale.

Infatti tutti i provvedimenti giudiziali di condanna (sentenze o decreti ingiuntivi) sono soggetti alla tassazione da parte dello Stato.

Tuttavia il provvedimento finale che definisce la mediazione (verbale di mediazione) ti permetterà di sfruttare una deroga molto vantaggiosa.

Il verbale contenente l’accordo di conciliazione è esente dall’imposta di registro entro il limite di valore di 100.000,00 (centomila) euro, altrimenti l’imposta è dovuta per la parte eccedente.

Quando la mediazione si conclude senza l’accordo al primo incontro, le parti non sono tenute a corrispondere importi ulteriori (come prevede l’art. 17 del Decreto Legislativo n. 28/2010).

Diversamente se ottieni un provvedimento giudiziale di condanna, l’imposta che dovrai pagare sarà sicuramente più alta.

Un consiglio: prima di avviare una causa civile verifica se il Tribunale in cui devi presentare la domanda è veloce nella trattazione dei contenziosi.

Un sistema giudiziario celere è una garanzia di giustizia per i creditori insoddisfatti.

Tuttavia se il Tribunale è troppo lento nella definizione del procedimento, valuta seriamente di transigere prima la controversia.

La mediazione potrebbe essere uno strumento utile.


Conclusione

La mediazione civile è un mezzo efficace per recuperare un credito poiché offre molti vantaggi sia al creditore sia al debitore.

Attraverso la mediazione le parti potranno dialogare in modo costruttivo con l’aiuto di un Mediatore, al fine di raggiungere in tempi più celeri un accordo sul pagamento del credito insoluto.

Pertanto, la mediazione contribuisce a garantire rapidità ed efficienza all’attività di recupero crediti, e può ridurre i costi che dovresti sostenere se decidi di avviare un contenzioso giudiziario.

Mediazione Civile - i motivi per avviarla


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Tino Crisafulli

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Fallimento società di capitali - copertina

Fallimento Società di Capitali: cosa fare e come conviene comportarsi

Il fallimento di una società di capitali è un evento complesso che può avere implicazioni significative per i creditori coinvolti.

Le società di capitali sono entità giuridiche create con lo scopo di condurre attività commerciali e possono assumere forme come le società per azioni (S.p.A.) o le società a responsabilità limitata (S.r.l.).

Le società di capitali si differenziano dalle società di persone, come le società in nome collettivo (S.n.c.) o le società in accomandita semplice (S.a.s.), in quanto il patrimonio delle società di capitali è distinto dal patrimonio dei soci (che possono essere sia persona fisiche sia persone giuridiche, ovvero altre società).

Infatti in caso di debiti contratti da una società di capitali, il creditore potrà procedere contro quest’ultima colpendo il patrimonio societario e non già il patrimonio dei singoli soci.

Questo principio si definisce “autonomia patrimoniale”.

Recuperare un credito da una società di capitali che è stata dichiara fallita può essere complesso, ma non è impossibile.

Nel corso della mia esperienza professionale sono riuscito a raggiungere dei risultati molto vantaggiosi da questa situazione delicata.

Per questo motivo voglio fornirti alcuni consigli da seguire se vuoi recuperare un credito da una società di capitali fallita o prossima al fallimento.

Iniziamo subito.

1) Analizza il Bilancio della Società

Per prima cosa ti suggerisco di analizzare il bilancio della Società.

Il bilancio è l’insieme dei documenti contabili che certifica lo stato patrimoniale e finanziario di un’impresa.

Il bilancio di esercizio è un documento pubblico che puoi scaricare dal Registro Imprese.

Attraverso l’esame del bilancio puoi scoprire a quanto ammonta l’importo dei debiti dell’impresa e se quest’ultima rischia il fallimento.

2) Verifica chi sono i Soci

Verifica chi sono i soci dell’impresa e come è diviso il capitale sociale.

Per completare questo accertamento ti consiglio di estrarre una visura camerale della società di capitali.

Identificare i soci dell’impresa ti consentirà di effettuare un’analisi molto dettagliata della tua controparte.

In questo modo potrai programmare la strategia di recupero più efficace e potrai verificare si ci sono i presupposti per promuovere un’azione legale nei confronti dei soci.

3) Ottieni maggiori informazioni sulle attività passate

Effettua degli accertamenti e cerca di ottenere tutte le informazioni sulle attività passate della società di capitali.

Per prima cosa puoi esaminare i debiti che sono presenti nel bilancio dell’impresa per capire da dove ha origine l’esposizione debitoria.

In seguito effettua un’indagine patrimoniale per capire quali sono i beni di proprietà della società di capitali.

In questo modo potrai accertare la consistenza del patrimonio della tua controparte e potrai verificare come comportarti per recuperare il tuo credito.

Se l’impresa possiede dei beni immobili, il recupero del tuo credito potrebbe essere più semplice.

Tuttavia prima di ipotizzare un possibile successo dovrai verificare il numero dei creditori della società di capitali in fallimento.

4) Richiedi assistenza legale per il Fallimento

Dopo aver accertato che la società di capitali è sottoposta a un fallimento, ti consiglio di richiedere assistenza a un avvocato specializzato in credit management.

In questo modo potrai conoscere tutte le informazioni sulla procedura concorsuale e potrai stimare un’eventuale data di incasso.

Infatti il tuo legale potrà contattare il Curatore Fallimentare per chiedere se è stato emesso lo “stato passivo” e per verificare se vi sono prospettive di recupero.

Lo “stato passivo” è un atto processuale, che viene emesso nel corso del giudizio e che include l’elenco di tutti i debiti che la società ha accumulato fino al momento del fallimento.

Dall’esame dello “stato passivo” potrai verificare l’ammontare dei debiti accumulati dalla società fallita e potrai stabilire l’ordine di priorità dei crediti.

5) Presenta la domanda di ammissione al passivo

Dopo aver verificato lo stato passivo, potrai presentare la domanda di ammissione nel corso del fallimento.

La domanda di ammissione (disciplinata dall’art. 93 della Legge Fallimentare) è un atto con cui il creditore comunica al tribunale l’entità del credito vantato nei confronti della società fallita e ne chiede l’inserimento nello stato passivo.

All’interno della domanda dovrai descrivere i fatti e gli elementi di diritto su cui si fonda il tuo credito e che costituiscono il motivo per presentare la tua richiesta.

Insieme alla domanda dovrai esibire tutti i documenti che dimostrano l’esistenza e la validità del tuo credito (es. fatture, contratti sottoscritti con la società fallita, eventuali atti giudiziari di condanna, come sentenze e/o decreti ingiuntivi).

Una volta presentata la domanda di ammissione al passivo, il tribunale fallimentare valuterà e verificherà le tue richieste dei creditori per assicurarsi che siano legittime e conformi alla legge fallimentare.

Gli organi della procedura potrebbero richiederti ulteriori informazioni o prove, prima di decidere se accettare o respingere la richiesta di insinuazione.

In caso di accoglimento della domanda, il tuo credito verrà incluso nello stato passivo del fallimento e verrà considerato per il pagamento durante il processo di liquidazione.


Conclusione

Prima di avviare un’azione legale nei confronti di una società di capitali effettua un’indagine patrimoniale e legale sulla controparte.

Nel caso in cui l’impresa abbia maturato numerosi debiti, il rischio di apertura del fallimento è molto concreto.

Se la società di capitali è stata sottoposta a una procedura fallimentare, il recupero del tuo credito sarà più difficile ma non sarà impossibile.

Per non commettere errori ti consiglio di chiedere il parere di uno specialista di credit management per elaborare una strategia di recupero efficace.

Alcuni giudizi di fallimento si possono concludere con un riparto e con una distribuzione di denaro nei confronti dei creditori.

Fallimento società di capitali - consigli


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Pignoramento del Garante - info - copertina

Pignoramento del garante: come evitare errori

Il pignoramento del garante è uno strumento molto utilizzato nelle procedure esecutive avviate per il recupero dei crediti bancari.

Tuttavia questo strumento può essere sfruttato anche nell’ambito dei crediti commerciali maturati da imprese e professionisti.

La figura del garante riveste un’importanza cruciale per i creditori che si trovano ad affrontare situazioni di insolvenza da parte dei debitori.

La corretta identificazione e il coinvolgimento del garante consentono al creditore di aumentare le possibilità di incasso e ottenere la soddisfazione del credito.

L’intervento del garante è finalizzato a mitigare il rischio di insolvenza del debitore principale e fornisce al creditore un’opzione di pagamento aggiuntiva, contribuendo così a facilitare il recupero del credito.

Pignoramento del garante: il tuo debitore non paga regolarmente?

Temi che non sia una situazione temporanea?

Non ti rimane altro che rivalerti sull’altro contraente, sempre che esista e che sia solvibile, e promuovere un pignoramento del garante.

Il Garante: definizione

Il garante è quella persona che sottoscrive un contratto, un patto o una convenzione per garantire alla controparte che il debitore principale adempierà l’obbligazione di pagamento.

Questo istituto giuridico viene utilizzato spesso nei contratti bancari e nei contratti di finanziamento e serve agli istituti di credito o alle finanziarie per ridurre i rischi di insolvenza.

Se il tuo contratto è stato sottoscritto anche da un garante, hai un’alternativa preziosa per recuperare il tuo credito: il pignoramento del garante.

Ricorda però che devi scegliere la strada più conveniente cercando di evitare gli errori più comuni.


Il Pignoramento del Garante: 5 informazioni da sapere

Pignoramento del Garante - 5 informazioni da sapere

Prima di avviare il pignoramento del garante, è importante conoscere cinque elementi chiave che possono influenzare significativamente l’esito della procedura.

E’ necessario, infatti, effettuare dei controlli preliminari che permettono al creditore di organizzare una strategia efficace per ottenere il pagamento.

Questi aspetti rivestono un’importanza cruciale e la loro conoscenza può influenzare positivamente l’esito del recupero del credito.

Vediamo quali sono.

1) Controlla se il Garante percepisce uno stipendio

Ti consiglio di eseguire indagini patrimoniali per verificare chi tra il garante ed il debitore è più solvibile; cioè chi percepisce lo stipendio più alto da pignorare.

E’ importante in questi casi che tu ottenga un titolo esecutivo (decreto ingiuntivo) nei confronti di entrambi.

In questo modo tuteli il tuo credito per il futuro.

Infatti può accadere che il debitore che hai pignorato venga licenziato o che cambi lavoro.

Se hai un decreto ingiuntivo verso due soggetti nulla ti impedisce di avviare un’azione esecutiva nei confronti dell’altro.

2) Controlla se il Garante percepisce una pensione

Ricorda che se il garante è pensionato esiste un minimo vitale che non può essere pignorato (art. 545 c.p.c.).

Il minimo vitale corrisponde alla misura dell’assegno sociale aumentato della metà.

La misura dell’assegno sociale può variare di anno in anno perché è soggetta alla rivalutazione annuale Istat.

Per sapere a quanto ammonta l’importo pignorabile di una pensione ti consiglio di leggere questo articolo: Minimo Vitale.

Quindi se il debitore ha una pensione di circa mille euro, l’importo che potrai pignorare sarà molto basso.

Inoltre se il garante è pensionato e il debitore è disoccupato valuta insieme al tuo avvocato se ti conviene avviare il pignoramento della pensione o pignorare in un secondo momento lo stipendio del debitore principale.

E’ probabile che un soggetto giovane trovi un buon lavoro in futuro.

3) Verifica l’importo del credito residuo

Se il residuo da pagare è abbastanza alto ed il debitore possiede beni immobili con un buon valore di mercato puoi decidere di mettere all’asta i suoi beni grazie ad un pignoramento immobiliare.

Una volta ottenuto il titolo esecutivo puoi anche valutare insieme al tuo avvocato se iscrivere ipoteca.

Quantifica con precisione l’importo del debito (comprensivo di interessi e spese) e non preoccuparti se il debitore è disoccupato.

Ti consiglio di effettuare questo accertamento anche per il garante.

Se il tuo credito è piuttosto alto ti conviene valutare tutte le alternative.

4) Verifica il limite e l’importo della garanzia

In molti contratti di finanziamento la garanzia è limitata ad un importo prestabilito.

Il garante risponde in caso di inadempimento del debitore principale soltanto entro tale limite.

Ad esempio il debitore ha richiesto un finanziamento di euro 10.000,00 ma il garante ha prestato garanzia solo per euro 5.000,00.

In questo caso puoi ottenere dal garante solo il pagamento di euro 5.000,00.

Se depositerai un ricorso per decreto ingiuntivo, verifica questa eventualità, e richiedi al giudice una corretta ingiunzione (differenziando tra debitore principale e garante).

5) Verifica i pagamenti già effettuati dal debitore

Puoi agire nei confronti del garante detraendo l’importo dei pagamenti già effettuati dal debitore principale.

Uno degli errori più comuni commessi in fase di recupero è quello di richiedere il pagamento del debito per l’importo totale del contratto.

Si tratta di un errore che può causare spiacevoli conseguenze, come le contestazioni del debitore o soprattutto l’opposizione del garante.

Accertati con esattezza a quanto ammonta il debito originario; da tale cifra devono essere state sottratte le somme già pagate.

Un consiglio: prima di avviare l’azione legale tenta di trovare un accordo stragiudiziale.

Molto spesso il garante ignora che il debitore principale abbia interrotto i pagamenti.

Una volta informato sulle conseguenze giuridiche, il garante potrebbe essere favorevole a definire la controversia in via stragiudiziale, temendo di subire azioni legali.


Conclusione

La figura del garante assume un ruolo di notevole importanza nel contesto del recupero crediti.

La presenza di un garante rappresenta una risorsa fondamentale per i creditori e costituisce un’alternativa per il soddisfacimento del credito in situazioni di difficoltà finanziaria del debitore principale.

Prima di intraprendere azioni legali, è importante esaminare attentamente se il garante dispone di redditi pignorabili, valutando così la fattibilità del recupero.

L’analisi della situazione finanziaria, reddituale ed immobiliare del garante permette al creditore di massimizzare il processo di recupero ed evitare contenziosi giudiziari che potrebbero rivelarsi antieconomici.


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Teresa Rossi

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Pignoramento della Pensione: consigli per non commettere errori

Il pignoramento della pensione è una forma di pignoramento utilizzata come strumento di recupero crediti.

Il pignoramento della pensione si effettuata tramite un pignoramento presso terzi in cui il terzo pignorato è l’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale).

Grazie a questo strumento il creditore può ottenere il pagamento del suo credito insoluto attraverso l’accantonamento di una porzione della pensione del debitore.

L’ordine di pagamento in favore del creditore è eseguita grazie ad un provvedimento del Tribunale, denominato “ordinanza di assegnazione”, nel quale il terzo pignorato è autorizzato a prelevare una quota specifica dalla pensione del debitore.

Il procedimento inizia con la notifica formale al debitore di un atto di pignoramento presso terzi, nel quale è contenuto l’avvertimento che si procederà con la notifica nei confronti del soggetto che eroga la pensione (ovvero l”INPS).

Successivamente, al termine del giudizio, il Giudice indicherà quale percentuale dalla pensione del debitore, detratto il minimo vitale, ovvero la somma che la legge considera impignorabile per garantire al pensionato un’esistenza dignitosa.

Tuttavia non sempre il pignoramento della pensione si rivela uno strumento vantaggioso.

In alcuni casi l’importo pignorabile di una pensione è molto basso e i costi di avvio della causa giudiziale potrebbero rendere antieconomica questa soluzione.

Per questo motivo voglio fornirti alcuni consigli da seguire se vuoi recuperare un credito tramite il pignoramento della pensione.

1) Analisi Patrimoniale

Prima di avviare il pignoramento, effettua un’analisi patrimoniale sul debitore.

Conoscere in anticipo quali sono i beni pignorabili della controparte ti aiuterà ad elaborare una strategia di recupero efficace.

2) Verifica sulla presenza di ulteriori Creditori

Nel corso dell’indagine patrimoniale verifica se il debitore ha maturato altri debiti nei confronti di terzi.

Non è semplice sapere se la tua controparte è debitrice per ulteriori debiti.

Tuttavia puoi raccogliere informazioni su tutti i beni di proprietà del debitore, in particolare sui beni immobili (in questo modo potrai scoprire se altri creditori vantano diritti di prelazione sui beni).

3) Analisi Costi e Benefici

Effettua un’analisi “costi e benefici” per capire quanto ti costerà avviare un pignoramento della pensione.

Calcola le spese legali (compensi per gli avvocati; spese di giustizia) e ipotizza la data in cui verrà emesso il provvedimento del Giudice per l’assegnazione delle somme.

Ipotizzare la data di definizione di un contenzioso è molto completo ma non impossibile; chiedi il parere di un avvocato specializzato in recupero crediti (il nostro studio effettua un’analisi preventiva sui possibili tempi di durata del contenzioso).

Incrociando questi dati (spese legali – data del possibile incasso) potrai capire se l’azione giudiziale di pignoramento della pensione ti farà recuperare il tuo credito insoluto.

4) Sollecito al Terzo

Nel corso della procedura esecutiva di pignoramento della pensione, sollecita il terzo pignorato e ricordagli di inviare la dichiarazione di quantità (la dichiarazione con cui il terzo comunica l’importo della pensione).

Alcuni uffici dell’INPS potrebbero ritardare nel comunicare al creditore la dichiarazione di quantità.

In questi casi ti conviene sollecitare periodicamente il terzo pignorato via pec; suggerisci al tuo legale di inviare diverse comunicazioni di sollecito all’INPS.

5) Trattativa Stragiudiziale

Nel corso del giudizio di pignoramento della pensione valuta la possibilità di avviare una trattativa stragiudiziale con il debitore.

In molti casi la controparte formulerà una proposta transattiva per evitare di subire il pignoramento della pensione.

In questo modo potrai ottenere il pagamento in un tempo più ridotto e senza sostenere ulteriori spese giudiziarie.

6) Pignoramento del Conto Corrente

Verifica tramite un’indagine patrimoniale se il debitore possiede somme di denaro sufficienti a saldare l’importo del tuo credito.

Oltre al pignoramento della pensione valuta la possibilità di effettuare un pignoramento presso terzi sul conto corrente della controparte.

Ricorda che il pignoramento della pensione e il pignoramento del conto corrente presentano molte analogie ma perseguono scopi diversi.

7) Rinegoziazione del Debito

Prima di intraprendere azioni di pignoramento della pensione, cerca opzioni di rinegoziazione del debito con il debitore.

Un accordo transattivo può essere preferibile a procedure giudiziali, e permetteranno al debitore di adempiere agli obblighi di pagamento con termini più flessibili.

Tuttavia valuta il comportamento della controparte per individuare eventuali bluff e offerte che non verranno rispettate.

8) Valutazione sull’Età del Debitore

Valuta l’età del debitore durante il processo di pignoramento.

Questi fattori possono influenzare la capacità del pensionato di generare reddito aggiuntivo o affrontare situazioni finanziarie complesse.

9) Supporto di Esperti in Pianificazione Pensionistica

Coinvolgi esperti in pianificazione pensionistica per effettuare una proiezione dei futuri incassi del debitore.

In questo modo potrai quantificare l’importo pignorabile e potrai valutare quale strategia ti conviene applicare per ottenere il pagamento del tuo credito.


Conclusione

Ricorda che il pignoramento della pensione costituisce uno strumento di recupero molto efficace che può nascondere diverse insidie.

Non sempre l’avvio di una causa giudiziale è la soluzione migliore per ottenere il pagamento del debitore.

Una corretta pianificazione delle spese e un’analisi della situazione patrimoniale della controparte ti permetteranno di capire se il pignoramento della pensione è conveniente per il recupero del tuo credito insoluto.

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Pec recupero crediti - copertina

Pec e Recupero Crediti: 4 suggerimenti su come utilizzarla

La Posta Elettronica Certificata (PEC) costituisce un mezzo sicuro e giuridicamente riconosciuto per le comunicazioni digitali.

La sua importanza risiede nella capacità di fornire prova certa di avvenuta trasmissione e ricezione di documenti, conferendo affidabilità e tracciabilità alla corrispondenza online.

Nell’ambito legale, la PEC diventa un alleato prezioso per i privati, i professionisti e le imprese che voglio dare una validità giuridica alle proprie comunicazioni.

In particolare, nel settore del recupero crediti, l’utilizzo della PEC assume un ruolo cruciale.

La sua natura certificata contribuisce a rendere le comunicazioni relative al recupero crediti più tempestive, tracciabili e legalmente valide, facilitando il flusso di informazioni tra creditori e debitori.

PEC: la definizione

La PEC (posta elettronica certificata) è un sistema di posta elettronica avanzato e sicuro che garantisce la trasmissione di messaggi e documenti con valore legale equiparabile a quello della raccomandata con ricevuta di ritorno.

La PEC è caratterizzata dalla presenza di un sistema di certificazione digitale che offre la possibilità di confermare in modo inequivocabile l’invio e la ricezione di comunicazioni, assicurando la validità giuridica degli scambi digitali.


Come usare la PEC nel Recupero Crediti

Pec recupero crediti come usarla

La PEC è divenuta ormai uno strumento di lavoro indispensabile per gli avvocati e per tutti i professionisti che operano nel settore del credit management.

L’informatizzazione della pubblica amministrazione ha introdotto nuovi servizi telematici a cui è possibile accedere solo attraverso un indirizzo di posta elettronica certificata.

Nel campo del recupero crediti la PEC rappresenta una risorsa preziosa che viene utilizzata per la gestione e la riscossione del credito.

Oltre ad essere utilizzata dagli avvocati per il deposito degli atti giudiziari nel processo civile telematico, la PEC può essere utilizzata anche dalle società di recupero per ottenere dei vantaggi molto importanti.

Ecco i 4 metodi più utili e produttivi per usare la PEC nel recupero crediti.

1) Inviare una Diffida al Debitore

Grazie alla PEC puoi inviare una diffida di pagamento nei confronti del debitore senza dover ricorrere al servizio postale.

Se possiedi una pec puoi richiedere il pagamento del debito tramite un messaggio di posta elettronica certificata.

Se invece vuoi effettuare la notifica della diffida in una forma più solenne, puoi sfruttare la pec del tuo avvocato.

Infatti secondo quanto previsto dalla legge (Decreto Legge n. 90/2014, convertito con la legge n. 114/2014) l’avvocato può effettuare la notifica “in proprio”, utilizzando il proprio indirizzo di posta elettronica certificata.

Nel caso in cui la parte debitrice sia una società o un’impresa individuale puoi richiedere il pagamento del debito inviando una PEC all’indirizzo di posta visibile sul “REGINDE”, ovvero il Registro Generale degli Indirizzi Elettronici.

II sito web “INIPEC” realizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico costituisce un altro strumento utile per conoscere l’indirizzo pec di un’impresa o di un professionista: si tratta del sito web

Inserendo la partiva iva della società o il codice fiscale del professionista, il sistema sarà in grado di trovare il corrispondente indirizzo PEC.

Diversamente se la parte debitrice è una persona fisica non potrai usare la posta elettronica certificata; in questo caso dovrai inviare una diffida tramite il servizio postale (le persone fisiche non sono obbligate a possedere un indirizzo mail certificato).

2) Comunicare con il Terzo Pignorato

Nel caso in cui tu abbia promosso un pignoramento presso terzi, avrai bisogno della dichiarazione di terzo per ottenere l’assegnazione delle somme.

Con la dichiarazione di quantità il terzo comunica ufficialmente al creditore se esistono crediti del debitore che possono essere pignorati.

Capita però molto spesso che il terzo non invii in modo tempestivo la dichiarazione di quantità al creditore, costringendo quest’ultimo a ritardare fino agli ultimi giorni l’iscrizione a ruolo dell’atto di pignoramento (la legge prevede dei termini molto stringenti per l’iscrizione a ruolo del pignoramento).

In questi casi ti consiglio di utilizzare la PEC per sollecitare il terzo pignorato a rendere la dichiarazione; se userai questo strumento nel modo corretto la pec di “sollecito” avrà un’efficacia straordinaria poiché aumenterà moltissimo le possibilità di ricevere la dichiarazione entro il termine previsto dalla legge per iscrivere a ruolo il pignoramento.

3) Ricevere informazioni sul giudizio

I consulenti legali nel settore dei crediti NPL (crediti deteriorati) sanno bene che prima di costituirsi in giudizi immobiliari pendenti è molto importante acquisire preventivamente delle informazioni sul procedimento.

Se cerchi di recuperare il tuo credito attraverso la costituzione in un giudizio immobiliare già pendente, ti converrà conoscere in anticipo l’importo dei crediti della parti già costituite.

Grazie alla consultazione del “PST” (ovvero il portale dei servizi telematici del Ministero della Giustizia), potrai acquisire delle informazioni parziali; tuttavia con l’utilizzo della PEC puoi richiedere dei chiarimenti ai legali dei creditori già costituiti o al professionista delegato alla vendita.

Se usi un testo convincente e se ti presenti nel modo giusto, potresti acquisire moltissime informazioni preziose; potrai scoprire l’intero andamento del giudizio ed in alcuni casi potrai conoscere persino l’ultima quotazione del bene immobile.

4) Concludere una trattativa stragiudiziale

La PEC può essere utilizzata anche per concludere una trattativa stragiudiziale con la controparte evitando di spedire materialmente l’atto di transazione.

Dopo aver raggiunto l’accordo, le parti potranno utilizzare la PEC per scambiarsi reciprocamente l’atto firmato e definire in via stragiudiziale il contenzioso.

Una volta che avrai ricevuto la transazione a mezzo pec, dovrai conservare le ricevute di “accettazione” e “consegna” per custodire la prova di perfezionamento dell’accordo.

In questo modo potrai dimostrare la data certa in cui si è conclusa la transazione.

Infatti le ricevute di “accettazione” e “consegna” sono dei messaggi automatici che vengono inviati direttamente dal sistema di posta elettronica certificata e non possono essere alterati.

All’interno di ogni ricevuta è presente un codice seriale (espresso in lettere e numeri generati dal sistema) che costituisce la prova di notifica del messaggio.


Conclusione

L’utilizzo della PEC nel settore del recupero crediti si rivela vantaggioso per moltissimi aspetti.

La certezza giuridica conferita dalla Posta Elettronica Certificata contribuisce a rendere le comunicazioni più affidabili e tempestive, riducendo i rischi di contestazioni e garantendo la validità legale delle informazioni.

La tracciabilità delle comunicazioni, unita alla conferma digitale di invio e ricezione, facilita una gestione più efficiente e trasparente del processo di recupero crediti.

Pertanto, la rapidità con cui le informazioni possono essere scambiate attraverso la PEC, accelera il flusso di lavoro, consentendo un recupero crediti più rapido ed efficace.

Pec come usarla nel recupero crediti


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Pignoramento Immobiliare e vendita forzata

Il pignoramento immobiliare è una procedura giudiziale che consente a un creditore di vendere in modo forzato un immobile di proprietà di un debitore che si è reso inadempiente di un’obbligazione di pagamento.

Vendendo l’immobile all’asta, il ricavato della vendita forzata potrà essere utilizzato per saldare il debito.

Attraverso questa procedura esecutiva è possibile recuperare crediti di alto importo.

In particolare l’avvio del pignoramento può esercitare una pressione psicologica significativa sul proprietario del bene.

Infatti la possibilità di perdere l’immobile di proprietà può spingere il debitore a rispettare l’obbligazione pagamento o a contattare il creditore per verificare la possibilità di transigere la controversia.

Il procedimento di pignoramento immobiliare di solito segue diverse fasi.

Fasi principali del Pignoramento Immobiliare

Inizialmente il creditore deve ottenere un titolo esecutivo, che può essere rappresentato da un decreto ingiuntivo o da una sentenza.

Successivamente, il creditore richiede il pignoramento dell’immobile notificando un atto di pignoramento al debitore e iscrivendo a ruolo il giudizio.

Una volta instaurato il giudizio di pignoramento immobiliare, l’immobile verrà messo all’asta al fine di venderlo tramite un procedura di incanto.

Il ricavato dalla vendita verrà utilizzato per soddisfare il credito, comprensivo dei costi legali e delle spese di esecuzione.

Se il ricavato sarà superiore ai crediti, il residuo verrà restituito al debitore.

Consigli sul Pignoramento Immobiliare

Il pignoramento immobiliare è un’azione che viene solitamente intrapresa quando altre opzioni di recupero crediti sono risultate infruttuose.

Il pignoramento immobiliare rappresenta uno strumento molto utile da sfruttare se il tuo credito è di importo elevato o se il debitore non possiede ulteriori beni pignorabili.

Tuttavia l’instaurazione di un pignoramento immobiliare è un’attività molto complessa che richiede tanta preparazione e esperienza.

Per questo motivo voglio suggerti alcuni consigli utili per affrontare con successo il pignoramento immobiliare.

Iniziamo subito.

1) Valutazione dell’Immobile

Prima di iniziare il processo di pignoramento, esegui una valutazione accurata dell’immobile in questione.

Questa valutazione può influenzare la strategia complessiva di recupero crediti.

2) Ispezione Ipotecaria

Verifica la presenza di ipoteche e trascrizioni sull’immobile attraverso un’ispezione ipotecaria.

Queste informazioni possono influenzare il posizionamento del creditore nel processo di pignoramento.

3) Iscrizione di Ipoteca

Se sull’immobile non sono trascritti diritti di prelazione, ti consiglio iscrivere ipoteca per garantire il tuo credito.

In questo modo diventerai un creditore ipotecario di primo grado e potrai recuperare il tuo credito con il ricavato della vendita dell’immobile.

4) Trattativa per un Accordo

Prima di procedere al pignoramento, valuta la possibilità di raggiungere un accordo con il debitore.

Una soluzione amichevole potrebbe essere vantaggiosa per entrambe le parti.

5) Alternative al Pignoramento

Prima di procedere con il pignoramento, valuta attentamente se esistono alternative più vantaggiose per entrambe le parti.

La rinegoziazione del debito o altre soluzioni concordate potrebbero evitare il processo di pignoramento e preservare i rapporti tra creditore e debitore.

6) Valutazione del Patrimonio del Debitore

Valuta attentamente il patrimonio del debitore, inclusi beni mobili registrati, prima di intraprendere il pignoramento immobiliare.

Questa analisi può influenzare la strategia di recupero crediti.

7) Quantificazione delle le Spese

Calcola con precisione tutte le spese associate al pignoramento immobiliare, inclusi costi di giustizia, spese legali, e compensi per gli ausiliari che saranno nominati nella procedura.

Assicurati che tali spese siano adeguatamente coperte dal ricavato della vendita dell’immobile.

8) Assistenza Legale Specializzata

Richiedi assistenza legale specializzata da avvocati specializzati nel campo del pignoramento immobiliare.

Il recupero crediti tramite pignoramento immobiliare è molto più complesso rispetto alle procedure di pignoramento mobiliare.

La preparazione del tuo legale può fare la differenza in situazioni complesse.

9) Ricorso a Periti Tecnici

Coinvolgi periti tecnici, come ingegneri o esperti in valutazione immobiliare, per ottenere una valutazione accurata della proprietà soggetta a pignoramento.

Questa perizia può rafforzare la tua posizione durante il processo.

10) Studio del Mercato Immobiliare

Mantieniti informato sulle tendenze del mercato immobiliare locale in cui si trova l’immobile pignorato.

Questa conoscenza può influenzare le decisioni relative alla vendita dell’immobile e massimizzare il rendimento finanziario.

11) Esame dei Vincoli

Prima di procedere con il pignoramento, effettua una valutazione sui vincoli paesaggistici che gravano sull’immobile.

Questo accertamento potrebbe far emergere potenziali problemi nell’esecuzione di lavori ristrutturazione che potrebbero influenzare il valore di rivendita dell’immobile.

12) Strategia di Vendita

Elabora una strategia di vendita dettagliata per l’immobile pignorato, vivacizzando l’asta immobiliare.

Valuta i tempi di mercato, il posizionamento competitivo e adotta un approccio che massimizzi il rendimento finanziario.

13) Assegnazione dell’Immobile

Se durante l’asta giudiziaria il valore dell’immobile si abbassa al di sotto del valore del tuo credito, valuta l’opportunità di chiedere l’assegnazione diretta del bene.

In questo modo potrai diventare il proprietario dell’immobile per valorizzarlo e venderlo ad un prezzo maggiore.

14) Collaborazione del Debitore

Cerca di collaborare con il debitore e invitalo a partecipare alla vendita stragiudiziale dell’immobile.

In questo modo il valore dell’immobile potrebbe essere maggiore rispetto al prezzo di aggiudicazione fissato nel corso dell’asta giudiziaria.

Questo approccio può favorire una chiusura più rapida del processo e ridurre i costi associati al pignoramento.

15) Attività Post Pignoramento

Dopo il pignoramento immobiliare, analizza attentamente le opportunità di recupero aggiuntive se dopo la vendita dell’immobile il tuo credito non è stato integralmente soddisfatto.

In questa fase dovrai ripetere la ricerca e valutazione di beni o redditi del debitore, per verificare se le condizioni patrimoniali del debitore sono mutate.


Conclusione

Il pignoramento immobiliare è uno strumento molto valido per recuperare un credito di alto importo.

Tuttavia i costi giudiziali e i tempi di durata del procedimento espropriativo suggeriscono di valutare con attenzione il ricorso a questa procedura esecutiva.

In molti casi il pignoramento immobiliare viene considerato come l’ultima risorsa dopo aver esaurito tutte le opzioni alternative di recupero stragiudiziale e giudiziale.

In conclusione, prima di utilizzare questo strumento processuale, valuta con attenzione il bene immobile da pignorare e stima i possibili tempi di incasso.

Pignoramento immobiliare - consigli lista


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Tino Crisafulli

Avvocato • Legal Advisor • Founder di Recupero Legale

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