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Come recuperare crediti da una società in liquidazione: la guida

La guida da seguire per sapere come recuperare crediti da una società in liquidazione

Come recuperare crediti da una società in liquidazione? Questa è una delle domande più difficili che si possa rivolgere ad un legale o ad un professionista del recupero.

Non è facile trovare una risposta, né tantomeno organizzare una strategia di recupero efficace.

La liquidazione di un’impresa è una situazione spiacevole che può mettere seriamente a rischio il tuo credito.

Negli ultimi anni il numero di società che ha promosso la procedura di liquidazione cresce a dismisura.

E cresce proporzionalmente il numero di fallimenti: quando l’azienda in crisi non riesce a soddisfare i propri creditori, si ritrova molto spesso coinvolta in una procedura fallimentare.

Sarò sincero: se aspetti del denaro da una società in liquidazione le tue possibilità di recupero diminuiscono e la difficoltà che dovrai affrontare aumenteranno.

Non pensare di dover affrontare una situazione semplice.

Tuttavia esiste una soluzione: grazie a questo articolo ti suggerirò 4 azioni che dovrai compiere per sapere come recuperare crediti da una società in liquidazione.

Ma andiamo con ordine: prima di proseguire è necessario che ti spieghi cos’è la procedura di liquidazione.


CHE COS’E’ LA PROCEDURA DI LIQUIDAZIONE VOLONTARIA?

La liquidazione volontaria è una procedura con la quale un’impresa decide di concludere e definire i rapporti patrimoniali con i creditori.

La liquidazione si definisce “volontaria” perché è la stessa impresa che decide volontariamente di usufruire di questa procedura.

CAMBIO DI DENOMINAZIONE

Grazie alla liquidazione volontaria l’azienda muta la propria denominazione sociale inserendo in coda alla propria sigla le parole “in liquidiazione”.

In questo modo se l’azienda “Alfa srl” avrà deciso di promuovere la procedura di liquidazione volontaria, la sua nuova denominazione sarà “Alfa srl in liquidazione”.

SCOPO DELLA LIQUIDAZIONE

Grazie a questa procedura l’azienda effettua delle operazioni di liquidazione per convertire i beni di sua proprietà in denaro che sarà utilizzato per il pagamento dei creditori.

Nella maggior parte dei casi la procedura di liquidazione precede l’estinzione della società: infatti dopo aver liquidato tutti i beni e dopo aver retribuito i creditori, l’azienda può estinguersi.

I RISCHI PER I CREDITORI

Adesso capisci perché la procedura di liquidazione mette in pericolo il tuo credito? Se l’azienda si estingue senza provvedere a saldare il tuo credito, dovrai affrontare una lunga avventura giudiziaria prima di recuperare il tuo credito.

Inoltre devi sapere che le procedure di liquidazione volontaria nascondono molte insidie.

Sono molte le società che ricorrono a comportamenti davvero opachi e poco trasparenti per evitare di soddisfare tutti i creditori.


Dopo questa doverosa premessa, passiamo alla parte pratica di questa guida: se vuoi scoprire come recuperare crediti da una società in liquidazione segui queste 4 regole.

1. VERIFICA SE LO STATO DI LIQUIDAZIONE È REALE

La prima cosa da fare è quella di verificare se lo stato di liquidazione della società debitrice è reale.

Come fare? Semplice, devi richiedere una visura camerale dell’impresa.

E’ molto frequente trovare amministratori di aziende che affermano falsamente che l’azienda è in liquidazione.

In questo modo l’impresa cerca di “intimorire” il creditore facendogli credere che ci sono poche possibilità di recupero.

Credimi sono tanti quelli che mentono: per questo motivo richiedi subito una visura camerale della società e verifica se la sua ragione sociale è cambiata.

Ti ricordo che se l’azienda ha promosso la procedura di liquidazione volontaria, la sua sigla sarà seguita dalle parole “in liquidazione”.

Verifica immediatamente se la tua debitrice è effettivamente in uno stato di liquidazione.


2. NOTIFICA LA DIFFIDA AL LIQUIDATORE

C’è un piccolo trucchetto che puoi applicare per velocizzare il pagamento del tuo credito.

Invia una formale diffida direttamente alla società in liquidazione, ma presso l’indirizzo di residenza del liquidatore della società.

Molti amministratori non aggiornano l’indirizzo dove ha sede legale la società; spesso questa “dimenticanza” è volontaria per rendere la società irreperibile e complicare l’attività di recupero ai creditori.

Se decidi di inviare la diffida al liquidatore potrai evitare il rischio che la tua richiesta non venga notificata al destinatario.

L’indirizzo di residenza è indicato nella visura camerale della società.

Puoi verificare la data in cui è stata aggiornata la visura; se non è trascorso troppo tempo dall’ultima variazione, puoi inviare la diffida di pagamento all’indirizzo che troverai sotto i dati del liquidatore.

Ricorda una cosa importante: la diffida non va inviata al liquidatore in qualità di destinatario, ma alla società in liquidazione presso l’indirizzo del liquidatore.

E’ una differenza sottile ma che può generare grandi contestazioni in sede giudiziaria.


3. ESEGUI DELLE INDAGINI PATRIMONIALI SULLA SOCIETÀ IN LIQUIDAZIONE

Hai ottenuto una visura camerale aggiornata sulla società, successivamente hai inviato una diffida al liquidatore.

Ma nessuno ti ha richiamato.

Come recuperare crediti da una società in liquidazione? Esegui delle indagini patrimoniali sull’impresa.

Cerca di accertare se l’impresa possiede dei beni mobili o immobili che hanno sufficiente valore per soddisfare il tuo credito.

In questa fase ti consiglio di prendere in considerazione qualsiasi ipotesi: persino quella di ricorrere al pignoramento mobiliare.

Di solito il pignoramento mobiliare è uno strumento di recupero poco conveniente: tuttavia in una situazione simile valuta con attenzione se conviene farti assegnare un bene di proprietà del debitore piuttosto che inseguire una somma di denaro che non troverai.


4. ESAMINA IL BILANCIO FINALE DI LIQUIDAZIONE

Esiste anche un’altra possibile soluzione per sapere come recuperare crediti da una società in liquidazione.

Se sei arrivato tardi e la società si è estinta, non tutte le speranze sono perdute.

Ti consiglio di esaminare il bilancio finale di liquidazione pubblicato dalla società debitrice.

Infatti, la procedura di liquidazione volontaria si conclude con un bilancio finale che indica quali e quanti beni sono stati alienati a terzi.

Spesso succede che gli amministratori delle società in liquidazione assegnano ai soci (o a se stessi) dei beni aziendali (come auto, immobili o denaro) senza menzionare la presenza di creditori.

In questo caso cosa devi fare?

Se l’azienda debitrice ha liquidato dei beni aziendali in favore dei soci o in favore di terzi, puoi impugnare l’atto di liquidazione e puoi promuovere un’azione giudiziaria contro i responsabili (per approfondire l’argomento leggi questo articolo).


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Come recuperare crediti da una società in liquidazione: quali sono le 4 azioni da compiere?

  1. Verifica se lo stato di liquidazione è reale;
  2. Notifica la diffida al liquidatore;
  3. Esegui delle indagini patrimoniali sulla società in liquidazione;
  4. Esamina il bilancio finale di liquidazione.

Leggi il riepilogo cliccando sull’infografica qui sotto

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Come recuperare crediti da una società in liquidazione: 4 regole

Come recuperare crediti da una società in liquidazione: 4 regole


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Come recuperare crediti da lavoro: 4 regole fondamentali

La guida che ti spiega come recuperare crediti da lavoro

Come recuperare crediti da lavoro: se l’azienda per cui lavoravi ha interrotto il vostro rapporto di collaborazione questo articolo può esserti utile.

In questa guida ti spiegherò 4 regole fondamentali che dovrai seguire per recuperare il tuo credito da lavoro.

Prima di spiegarti come comportarti, ti faccio una premessa importante.

A chi è rivolta questa guida

Questa guida è rivolta a tutti i lavoratori dipendenti che hanno prestato attività lavorativa periodica e continuativa per un’azienda.

Pertanto se lavoravi come dipendente (o anche come professionista a p.iva) per conto di un’azienda il tuo credito può definirsi come un “credito da lavoro” e questa guida è adatta a te.

Non fraintendermi, anche un lavoro prestato in modo occasionale (come ad esempio quello per una singola consulenza esterna) fa nascere un “credito da lavoro”.

Infatti anche in questo caso il tuo credito nasce dal tuo lavoro.

Ma in questo articolo tratteremo in modo più specifico come recuperare crediti da lavoro, nascenti da rapporti di lavoro subordinati, o rapporti di lavoro che per la loro natura sono assimilabili ai rapporti di lavoro subordinati.

Se invece sei un professionista a partita iva o sei un freelance, ti suggerisco di leggere questo articolo.


Le 4 regole fondamentali da seguire.

1. OTTIENI UNA COPIA DEL CONTRATTO FIRMATA DAL DATORE DI LAVORO

So che può sembrarti un suggerimento banale, ma molte volte mi è capitato di assistere dei lavoratori che non possedevano una copia del contratto firmato dal datore di lavoro.

A volte l’assenza del contratto era causata dallo smarrimento del documento.

In altri casi, invece, il contratto non era disponibile perché il rapporto di lavoro non era stato concordato in via scritta.

Devi sapere che, anche se non possiedi una copia firmata del contratto di lavoro, la legge ti consente di ottenere una tutela giuridica in sede giudiziale.

Infatti, diversamente da altre situazioni giuridiche, nel processo del lavoro potrai ottenere il pagamento della tua prestazione non pagata anche in assenza del contratto firmato dalle parti.

Per tutelare lo squilibrio contrattuale che esiste tra il datore di lavoro e il suo dipendente, la legge consente alla parte contrattualmente più debole (il dipendente) di poter provare l’esistenza del rapporto anche grazie alle prove cosidette “atipiche”.

Pertanto se non possiedi un contratto di lavoro firmato dalla tua controparte, ricorda che il tuo credito può essere recuperato.


2. RACCOGLI LE PROVE CHE DIMOSTRANO IL TUO LAVORO

Se non possiedi delle prove scritte che dimostrano lo svolgimento del tuo lavoro, puoi ricorrere alle prove testimoniali.

Infatti come già ti ho spiegato nel primo punto, la legge ti consente di provare che hai svolto il tuo lavoro grazie alle prove “atipiche” ma anche e soprattutto grazie alle prove testimoniali.

Come recuperare crediti da lavoro con le prove testimoniali

Se hai deciso di presentare una causa giudiziale contro il tuo datore di lavoro, ricorda che dovrai chiedere al Giudice (nel primo atto che introduce il giudizio) di ascoltare i testimoni.

Puoi chiamare a testimoniare in udienza tutti i tuoi ex colleghi di lavoro che avevi al tuo fianco durante la tua esperienza lavorativa.

Ricorda che se citi in giudizio i tuoi ex colleghi, essi saranno obbligati a presentarsi davanti al Giudice per rendere la testimonianza.

In molti casi un dipendente che lavora ancora per la tua ex società sarà in difficoltà nell’accettare la tua richiesta di testimonianza.

E’ una situazione piuttosto comune: nessuno vuole testimoniare in tuo favore contro l’azienda che gli paga lo stipendio.

Ma ricorda che, una volta citato in giudizio, il testimone ha l’obbligo di presentarsi e di dichiarare la verità sui fatti per cui è chiamato a rispondere.

In altre parole: nessuno può rifiutarsi di presentarsi in udienza davanti ad un Giudice.

Pertanto ricorda questo principio se un tuo ex collega ti comunicherà che non vuole essere chiamato in giudizio.

Come recuperare crediti da lavoro? Le testimonianze sono spesso le armi migliori durante un processo.


3. QUANTIFICA CORRETTAMENTE L’IMPORTO DEL CREDITO

Capita molto volte che il lavoratore che ha subito il licenziamento non sappia quantificare con precisione l’importo che l’ex datore di lavoro deve riconoscergli.

Questo succede molto spesso quando le parti non avevano sottoscritto un accordo.

Se ti trovi in questa situazione c’è un rimedio al problema: prima di avviare la causa giudiziale puoi rivolgerti ad un “Patronato” o ad un “CAF – Centro di assistenza fiscale” per ottenere un documento che quantifica gli importi che devi ricevere.

La maggior parte dei Patronati e dei CAF offre questo servizio a titolo gratuito, e consegna il documento nel giro di qualche settimana.

Ottenere un documento di quantificazione dell’importo del credito ti aiuterà moltissimo nella richiesta di pagamento.


4. RIVOLGITI AL TRIBUNALE DEL LAVORO

Dopo che avrai ottenuto il documento rilasciato da un Patronato o da un CAF, è arrivato il momento di formulare la tua richiesta di pagamento.

E’ sempre preferibile tentare di avviare una trattativa stragiudiziale di recupero: molte aziende preferiscono risolvere il contenzioso in via bonaria.

Tuttavia se il tuo tentativo non dovesse avere successo ti conviene rivolgerti subito al Tribunale del Lavoro.

Rivolgiti ad un legale e presenta la tua richiesta al Giudice: in base alle prove in tuo possesso ti sarà possibile richiedere l’emissione di un decreto ingiuntivo o promuovere una causa ordinaria secondo il rito del lavoro.

Ricorda che le spese giudiziarie per i contenziosi di lavoro sono ridotte; in molti casi le spese sono addirittura esenti (come nel caso di notifica degli atti giudiziari di lavoro).

In caso di mancato pagamento, ti conviene avviare una causa contro il tuo ex datore di lavoro; i tempi processuali sono ridotti e le spese che dovrai sostenere sono minori rispetto agli altri giudizi.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Come recuperare crediti da lavoro: quali sono le 4 regole fondamentali da seguire?

  1. Ottieni una copia del contratto firmata dal datore di lavoro;
  2. Raccogli le prove che dimostrano il tuo lavoro;
  3. Quantifica correttamente l’importo del credito;
  4. Rivolgiti al Tribunale del lavoro.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Come recuperare crediti da lavoro: 4 regole

Come recuperare crediti da lavoro: 4 regole


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Come recuperare crediti da lavoro: le 4 regole da seguire

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Le prove scritte: la loro importanza nel recupero crediti

Scopri quanto sono importanti le prove scritte nel recupero crediti

Le prove scritte sono talmente importanti che la loro assenza può persino determinare l’irrecuperabilità del credito.

La storia di Giada e Roberto

Oggi ti raccontiamo la storia di due giovani imprenditori: Giada e Roberto.

Giada e Roberto non si conoscono, ma entrambi dovranno competere per recuperare un credito insoluto.

Grazie alla loro storia ti spiegheremo:

  • Come si comporta un Tribunale che esamina le tue prove documentali;
  • Quanto è importante per un imprenditore conoscere alcune regole giuridiche.

Ma partiamo immediatamente con la nostra storia.


Giada e la sua boutique

Ti raccontiamo la vicenda di due giovani imprenditori che non si conoscono ma che hanno alcune cose in comune.

Uno di questi imprenditori si chiama Giada, è una donna e lavora nel settore della moda.

Giada ha una boutique di vestiti per donna e da poco tempo ha avviato un piccolo e-commerce che le permette di vendere molti prodotti online.

La nostra protagonista realizza anche abiti su misura; nel suo team ci sono due sarte molto brave che realizzano capi molto eleganti.

Giada è da poco moglie di un dirigente delle Poste e vive felicemente in un appartamento del centro.

Roberto e le stoffe

L’altro imprenditore si chiama Roberto e lavora nel settore delle stoffe.

Roberto ha un laboratorio artigianale nella zona industriale della sua città e ha creato un sito vetrina che gli permette di ricevere molti contatti da persone della sua regione.

Roberto è marito di una giovane donna, e padre di una bellissima bambina.

Il sig. Molesto …

Giada e Roberto non si conoscono e non si conosceranno nel corso della storia, ma hanno una cosa in comune: entrambi hanno concluso un affare con il sig. Molesto.

Il sig. Molesto dopo aver illuso i nostri protagonisti non effettuerà il pagamento dei suoi debiti.

Ma soltanto uno dei nostri imprenditori riuscirà a recuperare il proprio credito; l’altro commetterà un errore imperdonabile che gli impedirà di ottenere il pagamento del suo lavoro.

Per scoprire il resto della storia ascolta la nostra puntata…


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Come recuperare crediti per telefono: le 4 fasi di una trattativa

La guida pratica per capire come recuperare crediti per telefono

Molti consulenti esterni ed avvocati mi hanno spesso chiesto come recuperare crediti per telefono.

La trattativa telefonica è una delle attività di recupero più utilizzate nelle grandi società.

Grazie agli operatori di “phone collection” si cerca di raggiungere un accordo con il debitore per ottenere il pagamento di un credito insoluto.

Gestire una trattativa stragiudiziale telefonica non è un’attività semplice; per avere successo e raggiungere il risultato programmato è molto importante ideare una strategia che consenta di transigere il contenzioso in tempi celeri.

Un vecchio strumento che porta ottimi risultati

I nuovi strumenti tecnologici non sono stati ancora in grado di sostituire l’efficacia e l’immediatezza della telefonata.

Il telefono: uno strumento scoperto tanti anni fa ma che si rivela insostituibile nella nostra vita quotidiana e nelle attività imprenditoriali.

Grazie all’utilizzo dei telefoni fissi le primissime società di recupero crediti degli anni ’90 hanno costruito il loro successo.

Cambiano i tempi ma non i risultati: anche adesso le transazioni condotte per telefono producono risultati davvero soddisfacenti.

Se vuoi scoprire alcuni consigli utili per sfruttare la trattativa telefonica nel recupero crediti, ti consiglio di leggere questo articolo.


Le 4 fasi

Ma il telefono è solo uno strumento, che può rivelarsi inutile se non è usato con una strategia.

Se vuoi scoprire come recuperare crediti per telefono, è molto importante che tu conosca quali sono le 4 fasi di una trattativa stragiudiziale.

In questo articolo ti spiegherò come prepararti per una transazione telefonica, e ti suggerirò come organizzare la tua strategia di recupero per ottenere il pagamento nel più breve tempo possibile.

Come recuperare crediti per telefono: le 4 fasi di una trattativa.


FASE 1 – RACCOLTA E ANALISI DELLE INFORMAZIONI

Prima di avviare una trattativa telefonica è necessario (ovviamente) raccogliere i dati sul debitore.

Le principali informazioni che devi possedere sono:

  • il nome ed il cognome della controparte;
  • il suo codice fiscale (se si tratta di una persona fisica) o la partita iva (se si tratta di una società);
  • il suo indirizzo di residenza;
  • il suo numero di telefono.

Non sempre i dati in possesso del creditore sono corretti; pertanto prima di avviare una trattativa telefonica devi verificare se il numero di telefono del debitore è attivo (anche grazie a dei servizi di indagine patrimoniale).


FASE 2 – PROGRAMMAZIONE DELLA STRATEGIA DI RECUPERO

Dopo aver raccolto tutte le informazioni sul debitore sarà necessario programmare una strategia di recupero.

Prima di avviare una trattativa telefonica, dovrai studiare le caratteristiche del debitore ed individuare i suoi “punti deboli”.

I “punti deboli” della controparte sono tutti i beni (mobili e immobili) e le fonti di reddito che possono essere sottoposte ad un pignoramento.

Il debitore è una dipendente pubblico? Un pensionato? Oppure è una società di capitali? O una società in liquidazione?

Ti consiglio di analizzare, grazie all’aiuto di un consulente, tutte le caratteristiche della controparte per individuare il percorso più adatto per il tuo obiettivo.

Conoscendo in anticipo i punti deboli del debitore potrai dirigere la conversazione telefonica verso quei temi e così potrai creare le premesse per una buona transazione.

Il debitore afferma di essere disoccupato mentre invece è pensionato?

Puoi smentirlo nel corso della telefonata utilizzando quell’informazione a tuo vantaggio.

Più informazioni possiedi più sarà facile condurre la trattativa.


FASE 3 – AVVIO DELLA TRATTATIVA

Adesso che hai individuato i punti deboli della controparte, e dopo aver studiato un piano strategico, sei pronto ad avviare una trattativa.

Ho sempre pensato che l’avvio di una trattativa deve avvenire con uno strumento più solenne di una semplice telefonata.

Per questo motivo ti consiglio di richiedere il pagamento del tuo credito inviando una diffida al debitore.

Successivamente, dopo aver avuto conferma della ricezione, puoi telefonare alla controparte per avviare la trattativa.

Alcuni consigli utili:

  • chiedi alla controparte una conferma esplicita della sua identità pronunciando il suo nome e cognome;
  • comunica il motivo della telefonata solo alla parte interessata e solo se hai ricevuto conferma sull’identità dell’interlocutore (diversamente commetteresti una violazione della legge sulla privacy);
  • qualificati con nome, cognome e titolo professionale, prima di iniziare a parlare.

Un piccolo trucco: se non riesci a parlare con il debitore lasciagli un messaggio cercando di incuriosirlo. Questa frase funziona quasi sempre: “Può farmi richiamare dal sig. TIZIO (debitore) perché ho comunicazioni urgenti che lo riguardano”.

Se il tuo interlocutore chiede maggiori spiegazioni dovrai dire che non sei autorizzato a fornire ulteriori dettagli per motivi di privacy.

Ricorda che rivelare a terzi il motivo della chiamata (specie se si tratta di una situazione debitoria) ti può esporre ad un responsabilità civile per violazione dell’obbligo di riservatezza.


FASE 4 – CHIUSURA E DEFINIZIONE DELLA TRATTATIVA

Nel corso della trattativa telefonica prendi appunti e segna tutte le contestazioni che ti rivolgerà il debitore.

Molto spesso la controparte affermerà delle cose inesatte per evitare di pagare.

Devi sapere che poche persone sanno davvero mentire senza lasciare qualche indizio; mi è capitato molte volte di smascherare delle bugie proprio durante il corso della telefonata.

Chi usa una bugia, spesso lo fa sulla base di una reazione emotiva e senza un copione già pronto: questo significa che se il bugiardo ha un altro “sbalzo” emotivo sarà portato ad affermare una bugia più grossa che spesso smentisce la prima.

Se annoti le informazioni sospette, quando sentirai la seconda bugia potrai chiedere di spiegare l’incongruenza con la prima informazione.

Con questa tecnica sono riuscito a disinnescare moltissimi debitori bugiardi.

In questo modo farai capire al tuo interlocutore che non è il caso di raccontarti delle bugie, perché tu sei così abile da accorgertene.

Come definire una trattativa

Quando il debitore si mostra favorevole ad una transazione, devi chiedergli di firmare un accordo scritto.

Quando la trattativa si conclude con la firma di un atto, le probabilità di recupero aumentano notevolmente.

Inoltre, se il debitore non rispetterà il suo impegno, potrai utilizzare il documento che avrà firmato per avviare una causa giudiziale.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Come recuperare crediti per telefono: quali sono le 4 fasi di una trattativa stragiudiziale?

  1. Raccolta e analisi delle informazioni;
  2. Programmazione della strategia di recupero;
  3. Avvio della trattativa;
  4. Chiusura e definizione della trattativa.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Come recuperare crediti per telefono: le 4 fasi

Come recuperare crediti per telefono: le 4 fasi


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Come recuperare crediti per telefono: le fasi di una trattativa

Come recuperare crediti per telefono: le fasi di una trattativa


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Il pignoramento della pensione

Tutto quello che devi sapere per evitare brutte sorprese con il pignoramento della pensione

Il pignoramento della pensione è uno degli strumenti più utilizzati dai professionisti e dalle società di recupero crediti.

Ma non è tutto ora quello che luccica; oggi parleremo dei rischi che si corrono quando si effettua il pignoramento di una pensione.

Iniziano le “Credit Stories”

Ti racconteremo la storia del sig. Cesare, imprenditore e creditore, che dovrà risolvere un caso delicato per la sua attività.

Grazie a questa storia ti spiegheremo:

  • Perché è così importante conoscere in modo preciso la situazione patrimoniale del debitore;
  • Qual è la differenza fondamentale tra il pignoramento dello stipendio ed il pignoramento della pensione;
  • Come comportarsi se il debitore percepisce una pensione.

La storia di Cesare

Cesare è un imprenditore nel settore edìle, marito di una commessa, e padre di 2 figli universitari.

Il nostro protagonista ha aperto la sua attività diversi anni fa, ed è abbastanza conosciuto nella sua zona; realizza lavori nell’edilizia ed è specializzato nella ristrutturazione di ambienti domestici.

Con la sua impresa individuale dà lavoro ad altre 3 persone.

Cesare ogni giorno si sposta di appartamento in appartamento, vede le abitazioni dei clienti e ristruttura cucine e bagni.

L’Agenzia delle Entrate gli sta dietro; la crisi e i pagamenti troppo alti lo hanno obbligato a tagliare il personale e a trasferirsi in un punto vendita più piccolo.

Il sig. Capestro

Un giorno entra nel negozio di Cesare il sig. Capestro, un signore di 70 anni che chiede di ristrutturare la cucina.

Bisogna abbattere un muro e spostare tutti i tubi della cucina in un altro posto.

Il sig. Capestro chiede a Cesare di pagare i lavori in 3 rate e afferma di non riuscire ad effettuare un unico versamento, poichè è un pensionato.

Cesare è un po’ perplesso; non si tratta di un intervento semplice, ma di un lavoro complesso con tante spese di manodopera.

Per scoprire il resto della storia ascolta la nostra puntata…


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Come recuperare crediti insoluti

Scopri come recuperare crediti insoluti studiando il comportamento delle banche

Ci sono molte tecniche che ti suggeriscono come recuperare crediti insoluti.

Ogni strumento (consentito dalla legge) che ti consente di ottenere il pagamento da parte del debitore può essere adattato alle tue esigenze e alla tua realtà aziendale.

Il modo migliore per raggiungere un risultato è quello di studiare chi è più esperto di noi in un determinato settore.

Lo studio degli esperti ci permette spesso di evitare di commettere errori individuando immediatamente le soluzioni migliori per risolvere un problema.

Per questo motivo in questo articolo ho deciso di spiegarti quali sono le strategie più utilizzate dagli istituti di credito per il recupero dei crediti insoluti.

Analizzando il comportamento delle banche potrai organizzare la tua strategia di recupero in modo corretto avendo già un modello da seguire, che potrai adattare alla tua situazione aziendale.

Prima di proseguire però voglio spiegarti un concetto molto utile.

La distinzione dei crediti insoluti

Non tutti i crediti insoluti sono uguali: secondo le direttive della Banca d’Italia i crediti che non sono recuperati da diverso tempo (anche definiti come crediti deteriorati o crediti NPL) vengono suddivisi in 3 categorie.

CREDITI “PAST DUE” – Il credito si definisce “past due” quando non viene incassato per oltre 90 giorni dalla data di scadenza.

CREDITI “UNLIKELY TO PAY” – Il credito si definisce “unlikely to pay” quando è scaduto da più di 90 giorni ed il creditore ipotizza che il debitore non rispetterà l’obbligazione di pagamento.

CREDITI “DEFAULTED” – Il credito si definisce “defaulted” quando è scaduto da più di 90 giorni ed il debitore si trova in uno stato di crisi duraturo che gli impedisce di effettuare il pagamento.

In questa pagina puoi trovare una spiegazione più completa del processo di deterioramento del credito.

Dopo averti spiegato la distinzione delle sofferenze bancarie, passiamo ad analizzare le 3 strategie principali che ti permetteranno di capire come recuperare crediti insoluti.

Come applicare le strategie di questo articolo

Analizza la natura del tuo credito, utilizzando i criteri di distinzione forniti dalla Banca d’Italia.

Non appena hai individuato la categoria in cui inserire il tuo credito insoluto, analizza la strategia utilizzata dalle Banche e adattala al tuo caso, applicando le modifiche opportune.


Le 3 strategie per sapere come recuperare crediti insoluti.

1. LA TRATTATIVA STRAGIUDIZIALE E LA MEDIAZIONE PER I CREDITI “PAST DUE”

Quando il credito è scaduto da 90 giorni la maggior parte degli istituti di credito procedono immediatamente con l’instaurazione di una trattativa stragiudiziale.

Secondo le statistiche fornite da Banca d’Italia, quando il credito è poco deteriorato (come nel caso dei crediti “past due”) le probabilità di recupero tramite attività stragiudiziale crescono notevolmente.

Anche la mediazione civile è uno strumento utile in questi casi, ma è un rimedio meno utilizzato per via di maggiori costi di avvio.

Se il tuo credito insoluto rientra nella categoria dei “past due” ti conviene avviare una trattativa stragiudiziale o una mediazione civile.


2. LA RISTRUTTURAZIONE O IL RIFINANZIAMENTO PER I CREDITI “UNLIKELY TO PAY”

Quando il credito è scaduto da più di 90 giorni, e si ritiene probabile che il debitore non effettuerà il pagamento, molti istituti di credito decidono di proporre alla controparte una ristrutturazione del debito mediante rifinanziamento.

Il rifinanziamento consiste nell’erogazione di una nuova somma di denaro che in parte azzera il precedente debito, ed in parte rimane nella disponibilità del correntista per consentirgli di effettuare nuove operazioni imprenditoriali.

Si tratta di uno strumento finanziario tecnico molto utilizzato per le aziende che non elimina il debito (semmai lo aumenta) ma consente al debitore in difficoltà di avere una nuova disponibilità economica che può utilizzare per risollevare la propria attività.

Se il tuo credito insoluto rientra nella categoria degli “unlikely to pay” puoi suggerire al tuo debitore di rinegoziare le modalità di pagamento, inserendo delle scadenze più dilazionate, o compensando il tuo credito con beni o servizi erogati dal tuo stesso debitore.

Lo comprendo non è la soluzione ideale (tutti preferiscono il pagamento in denaro), ma a volte può essere una soluzione intelligente; sopratutto quando c’è il fondato timore che la tua controparte non riuscirà a pagare il suo debito.


3. LA CESSIONE O UNA PROCEDURA GIUDIZIALE PER I CREDITI “DEFAULTED”

Quando il credito è scaduto da più di 90 giorni, ed il debitore si trova in una situazione di crisi duratura, molti istituti di credito decidono di cedere la posizione a soggetti terzi.

In Italia il numero di crediti “defaulted” è molto alto e costituisce una vera e propria paralisi del sistema bancario.

A fronte di questa situazione di crisi “duratura” le banche decidono molto spesso di procedere con la cessione delle posizioni più problematiche dietro il pagamento di importo più basso che non copre certamente il valore nominale del credito ceduto.

In questo modo la Banca realizza un piccolo incasso che non copre certamente tutte le perdite subite, ma limita i danni dovuti dal mancato pagamento.

In altri casi, molte banche decidono di recuperare i crediti “defaulted” attraverso l’istaurazione di una procedura giudiziale per mettere pressione al debitore e costringerlo a pagare.

Se il tuo credito insoluto rientra nella categoria dei “defaulted” puoi scegliere se cedere la posizione a terzi, producendo un piccolo utile; in alternativa puoi scegliere di avviare una causa giudiziale contro il debitore.

In entrambi i casi si tratta di scelte molto delicate, che ti sconsiglio di prendere da solo: meglio richiedere un parere ad un legale o ad un consulente npl.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Come recuperare crediti insoluti: quali sono le 3 strategie più utilizzate dagli istituti di credito?

  1. La trattativa stragiudiziale e la mediazione per i crediti “past due”;
  2. La ristrutturazione o il rifinanziamento per i crediti “unlikely to pay”;
  3. La cessione o una procedura giudiziale per i crediti “defaulted”.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Come recuperare crediti insoluti: le 3 strategie

Come recuperare crediti insoluti: le 3 strategie


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Come recuperare crediti insoluti: le strategie utilizzate dalle banche

Come recuperare crediti insoluti: le strategie utilizzate dalle banche


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Tino Crisafulli ➜ avvocato e Founder di RecuperoLegale.it

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Un cliente che non paga

Scopri alcuni suggerimenti per gestire un cliente che non paga

Un cliente che non paga è sempre un problema delicato per la nostra attività o il nostro business.

In questa seconda puntata del nostro podcast ti spiegheremo come dovrai comportarti con un cliente che non paga.

Di cosa parleremo?

  • Quali sono le condizioni giuridiche per definire un credito come insoluto;
  • Ti spiegheremo perché è importante verificare se ci sono contestazioni sulla tua prestazione;
  • Ti indicheremo come dovrai comportarti nel caso in cui il tuo cliente non ti dovesse pagare;
  • Ti sveleremo un piccolo trucchetto per mettere sotto pressione il debitore e spingerlo a pagare.

Quali sono le condizioni giuridiche per definire un credito come insoluto?

Il credito si definisce insoluto quando il tuo cliente diventa moroso, cioè quando non effettua il pagamento del suo debito entro il termine prestabilito.

Non è necessario che il contratto preveda un termine preciso, ma è molto importante che tu abbia svolto già la tua prestazione.

Se hai stipulato un contratto ma non hai ancora venduto nessun bene o servizio, non potrai richiedere il pagamento della somma di danaro.

Ricorda bene che tu diventi creditore quando fornisci una prestazione professionale, o quando vendi un prodotto ad un cliente.

Nel diritto questo tipo di contratto si chiama “contratto a prestazioni corrispettive”.

In questo tipo di contratto entrambe le parti devono compiere un’azione precisa che per questo si definisce corrispettiva.

Il venditore vende il bene; il cliente lo paga.

Questa relazione è un contratto a prestazioni corrispettive.

Ma questa relazione si verifica non soltanto quando si vende un bene ma anche quando la prestazione consiste nell’erogazione di un servizio.

Se sei un web marketer, un web designer, o anche un ingegnere o un commercialista, la tua prestazione rappresenta l’obbligazione del contratto.

Per scoprire il resto degli argomenti ascolta la nostra puntata…


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Speaker della puntata:

Tino Crisafulli ➜ avvocato & General Manager di RecuperoLegale.it – Contattami su Linkedin

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Recupero Legale Podcast

Scopri la prima trasmissione radiofonica sul credit management: Recupero Legale Podcast

Recupero Legale Podcast: questa è la 1° puntata di questa trasmissione e la sfrutteremo per presentare questo nuovo format e per rispondere ad alcuni quesiti.

Di cosa parleremo

  • Presenteremo il sito RECUPERO LEGALE: la missione e gli obiettivi;
  • Ti spiegheremo lo scopo di questa trasmissione;
  • Presenteremo gli speaker;
  • Ti indicheremo i temi che tratteremo nel corso delle settimane.

CHE COS’E’ RECUPERO LEGALE E QUAL E’ IL SUO SCOPO?

Recupero Legale è un sito che si occupa di credit management, recupero crediti ed innovazione.

Grazie a questo sito offriremo consulenze personalizzate e assistenza legale per i professionisti e le imprese che hanno bisogno di recuperare un credito.

Ma nel nostro BLOG troverai anche molte notizie sull’innovazione e sugli strumenti digitali.

Abbiamo creato il nostro studio legale ed il nostro sito utilizzando molte piattaforme innovative e molti strumenti tecnologici; grazie a questi strumenti abbiamo la possibilità di lavorare in modo più veloce e più sicuro.

Ma inoltre crediamo che parlare di innovazione sia necessario: ci sono moltissimi articoli che affermano che nel giro dei prossimi 10 anni molti dei lavori che conosciamo scompariranno.

Siamo nel bel mezzo di una rivoluzione; stiamo transitando dall’era analogica, delle consulenze fisiche, all’era digitale, dove moltissimi servizi, anche quelli della Pubblica Amministrazione, possono essere richiesti solo online.

In questo scenario secondo noi ogni individuo dovrebbe aggiornarsi sugli ultimi trend tecnologici e capire come potrebbe evolvere il mondo del lavoro.

Anche il credit management sarà stravolto dalla tecnologia, e per questo motivo abbiamo deciso di dedicare uno spazio importante all’innovazione.


CHE ARGOMENTI TRATTEREMO NEL CORSO DELLE PUNTATE?

Parleremo ovviamente di credit management e recupero crediti, ma dedicheremo uno spazio importante all’innovazione.

Ti consiglieremo gli strumenti tecnologici che usiamo anche noi per permetterti di innovare la tua professione o la tua impresa e per realizzare la “digital trasformation” ovvero la trasformazione digitale del tuo business.

Inoltre ti proporremo un format particolare:

ti racconteremo delle storie e dei casi studio che ci permetteranno di parlare dei problemi che molti imprenditori devono affrontare: grazie a questi racconti ti suggeriremo delle regole generali che dovrai seguire per evitare di rimanere scottato con i tuoi clienti.

Per scoprire il resto degli argomenti ascolta la nostra puntata…


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Come recuperare crediti da clienti

Scopri come recuperare crediti da clienti senza aspettare la mossa del debitore

Come recuperare crediti da clienti: ti confesso che questa è una delle domande che ricevo più spesso durante le consulenze telefoniche.

Qualsiasi sia il settore in cui tu operi, probabilmente ti sarà capitato di dover affrontare un caso simile.

Il tuo cliente non ha pagato il tuo lavoro e adesso devi cercare di recuperare i soldi che ti deve.

Il classico problema…

In molti altri articoli ho già spiegato quali sono le cose più importanti da fare nel caso in cui tu abbia dei crediti insoluti.

Se devi ricevere il pagamento da parte del tuo cliente, avrai verificato che non sempre è sufficiente l’invio di una diffida o pec: il debitore spesso rimane indifferente e continua ad ignorare le tue richieste.

In questi casi c’è solo un rimedio: rivolgerti ad un professionista del recupero.

Ma oggi voglio suggerirti uno strumento alternativo.

Una nuova soluzione…

In questo articolo voglio parlarti di una nuova soluzione che ti spiegherà come recuperare crediti da clienti.

L’unico modo che ti permetterà di evitare un insoluto è quello di attuare un strategia di prevenzione durante la fase di contrattazione con il tuo cliente.

Se seguirai questi 4 consigli potrai ridurre al minimo il rischio di insolvenza e verificherai in tempo reale la serietà e la solidità economica della tua controparte.


Come recuperare crediti da clienti: i 4 consigli per evitare insoluti.

1. STIPULA UN CONTRATTO: PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE

Il primo passo che dovrai compiere è quello di stipulare un contratto con il tuo cliente.

Ti sembrerà scontato, ma molti imprenditori non hanno l’abitudine di far firmare un contratto al cliente.

Non sai come scrivere un contratto in modo corretto? Forse questo articolo può aiutarti.

Un contratto scritto in modo corretto riduce moltissimo il rischio di mancato pagamento.

Sfruttando i dati raccolti nell’ultimo anno dal nostro studio legale, è emerso che quando il credito è fondato su un contratto scritto in modo corretto, le probabilità di recupero aumentano e si aggirano attorno al 73%.

Senza contratto è tutto più difficile e soprattutto i tempi di recupero aumentano notevolmente in caso di contenzioso giudiziario.

Un contratto sottoscritto dal debitore, invece, ti permette di ottenere molti vantaggi in sede giudiziale.


2. DEFINISCI IN MODO DETTAGLIATO COME VA ESEGUITO IL LAVORO

Una delle scuse principali utilizzate dai debitori per non pagare, è quella di contestare il lavoro eseguito dal professionista.

A volte capita che il cliente contesti il tuo lavoro, affermando che la tua prestazione non è conforme alle sue istruzioni.

Probabilmente sta mentendo per cercare di non pagare, ma il punto è un altro.

Come fai a dimostrare che sta mentendo?

Se non hai un contratto che descrive in modo dettagliato come doveva essere effettuato il tuo lavoro, non potrai dimostrare che hai eseguito le direttive del cliente.

In una causa giudiziale potresti ricorrere alla prova per testi o produrre le mail del tuo cliente; in entrambi i casi i tempi di recupero si allungano.

Al contrario se descrivi nel contratto come e cosa dovrai fare, sarà molto difficile per il cliente contestare il tuo lavoro.

In questo modo potrai dimostrare in qualsiasi momento davanti ad un Giudice (esibendo il contratto firmato dal cliente) che entrambe le parti si erano accordate in modo preciso su come andava effettuato il lavoro.


3. RICHIEDI UN ANTICIPO PRIMA DI COMINCIARE IL LAVORO

Vuoi mettere alla prova il tuo cliente per verificare se puoi fidarti di lui?

Chiedi un anticipo prima di cominciare il tuo lavoro; in questo modo imporrai una scelta al tuo cliente.

Se ti sceglie e se vuole sfruttare le tue abilità dovrà pagare una somma anticipata.

Ti assicuro che grazie a questo rimedio verificherai immediatamente se la tua controparte è affidabile, e ti libererai di tutti quei clienti che possono trasformarsi in debitori.

D’altronde perché un cliente dovrebbe rifiutarsi di versare un acconto al professionista che ha scelto?

Se la tua controparte rifiuta di versare l’acconto iniziale, hai già un importante indizio su quello che potrà accadere dopo.


4. FISSA DEI TERMINI DI PAGAMENTO INTERMEDI

Dopo aver firmato il contratto, e dopo aver stabilito come dovrà essere eseguito il lavoro, ti consiglio di concordare con il cliente dei termini di pagamento intermedi.

Mi spiego meglio: se devi realizzare un sito web potresti concordare dei termini di pagamento intermedi, chiedendo al tuo cliente di pagare l’intero importo in 3 rate.

Fin qui tutto semplice: si tratta di un pagamento dilazionato.

Ma quello che ti suggerisco è diverso: una volta che avrai fissato le date dei 3 pagamenti, organizza il tuo lavoro in obiettivi intermedi.

Se raggiungi il primo obiettivo allora il cliente deve pagare la prima rata: se non ti paga la prima rata, tu sospendi immediatamente il lavoro.

Se invece il cliente paga la prima rata allora tu potrai cominciare con il secondo obiettivo di lavoro. Continua così fino a quando avrai terminato gli obiettivi.

In questo modo non sarai costretto a svolgere l’intero lavoro, rischiando persino di non venire pagato.

Così potrai limitare i danni, eseguendo soltanto una parte dell’incarico; se il cliente non paga non sarai tenuto a proseguire la tua attività.

Ti faccio un esempio pratico.

Devi realizzare un sito web: organizza il lavoro in step intermedi.

STEP 1: Pubblicazione della home page;

STEP 2: Pubblicazione delle pagine del sito;

STEP 3: Inserimento dei testi.

Ad ogni step fissa il pagamento del tuo lavoro, così se il cliente non ti paga al primo step, puoi interrompere il lavoro e limitare le tue perdite.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Come recuperare crediti da clienti: quali sono i consigli per evitare insoluti?

  1. Stipula un contratto: prevenire è meglio che curare;
  2. Definisci in modo dettagliato come va eseguito il lavoro;
  3. Richiedi un anticipo prima di cominciare il lavoro;
  4. Fissa dei termini di pagamento intermedi.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Come recuperare crediti da clienti

Come recuperare crediti da clienti: 4 consigli per evitare insoluti


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Come recuperare crediti da clienti: i consigli per prevenire insoluti

Come recuperare crediti da clienti: i consigli per prevenire insoluti


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Contratto con il cliente

Scopri come preparare un contratto con il cliente in modo corretto rispettando tutto quello che prevede la legge

Preparare il contratto con il cliente è una delle attività più importati per proteggere il tuo credito e per scongiurare il rischio di un mancato pagamento.

Non tutti gli imprenditori hanno l’abitudine di stipulare un contratto con il cliente prima di svolgere il lavoro; tuttavia è sempre consigliato predisporre un documento scritto con la tua controparte per definire le modalità di lavoro e stabilire i termini essenziali dell’accordo.

La presenza di un contratto sottoscritto dal debitore ti permetterà di avere un grosso vantaggio nel caso in cui dovesse sorgere una controversia.

Nel caso di contestazione della tua prestazione la presenza del contratto potrebbe smontare tutte le eccezioni della controparte e potrebbe velocizzare il pagamento del tuo lavoro.

Nell’ambito della prevenzione dei crediti insoluti, predisporre il contratto con il cliente in modo corretto è una delle attività più importanti.

Ma come è possibile predisporre un contratto senza commettere errori?

Non tutti i professionisti sono abbastanza preparati per scrivere un contratto con il cliente in modo corretto.

Bisogna conoscere le principali norme del codice civile e sapere introdurre (nelle parti giuste) delle clausole contrattuali che possano tutelare maggiormente il tuo lavoro.

Se hai bisogno di una guida che ti indichi come preparare un contratto con il cliente questo articolo può aiutarti.

Ti indicherò quali sono le parti più importanti che non devono mancare nel tuo contratto e ti fornirò alcuni consigli utili per migliorare l’efficacia dei documenti che abitualmente fai firmare ai clienti.


Contratto: gli elementi essenziali previsti dalla legge

L’art. 1325 del codice civile indica gli elementi essenziali che devono essere presenti in un contratto:

  1. l’accordo delle parti;
  2. la causa;
  3. l’oggetto;
  4. la forma.

Analizziamoli uno per uno.


1. L’accordo delle parti

Quando stipuli un contratto con il cliente è necessario che il documento che firmerai dimostri che le due parti si sono accordate sul suo contenuto.

Il contratto si conclude quando chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell’accettazione dell’altra parte (art. 1326 del codice civile).

Per spiegarci meglio: la proposta del contratto proviene dal professionista che deve vendere un bene o un servizio.

Pertanto se tu stai vendendo un prodotto o devi realizzare un servizio, sarai tu che formulerai la proposta al tuo cliente e sarai qualificato come “proponente”.

In cosa consiste la proposta?

La proposta consiste nella vendita del bene o del servizio ad un determinato prezzo.

Ti faccio un esempio pratico: se devi realizzare un sito web per un cliente, allora la proposta di contratto sarà quella in cui proponi la realizzazione del sito web per la somma di € 1.000.

Se il cliente accetta questa proposta allora il contratto si perfeziona.


2. La causa

Quando si parla di causa del contratto non si intende il motivo per cui si raggiunge un accordo con il cliente, ma si intende la cosidetta “funzione economica e sociale”.

Il tema della “causa del contratto” è uno dei più discussi dagli studiosi di diritto; non preoccuparti non ti annoierò elencandoti tutte le principali teorie e definizioni della causa del contratto (forse un articolo non basterebbe) ma mi limiterò a spiegarti in modo ancora più semplice il concetto.

La causa del contratto non è altro che la “ragione concreta dell’atto idonea a giustificare lo spostamento di beni e valori”.

In altre parole la causa di un contratto di vendita è lo scopo che attraverso questo mezzo si vuole perseguire: e cioè la vendita di un bene.

Mi rendo conto che è un concetto un po’ astratto, ma limitati a ricordarti una cosa importante.

Quando predisponi un contratto cerca di indicare in modo chiaro quale sarà lo scopo delle parti.

Il professionista vende un bene o eroga un servizio, ed il cliente pagherà del denaro.

Questa è la causa del contratto.


3. L’oggetto

L’oggetto del contratto deve essere inteso come il bene concreto in funzione del quale si sta svolgendo l’operazione economica del contratto.

In parole semplici: se stai vendendo un computer ad un cliente, l’oggetto del contratto sarà:

  • il computer;
  • il trasferimento della proprietà del computer al tuo cliente.

Questo vale anche per la vendita di un servizio: se stai realizzando un sito web per un cliente, l’oggetto del contratto sarà:

  • la realizzazione del sito web;
  • l’attribuzione della proprietà del sito web al tuo cliente.

Ricorda che l’oggetto del contratto deve essere: lecito, possibile, determinato.


4. La forma

Per forma del contratto si intende il modo in cui viene manifestata la volontà delle parti.

La legge italiana non impone dei vincoli assoluti sulla forma dei contratti; nel nostro ordimento giuridico esiste il principio di “libertà di forma”.

Solo in alcuni casi (come per la vendita di immobili) la legge richiede espressamente che il contratto sia redatto in forma scritta a pena di nullità dell’atto.

In parole più semplici: quando vuoi trasferire la proprietà di una casa ad un terzo, se il contratto di vendita non viene realizzato nella forma scritta allora sarà nullo.

La libertà di forma… cosa fare?

Il fatto che il nostro ordinamento consenta la libertà di forma non significa che non devi stare attento quando stipuli un contratto con il cliente.

Anche se la legge non richiede sempre la forma scritta, in ogni transazione che concludi ti consiglio di preparare un contratto scritto facendo apporre la firma alla tua controparte.


Dopo averti spiegato quali sono gli elementi fondamentali di un contratto, adesso ti spiegherò in modo pratico e senza nessun concetto teorico come devi strutturare il documento da far firmare al tuo cliente.

Disclaimer: questa è solo una guida indicativa e non può contenere tutte le variabili e tutte le regole da seguire quando stipulerai una transazione con il tuo cliente.

Ogni transazione è diversa e richiede una struttura contrattuale diversa.

Se devi stipulare un contratto con il cliente e hai alcuni dubbi non fidarti troppo di questa guida, ma rivolgiti ad un legale.


STRUTTURA DEL CONTRATTO

Contratto con il cliente: le parti più importanti

Contratto con il cliente: le parti più importanti

PARTE 1: L’INTESTAZIONE ED IL NOME DELL’ATTO

In cima al documento inserisci l’intestazione del contratto (il tuo logo o la tua ragione sociale) e dopo inserisci il nome dell’atto cioè: “contratto di vendita” (se stai vendendo un bene), “contratto di consulenza” (se stai fornendo una consulenza).

Se non sai quale nome dare all’atto inserisci solo la scritta “contratto”.


PART 2: LA DESCRIZIONE DEI CONTRAENTI

Subito dopo l’intestazione ed il nome dell’atto inserisci il nome, il cognome e il codice fiscale delle parti coinvolte nel contratto e precisamente: tu (il professionista), ed il cliente.

Se il tuo cliente è una società accerta con precisione che la persona fisica che firmerà il contratto è munito dei poteri di firma e riveste la qualità di rappresentante legale.


PARTE 3: L’OGGETTO DEL CONTRATTO

Dopo aver identificato le parti coinvolte nella transazione, dovrai inserire l’oggetto del contratto cioè il bene od il servizio che dovrai vendere al cliente.

Ti faccio un esempio concreto.

Se devi realizzare un sito web dovrai scrivere: “il sig. Tizio (inserisci il nome del professionista che realizzerà il sito) si impegna a realizzare un sito web in favore del sig. Caio (inserisci il nome del cliente)“.

Ricorda una cosa importante: quando stai vendendo un bene o un servizio descrivi in questa parte come deve essere eseguita la tua prestazione.

Esempio: “Il sito web dovrà essere realizzato con il software WordPress (o altro) e conterrà n. 7 pagine”.

Specifica chi scriverà i testi e chi sceglierà le immagini.

Insomma inserisci tutte le parti più importanti del progetto: non descrivere COME farai il sito, ma COSA farai nel sito.

Questa parte del contratto è molto importante e potrebbe evitare di far sorgere delle contestazioni in caso di mancato pagamento.

CLAUSOLE DI RESPONSABILITA’

In questa sezione (parte 3) possono essere inserire anche le clausole relative alla responsabilità delle due parti.

Il tema della responsabilità contrattuale è molto delicato e ti consiglio di prestare molta attenzione sull’inserimento di una clausola di questo tipo.

Su questo argomento non posso darti dei consigli troppo dettagliati; ogni professione prevede delle responsabilità differenti e pertanto non posso suggerti un unico modo per gestire questa parte del contratto.

La strategia migliore è farti seguire da un legale che possa suggerirti come inserire la clausola rispettando le norme del codice civile.

Inoltre ti conviene comunicare a voce al tuo cliente che hai intenzione di inserire delle clausole di responsabilità nel contratto, in modo da “prepararlo” psicologicamente sul contenuto della clausola.

Molti clienti si spazientiscono quando, alla lettura del contratto, si accorgono della presenza di clausole di responsabilità che non erano state menzionate in precedenza.


PARTE 4: IL PREZZO E LE MODALITA’ DI PAGAMENTO

Subito dopo l’oggetto del contratto, dovrai inserire il prezzo e le modalità di pagamento.

Il cliente si impegnerà a pagare la somma pattuita dopo che il lavoro sarà completato.

Inoltre ricordati di inserire le modalità di pagamento: inserisci il tuo codice IBAN nel contratto.

Ti consiglio di preferire sempre il pagamento tramite bonifico: evita i pagamenti con assegno o contanti.

Puoi accettare gli assegni solo se hai la certezza che il cliente abbia la provvista sul conto, o quando ti viene consegnato un “assegno circolare”.

L’assegno circolare è una vera e propria garanzia di incasso: ma non aspettare troppo tempo prima di versarlo sul tuo conto (il titolo ha una durata limitata di 8 giorni).

In tutti gli altri casi scegli il bonifico bancario.


PARTE 5: CONSENSO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

Dopo aver descritto il prezzo e le modalità di pagamento dovrai inserire una dichiarazione con cui il tuo cliente presta il consenso al trattamento dei dati personali.

Puoi utilizzare questa formula:

Il sig. Tizio (inserisci il nome del cliente) dichiara, ai sensi e per gli effetti di cui al D. Lgs. n. 196/2003 e successive modificazioni ed integrazioni, ed ai sensi e per gli effetti del Regolamento UE n. 679/2016 (GDPR), di essere stato informato che i dati personali verranno utilizzati per le finalità inerenti al presente contratto, e autorizza sin d’ora il rispettivo trattamento”.

Su questo tema ci sarebbe da parlare tantissimo (ci vorrebbe un altro articolo): non mi dilungo troppo ma ti ricordo che il contratto deve contenere una dichiarazione sottoscritta dal cliente che dimostri che tu lo hai informato su come verranno utilizzati i suoi dati personali.

In sostanza il cliente deve dichiarare di essere stato informato, e deve anche autorizzare il trattamento dei suoi dati.

Alcuni professionisti fanno firmare al cliente un documento separato (oltre al contratto) in cui spiegano in via scritta come saranno utilizzati i dati personali.

DATI SENSIBILI

Se devi trattare anche i “dati sensibili” del cliente (come ad esempio: l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale) devi ottenere un’autorizzazione separata.

Ti basta integrare la formula che ti ho suggerito prima, aggiungendo anche il termine “dati sensibili”.

Se il tuo caso è un po’ complesso ti consiglio di rivolgerti ad un legale.


PARTE 6: DATA E FIRME

Dopo il prezzo e le modalità di pagamento dovrai inserire la data del contratto e lo spazio per le firme.

E’ importante che il contratto con il cliente sia stampato e sia firmato su copia cartacea.

Esiste un modo per concludere un contratto senza essere presenti al momento della firma: per avere maggiori informazioni leggi questo articolo.

Un consiglio importante: chiedi al tuo cliente di firmare il contratto in ogni pagina.

Nei contratti che realizzo per i miei clienti creo una cella in ogni pagina, inserendo una dichiarazione di accettazione ed il nome di colui che deve firmare il documento.

Non è necessario che tu inserisca la cella, ma chiedi al tuo cliente di apporre una firma in ogni pagina.


PARTE 7: CLAUSOLE “SPECIALI”

Se hai particolare timore di firmare la transazione e temi che il cliente non ti pagherà, hai la possibilità di inserire nel contratto alcune clausole speciali che possono tutelarti ulteriormente in caso di credito insoluto.

Per inserire queste clausole è necessario conoscere in modo approfondito il tipo di transazione da sottoscrivere, e pertanto non posso darti delle regole standard.

Nelle transazioni di alto importo io suggerisco sempre di inserire delle clausole “speciali” per tutelare il venditore/professionista.

Molte volte una firma in più su un documento cambia radicalmente le sorti di una causa giudiziale, e permette di recuperare più velocemente un credito.


Sei giunto al termine di questo articolo. Eccoti un breve riepilogo:

Contratto con il cliente: quali sono gli elementi essenziali previsti dalla legge?

  1. l’accordo delle parti;
  2. la causa;
  3. l’oggetto;
  4. la forma.

Quali sono le parti principali da inserire nel contratto?

  1. L’intestazione ed il nome dell’atto;
  2. La descrizione dei contraenti;
  3. L’oggetto del contratto;
  4. Il prezzo e le modalità di pagamento;
  5. Il consenso al trattamento dei dati personali;
  6. La data e le firme;
  7. Le clausole “speciali”.

Leggi il riepilogo cliccando sulla 1° infografica qui sotto

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Contratto con il cliente: gli elementi essenziali

Contratto con il cliente: gli elementi essenziali


LA STRUTTURA DEL CONTRATTO

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Contratto con il cliente: la struttura

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