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Recupero crediti quando conviene

Scopri la risposta ad una domanda frequente: recupero crediti quando conviene?

Recupero crediti quando conviene: se ti sei mai chiesto quando è necessario rivolgersi ad un professionista per ottenere il pagamento di un cliente questo articolo può aiutarti.

Innanzitutto però rispondiamo alla domanda principale di questo articolo.


Recupero crediti quando conviene?

In linea di massima ti conviene sempre agire per ottenere il pagamento da parte di un cliente moroso.

Qualsiasi sia la misura del tuo credito insoluto è sempre legittimo e corretto pensare di effettuare un’azione di recupero.

Non sarebbe giusto nei confronti del tuo lavoro arrendersi ad un debitore che ha deciso di non pagarti.

Pertanto la risposta generale alla domanda “recupero crediti quando conviene” è molto semplice: da un punto di vista “morale” e professionale ti conviene agire sempre.

Quando non ti conviene…

Tuttavia ci sono dei casi in cui l’attività di recupero potrebbe essere  poco conveniente sotto un profilo meramente economico.

Mi spiego meglio: se il tuo credito insoluto è di importo troppo basso, probabilmente non ti conviene investire tempo e denaro per avviare un’azione di recupero.

Devi qualificare l’azione di recupero come un’attività di investimento: paghi una somma iniziale per cercare di ottenerne una maggiore in futuro.

In linea teorica se non ci sono le condizioni economiche che possono garantirti un ritorno dell’investimento allora non ti conviene agire per il recupero del credito.

Quanto ti conviene…

Allo stesso tempo ci sono dei casi in cui le condizioni di recupero sono più favorevoli e sarebbe un peccato non agire per ottenere il pagamento.

Se la somma che devi investire per l’azione di recupero è più bassa rispetto al potenziale guadagno, allora otterrai un ritorno dell’investimento iniziale.

In questi casi ti conviene maggiormente rivolgerti ad un professionista per ottenere il pagamento del tuo credito.


Dopo questa premessa è venuto il momento di spiegarti quali sono i 3 casi in cui ti conviene rivolgerti immediatamente ad un professionista.

Recupero crediti quando conviene?

1. QUANDO IL DEBITORE HA RICONOSCIUTO IL DEBITO PER ISCRITTO

Se il tuo cliente ha riconosciuto il debito in un documento scritto ti conviene avviare un’azione di recupero nel più breve tempo possibile.

Il riconoscimento di debito sottoscritto dal debitore è un documento molto prezioso che puoi utilizzare sia in fase stragiudiziale, sia in fase giudiziale.

Infatti se decidi di avviare una causa contro il tuo cliente, il giudice potrebbe soddisfare la tua richiesta in tempi molto rapidi.

Nei ricorsi per decreto ingiuntivo il riconoscimento di debito firmato dal debitore ti permette di ottenere la provvisoria esecuzione (art. 642 del codice di procedura civile).

Se il tuo cliente ha riconosciuto il debito in via scritta, ti conviene agire immediatamente.


2. QUANDO CONOSCI IL POSTO DI LAVORO DEL DEBITORE

Se conosci già il posto di lavoro del tuo cliente allora ti conviene rivolgerti ad un professionista al più presto.

Conoscendo in anticipo questa informazione potrai avviare un procedimento esecutivo per pignorare lo stipendio del debitore.

Una delle difficoltà iniziali dell’attività di recupero giudiziale è individuare dei beni di proprietà del debitore che possono essere espropriati: lo stipendio è un reddito che puoi pignorare.

Molti creditori pensano che sia necessario ottenere un titolo esecutivo (sentenza o decreto ingiuntivo) per intimorire il debitore e costringerlo a pagare.

In realtà ci sono tantissimi debitori che non hanno alcuni timore a ricevere la notifica di un atto giudiziario: l’unico modo con cui puoi mettere pressione alla tua controparte è quello di individuare dei beni di valore che il cliente teme di perdere.

Conoscere il posto di lavoro del tuo cliente è un’informazione preziosissima, che ti conviene sfruttare per il recupero del tuo credito; questa informazione aumenterà le tue possibilità di incasso.

In questo caso ti conviene agire immediatamente.


3. QUANDO SCOPRI CHE IL TUO CLIENTE E’ OBERATO DI ALTRI DEBITI

Se scopri che il tuo cliente è oberato di altri debiti, ti conviene agire tempestivamente per recuperare il tuo credito.

Ti assicuro che è molto rischiosio competere con altri creditori per ottenere il pagamento da parte del debitore.

I beni del cliente che potrai aggredire economicamente potrebbero essere scarsi e limitati; se decidi ti temporeggiare un altro creditore potrebbe arrivare prima di te prosciugando le riserve economiche del tuo cliente.

Se vieni a scoprire che il tuo cliente è gravato da altri debiti, non aspettare e decidi di rivolgerti subito ad un professionista del recupero. L’attesa può giocarti brutti scherzi.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo.

Recupero crediti quando conviene: quali sono i casi in cui devi agire immediatamente?

  1. Quando il debitore ha riconosciuto il debito per iscritto;
  2. Quando conosci il posto di lavoro del debitore;
  3. Quando scopri che il tuo cliente è oberato di altri debiti.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Recupero crediti quando conviene: 3 casi in cui devi agire immediatamente

Recupero crediti quando conviene: 3 casi in cui devi agire immediatamente


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Recupero crediti quando conviene: 3 casi in cui devi agire subito

Recupero crediti quando conviene: 3 casi in cui devi agire subito


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Come prevenire un credito insoluto

Scopri come prevenire un credito insoluto imparando a scegliere il tuo cliente

Ti sei mai chiesto come prevenire un credito insoluto? Pensa se ci fosse un modo che ti aiuti a prevedere se il tuo cliente pagherà il tuo credito.

Non sto parlando di fantascienza, né di trovare modi per prevedere il futuro, ma sto parlando di trovare un metodo collaudato per esaminare il tuo cliente e sceglierlo per una eventuale collaborazione.

Scegliere un cliente

Se sei un professionista indipendente, o un freelance, scegliere il tuo cliente è una delle attività più importanti che dovrai imparare.

Ho assistito molti professionisti che sono rimasti scottati da clienti problematici; si accetta con entusiasmo il lavoro ma dopo aver eseguito la prestazione il cliente non rispetta il termine di pagamento.

Credimi succede molto spesso: non sono in pochi a trovarsi in questa situazione.

Una nuova strada: prevenire è meglio che… recuperare

Questa volta non ti spiegherò come puoi recuperare un credito insoluto, ma piuttosto come prevenire un credito insoluto, analizzando il tuo cliente e scegliendo se concludere l’affare.

Lo sapevi che molte grandi aziende studiano il potenziale cliente prima di firmare un accordo? In alcune realtà c’è un intero reparto che si occupa di acquisire informazioni sui futuri clienti.

E’ un’ottima scelta che ti consiglio di applicare.

So già cosa stai pensando: “è un’ottima idea studiare il futuro cliente, ma come devo fare?”

In questo articolo ti suggerirò 4 consigli utili che ti permetteranno di valutare la solidità del tuo potenziale cliente.


Come prevenire un credito insoluto?

1. CHIEDI AL CLIENTE UN DOCUMENTO DI RICONOSCIMENTO

Prima di concludere un affare è importante che tu identifichi con certezza il tuo cliente.

Se si tratta di un’azienda?

Chiedi al tuo interlocutore di inviarti una copia della visura camerale della società. Perché? Perché in questo modo scoprirai molte informazioni utili sul tuo cliente: indirizzo, p.iva, sede legale, identità del rappresentante legale, se vi sono unità di produzione distaccate..

Queste informazioni saranno utilissime per verificare la solidità dell’azienda e per valutare la coerenza con le informazioni che ti hanno fornito.

Sai quante volte le persone mentono per concludere un affare? Mentire in sede di trattativa non è mai un buon segno.

E se il tuo potenziale cliente è una persona fisica?

In questi casi il rischio di insolvenza potrebbe essere più basso e ci saranno minori informazioni da verificare: in ogni caso ti consiglio di chiedere alla controparte di inviarti la sua carta d’identità. La carta d’identità è un documento molto utile se dovessi avviare una causa giudiziale.


2. VERIFICA LA VALIDITA’ DELLA P.IVA DEL CLIENTE

Una volta che avrai individuato la p.iva del tuo cliente ti consiglio di verificarne la sua validità.

Sei davvero sicuro che la società sia attiva?

La validità della partita iva è sempre un’informazione preziosa da verificare.

Ti consiglio uno strumento gratuito e molto semplice: sul sito dell’Agenzia delle Entrate ti basta inserire il numero della p.iva del tuo cliente ed il sistema ti comunicherà l’esito dell’accertamento.

In questo modo puoi scoprire se la società che vuole concludere un affare con te è ancora attiva, o se è in fase di liquidazione.

Quanto vale questa informazione?

Tantissimo; concludere affari con un’azienda in liquidazione è molto rischioso.


3. STABILISCI IN ANTICIPO IL METODO DI PAGAMENTO

Ti sembrerà eccessivo, ma è importante definire in anticipo quale sarà il metodo di pagamento.

Ti consiglio di accettare sempre il pagamento con bonifico bancario, mentre invece guarda con sospetto le richieste di pagamento tramite assegno.

Perché? Perché il pagamento tramite assegno è rischioso; infatti affinché tu possa incassare l’assegno, è necessario che il conto del tuo cliente sia in attivo.

Ho assistito molte aziende e professionisti che hanno accettato il pagamento tramite assegno, salvo poi scoprire che il titolo di credito era scoperto.

Vuoi correre lo stesso rischio?

Se il tuo cliente desidera pagare in contanti, stai attento alla legge sull’antiriciclaggio; non sempre è un sistema di pagamento sicuro.


4. ESEGUI UN’INDAGINE SUI PROTESTI DEL TUO CLIENTE

Fin qui ti ho suggerito dei rimedi gratuiti per valutare la solidità del tuo cliente.

Ma se devi concludere un affare importante ti conviene eseguire un’indagine più approfondita: una delle indagini più importanti è verificare se il tuo potenziale cliente hai già subito dei protesti, cioè se ha già emesso assegni scoperti che hanno poi provocato l’azione di protesto.

Se scopri che il tuo cliente ha già subito dei protesti, ti consiglio di stare molto attento prima di concludere un affare. Potresti diventare l’ennesimo creditore insoddisfatto.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Come prevenire un credito insoluto: quali sono le regole da seguire per scegliere un cliente?

  1. Chiedi al cliente un documento di riconoscimento;
  2. Verifica la validità della p.iva del cliente;
  3. Stabilisci in anticipo il metodo di pagamento;
  4. Esegui un’indagine sui protesti del tuo cliente.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Come prevenire un credito insoluto: 4 regole

Come prevenire un credito insoluto: 4 regole


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Come prevenire un credito insoluto: le regole da seguire

Come prevenire un credito insoluto: le regole da seguire


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Recupero crediti per freelance

Cosa devi sapere nel recupero crediti per freelance: suggerimenti e consigli per il tuo credito

Ti sei mai chiesto come funziona il recupero crediti per freelance?

Se sei un lavoratore autonomo che ha scelto di lavorare da casa con il tuo pc, probabilmente ti sarà capitato di incontrare alcuni clienti che non hanno pagato il tuo lavoro.

Hai sollecitato più volte il pagamento, ma il cliente non risponde e si rende irreperibile. Comprendo il tuo stato d’animo, sei arrabbiato e frustrato e non sai come comportarti.

Come fare?

Probabilmente è venuto il momento di affidarsi ad un professionista del recupero crediti ma non hai la minima idea a chi rivolgerti e non sai cosa devi fare. Giustamente hai studiato o fatto altro nella tua vita e nessuno ti ha mai spiegato come gestire un credito insoluto.

Hai cercato su google ma non hai trovato nessuna informazione utile per te che sei un freelance.

Cerchi una guida che ti dica in modo semplice cosa fare per recuperare il tuo credito?

La guida pratica

In questo articolo ti spiegherò quali sono i 5 errori più comuni che devi evitare quando stipuli transazioni con il tuo cliente.

Nel corso della mia attività ho assistito molti professionisti indipendenti e molti freelance e ho notato che alcuni errori si ripetono costantemente.

Per un imprenditore è fondamentale sapere come comportarsi con un cliente sin dal momento del conferimento dell’incarico.

Devi sapere che alcuni errori possono pregiudicare il recupero del tuo credito, e possono metterti in una condizione di svantaggio nel caso in cui tu decidessi di avviare un’azione legale.

Prima di indicarti i 5 errori più comuni commessi dai freelance è importante chiarire alcuni concetti importanti.


Cos’è il recupero crediti?

Il recupero crediti non è altro che l’insieme di attività che consentono ad un professionista o ad un’azienda di recuperare un credito insoluto.

Il recupero crediti si divide in due principali attività:

  • Il recupero crediti stragiudiziale ➙ ovvero tutte quelle azioni che permettono di recuperare un credito insoluto senza l’instaurazione di una causa giudiziale;
  • Il recupero crediti giudiziale ➙ ovvero tutte le azioni che permettono di recuperare un credito attraverso una causa giudiziale.

Questa distinzione vale anche per il recupero crediti per freelance.

Sfatiamo qualche mito

Nel corso della mia esperienza ho notato che c’è molta confusione attorno alle figure che si occupano di recupero crediti.

Molte persone (forse anche tu) pensano che lo specialista di recupero crediti sia un soggetto alto e molto prestante fisicamente che si reca dal tuo debitore per intimidirlo e costringerlo a pagare.

Questa è una visione errata che non corrisponde con la realtà; oggi nel settore del recupero crediti (spesso anche definito “credit management”)  operano professionisti molto qualificati, che utilizzano tecniche persuasive e strumenti legali per convincere il debitore ad effettuare il pagamento.

I “buttafuori” del credito sono ormai sorpassati e poco efficaci.

Chi può fare recupero crediti per freelance?

Non esiste un albo ufficiale di professionisti di recupero crediti (nè tantomeno per il recupero crediti per freelance). Per questo motivo stai attento a scegliere il professionista giusto.

Il mio consiglio è di parte (visto che sono un avvocato) ma ti suggerisco di scegliere un professionista che sappia assisterti sia in fase stragiudiziale sia in fase legale.

Devi sapere infatti, che non tutti i crediti potranno essere recuperati tramite una trattativa stragiudiziale; a mio parere è meglio scegliere un professionista che ti offra un’assistenza completa in entrambe le due fasi.


Dopo averti spiegato alcuni concetti fondamentali sul recupero crediti per freelance è venuto il momento di elencarti cosa non devi fare quando concludi un affare con un cliente.

Quali sono i 5 errori più comuni da evitare?

1. NON FARE FIRMARE UN CONTRATTO AL CLIENTE

Ho notato spesso che molti professionisti o freelance accettano degli incarichi lavorativi senza far firmare nessun contratto al cliente.

Questo errore è certamente rimediabile; il tuo credito non è a rischio.

Devi sapere però che l’assenza del contratto scritto ti impedisce di avere determinati benefici in sede legale, e potrebbe farti perdere più tempo del dovuto per il recupero del tuo credito.

Questa attesa può essere letale: il tempismo nel recupero crediti è tutto.

Ogni giorno che passa il tuo credito è in pericolo: come sai che non arriverà prima di te un altro creditore che prosciugherà le risorse economiche del tuo debitore?

Un consiglio: ogni volta che accetti un incarico stipula un contratto con il cliente e chiedigli di firmarlo.


2. NON FARSI CONFERIRE UN INCARICO TRAMITE MAIL

Anche questo è un errore molto comune: spesso i freelance più giovani accettano il conferimento dell’incarico tramite una telefonata o una conversazione via chat (whatsapp o messenger).

E’ un errore: se non hai la prova che il cliente ti ha conferito l’incarico la tua prestazione potrebbe essere contestata in sede giudiziaria.

Un consiglio: quando accetti un incarico (e non vuoi far firmare un contratto) chiedi al tuo cliente di conferirti l’incarico tramite una mail in cui sia visibile il nome di chi ti commissiona il lavoro. E’ sempre meglio avere un contratto firmato, ma in assenza dell’accordo scritto, punta tutto sulla mail.


3. CONTRATTARE IL COMPENSO VIA TELEFONO O CHAT

Anche questo è un tasto molto dolente. Ho visto molti professionisti accordarsi sul prezzo di un servizio tramite colloquio telefonico o tramite chat.

Questa è una scelta errata poiché in caso di credito insoluto, ti sarà difficile dimostrare a quanto ammonta il tuo compenso.

Un consiglio: quando concordi il compenso per un lavoro, chiedi al tuo cliente di inviarti un documento firmato in cui è specificato a quanto ammonta il compenso che dovrà riconoscerti. Anche in questo caso il contratto firmato, con l’indicazione del compenso, è la scelta migliore: se non hai firmato un contratto, chiedi al tuo cliente di inviarti una mail in cui viene specificato il compenso che dovrà riconoscerti.


4. NON DEFINIRE IN UN DOCUMENTO SCRITTO O IN UNA MAIL COME DEVE ESSERE ESEGUITO IL LAVORO

Questo è probabilmente l’errore più comune, quello che è stato commesso da quasi tutti i freelance che ho assistito.

Quando il tuo cliente ti commissiona un lavoro, devi concordare in modo preciso come dovrà essere eseguita la tua prestazione.

Ti faccio un esempio concreto: se realizzi siti web, definisci in un documento che tipo di sito dovrai realizzare e quante pagine conterrà il sito.

Non è necessario che tu sia troppo dettagliato (si sa che le modifiche che ti chiederà il cliente saranno numerose) ma è bene che tu indichi le caratteristiche principali del progetto. Esempio: sito web in wordpress/jomla/wix, con n. 6 pagine, testi scritti da … (indica chi si occuperà della stesura dei testi).

Perché devi fare questo?

Perché se nasceranno contestazioni sul tuo lavoro, potrai dimostrare in modo semplice che hai eseguito la tua prestazione secondo le direttive del cliente.

Devi sapere che la contestazione sul tuo lavoro è una delle scuse più utilizzate dai debitori per non pagare i propri debiti.

Un consiglio: quando accetti un incarico definisci le parti essenziali del lavoro in un documento che dovrai far firmare al cliente.


5. EMETTERE SUBITO LA FATTURA PER OTTENERE IL PAGAMENTO

Scommetto che non ci avevi mai pensato. Quando devi ricevere un pagamento da parte di un cliente aspetta prima di emettere la fattura.

Perché?

Perché se emetti la fattura, ma questa si rivela insoluta, tu sarai costretto a pagare delle tasse sull’importo che non hai incassato (!). Lo so è un paradosso ma è così (purtroppo).

Un consiglio: prima di emettere la fattura al cliente, puoi emettere una “notula”, ovvero un documento che non ha valore fiscale ai fini della dichiarazione dei redditi, ma che ha una struttura simile alla fattura (la notula contiene l’indicazione dell’importo da versare e le coordinate bancarie su cui effettuare il pagamento).


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Recupero crediti per freelance: quali sono i 5 errori più comuni da evitare?

  1. Non fare firmare un contratto al cliente;
  2. Non farsi conferire un incarico tramite mail;
  3. Contrattare il compenso via telefono o chat;
  4. Non definire in un documento scritto o in una mail come deve essere eseguito il lavoro;
  5. Emettere subito la fattura per ottenere il pagamento.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Recupero crediti per freelance: i 5 errori

Recupero crediti per freelance: i 5 errori


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Recupero crediti per freelance: gli errori da evitare

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Società di recupero crediti: abilità

Scopri perché può esserti utile conoscere le competenze più ricercate dalle società di recupero crediti

Le società di recupero crediti si avvalgono di diverse figure professionali per lo svolgimento delle loro attività.

L’analisi e la gestione di un credito coinvolge collaboratori con qualifiche diverse: addetti al recupero crediti telefonico (phone collection), esattori domiciliari, asset manager (gestori di un portafoglio di crediti), customer complaints specialist (specialisti dei reclami dei clienti), ingegneri gestionali, commercialisti, avvocati ed impiegati amministrativi.

L’attività legale negli ultimi anni ha assunto una notevole importanza all’interno delle società di recupero credit; in molti annunci di lavoro per consulenti legali viene spesso richiesta un’approfondita conoscenza nella valutazione dei crediti ed una significativa esperienza (almeno 3 anni) nel settore del recupero giudiziale e stragiudiziale.

L’avvocato specializzato in credit management è oggi una figura molto richiesta; il suo compito è quello di gestire l’attività esecutiva, di monitorare il processo di recupero con i collaboratori esterni e di condurre le trattative con i debitori ed i loro legali.

Perché può esserti utile sapere cosa cercano le società di recupero crediti?

Se hai un credito insoluto, sicuramente hai pensato di rivolgerti ad un avvocato per chiedere un parere sul tuo caso. Nessuno meglio di un avvocato può aiutarti a valutare se è opportuno promuovere una causa giudiziale o se al contrario ti conviene avviare una trattativa stragiudiziale.

Tuttavia molto spesso non sei in grado di valutare la preparazione di un professionista del recupero crediti: vuoi scegliere il consulente migliore ma non ti sei mai trovato in questa situazione e non sai quali sono le competenze più importanti.

In questo articolo ti spiegherò quali sono le 5 abilità più richieste dalle società di recupero crediti; grazie a questa lista potrai misurare il livello di preparazione del professionista che sceglierai prima di conferirgli un incarico, prendendo spunto dai criteri di selezione più utilizzati dalle grandi aziende.

Oggi le principali società di recupero crediti si avvalgono di una fitta rete di avvocati esterni presenti su tutto il territorio nazionale che, attraverso l’utilizzo di software gestionali, svolgono l’attività esecutiva dai propri studi legali.

Per lavorare nel settore del credit management sono richieste specifiche capacità; alcune di esse riguardano in modo trasversale tutte le figure coinvolte.

Le 5 abilità più richieste

  1. CAPACITA’ DI PROBLEM SOLVING ➙ All’interno delle società di recupero crediti questa è una delle competenze più richieste. In quasi tutti i lavori è molto importante individuare i problemi e trovare una soluzione in tempi rapidi: nel recupero crediti è ancora più importante. Il “problem solving” si definisce come la capacità di risolvere in modo rapido i problemi lavorativi che impediscono di raggiungere un obiettivo. Se non si possiede tale abilità il rischio è quello di fare perdere al cliente (o all’azienda per cui si lavora) tempo prezioso e denaro; la capacità di “problem solving” permette di individuare le soluzioni migliori che velocizzano il processo di recupero. Il tuo consulente possiede questa capacità?
  2. GESTIONE DELLO STRESS ➙ L’attività di recupero crediti richiede un livello di concentrazione molto alto, e una grande capacità di gestione dello stress. Le attività sono molteplici e concatenate tra di loro, le scadenze sono ravvicinate: se il debitore ha promesso di pagare e non lo fa, il cliente vorrà sapere cosa è andato storto. Una buona gestione dello stress è indispensabile per lavorare in modo efficiente. Il tuo consulente è capace di gestire lo stress in modo produttivo?
  3. USO MICROSOFT EXCEL ➙ Nelle società di recupero crediti è importante sapere usare il programma Microsof Excel. Scommetto che anche tu lo usi spesso per la tua azienda o per la tua professione (forse per la contabilità). Per alcune attività il suo utilizzo è indispensabile: è molto utile avere una buona dimestichezza con Excel e con le sue principali funzioni di calcolo. L’avvocato ad esempio può utilizzarlo per calcolare con esattezza l’importo da inserire nel precetto; alcuni avvocati invece utilizzano questo programma per monitorare lo stato di avanzamento delle pratiche in affido. Hai chiesto al tuo consulente se sa utilizzare excel? Potrebbe essere utile anche a te per controllare lo stato di lavorazione della tua pratica.
  4. ABILITA’ NELLE TRATTATIVE STRAGIUDIZIALI ➙ Una delle competenze più apprezzate dalle società di recupero crediti è l’abilità nelle trattative stragiudiziali. Riuscire a recuperare un credito senza l’instaurazione di una causa giudiziale è l’obiettivo primario di ogni cliente. Sai bene che la giustizia italiana non è molto veloce nella definizione dei contenziosi civili (anche se non è sempre così: ci sono alcuni Tribunali molto veloci nell’attività processuale); la trattativa stragiudiziale ti garantisce un risultato più veloce con minori spese. Il tuo consulente è abile nell’instaurazione di trattative stragiudiziali? O piuttosto ti consiglia solo di promuovere una causa civile? Verifica la sua inclinazione a transigere i contenziosi: è una qualità molto importante.
  5. CONOSCENZA DEL DIRITTO DELL’ESECUZIONE ➙ Può sembrarti una competenza scontata, ma credimi non lo è; il diritto è troppo vasto per essere conosciuto in modo approfondito in tutte le sue materie. E’ molto meglio affidarsi ad un legale specialista piuttosto che rivolgersi ad uno generalista. Nelle società di recupero crediti è molto importante conoscere il diritto dell’esecuzione, oltre a sapere redigere atti processuali come il ricorso per decreto ingiuntivo, il precetto ed il pignoramento (mobiliare, presso terzi o immobiliare). Hai verificato se il tuo consulente conosce il diritto dell’esecuzione? Solo chi conosce a fondo questo argomento potrà suggerirti lo strumento di recupero migliore: non tutti i crediti potranno essere recuperati tramite un’attività stragiudiziale.

Sei arrivato al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo.

Società di recupero crediti: quali sono le 5 abilità più richieste (che ti fanno comodo)?

  1. Capacità di problem solving;
  2. Gestione dello stress;
  3. Uso Microsoft Excel;
  4. Abilità nelle trattative stragiudiziali;
  5. Conoscenza del diritto dell’esecuzione.

Leggi il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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Società di recupero crediti: le abilita più richieste

Società di recupero crediti: le abilita più richieste


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Hyperloop

Scopri hyperloop, la tecnologia che sfrutterà la velocità del suono

Hai mai sentito parlare di hyperloop? Se leggi molte notizie di tecnologia non ti sarà sfuggito questo termine; dal 2012 i forum ed i media specializzati hanno pubblicato molti articoli e video su questa nuova tecnologia esponenziale che potrebbe cambiare radicalmente il settore dei trasporti e in generale tutto il mondo del business.

Ma andiamo con ordine e vediamo innanzitutto che cos’è questa tecnologia.

Che cos’e’ hyperloop?

Hyperloop è una tecnologia “futuribile”, e cioè non ancora del tutto sviluppata, che si occupa del trasporto ad altissima velocità di persone e merci. Lo scopo di questa nuova tecnologia è quello di permettere all’uomo di spostarsi velocemente da due punti geografici molto distanti sfruttando velocità molto elevate.

La parola inglese hyperloop significa letteralmente “iper anello” o “iper ciclo” e descrive sommariamente il modo in cui si sviluppa la tecnologia: con “hyper” si vuole indicare la velocità, con “loop” si indica invece il sistema su cui correrà la velocità.

Il “loop” (ovvero l’anello) costituisce il cuore pulsante del funzionamento di hyperloop; infatti l’idea originaria descritta nei primi prototipi prevede la creazione di tubi meccanici di grandissime dimensioni che avranno il compito di ospitare delle capsule aereodinamiche alimentate da “motori lineari”. Il motore lineare è un motore elettrico che funziona in modo diverso rispetto ai classici motori a rotori; il motore lineare infatti non produce un movimento meccanico (come il ruotare di un’elica) ma produce una forza elettromagnetica.

Per comprendere il funzionamento dei motori lineari guarda questo video

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Per semplificare enormemente il concetto, il “loop” costituisce una sorta di rete ferroviaria all’interno della quale saranno installati dei vagoni (ovvero le capsule con i motori lineari) che si spostano ad elevata velocità sfruttando la forza elettromagnetica.

Ma questi “vagoni” come potranno spostarsi a velocità iperboliche? Grazie ai motori lineari che sfruttano la forza elettromagnetica generata nei rotori e grazie ad un cuscino d’aria generato dentro il “loop”.

Hyperloop di Camilo Sanchez

Immagine denominata “Concept art of Hyperloop inner works” – 28 settembre 2015 – Autore: Camilo Sanchez

Chi ha parlato per la prima volta di hyperloop?

La prima persona ad aver parlato ufficialmente della tecnologia hyperloop è stato l’imprenditore sudafricano (naturalizzato statunitense) di nome Elon Musk.

Nel 2012 infatti Elon Musk ha pubblicato grazie alla sua azienda “Space X” un progetto denominato “Hyperloop Alfa” spiegando in linea generale il concept della tecnologia e svelando i primi bozzetti delle capsule (per consultare o scaricare il progetto “Hyperloop Alfa” clicca qui).

Oggi hyperloop non è più un semplice progetto ma una realtà davvero vicina ad essere lanciata nel mercato globale; le aziende che stanno continuando a sviluppare il progetto sono 4:

  • Space X di Elon Musk;
  • Hyperloop One (già Hyperloop Technologies Inc.) società del gruppo Virgin di Richard Branson;
  • Hyperloop Transportation Technologies (HTT);
  • Transpod Hyperloop.

Una competizione speciale

Nel 2017 è stata lanciata una competizione ufficiale tra gli sviluppatori della tecnologia hyperloop che prende il nome di “Hyperloop Pod Competition”. Lo scopo della gara è premiare il prototipo più veloce e più innovativo che sfrutta questo nuovo sistema di propulsione.

In questo video bellissimo puoi capire a quale livello sia arrivato lo sviluppo dei ricercatori.

Allaccia le cinture e trattieni il fiato (min. 01,30)

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Ma perché hyperloop può cambiare il settore del credito?

Ora che sai cos’è hyperloop, puoi immaginare le incredibili conseguenze che potrà avere nella società del futuro. Una mobilità così elastica e futuristica rischia di stravolgere incredibilmente gli equilibri di ogni business e di ogni settore produttivo.

Ma una tecnologia che riguarda i trasporti come può rivoluzionare, indirettamente, il settore del credito e delle transazioni commerciali?

Scopriamolo in questi 3 spunti:

  1. GRAZIE AD HYPERLOOP CRESCERA’ IL NUMERO DI TRANSAZIONI INTERNAZIONALI ➙ Se possiamo spostarci alla velocità del suono e se potremo raggiungere città lontanissime in pochissimo tempo, le transazioni commerciali internazionali si moltiplicheranno e coinvolgeranno anche le imprese più piccole. Vuoi stipulare una transazione con una società brasiliana che produce una nuova tecnologia utile per la tua azienda? La grande distanza ti scoraggia? Non preoccuparti, prenoti un viaggio Hyperloop e raggiungi una meta lontanissima in poche ore; conosci l’azienda di persona e acquisisci le informazioni necessarie per la transazione. Entro la sera sei di nuovo nel tuo ufficio per discutere con i tuoi collaboratori se il progetto è sostenibile. Rivoluzionario davvero.
  2. GRAZIE AD HYPERLOOP NASCERA’ UN NUOVO SISTEMA ECONOMICO TRANSFRONTALIERO ➙ La crescita esponenziale delle transazioni commerciali farà nascere un nuovo sistema economico internazionale; questo probabilmente richiederà l’introduzione di una moneta universale che possa semplificare gli scambi e velocizzare le transazioni. Fantascienza? E’ un argomento controverso, e ci sono molti articoli che trattano questo tema (anche in modo molto critico). Non esprimo giudizi in merito, ma mi limito a segnalarti che si tratta di un tema molto discusso. C’era già un personaggio molto famoso che ne parlava nel 2009 (scopri chi è cliccando qui).
  3. GRAZIE AD HYPERLOOP SARA’ NECESSARIO CREARE NUOVE REGOLE E NUOVI ORGANI PER LE TRANSAZIONI ➙ L’incremento delle transazioni commerciali internazionali (che potrebbe coinvolgere anche le imprese più piccole) potrebbe fisiologicamente far aumentare il numero di contenziosi in materia creditizia. Hai acquistato un servizio da una società australiana la settimana scorsa? Bene, hai effettuato il pagamento del servizio ma l’azienda australiana si è resa inadempiente? Adesso hai un credito insoluto, ma il tuo credito è un … insoluto internazionale. Come puoi ottenere una tutela precisa e veloce in caso di contenzioso? A quale organo di giustizia ti dovrai rivolgere per risolvere la controversia? Nel nostro ordinamento esistono le norme del diritto internazionale privato, che indicano i criteri di collegamento con cui individuare le norme giuridiche da applicare. Si tratta però di norme di legge che sono state scritte nel 1995 e poi aggiornate nel 2013. Siamo sicuri che queste regole saranno sufficienti a regolare i rapporti futuri? Non è necessario rispondere adesso, ma in futuro questi possibili problemi richiederanno una soluzione veloce.

Prepariamoci al futuro

In questo articolo ti ho illustrato degli esempi estremi ed un po’ distopici; nessuno sa davvero cosa ci riserverà il futuro. Ma la chiave centrale è sempre la stessa: la tecnologia corre veloce, mentre invece la legislazione e la codificazione delle regole è sempre molto lenta.

Abbiamo bisogno invece di risposte e strumenti di tutela più veloci per proteggere la stabilità dei nostri affari e delle nostre professioni: hyperloop è una grande risorsa, ma dobbiamo arrivare preparati all’appuntamento.


Sei arrivato al termine di questo articolo. Leggi il riepilogo

Perché hyperloop può cambiare il settore del credito?

  1. Crescerà il numero di transazioni internazionali;
  2. Nascerà un nuovo sistema economico transfrontaliero;
  3. Sara’ necessario creare nuove regole e nuovi organi per le transazioni.

Leggi il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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Hyperloop: come cambia il settore del credito

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Ipoteca - regole da seguire - copertina

Guida pratica per l’Iscrizione di Ipoteca

L’iscrizione di ipoteca è un’attività che mette in crisi molti professionisti.

Le domande più comuni che mi vengono rivolte riguardano non soltanto principi giuridici ma soprattutto risvolti pratici.

Da che parte iniziare?

A chi rivolgersi?

Come garantire il proprio credito?

Che programma usare?

Come pagare le imposte?

In questo articolo risponderò a queste domande e ti spiegherò come comportarti per iscrivere ipoteca.

Ma prima di proseguire è necessario spiegarti alcune nozioni preliminari.


Che cos’è l’Ipoteca

Ipoteca - definizione articolo

L’ipoteca  è un diritto reale di garanzia che attribuisce al creditore il potere di espropriare i beni vincolati a garanzia del suo credito (art. 2808 c.c.).

Grazie a questo strumento si crea un vincolo tra il credito insoddisfatto e l’immobile che appartiene al debitore.

In questo modo in caso di pignoramento immobiliare, il creditore potrà ricevere la somma ricavata dalla vendita forzata in misura corrispondente al proprio credito (se vuoi avere maggiori informazioni su questo tema clicca su questa pagina).

L’ipoteca si iscrive in presenza di un diritto credito e quando il diritto è cristallizzato in un titolo esecutivo (nei successivi paragrafi ti spiegherò meglio cos’è un titolo esecutivo).

L’iscrizione di ipoteca si effettua sul capitale (o “sorte capitale“) e sugli “interessi” del credito.

Il Capitale (o Sorte Capitale)

Il capitale (o sorte capitale) è un termine legale utilizzato per definire la quota del credito che produce interessi.

Il termine “capitale” (o “sorte capitale“) è spesso utilizzato nell’ambito del diritto bancario e rappresenta la somma di denaro erogata che dovrà essere restituita con pagamenti periodici dal soggetto finanziato.

Ti fornisco un esempio concreto.

Un imprenditore di nome Tizio si rivolge alla Banca Alfa e chiede un finanziamento per l’importo di 100 euro.

La Banca Alfa, dopo aver valutato la solidità economica di Tizio, concederà il finanziamento di 100 euro previa sottoscrizione di un contratto di finanziamento.

Dopo l’erogazione dell’importo finanziato, Tizio si impegnerà a restituire il finanziamento concesso in 10 rate mensili.

Tuttavia l’importo che Tizio dovrà restituire alla Banca Alfa sarà maggiore di 100 euro, poiché comprenderà il “capitale” (ovvero l’importo di 100 euro) e anche gli “interessi”.

Al di fuori del diritto bancario, il “capitale” (o “sorte capitale“) costituisce la quota del debito originario su cui vengono calcolati gli interessi.

Gli Interessi

Dal punto di vista giuridico gli “interessi” rappresentano dei frutti civili del denaro, e costituiscono un compenso dovuto quando un soggetto ha goduto di una determinata somma di denaro.

Gli interessi sono una forma ricompensa finanziaria che viene pagata o guadagnata in relazione al tempo o al ritardo nel pagamento di un debito.

Le obbligazioni che implicano il pagamento di una somma di denaro sono associate a un impegno aggiuntivo, che consiste nel versamento degli interessi. Pertanto, gli interessi costituiscono un impegno complementare rispetto all’obbligazione principale.

In ambito finanziario, gli interessi rappresentano il costo del denaro prestato (nel caso di prestiti) o i guadagni derivanti dall’investimento di capitale (nel caso di investimenti).

Dal punto di vista giuridico, sia la dottrina che la giurisprudenza, sebbene possano fornire definizioni variabili, classificano gli interessi in tre categorie pricipali in base al loro scopo:

  • Interessi Moratori: sono gli interessi dovuti a causa di un ritardo nell’adempimento di un obbligo e rappresentano una forma di risarcimento per il danno subito dal creditore a causa della perdita di benefici nel periodo di ritardo nell’ottenere la somma dovuta dal debitore;
  • Interessi Corrispettivi: sono gli interessi richiesti semplicemente per il possesso di un credito in denaro liquido e già esigibile, fungendo da pagamento per l’uso del capitale da parte del debitore;
  • Interessi Compensativi: sono gli interessi che derivano da un credito liquido, anche se non ancora esigibile, e costituiscono un compenso per l’uso di un bene che produce reddito.

Nell’iscrizione dell’ipoteca gli interessi ricoprono un ruolo molto importante, poiché consentono di aumentare legalmente l’importo del credito vantato nei confronti del debitore.


Ipoteca: le regole da seguire

Ipoteca - regole da seguire - articolo

In alcuni casi l’ipoteca è lo strumento più efficace per recuperare crediti di alto importo.

Pertanto se hai avviato una trattativa stragiudiziale contro il debitore senza ottenere il pagamento, l’iscrizione di ipoteca potrebbe consentirti di raggiungere il tuo obiettivo.

Tuttavia per non commettere errori, devi seguire alcune regole fondamentali.

Per questo motivo voglio fornirti una breve guida che ti spiega cosa devi fare per iscrivere ipoteca.

Iniziamo subito.

1) Accertati di avere un Titolo Esecutivo

Il requisito fondamentale per iscrivere ipoteca è quello di possedere un titolo esecutivo.

La legge consente l’iscrizione di ipoteca solo nel caso in cui il creditore sia in possesso di un titolo esecutivo, diversamente non sarà possibile iscrivere il privilegio nei registri immobiliari.

Un provvedimento giudiziale (sentenza o decreto ingiuntivo) diventa esecutivo quando materialmente viene rilasciato in copia attestata conforme all’originale.

Questa soluzione sostituisce la vecchia “formula esecutiva”, ovvero un timbro (apposto dalla Cancelleria o in alcuni casi da un Notaio) con cui si “comanda” agli Ufficiali Giudiziari di porta ad esecuzione il titolo (art. 475 c.p.c.).

2) Individua i beni immobili su cui iscrivere Ipoteca

Dopo esserti accertato di vantare un titolo esecutivo, dovrai individuare con precisione i beni immobili su cui andrà iscritta ipoteca.

E’ possibile scoprire se il debitore è proprietario di immobili richiedendo una visura catastale o un’ispezione ipotecaria.

La legge (art. 2810 c.c.) stabilisce che è possibile ipotecare:

1) i beni immobili che sono in commercio con le loro pertinenze;

2) l’usufrutto dei beni stessi;

3) il diritto di superficie;

4) il diritto dell’enfiteuta e quello del concedente sul fondo enfiteutico.

3) Verifica il grado di Ipoteca

Dopo aver verificato se il debitore possiede dei beni immobili, dovrai verificare se sugli immobili sono iscritte precedenti ipoteche.

Per verificare il grado di ipoteca dovrai estrarre un’ispezione ipotecaria e valutare le formalità annotate nei pubblici registri (se vuoi ricevere supporto questa attività leggi questa pagina).

In base al numero di ipoteche iscritte sui beni immobili, potrai accertare il grado di ipoteca.

Il grado di ipoteca stabilisce un ordine di prelazione dei creditori; di conseguenza il creditore che ha iscritto ipoteca per primo vanterà ipoteca di primo grado.

In base alla data di iscrizione dell’ipoteca, indicata nei pubblici registri immobiliari potrai stabilire l’ordine di prelazione del tuo credito.

4) Compila la Nota di Iscrizione Ipotecaria

L’ipoteca si iscrive attraverso la compilazione di un documento che viene denominato “nota di iscrizione ipotecaria”.

Il documento può essere compilato attraverso dei programmi in cui è necessario inserire tutti i dati catastali dell’immobile.

I software più utilizzati per la compilazione della nota sono: NOTA e UNIMOD.

E’ possibile scaricare i programmi dal sito dell’Agenzia delle Entrate.

Il software “NOTA” è stato aggiornato fino al 2006 mentre “UNIMOD” viene aggiornato regolarmente, divenendo oggi il programma più utilizzato dalla maggior parte delle Conservatorie italiane.

5) Inserisci nella Nota di Iscrizione anche gli Interessi

Uno degli errori più comuni quando si iscrive ipoteca è quello di non inserire in modo corretto il tasso degli interessi da applicare.

Molte sentenze della Cassazione hanno affermato che il creditore non può richiedere al debitore il pagamento degli interessi ipotecari qualora nella nota di iscrizione non sia stato inserito il tasso di interesse.

In sede di pignoramento immobiliare questo dettaglio può far nascere molte contestazioni al momento della precisazione del credito.

6) Compila il Modello F24 per il pagamento delle imposte

Dopo aver redatto la nota di iscrizione sarà necessario compilare il modello F24 per il pagamento delle imposte.

Ecco un breve elenco delle spese da sostenere:

  1. Imposta di Registro 0,50% (sia in caso di iscrizione che di cancellazione, aumentata all’1% se in atto c’è anche un riconoscimento di debito e al 3% se c’è un finanziamento) da calcolarsi sull’importo dell’ipoteca;
  2. imposta di bollo pari a circa euro 155,00;
  3. imposta ipotecaria 2% (in caso di iscrizione) e 0,50% (in caso di cancellazione) da calcolarsi sull’importo dell’ipoteca;
  4. tassa di trascrizione pari a circa euro 35,00.

7) Iscrivi l’Ipoteca nei Pubblici Registri Immobiliari

La legge prevede che l’ipoteca si iscrive nell’ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui si trova l’immobile (art. 2827 cc).

Dopo aver pagato le imposte, potrai completare l’iscrizione recandoti presso la Conservatoria del luogo in cui è presente l’immobile.

Grazie alla digitalizzazione dei sistemi gestionali adesso è possibile richiedere l’iscrizione dell’ipoteca in via telematica.


Conclusione

Sei arrivato al termine di questo articolo.

Di seguito ti fornisco un breve riepilogo delle attività più importanti che dovrai svolgere per iscrivere ipoteca:

  1. Accertati di avere un titolo esecutivo;
  2. Individua i beni immobili su cui iscrivere ipoteca;
  3. Verifica il grado di ipoteca;
  4. Compila la nota di iscrizione ipotecaria;
  5. Inserisci nella nota di iscrizione anche gli interessi;
  6. Compila il modello F24 per il pagamento delle imposte;
  7. Iscrivi l’ipoteca nei pubblici registri immobiliari.

Tuttavia i diritti di prelazione sugli immobili sono argomenti molto delicati sui quali è facile commettere errori dovuti a inesperienza.

Per questo motivo, se vuoi iscrivere ipoteca, ti consiglio di chiedere supporto legale a un professionista specializzato in crediti ipotecari e diritto immobiliare.

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Contratto a distanza

Scopri come stipulare un contratto a distanza senza essere presente fisicamente al momento della firma

Ti sei mai chiesto come fanno le grandi società internazionali a concludere un contratto a distanza? In questo articolo ti spiegherò una procedura molto semplice che viene largamente utilizzata nel mondo degli affari per concludere dei contratti a distanza.

Con lo sviluppo della tecnologia e degli strumenti digitali puoi stipulare un contratto con persone o società che si trovano in città differenti. Le nuove piattaforme di comunicazione permettono di collaborare in modo intelligente dal proprio ufficio senza dover essere presente fisicamente presso la sede del cliente o del datore di lavoro.

Ma ci sono molti professionisti e società che, per formalizzare l’accordo, richiedono la presenza fisica del contraente al momento della firma.

In questi casi come puoi concludere un contratto a distanza senza essere presente fisicamente al momento della firma?

Ecco una soluzione molto pratica:

  1. FATTI INVIARE LA BOZZA DEL CONTRATTO VIA MAIL ➙ Se la tua cliente teme che le comunicazioni via mail siano poco sicure, suggerisci di creare un collegamento tramite VPN. La VPN (Virtual Private Network) è una rete di telecomunicazioni privata che permette agli utenti di scambiarsi informazioni sensibili tutelando la riservatezza degli operatori. Grazie ad una connessione protetta il tuo cliente potrà inviarti il contratto da firmare senza rischiare che la comunicazione possa essere intercettata da terzi.
  2. STAMPA LA COPIA DEL CONTRATTO E APPONI LA FIRMA OLOGRAFA NELLE PARTI IN CUI È RICHIESTA LA SOTTOSCRIZIONE ➙ In genere è preferibile apporre la firma sul contratto su ogni pagina e non soltanto nella parte finale del documento. E’ molto importante che le clausole che limitano le garanzie per il contraente devono essere tassativamente e specificamente approvate per iscritto, così come previsto dalla legge (art. 1341 codice civile, 2° comma). Eccoti qualche esempio di clausole che vanno tassativamente approvate per iscritto: 1) le limitazioni di responsabilità; 2) la facoltà di recedere dal contratto o di sospenderne l’esecuzione; 3) le clausole che sanciscono a carico dell’altro contraente decadenze; 4) le limitazioni alla facoltà di opporre eccezioni; 5) le restrizioni alla libertà contrattuale nei rapporti coi terzi; 6) la tacita proroga o la rinnovazione del contratto; 7) le clausole compromissorie o le deroghe alla competenza dell’autorità giudiziaria.
  3. SPEDISCI IL CONTRATTO FIRMATO CON RACCOMANDATA ASSICURATA PRESSO LA SEDE LEGALE DELLA SOCIETÀ ➙ Nel plico ti suggerisco di inserire una lettera di accompagnamento in cui descrivi il contenuto della spedizione e in cui comunichi che il tuo scopo è quello di consegnare la copia originale del contratto firmato. Ti conviene inviare il documento con posta assicurata, per garantire ulteriormente la spedizione e per assicurarti che in caso di smarrimento l’ufficio postale ti verserà un premio assicurativo. Molto spesso le società che accettano la spedizione del contratto originale chiedono che il contraente spedisca la fotocopia del documento di riconoscimento (carta d’identità o patente). Stai tranquillo non è una richiesta strana; la società desidera ricevere la copia del tuo documento per inserirlo nel loro archivio e dimostrare che il contratto è stato effettivamente firmato da te (soltanto tu puoi autorizzare la spedizione del tuo documento). Inoltre nel documento di riconoscimento è sempre presente una firma della persona; in questo modo il tuo contraente può confrontare la firma apposta sul contratto originale con quella presente nel documento di riconoscimento e verificare se c’è corrispondenza.
  4. FATTI SPEDIRE LA COPIA DEL CONTRATTO FIRMATO DAL TUO CLIENTE ➙ Se il tuo cliente è una società presta molta attenzione: la firma deve essere apposta da un rappresentante legale o da qualcuno che abbia il potere di firma (di quel determinato atto) in nome della società. Per verificare l’identità del rappresentante legale ti basta richiedere una visura camerale della società presso la Camera di Commercio. Verificare se il contratto è stato firmato correttamente è molto importante per tutelare il tuo credito in fase giudiziale. La firma dei contratti è un argomento spesso sottovalutato da molti freelance e professionisti, e può rivelarsi un boomerang in caso di crediti insoluti.

Seguendo questa procedura il contratto si perfeziona ed è pienamente efficace tra le parti. Non ci sarà una sola copia del contratto (che contiene la firma di entrambi i contraenti) ma ci saranno due copie firmate che rappresentano:

  • la proposta del contratto (la copia firmata dalla società/cliente);
  • l’accettazione del contratto (la copia firmata da te).

Questo è il sistema più utilizzato da alcune società internazionali per concludere dei contratti a distanza; anche nel settore legale si utilizza molte volte questa tecnica per transigere delle controversie giudiziali con società o persone che risiedono in città diverse.

Grazie a questo sistema la società o il tuo cliente ottiene la copia materiale del contratto in cui è apposta la tua firma olografa originale. Se firmassi il contratto presso la sede della società il risultato sarebbe identico: ovvero la società avrebbe una copia firmata del tuo contratto.


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Contratto a distanza: come puoi concluderlo senza essere presente al momento della firma?

  1. Fatti inviare la bozza del contratto via mail;
  2. Stampa la copia del contratto e apponi la firma olografa nelle parti in cui è richiesta la sottoscrizione;
  3. Spedisci il contratto firmato con raccomandata assicurata presso la sede legale della società;
  4. Fatti spedire la copia del contratto firmato dal tuo cliente;
  5. Il contratto si è perfezionato.

Puoi leggere il riepilogo di questo articolo cliccando sull’infografica qui sotto

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Contratto a distanza: come concluderlo

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Trattativa telefonica

La guida pratica per gestire in modo corretto una trattativa telefonica di recupero

La trattativa telefonica è uno degli strumenti più utilizzati per recuperare un credito in fase stragiudiziale. Non sempre è possibile fissare un incontro personale con il debitore per definire il contenzioso; anzi in certi casi è preferibile mantenere una certa distanza con la controparte per evitare di farsi coinvolgere emotivamente durante la discussione.

Avviare una trattativa telefonica è sempre un buon metodo per saggiare se il debitore è disponibile ad effettuare il pagamento senza l’instaurazione di una causa giudiziale. Tuttavia non è sempre facile gestire in modo efficace una trattativa; ci sono molte insidie e parecchi ostacoli da superare.

Quello che ti serve è una guida pratica che ti aiuti a condurre in modo corretto la trattativa telefonica verso l’obiettivo prefissato.

Ecco 5 consigli pratici che ti aiuteranno a recuperare il credito:

  1. IDENTIFICA E STUDIA IL DEBITORE ➙ Prima di contattare telefonicamente il debitore cerca di identificarlo in modo corretto. Se sei il creditore sarà facile identificare il debitore: avrai già un suo recapito telefonico o lo avrai già incontrato di persona. Diversamente se stai gestendo una trattativa per recuperare il credito di un’altra persona ti conviene raccogliere il maggior numero di informazioni sul debitore: dove abita, quanti anni ha, dove lavora (se lavora), perché non ha effettuato il pagamento, quanti soldi deve corrispondere, quanto ha già versato, se vi sono contestazioni sul prezzo o sulla fornitura del bene. Tutte queste informazioni ti aiuteranno a delineare un quadro completo della vicenda e ti permetteranno di comprendere i motivi del mancato pagamento: se è sorta una contestazione sul bene acquistato o sulla fornitura, occorre essere preparati per replicare in modo tempestivo alle eventuali eccezioni del debitore. Se sei già informato partirai con una marcia in più e potrai gestire in modo più consapevole la trattativa telefonica.
  2. EVITA DI COMUNICARE A SOGGETTI DIVERSI DAL DEBITORE IL MOTIVO DELLA TELEFONATA ➙ Uno degli errori più comuni che si commettono in fase di trattativa stragiudiziale è quello di comunicare a soggetti diversi dal debitore il motivo della telefonata. Se parli con un parente del debitore devi assolutamente evitare di comunicargli che stai chiamando per sollecitare il pagamento di un debito. Infatti parlare del debito con una persona diversa del debitore può farti commettere un illecito civile; divulgare a terzi che il sig. Rossi è debitore di te o del tuo cliente può causare la violazione del codice della privacy e ti espone ad una responsabilità civile. La Giurisprudenza ha affrontato molte volte questo tema cambiando spesso orientamento; ad esempio nel corso di un’assemblea condominiale se affermi che un condomino è moroso potresti anche essere considerato colpevole del reato di diffamazione (di recente però l’orientamento della Cassazione è mutato: se vuoi approfondire l’argomento clicca qui). Se non riesci a parlare direttamente con il debitore il nostro suggerimento è quello di evitare di comunicare il motivo della telefonata. Qualificati con il tuo nome e cognome (se hai un titolo professionale o sei un avvocato dillo pure), lascia un tuo recapito, e chiedi di essere chiamato per comunicazioni urgenti. Se il tuo interlocutore è curioso e chiede maggiori approfondimenti dovrai dire che non sei autorizzato a rilasciare ulteriori informazioni, ma comunicherai il motivo della telefonata al diretto interessato. Presta molta attenzione: alcune persone registrano le telefonate con il proprio smartphone. Evita di commettere errori che si ritorceranno contro di te.
  3. DURANTE LA TELEFONATA MOSTRATI CORDIALE MA DECISO ➙ Non appena ti sarai presentato in modo corretto cerca di essere disponibile con la tua controparte. Se mostri una certa empatia iniziale potresti indirizzare la trattativa verso il tuo obiettivo. Cerca di essere professionale e non aggredire il tuo interlocutore; ascoltalo e lascialo parlare. Però non mostrarti troppo disponibile: il debitore deve accorgersi di avere di fronte un professionista cortese ma deciso. Non cedere alle sue provocazioni ed ai suoi possibili insulti; ricorda che se ti fai trascinare nella rissa verbale la trattativa potrebbe essere compromessa. Cerca di far rilassare la controparte e invitalo a trovare una soluzione: ricordagli che stai telefonando per trovare una soluzione ragionevole per entrambi. Tu recuperi un credito, lui si toglie un debito ed una seccatura.
  4. CERCA DI STRAPPARE UNA PROMESSA DI PAGAMENTO ➙ Se hai gestito la trattativa in modo corretto e se il debitore ha compreso che è meglio estinguere il suo debito devi cercare di strappargli una promessa di pagamento. Invitalo a formulare una proposta di pagamento; ricordagli che in questo modo potrebbe uscire da una situazione difficile. Una promessa di pagamento costituisce una buona base per proseguire la trattativa: non illuderti però, le chiacchiere sono inutili se non vengono seguite dai fatti. Tuttavia se il debitore ha promesso il pagamento di una cifra, possono esserci buoni margini per chiudere il contenzioso ed incassare il tuo credito.
  5. FISSA UN NUOVO APPUNTAMENTO ➙ Se il debitore non ha ancora promesso un pagamento, ma ti accorgi che è favorevole ad estinguere il debito ti conviene interrompere quella telefonata e fissare un nuovo appuntamento. A volte rinviare la discussione di qualche giorno può sbloccare la trattativa verso il risultato sperato; il debitore potrà meditare sulla situazione critica e potrà organizzarsi per trovare la liquidità necessaria per formulare un’offerta transattiva. Questa tecnica non offre garanzie di successo, ma è un modo per rinviare la decisione finale ad un momento successivo. Ti conviene fissare un nuovo appuntamento telefonico anche quando il debitore rifiuta ogni pagamento; molte persone reagiscono in modo impulsivo al primo contatto, ma successivamente possono mostrarsi più favorevoli ad una transazione. Se fissi un nuovo appuntamento il debitore avrà più tempo di pensare, e magari sarà più disponibile a trovare una soluzione.

Sei arrivato al termine di questo articolo; leggi il riepilogo.

Trattativa telefonica: sai quali sono i 5 consigli pratici per sfruttarla nel recupero crediti?

  1. Identifica e studia il debitore;
  2. Evita di comunicare a soggetti diversi dal debitore il motivo della telefonata;
  3. Durante la telefonata mostrati cordiale ma deciso;
  4. Cerca di strappare una promessa di pagamento;
  5. Fissa un nuovo appuntamento.

Puoi leggere il riepilogo di questo articolo cliccando sull’infografica qui sotto

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Trattativa telefonica: 5 consigli

Trattativa telefonica: 5 consigli


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Impignorabilità

Come prevenire spiacevoli sorprese ed evitare di pignorare il debitore: impignorabilità prevista dalla legge e possibili rischi

Impignorabilità: un termine che non vorresti mai sentire pronunciare quando stai cercando di recuperare un credito.

Purtroppo però l’impignorabilità del debitore è un’eventualità che può verificarsi e può mandare in fumo i tuoi tentativi di recupero. Non mi riferisco solo all’impignorabilità stabilita dalla legge, ma anche a quelle situazioni in cui il pignoramento ti farà incassare una somma troppo esigua per giustificare i costi di una causa giudiziale.

Com’é possibile evitare di cadere nella trappola del credito impignorabile?

Basta concentrarsi su alcune semplici regole; se le conosci in anticipo potrai evitare di stipulare transazioni pericolose con il tuo cliente e non ti affannerai ad inseguire un credito irrecuperabile.

Ma quali sono i 3 casi principali in cui non ti conviene pignorare il debitore?

1) QUANDO IL DEBITORE PERCEPISCE UNA PENSIONE DI IMPORTO MOLTO BASSO ➙ Se il tuo debitore percepisce una pensione molto bassa è molto probabile che non riuscirai a pignorarlo. Infatti il nostro ordinamento e la giurisprudenza di legittimità prevedono che la pensione ha una funzione giuridica diversa da quella dello stipendio. Se da un lato lo stipendio costituisce la retribuzione per una prestazione lavorativa, la pensione, invece, ha natura assistenziale; ciò significa che il trattamento pensionistico serve per assistere il beneficiario dopo la cessazione del rapporto di lavoro e per fornirgli un mezzo di sostentamento sufficiente per il prosieguo della sua vita. Di conseguenza la legge stabilisce delle regole differenti per il pignoramento della pensione; infatti una norma del codice di procedura civile (art. 545 cpc) prevede che la pensione non può essere pignorata per intero, ma solo in parte, e cioè solo a condizione che al debitore sia riconosciuto un importo minimo che gli permetta di vivere in condizioni di stabilità economica. Questo importo si definisce “minimo vitale” e rappresenta una quota della pensione che la legge considera impignorabile e che corrisponde alla misura massima mensile dell’assegno sociale aumentato della metà (abbiamo già parlato di minimo vitale in questo articolo). Se il tuo debitore percepisce una pensione di 700 euro, potrai sottoporre a pignoramento solo la somma eccedente il minimo vitale, e precisamente l’importo di € 20,50.

Ricorda però una cosa importante: se pignori un debitore con una pensione di 700 euro il Giudice non ti riconoscerà la somma di 20,50 euro, ma ti assegnerà un importo più basso e cioè un quinto di 20,50 euro (nel nostro caso la somma di € 4,10). In questi casi potrebbe essere poco conveniente promuovere un pignoramento.

2) QUANDO LO STIPENDIO DEL DEBITORE E’ GRAVATO DA UNA CESSIONE DEL QUINTO E DA UN PIGNORAMENTO ➙ Se il tuo debitore percepisce uno stipendio, non cantare vittoria troppo presto. In molti casi capita che la retribuzione sia gravata non solo da una cessione del quinto, ma anche da un precedente pignoramento. Come fai a sapere se c’è ancora spazio per il tuo pignoramento? Devi sapere che la legge (art. 2, DPR n. 180/1950) prevede che il pignoramento e la cessione del quinto non possono colpire più della metà dello stipendio del debitore.

Pertanto prima di affrontare i costi di una causa giudiziale ti conviene conoscere con precisione gli importi e le trattenute che gravano sullo stipendio del tuo debitore.

3) QUANDO IL DEBITORE PERCEPISCE UN REDDITO CHE DERIVA DA UN ASSEGNO ALIMENTARE ➙ Se il tuo debitore riceve mensilmente un “assegno alimentare“, puoi già rassegnarti, il pignoramento presso terzi sarà inutile. L’assegno alimentare viene riconosciuto in favore di una persona che si trova in uno stato di bisogno; il soggetto che è obbligato al versamento è quasi sempre un parente o un coniuge  (art. 433 del codice civile). Il credito alimentare serve, infatti, per sostenere quell’individuo che non riesce a provvedere autonomamente al proprio sostentamento. La legge (art. 545 del codice di procedura civile) stabilisce che i crediti alimentari sono impignorabili.

Non importa quale sia la misura della somma che il debitore percepisce a titolo di credito alimentare; per questa tipologia di reddito il nostro ordinamento ha stabilito regole inderogabili. Il credito alimentare è colpito da un’impignorabilità per materia.

Un consiglio

Quando scopri che il tuo debitore percepisce un reddito, non affrettarti a promuovere un’azione legale contro di lui; non sempre il suo reddito potrà essere pignorato. Ricorda che c’è una grossa differenza tra pensione e stipendio, e solo un’accurata analisi patrimoniale ti potrà suggerire quale strumento di recupero utilizzare.


Sei arrivato al termine di questo articolo: leggi il riepilogo.

Impignorabilità: in quali casi non ti conviene pignorare il debitore?

  1. Quando il debitore percepisce una pensione di importo molto basso;
  2. Quando lo stipendio del debitore è gravato da una cessione del quinto e da un pignoramento;
  3. Quando il debitore percepisce un reddito che deriva da un assegno alimentare.

Puoi leggere il riepilogo di questo articolo cliccando sull’infografica qui sotto

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Impignorabilità: in quali casi non conviene pignorare il debitore

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Blockchain: la catena di blocchi

Guida pratica per comprendere la Blockchain ed il suo funzionamento

Blockchain: molti ne parlano ma probabilmente non tutti sono riusciti a capire di cosa si tratta.

L’esplosione del BITCOIN e delle criptovalute ha fatto emergere una tecnologia rivoluzionaria che potrebbe cambiare profondamente il mondo del lavoro e del business; questa tecnologia si chiama BLOCKCHAIN e rappresenta il motivo principale del successo delle nuove “criptomonete” digitali.

Che cos’è la Blockchain?

Il termine inglese “BLOCKCHAIN” significa letteralmente “catena di blocchi” e rappresenta un sistema gestionale che registra e convalida delle transazioni su dei blocchi virtuali (“blocks”) collegati tra di loro.

Grazie ad una tecnologia “da pari a pari” (tecnologia “Peer To Peer”) tutti gli utenti che compongono la rete sono legati da un rapporto paritario (“da pari a pari”) e non esiste un mega capo (o server centrale) che amministra la rete e gestisce le transazioni.

Per intenderci meglio: non esiste il Sig. Blockchain che monitora le transazioni dalla sua scrivania, ma piuttosto è lo stesso sistema informatico che si gestisce in modo autonomo e (grazie al contributo di tutti gli utenti) monitora da solo le informazioni e le operazioni concluse.

La BLOCKCHAIN è pertanto una rete autonoma composta da blocchi; nei singoli blocchi sono contenute le informazioni che permettono di convalidare le transazioni. Tanti blocchi creano la BLOCKCHAIN.

Come funziona la blockchain?

Attraverso una procedura cifrata il sistema archivia le informazioni nei blocchi (anche definiti come “registri digitali”) in modo che alcune informazioni siano visibili a tutta la rete mentre altre sono visibili soltanto da coloro che hanno concluso la transazione. Questo sistema permette di convalidare le transazioni in modo certo, senza però divulgare tutte le informazioni sensibili che hanno fatto concludere l’affare.

Pertanto se il sig. Rossi conclude una transazione con il sig. Verdi, nella BLOCKCHAIN compariranno delle informazioni pubbliche che certificheranno il completamento dell’operazione, tenendo però riservate le notizie più sensibili (identità dei due soggetti o importo della transazione).

Come è composto un blocco della catena? Clicca sull’immagine qui sotto per scoprirlo

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Blockchain: il blocco che la compone

Blockchain: il blocco che la compone

Le informazioni private inserite nei blocchi della catena sono “nascoste” poiché coperte da “crittografia”. La crittografia è un linguaggio informatico che ha la funzione di “offuscare” un messaggio digitale per impedire la lettura a persone non autorizzate.

Chi gestisce la Blockchain?

La BLOCKCHAIN è un sistema autonomo che non è gestito da nessun amministratore, ma si aggiorna da solo in tempo reale grazie ad una rete mondiale di archivi digitali (“database network”); gli utenti che utilizzano la catena possono aggiornare solo il singolo blocco a cui hanno accesso e non possono manomettere gli altri blocchi già inseriti nel sistema. Per creare un nuovo blocco è necessario che le transazioni siano verificate e convalidate secondo una particolare procedura.

Come viene convalidata una transazione?

Dopo aver stipulato la transazione si genera una chiave segreta “crittografata”; per convalidare la transazione è necessario risolvere gli algoritmi crittografici che proteggono la transazione.

Pertanto se il sig. Rossi stipula una transazione con il sig. Verdi, la Blockchain genera un enigma che protegge la transazione: per convalidare la transazione e dimostrare che il contratto si è perfezionato, un terzo soggetto, il sig. Bianchi, si occupa di risolvere l’enigma tramite il proprio pc e successivamente la inserisce nei blocchi della rete.

In questo esempio il sig. Bianchi svolge il ruolo del “MINER” ovvero il soggetto che si occupa di convalidare la transazione trovando una soluzione alla chiave segreta crittografata. Il “MINER” (in inglese letteralmente “minatore”) utilizza dei potenti computer di calcolo che gli permettono di risolvere l’enigma crittografato contenuto nella transazione e gli consentono di generare un nuovo blocco e aggiungerlo alla catena.

Risolvere l’enigma della transazione significa letteralmente “minare” la Blockchain, ovvero cercare e trovare (come i minatori) la chiave che convalida i nuovi blocchi.

Quali sono i protagonisti coinvolti nella transazione? Clicca sull’immagine qui sotto per scoprirlo

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Blockchain: la transazione ed il miner

Blockchain: la transazione ed il miner

Ecco come funziona il processo di convalidazione:

  1. L’utente richiede la convalida di una transazione ed inoltra la richiesta alla BLOCKCHAIN;
  2. La transazione crittografata finisce in una spazio denominato “MEMPOOL” in cui sono presenti tutte le operazioni che attendono di essere convalidate;
  3. Il MINER pesca nella “MEMPOOL” e attraverso dei pc molto potenti risolve la chiave crittografata della transazione;
  4. Il MINER convalida la transazione inserendola insieme ad altre transazioni in un nuovo blocco;
  5. Il nuovo blocco viene inserito nella rete e viene aggiunto ai blocchi già esistenti.
Blockchain: come viene convalidata una transazione

Blockchain: come viene convalidata una transazione

Per “minare” un blocco dalla BLOCKCHAIN di BITCOIN (la più famosa criptovaluta) tantissimi MINERS si sfidano per convalidare le transazioni degli utenti; chi risolve prima la transazione riceve in cambio un certo numero di BITCOIN (monete virtuali).

E’ possibile “minare” un blocco grazie all’utilizzo di computer molto potenti che possiedono una capacità di calcolo molto elevata; l’attività di “mining” può essere realizzata solo attraverso l’utilizzo di computer molto performanti (non disponibili nella grande distribuzione) che comportano un enorme dispendio di energia elettrica.

Questi requisiti rendono molto difficile e costoso il compito di un MINER; in genere un solo operatore non è in grado di svolgere autonomamente questa attività. Per questo motivo sono nate le cosidette “mining pool” o “mining farm” ovvero  un insieme di persone che uniscono le proprie risorse per “minare” la blockchain e risolvere prima degli altri miners le transazioni da convalidare.

Che beni possono essere coinvolti nelle transazioni della Blockchain?

La BLOCKCHAIN può essere rivoluzionaria poiché permette di creare un registro elettronico che convalida le transazioni di qualsiasi settore come: criptovalute, contratti di vendita, servizi di trasporto, servizi finanziari, votazioni e scrutini, servizi di assistenza sanitaria.

Utilizzare la BLOCKCHAIN prevede principalmente 3 grossi vantaggi:

  • NESSUN LUOGO FISICO ➙ La BLOCKCHAIN non ha un luogo fisico ma esiste solo nella rete; non esiste nessun edificio o nessun deposito in cui è collocato il server centrale. Le transazioni avvengono all’interno della rete digitale grazie alla semplice installazione della BLOCKCHAIN nei computer degli utenti.
  • NESSUN GESTORE ➙ Il registro delle transazioni non deve essere gestito da nessun ente centrale, ma funziona grazie alla partecipazione di tutti gli utenti della rete.
  • DIFFICILISSIMA (SE NON IMPOSSIBILE) DA MANOMETTERE ➙ È quasi impossibile manomettere ed alterare il registro delle transazioni; le informazioni contenute nella rete si aggiornano in tutti i computer in cui è installata la BLOCKCHAIN. Nel caso in cui qualcuno volesse manomettere i dati contenuti nella catena non dovrebbe alterare un unico archivio (server o database) ma dovrebbe modificare il numero totale di blocchi della rete (ovvero centinaia di migliaia di blocchi).

Blockchain revolution

Tuttavia non è tutto oro quel che luccica; la “catena di blocchi” è un tema che divide e ci sono molti critici che hanno evidenziato tutti gli aspetti negativi di questa nuova tecnologia.

La rivoluzione è solo all’inizio.


Sei arrivato al termine di questo articolo; per ricordare meglio quali argomenti abbiamo trattato leggi questo breve riepilogo.

Cos’è la Blockchain e come posso spiegarla ad un bambino di 10 anni?

  1. La Blockchain è una “catena di blocchi” e rappresenta un sistema gestionale che registra e convalida delle transazioni su dei blocchi virtuali (“blocks”) collegati tra di loro.
  2. Dopo aver concluso la transazione il miner si occupa di convalidarla.
  3. Dopo essere stata convalida la transazione viene inserita insieme ad altre transazioni in un nuovo blocco.
  4. Il blocco che contiene le nuove transazioni convalidate viene inserito nella Blockchain.

Per riassumere questi concetti clicca sull’infografica qui sotto

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Blockchain: cos'è e come spiegarla ad un bambino di 10 anni

Blockchain: cos’è e come spiegarla ad un bambino di 10 anni


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Tino Crisafulli ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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